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un po' di democrazia



Copio, per evidenziarlo, questo brano da un articolo di Edurado Galeano sulle 
elezioni in Uruguay, vinte per la prima volta dalla sinistra, e sul referendum 
sulla privatizzazione dell'acqua.

Enrico Peyretti



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(...) Anche il referendum sull'acqua è stato una vittoria contro la paura.

L'opinione pubblica uruguaiana è stata bombardata da estorsioni, minacce

e bugie. Votando contro la privatizzazione dell'acqua, avremmo sofferto

la solitudine e il castigo e saremmo stati condannati ad un futuro di

pozzi neri e di putridi acquitrini.





Come nelle elezioni, anche nel referendum ha vinto il buon senso. La

gente ha votato confermando che l'acqua, risorsa naturale scarsa e

peritura, dev'essere un diritto di tutti e non un privilegio di chi se

lo può pagare. E inoltre la gente ha confermato di non essere fessa e di

sapere che più prima che poi, in un mondo assetato, le riserve d'acqua

saranno ambite anche più delle riserve di petrolio. Noi paesi poveri, ma

ricchi d'acqua, dobbiamo imparare a difenderci. Più di cinque secoli

sono trascorsi da Cristoforo Colombo. Fino a quando continueremo a

scambiare oro con fondi di bottiglia?

 

Non varrebbe forse la pena che altri paesi chiamassero il popolo a

pronunciarsi sul tema dell'acqua? In una democrazia, quando è vera, chi

deve decidere? La Banca mondiale o i cittadini di ciascun paese? I

diritti democratici esistono davvero, o sono le fragole che guarniscono

una torta avvelenata?

 

Anche alcuni anni fa, nel 1992, l'Uruguay era stato l'unico paese al

mondo a indire un referendum sulla privatizzazione delle imprese

pubbliche. Il 72% votò contro. Non sarebbe democratico indire ovunque

referendum sulle privatizzazioni, tenendo conto che compromettono il

destino di varie generazioni?  (...) 

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