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Il COS in rete



 
Ass.naz.Amici di A.Capitini
 
Vi segnaliamo nell'ultimo aggiornamento di luglio 2003 del C.O.S. in rete, www.cosinrete.it, una selezione critica di alcuni riferimenti trovati sulla stampa italiana ai temi capitiniani: nonviolenza, difesa della pace, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo,
tra cui: Il dovere di Matteotti; Gli sprangatori inutili; San PIL; Petrolio e schiavitù; Seviziata; Gli anni di piombo; Cofferati a Bologna; Arrivano i nostri; Uno, dieci, cento Lula; Omnicrazia online; Le pie illusioni; Gli storici fasci di Ciampi; Tenori e pop; Il revisioncerchiobottismo; Il mio villaggio e l'universo; Quando si può dire; La violenza del potere; ecc., più scritti di e su Capitini utili secondo noi alla riflessione attuale sugli stessi temi.
Ricordiamo che sui temi capitiniani sopra citati la partecipazione al C.O.S. in rete è libera e aperta a tutti
 
 
 
 

 

Il Centro di Orientamento Sociale fondato da Aldo Capitini nel 1944 offre uno spazio aperto per la riflessione sulle proposte capitiniane del liberalsocialismo, del controllo dal basso e della nonviolenza attiva per costruire una società aperta al potere di tutti, una religione aperta, una educazione aperta.


FASCISMO

IL DOVERE DI MATTEOTTI


"Al prof. Luigi Lucchini
Roma 10 maggio 1924

Illustre Professore,
Ritrovo qui la sua lettera gentile, e non so come ringraziarla delle espressioni a mio riguardo.
Purtroppo non vedo prossimo il tempo nel quale ritornerò tranquillo agli studi abbandonati.
Non solo la convinzione, ma il dovere oggi mi comanda di restare al posto più pericoloso, per rivendicare quelli che sono, secondo me, i presupposti di qualsiasi civiltà e nazione moderna.
Ma quando io potrò dedicare ancora qualche tempo agli studi prediletti, ricorderò sempre la profferta e l'atto cortese che dal maestro mi sono venuti nei momenti più difficili.
Con profonda osservanza,
dev.mo

Giacomo Matteotti"

Questa lettera, che viene alla luce sessanta anni dopo l'assassinio del deputato socialista, dovrebbe essere affissa, su invito del ministro Moratti, nelle aule di tutte le scuole.
La storia del suo invio, del suo ritrovamento sono raccontati da Marzio Breda nel "Corriere della Sera" del 9 giugno 2003.
E' la risposta a un invito del prof. Lucchini, apprezzato docente di diritto penale, che invita Matteotti a riprendere lo studio e l'insegnamento scientifico nell'Università, accantonati per i suoi impegni di dirigente e deputato socialista, negli anni dell'assalto violento al potere messo in atto dai fascisti.
Da un manipolo di questi, un mese dopo la lettera, Matteotti verrà rapito e ucciso.
A noi piace accompagnarla dalla lettera scritta alla vedova Velia dallo storico Gaetano Salvemini, pubblicata anch'essa nello stesso articolo.

"Detestavo i fascisti e non avevo fiducia negli antifascisti.
Me ne stavo tra i miei libri, risoluto a non entrare più in politica…quando lui fu ucciso mi sentii in parte colpevole.
Lui aveva fatto tutto il suo dovere, e per questo era stato ucciso.
Io non avevo fatto il mio dovere, e per questo mi avevano lasciato stare.
Se tutti avessimo fatto il nostro dovere, l'Italia non sarebbe stata calpestata e disonorata da una banda di assassini."