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Hebron, citta' di terrorismo



di RanHa Cohen

Gli "analisti della sicurezza" israeliani descrivono la citta' palestinese
di Hebron come una "citta' di terrorismo". E' vero: in nessun altro luogo il
terrorismo di stato israeliano e' piu' brutale. Se volete vedere la pulizia
etnica al lavoro, dovete cominciare da qui.
I coloni ebrei di Hebron sono estremisti fanatici persino per gli standards
israeliani. Regolarmente saccheggiano i negozi palestinesi, tagliano i fili
dell'elettricita' e le condotte idriche, sfasciano le automobili ed
attaccano gli scolari.
Il funerale di Netaniel Ozeri, un colono di Hebron assassinato da
combattenti palestinesi un mese fa, da' un'ottima dimostrazione del profilo
dei coloni. Il 34enne Ozeri fu ucciso nella sua casa di un avamposto
illegale. Membro del gruppo razzistico fuorilegge Kach, Ozeri era appena
tornato a casa dopo aver trascorso quattro mesi in prigione per aver
attaccato un poliziotto israeliano durante le turbolenze dello scorso
luglio.

Il suocero di Ozeri e' un ex-membro del gruppo clandestino ebraico,
condannato all'ergastolo nel 1985 per aver ucciso alcuni palestinesi di
Hebron e graziato subito dopo. La Corte Suprema aveva ordinato piu' volte ad
Ozeri ed ai suoi colleghi di sgomberare l'avamposto illegale, confiscato e
sottratto ai legittimi proprietari palestinesi, ma l'esercito e la polizia
israeliani, di solito cosi' efficienti quando si tratti di demolire le
abitazioni palestinesi, non hanno mai reso operativa la decisione della
Corte.
Le 15 ore di processione funebre sono state marcate da una serie di
scaramucce tra la famiglia e i seguaci di Ozeri sul luogo in cui il colono
dovesse essere sepolto. I "pii" seguaci di Ozeri hanno issato il corpo su
una lettiga coperta dello scialle bianco-azzurro della preghiera,
respingendo all'indietro la copertura sicche' il suo volto fosse visibile,
in chiara violazione della legge religiosa ebraica - uno spettacolo definito
"disgraziato" dal rabbino capo.
Prima e dopo la processione, i compagni di Ozeri sono stati impegnati nel
perpetuare, all'interno della stessa Hebron, l'eredita' del defunto.
L'Independent descrive "le orde di coloni che hanno imperversato in Hebron
ieri, sfasciando finestre delle case palestinesi e dando fuoco alle
automobili" (20/1/03). Persino il filo-israeliano New York Times ha
menzionato in maniera molto soft "gli attacchi indiscriminati alle
proprieta' palestinesi. Gli aggressori hanno rotto le finestre con sbarre
d'acciaio e, ad un certo punto, una giovane mamma con un neonato legato al
petto ha lanciato un grosso masso contro una casa palestinese. Ci sono state
zuffe allorche' l'esercito e la polizia hanno cercato di intervenire, e la
folla ha aggredito la polizia, lanciando insulti" (21/1/03).
TERRORISMO DEI COLONI, TERRORISMO DI STATO
Non vi lasciate impressionare da quel "l'esercito e la polizia hanno cercato
di intervenire", come prudentemente scrive il NYT. I 450 coloni di Hebron
possono contare sul supporto di circa 4000 soldati israeliani, i quali sono
li' per proteggere i coloni, non i palestinesi. Da meta' novembre, dopo il
combattimento con membri del Jihad Islami che lascio' sul terreno 12
militari israeliani, l'esercito tiene la citta' sotto coprifuoco continuo,
alleggerito solo per poche ore in piu' di due mesi per permettere i
rifornimenti di cibo e medicinali. Quando osano uscire, in queste rare
occasioni, i palestinesi sono molestati dai coloni.
Sono gia' stati approntati piani per la costruzione di un "passaggio di
sicurezza", una "passeggiata per i coloni" che colleghera' l'insediamento di
Kiryat Arba al fianco orientale della Citta' Vecchia come un cuneo infilato
nel cuore della citta', mediante la confisca di 64 appezzamenti di
proprieta' privata palestinese e la demolizione di almeno 15 abitazioni.
Come ha recentemente riportato la giornalista di Ha'aretz, Ada Ushpiz, "Il
progetto della passeggiata turistica non e' mai stato confermato
dall'esercito, ma ogni capriccio dei coloni diventa presto una necessita'
militare. La distruzione di 15 case palestinesi per proteggere i coloni
sembra un prezzo apparentemente basso" (27/12/02).
Ad essere demolite saranno alcune tra le piu' antiche case palestinesi della
Citta' Vecchia. Bimkom, una nuova NGO di architetti e professionisti
collegati, mette in guardia contro questo attacco fatale ad una delle piu'
antiche citta' al mondo. Diversamente da quanto accaduto per le statue dei
Buddha distrutte dai Talebani in Afghanistan, pochissime persone in
occidente sembrano preoccuparsi della distruzione di questo retaggio
culturale internazionalmente riconosciuto. La Corte Suprema ha, intanto,
ordinato all'esercito di riconsiderare i suoi piani; ma l'esperienza ci
dimostra che, a lungo termine, tutte le decisioni della Corte riguardanti i
Territori Occupati sostengono le azioni dell'esercito o sono ignorate da
esso.
I coloni ebrei di Hebron, dunque, sono una banda di criminali attivamente
curati dallo stato - un processo estremamente pericoloso non solo per i
palestinesi ma per lo stesso Israele. Per essere precisi, e' proprio la
giunta israeliana a nutrire e supportare questi elementi criminali
organizzati e pesantemente armati. Molti, in Israele, vedrebbero con favore
l'estirpazione di questo nido criminale, soprattutto dopo il massacro
compiuto nel 1994 da un colono newyorkese contro i fedeli in preghiera nella
Moschea di Abramo. Ogni governo israeliano, pero', da Rabin alla giunta
Sharon, si e' rifiutato persino di prendere in considerazione l'evacuazione
forzata della colonia di Hebron.
CRIMINI DI GUERRA
La Associated Press (20/12/02) ha recentemente riportato le denunce di
alcuni palestinesi di Hebron, secondo cui "la polizia di frontiera
israeliana obbligava i detenuti palestinesi a scegliere quale membro
volevano fosse loro fratturato tra naso, braccio e gamba". Rujdi al-Jamal ha
raccontato all'AP che scelse la mano, e questa gli fu spezzata con un colpo
secco del calcio del fucile. Uno studente universitario arrestato in una
differente occasione racconto' a Yediot Aharonot: "Ho scelto il naso perche'
non c'e' niente di piu' doloroso di un braccio o di una gamba fratturati".
Mentre tali casi possono essere fin troppo facilmente liquidati come
"eccezioni", non e' un caso che l'esercito venga ripetutamente accusato
della criminale politica tesa ad opprimere deliberatamente la popolazione
civile, in chiara violazione della Quarta Convenzione di Ginevra.

