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Resistenza nonviolenta: Richiesta urgente di materiale iconografico
Il mensile "Terre di Mezzo" sta realizzando un numero monografico sulla
resistenza, e all'interno di questo numero verra' realizzato un ampio
articolo dedicato alle azioni di resistenza nonarmata e nonviolenta
compiute durante il fascismo.
Chiunque abbia delle fotografie o delle immagini di repertorio che possono
accompagnare questo articolo e' pregato di mettersi in contatto con la
redazione di "Terre di Mezzo" scrivendo a redazione@terre.it oppure
telefonando allo 02/48953031.
Sono gradite anche segnalazioni di episodi e fatti concreti come quello che
riporto qui di seguito:
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Quando i tedeschi occuparono la Norvegia, uomini d'affari, appaltatori e
anche degli operai si misero a collaborare con l'invasore sotto la guida di
Quisling. Ma dalle scuole, le chiese e i lavoratori nei sindacati veniva
una tenace resistenza nonviolenta: quando i tedeschi volevano trasformare
le scuole a modo loro nel 1941 gli insegnanti fecero un grande sciopero,
aiutati da genitori e scolari e dalle chiese. Malgrado le pressioni, le
scuole rimasero chiuse, si facevano delle scuole alternative con l'aiuto
dei genitori i quali inondarono il ministero dell'istruzione con lettere di
protesta.
Milletrecento insegnanti furono arrestati e inviati ai lavori forzati nei
campi di concentramento, nel freddo nord del paese. Centinaia di essi
furono torturati, ma pochissimi cedettero. Cosi', tra maggio e ottobre
dello stesso anno 1942 gli arrestati furono rilasciati e nell'autunno le
scuole riaprirono senza i programmi nazisti.
In seguito alle proteste della chiesa (in Norvegia quasi tutti sono
luterani) contro la progettata educazione nazista nei movimenti giovanili,
il vescovo di Oslo ed altri due prelati furono arrestati. Quando i nazisti
vollero introdurre i loro programmi nei sindacati, i lavoratori ne uscirono
in massa.
In Danimarca tutto il popolo si rifiuto' di collaborare con i tedeschi per
la persecuzione degli ebrei. Quando fu dato l'ordine di scrivere "Jude"
(ebreo) sulle vetrine dei negozi ebrei anche gli altri negozianti lo
scrissero nelle loro vetrine. Quando gli ebrei furono costretti a portare
la stella gialla come distintivo, tutta la popolazione, con il re in testa,
fece altrettanto. Cosi' quasi nessun ebreo danese venne deportato nei campi
di concentramento.
Una cosa simile successe in Bulgaria, dove una parte della popolazione,
aiutata dalla chiesa ortodossa, salvo' molti ebrei."