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R: Comunicato



cari amici
a me pare che la sinistra, tutta la sinistra deve mettere al centro i
bisogni della gente e soprattutto dei lavoratori.Prendersi la roba al
supermercato non serve a niente .Primo perche' domani sei povero come
prima ,hai perso la tua dignita' di lavoratore e sei diventato un
pezzente.Compagni in famiglia guadagnamo meno di duemila euro al mese e
siamo in sette di cui due anziani e tre bambini.Non abbiamo le diecimila
cavolate Hi-Fi e roba del genre ma non ci manca nulla ne' materialmente
ne' culturalmente.mANDO I MIEI FIGLI IN UN GRUPPO INTERRELIGIOSO ED
INTERCULTURALE DOVE POSSONO CONOSCERE GENTE DI ALTRE RELIGIONI E CULTURE
Qui acquisiscono una cultura del rispetto e della tolleranza (oltretutto
siamo anche una famigia islamo- cristiana) So che la situazione dei
proletari e del popolo lavoratore peggiorera' a meno che non si riapra
un nuovo cicilo di lotte ,ma e' proprio nel ricostruire un programma per
una nuova societa' non capitalistica e non guerrafondaia che noi
lavoratori possaimo trovare le motivazione per crescere i nostri figli e
per vivere.Il paese sprofonda e la situazione e' sempre peggiore, i
soldi non valgono piu' niente.Ma io  la roba rubata ai ricchi non la
voglio voglio i miei diritti scritti e messi in pratica.Meglio le ollas
comunas che i furti al supermarket.Una casa la occuperei quello si'ma
proprio perche'e impossibile averla altrimenti-Perche' non mettiamo
insieme ettraverso una associazione di volontarito tutto quello che ci
serve e poi ce lo scambiamo oppure lo vendiamo a prezzo politico  ???Hai
voglia a tecnologia ,altro che rate alla Unieuro.
ciao donatella

-----Messaggio originale-----
Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]Per
conto di Piergiovanni
Inviato: mercoledì 10 novembre 2004 10.44
A: pace at peacelink.it
Oggetto: Re: Comunicato


>Sono d'accordo sull'analisi fatta da te, voglio aggiungere che a
Cagliari,
>anche allora, "la spesa proletaria" fu letta dal proletariato
politicizzato,
>come mera appropriazione di beni (e non certo di prima necessitý) fu
una
>delle cause che contribuirono a far morire definitivamente la capacitý
di
>costruire una societý economicamente possibile a quella meramente 
>capitalistica,attualmente liberistica (che poi a me cinquantenne, mi 
>pare adesso non certo molto dissimili, mandavo lettere con richiesta 
>di assunzione e trovavo solo lavori molto precari e sottopagati , al 
>massimo in subappalto, certo di concorso in corcorso, sono poi 
>entrato nella sanitý pubblica (da tecnico) che ai compagni faceva un 
>po schifo, ma cosÏ andava e va il mondo, perÚ adesso almeno tentiamo 
>di realizzare , dei piccoli esempi di societý, solidale e non 
>ideologicamente contraria al lavoro e alla produzione legale e 
>controllata nel  suo intero prcorso. A si biri in paris e in paxi
>Giancarlo Nonis

caro giancarlo,
ti ringrazio per la tua risposta in lista. purtroppo certe situazioni 
non si capiscono se non si toccano con mano. io sono precario della 
scuola da 14 anni, e non posso neanche permettermi questo privilegio, 
perché, essendo pure non vedente, non posso spostarmi agevolmente nei 
comuni dell'hinterland, e devo rinunciare a delle supplenze annuali 
che certamente mi avrebbero regalato molto più punteggio. ma al di là 
della mia esperienza personale, la cosa gravissima, é che vedo 
ovunque un generale lassismo, per non chiamarla indifferenza, o 
addirittura intolleranza, verso quelle persone, spesso famiglie, in 
condizioni economiche incredibili per un paese cosiddetto civile. ho 
toccato veramente con mano la condizione di certi strati sociali, o 
substrati, che vivono in situazioni tipo bangladesh, persone che ti 
sorridono perché gli metti in mano una bottiglia di succo di frutta o 
un ovetto kinder. e quando io assisto a scene del genere allora non 
posso che giustificare l'azione dimostrativa dei disobbedienti. che 
sarà dura nella sua realtà, perché in fondo non si ruba a chi lavora 
come noi, ma é assurdo pensare che ci sia gente che non può comprare 
un litro di latte per i bambini. a napoli ho avuto modo di conoscere 
una persona poverissima, che un giorno, presa dalla disperazione, ha 
bussato alle porte della chiesa. il parroco non sapeva cosa fare e le 
ha detto di prendere un cestino, dove c'erano dei panini preparati 
per essere portati alla stazione per i barboni. lei ha guardato quel 
paniere e si é sentita talmente ricca che ha rinunciato a quel pasto, 
per lei e per la famiglia, perché ha capito che c'erano persone messe 
peggio di loro. ecco, questa é napoli. e te ne dirò anche un'altra. 
nei pressi della casa dove ho alloggiato sostava un gruppo di 
giovani, quasi tutti ventenni. ho saputo che rano ragazzi sbandati, 
disoccupati, che non avevano altro che la strada per ritrovarsi. lo 
ammetto, io sono stato il primo a essere prevenuto. almeno fino a 
quando un mio amico ha avuto bisogno delle sigarette, e ne ha chiesta 
una a questo gruppo. ebbene, questi ragazzi, poverissimi, gli hanno 
dato un pacchetto di ms nuovo. nuovo! lui ha detto che ne voleva una 
sola, ma loro hanno insistito, e glielo hanno regalato tutto, ancora 
chiuso. ecco, questa é la povertà. mi sento privilegiato ad aver 
incontrato queste persone. a si biri in paris!
-- 
p.

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