Quando l'esercito ha invaso Hebron durante la prima settimana di febbraio,
con carriarmati e blindati su scala senza precedenti, uno dei militari che
guidavano l'invasione, un tenente-colonnello identificato solo con il nome,
Eran, ha affermato, durante le news serali su entrambi i canali televisivi
israeliani: "E' nostra intenzione applicare una forte pressione sulla
popolazione sicche' essa sia costretta ad espellere i "terroristi" dal suo
seno" (Ha'aretz, 6/2/03). Il giorno successivo, un altro dirigente
israeliano ha rivelato, al Canale 1 che "la pressione economica non e'
accidentale, ma parte di un lungo processo" per pressare la popolazione.
Pressare significa: "bloccare le strade di Hebron con montagne di terreno o
blocchi di cemento, distanti gli uni dagli altri circa 100 metri, tagliando
effettivamente la citta' in una serie di enclavi isolate; la chiusura
completa di stazioni radio-televisive locali, proprio quando la popolazione,
imprigionata in casa a causa dei coprifuoco, ne avrebbe piu' bisogno;
l'invasione, da parte dei militari, degli uffici civili dell'Autorita'
palestinese, i quali svolgono funzioni puramente civili, vitali per la
popolazione, la distruzione di computers e mobilio, espulsione dello staff e
sigilli agli ingressi; la demolizione del mercato della verdura di Hebron,
con la distruzione di centinaia di banchi per la vendita e di gran parte
della merce in una citta' gia' impoverita; la "spianatura" di ventidue case
in un solo giorno, gran parte delle quali costruite su territorio adocchiato
dai coloni per espandere i loro insediamenti illegali ed armati" (lettera di
Gush-Shalom al Giudice difensore generale dell'esercito israeliano, 4/2/03).
PULIZIA ETNICA AL LAVORO
Finora, la politica della giunta si e' dimostrata efficace. A causa dello
strangolamento economico e della violenza dei coloni, i 12.000 palestinesi
che abitavano il cuore della citta' vecchia si sono ridotti a 5.000. La
scorsa settimana, il Canale 1 israeliano ha stimato che circa 20.000
palestinesi hanno lasciato le loro case. Le telecamere hanno mostrato file
di abitazioni palestinesi con i vetri fracassati nel pieno del rigido
inverno, chiara evidenza del successo della politica di pulizia etnica. Le
case abbandonate vengono prese dai coloni, che hanno cosi' la possibilita'
di cominciare ad importunare la fila successiva di case palestinesi.
Raffigurando Hebron come una citta' puramente ebraica, le mappe dell'Ufficio
Esteri israeliano sono quindi non solo una distorsione della realta': esse
esprimono il desiderio e la realta' della pulizia etnica, portata a termine
con orrenda efficacia in questa terrorizzata citta' palestinese.
PS: Sono ben consapevole della propaganda standard israeliana, quindi i
lettori anti-palestinesi non si disturbino a ricordarmi le decine di ebrei
assassinati ad Hebron nel 1929, nel pieno della conquista sionista della
Palestina. Possano riposare in pace. I loro figli e nipoti (nessuno dei
quali fa parte dell'orda colonica che oggi ha invaso la citta') hanno
ripetutamente condannato le atrocita' perpetrate dai coloni, che sostengono
di essere eredi degli uccisi ma che, in realta', ne dissacrano la memoria
con i loro crimini