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Emergency



Cari amici,
questa è una comunicazione un po' diversa dalle solite. Ultimamente
siete abituati a ricevere notizie aggiornate di ciò che facciamo e
considerazioni su ciò che vediamo. Quando ci rispondete con lettere o
mail di stima e di affetto le viviamo come conferma del fatto che
stiamo lavorando bene e ci ricarichiamo, mettendo da parte fatica e
ansie. Oggi, però, mi decido a coinvolgervi anche su un altro piano.
Questa mattina Gino, da Bagdad, ci ha chiesto: "Quanto possiamo
investire in ulteriori aiuti a Bagdad e nel Sud dell'Iraq? E che cifra
abbiamo a disposizione per l'emergenza che si è creata nei nostri
ospedali nel Nord?". Gli ho risposto "Non ti preoccupare, hai altro da
fare, a questo pensiamo noi". Appunto, "noi". Posso chiedervi di darci
una mano a mantenere questi progetti?

Una sola volta abbiamo mandato ai nostri sostenitori una lettera
esplicita in questo senso (allora non avevamo internet). Era l'autunno
1995 e noi dovevamo mettere il tetto all'ospedale di Sulaimaniya prima
che arrivasse le neve, ma eravamo, come si dice a Milano "in braghe di
tela". Abbiamo chiesto ai nostri medici ed infermieri di portare
pazienza ("potete aspettare che lo stipendio vi arrivi tra 2 o 3
mesi?") e abbiamo mandato una lettera ai nostri sostenitori, che
allora erano pochi. Risultato: abbiamo messo il tetto all'ospedale di
Sulaimaniya e, dopo un po', rimesso in condizioni il nostro personale
di pagare il mutuo ecc. (Una seconda e ultima volta abbiamo provato un
circoscritto mailing per cominciare la costruzione dell'ospedale in
Sierra Leone. Risultato buono, dicono gli esperti in materia, ma ci
sembrava un modo freddo, diverso dal rapporto diretto che abbiamo di
solito con chi già ci conosce, per cui non abbiamo ripetuto
l'esperienza. E risparmiato sui francobolli. Avrete notato, ad
esempio, che a Natale nella cassetta della posta non trovate mai la
lettera di richiesta fondi di Emergency.)

L'ampliamento dei progetti in questi giorni ci sta dando
preoccupazioni di carattere economico. Tra l'altro, ci è stato
segnalato l'equivoco di persone che credono di finanziare Emergency
attraverso versamenti su un conto corrente molto pubblicizzato nelle
ultime settimane, quello relativo all'iniziativa "Tavolo di
solidarietà con le popolazioni dell'Iraq" che raccoglie 30
organizzazioni ed è largamente sostenuto dalla stampa oltre che da un
partito. Emergency non fa parte di questo "tavolo" e i finanziamenti
destinati ai nostri progetti sono raccolti attraverso i nostri soliti
conti correnti.

Mi rendo conto, ora, di aver chiacchierato con voi più a lungo di
quanto intendessi, ma la spiegazione sta nel rapporto diretto
(appunto) con voi e, forse, nell'imbarazzo per una richiesta che non
mi è abituale. Se direte "non posso aiutarvi, ma sono con voi,
continuate così", saremo comunque felici. Come si dice, "non di solo
pane vive l'uomo". Buona primavera.

Teresa Sarti Strada

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