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(Fwd) [Forumtrieste] «Ho visto i nostri bruciare le c ase»



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From:                   "obzudi" <obzudi at inventati.org>
To:                     <forumtrieste at inventati.org>
Date sent:              Fri, 3 Sep 2004 18:13:38 +0200
Subject:                [Forumtrieste] «Ho visto i nostri bruciare le c
        ase»

«Ho visto i nostri bruciare le case»

Le testimonianze dei bersaglieri Tornati dall'Iraq, gli uomini della
Brigata Garibaldi raccontano di violenze, abusi e furti compiuti da
loro commilitoni contro la popolazione civile. «L'abbiamo riferito ai
nostri superiori, ma non potevamo fare denunce formali. Se lo 
avessimo
fatto, la nostra carriera sarebbe finita»

ROBERTO SAVIANO


CASERTA

«In Iraq i nostri commilitoni si divertivano a circoscrivere le
abitazioni di alcuni sospetti con la benzina, accendevano e 
guardavano
il fuoco avvolgere la casa di quei poveri cristi che urlavano. Poi
spegnevano e arrestavano questa gente. Ma nella maggior parte dei 
casi
risultavano del tutto innocenti». Questi i racconti dei soldati 
appena
tornati dopo oltre sei mesi passati in Iraq alla caserma Garibaldi 
nel
cuore di Caserta. Gli uomini della Brigata Garibaldi hanno battuto
ogni terreno di guerra: Somalia, Kosovo, Mozambico ed adesso l'Iraq.
Incontriamo un gruppo di «reduci» in un bar dove quasi sempre si
raccolgono i bersaglieri in libera uscita. Hanno finito il loro primo
ciclo in Iraq. Torneranno li giù molto presto. Il caporale G.M. è il
primo che vuole raccontare della sua esperienza. Parla con un
espressione a metà tra la stanchezza e il disgusto: «Non
dimenticheremo mai cosa abbiamo visto. Miseria totale, ragazzini che
ti si attaccavano agli anfibi per una bottiglietta d'acqua, donne
anziane che dormivano per terra con piaghe dappertutto». I militari
sono stanchi ma anche sconvolti. Chiedono di non citare il loro nome
ed aggiungono che «non è la prima volta che un bersagliere viene
punito e messo sotto inchiesta perché parla con i giornali». Tutti
hanno un ricordo terribile, ognuno ha assistito a scene di fame e
malattia. Lo raccontano come se qui le persone non ne sapessero 
nulla.
«Ai tg noi vediamo un altro Iraq. Quando racconto cosa ho visto mia
madre mi dice, ma sei sicuro che sei stato in Iraq? Non capisco 
perché
la televisione non dice niente, non fa vedere niente». «E' vero -
aggiunge P.L. è l'unico in abiti borghesi - ai telegiornali non ho 
mai
visto immagini di uomini che si muoiono di fame e di bambini che
scavano per cercare di rompere qualche tubatura dell'acqua e bere. In
Iraq ogni volta che ero di pattuglia ne vedevo centinaia di scene
così».

Chiediamo se gli aiuti del volontariato internazionale riescono ad
arrivare, se c'è una capillarità di distribuzione se gli Usa
permettono che i pacchi umanitari arrivino ovunque. «Altro che aiuti -

interviene F.L. - ho visto i marines entrare in case di sole donne.
Mettevano i mitra in faccia alle donne e stringevano le manette ai
polsi di ragazzini che non avevano più di 5 o 6 anni. Io ho foto di
bambini messi faccia al muro come criminali, fatti inginocchiare,
schiaffeggiati». Sulla combriccola cala silenzio. Non ha tutti
evidentemente piace ricordare questi episodi, soprattutto davanti a 
un
giornalista. F.L. è un maresciallo appena uscito dall'accademia di
Modena. Vota a sinistra «forse sono l'unico bersagliere che vota a
sinistra della caserma» dice sorridendo mentre i commilitoni lo
prendono in giro. «E gli italiani?» «Degli italiani preferirei 
lasciar
perdere...».

I bersaglieri invece vogliono parlare, basta poco per tirare il tappo
e far uscire ciò che ingorga le loro coscienze da tempo. Gli altri
ragazzi tacciono. F.L. e C.L. caporale maggiore iniziano a raccontare
un episodio visto con i loro occhi. «Alcuni nostri commilitoni si
divertivano a circondare le case di alcuni sospetti, dargli fuoco e
guardare bruciare la casa. Poi spegnevano e arrestavano questa gente
che risultava la maggior parte delle volte del tutto innocente». Gli
domandiamo se hanno denunciato quanto hanno visto «In modo informale»
risponde F.L. Che significa? «Che non risulta una mia denuncia 
formale
- continua- ne ho parlato con i superiori e basta. Se avessi
denunciato formalmente, la mia carriera sarebbe finita lì. Preferisco
cambiare le cose da dentro e senza clamore. Ci tengo all'Esercito, io
sono un bersagliere». P.E. dice che lui non ha visto mai violenze
degli italiani e racconta: «Gli americani appena entrano in una casa
pensano ad accanirsi su chi ci abita, gli italiani invece al massimo
prendono tutto ciò che c'è da prendere. Un amico è riuscito a 
fregarsi
due orologi e quattro spille d'oro». Eppure si vedono solo immagini 
di
arresti in case di fango, in stamberghe, arresti di individui che non
hanno altro che il proprio rinsecchito corpo. «Io dice C.L. ho fatto
perquisizioni in case di ex dirigenti di polizia e di due 
imprenditori
vicini a Saddam. Avevano in casa di tutto, orologi d'oro, dvd,
televisori, lampadari di cristallo, un parco macchine da paura.
Durante la caduta di Saddam avevano le guardie private che non
facevano entrare i disperati e gli Usa non li arrestarono, i 
dirigenti
non li arrestarono sperando che passassero dalla loro parte. Qualcuno
l'ha fatto ma a suon di calci in pancia e sberle...». Anche gli
italiani hanno pestato? «Io - risponde P.E.- non ho mai visto
picchiare come ho visto fare ai marines nessun italiano. Mai». E
aggiunge scherzando: «Neanche in Italia».


liberazione




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