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CAROVANA ECUADOR BOLIVIA CONTRO LA GUERRA
----- Original Message -----
Oggetto: partecipazione alla "Carovana Ecuador Bolivia contro la guerra"
Care/i,
negli utlimi mesi sono accadute cose di una importanza strategica
rilevante in America Latina. Oggi viviamo una situazione in cui vi è il
rischio che attraverso la guerra preventivamente annunciata contro il
popolo Irakeno si creino le condizioni per fare "passare" altri interventi
in giro per il mondo nel silenzio dei mass media. Grazie alla guerra
l'agenda politica viene completamente semplificata per procedere ad
interventi di guerra che avranno implicazioni gravissime per interi paesi.
Pensiamo alla accelerata improvvisa delle politiche sulla privatizzazione
dell'acqua portate avanti dalla Commissione europea attraverso Pascal Lamy,
nel disprezzo delle regole, della democrazia e del futuro di questo nostro
pianeta. Basti pensare alla liberalizzazione chiesta anche per l'Europa
attraverso il Gatts sui servizi.
Gli strumenti attraverso i quali la guerra esprime se stessa sono oggi
diversi ed è su questi che vogliamo dirigere le nostre attenzioni per
individuare le modalità per spiegare, e tentare di fermare, le guerre. Una
di queste passa attraverso i megaprogetti. Questi ultimi rappresentano la
convegenza degli interessi delle multinazionali, dell'industria militare e
del Washington Consensus (FMI, BM e Pentagono). I megaprogetti servono non
solo per trasportare o estrarre risorse energetiche, ma soprattutto per la
realizzazione di alcuni obiettivi politici. Uno di questi è l'eliminazione
dei movimenti locali. La strategia dei megaprogetti risponde ad una logica
di sfruttamento ed impoverimento che è la stessa che viene praticata
attraverso le guerre dichiarate; la differenza è che siamo di fronte a
guerre non dichiarate ma che hanno ripercussioni in alcuni casi più gravi.
E' per questo che crediamo sia importante testimoniara e praticare il
nostro rifiuto alla guerra direttamente nei luoghi dei conflitti, per dar
voce a quei movimenti che pagano con la vita il prezzo della
globalizzazione economica, dandoci l'opportunità di lavorare su quelle che
sono le nostre responsabilità di italiani (pensiamo ad esempio all'Eni ed
alla BNL).
Le organizzazioni ecuadoriane e boliviane (come da invito che trovate
allegato, trai cui firmatari vi è anche Evo Morales), ci invitano a
ritornare nella regione andina per continuare a dare il nostro contributo
contro la guerra delle privatizzazioni, dei megaprogetti e dell'Alca.
Ritornare in Ecuador con i seguenti obiettivi:
- comprare una parte del bosco di Mindo
- accettare l'invito del governo ecuadoriano ad incontrarci, per poi
testimoniargli il nosro appoggio sulle azioni contro l'ocp e per continuare
a spingere per salvare Mindo
- sostenere l'azione dei locali e incontrarci con i movimenti indigeni
(CONAIE) e sociali
- verificare la situazione nel blocco 10 e 23 (che vede l'eni coinvolta),
incontrando le comunità colpite
il viaggio durerebbe 5 giorni, per poi spostarci in Bolivia.
Le motivazioni che ci dovrebbero portare in Bolivia, sono legate alla lotta
indigena a Cochabamba (vi ricorderete i 23 morti di qualche settimana fa)
per impedire la privatizzazione dell'acqua e del gas naturale. La Bolivia
rappresenta la principale risorsa di gas dell'America Latina e le
multinazionale, accompagnate da una strategia militare, stanno costruendo
un gasdotto di 600 km fino al Perù. Gli indigeni capeggiati da Evo Morales,
i sindacati e le comunità di base si stanno opponendo con forza e per
questo rischiano di essere annientate. E' in atto una campagna fortissima
per screditare la leadership di Evo Morales, vista come troppo pericolosa e
soprattutto destabilizzante.
Per questi motivi e per continuare il nostro impegno contro i
megaprogetti, contro le guerre e per la costruzione di una piattaforma per
la pace e per il rispetto dei diritti umani, crediamo sia molto importante
in questo momento non far cadere nel vuoto l'appello del popolo boliviano.
La carovana sarà composta da rappresentanti del movimento, da parlamentari
e da giornalisti (stesso modello adottato per la Carovana Colombia Ecuador
dello scorso giugno).
Se sei interessato/a a prendere parte alla carovana puoi contattarci.
abrazos
Giuseppe De Marzo
Cochabamba, 28 febrero del 2003.
Se-or:
Giuseppe De Marzo
Coordinador de la Caruana contra las guerras y las políticas neoliberales
Italia.-
Reciba usted un saludo solidario de las organizaciones sociales,
sindicales y políticas de Bolivia, y mediante su persona haga llegar estos
saludos a los parlamentarios, periodistas y representantes de
organizaciones interesadas en visitar nuestro país.
En Bolivia los gobiernos de turno vienen aplicando políticas
antipopulares, antinacionales e inhumanas, siguiendo las
"recomendaciones" que realizan los organismos internacionales como el Fondo
Monetario Internacional y el Banco Mundial, y cuidando los intereses
particulares de la clase política tradicional boliviana (MNR, MIR, ADN,
UCS, MBL, NFR) que se enriquece a costa del hambre y la miseria de la
población.
La situación boliviana actual es bastante crítica, el gobierno del Gonzalo
Sánchez de Lozada en 6 meses de ejercicio, ha demostrado que no tiene
capacidad e intención real de escuchar a la población, ni siquiera al
sector empresarial nacional.
No le sirve de nada saturar los medios de comunicación con "spots
propagandísticos" afirmando que el dialogo es mejor que la violencia,
cuando en los hechos el único medio que utiliza el gobierno de Sánchez de
Lozada es el represivo.
Desde los primeros días de gobierno quiso frenar todo intento de protesta
con represiones violentas mediante la policía y las fuerzas armadas, con
resultados nefastos para la población.
En enero del presente a-o Campesinos, fabriles, estudiantes, rentistas,
gremiales y otras organizaciones sociales, cansados de esperar el
cumplimiento de convenios y compromisos firmados por los gobiernos de
turno, decidimos ir al bloqueo de caminos y a las movilizaciones exigiendo
atención del gobierno a nuestros planteamientos, que se resumen en:
- La pausa en la erradicación forzosa de la hoja de coca en el Chapare y la
desmilitarización de la zona, además de no iniciar ningún proceso de
erradicación de cocales en los Yungas de La Paz,
- La redistribución de tierras a campesinos que no lo poseen o lo poseen de
manera insuficiente,
- Recuperación de las empresas capitalizadas,
- Rechazo total a la venta del gas, primero debe ser para los bolivianos,
- Rechazo a la aprobación y aplicación del ALCA.
- Derogación del 21060
Pero solo recibimos como respuesta balas, gases y represión,
como consecuencia lamentable de ello hubo 23 muertos, más de 50 heridos y
más de mil detenidos en los diferentes departamentos de Bolivia.
El 9 de febrero el gobierno anuncia a la población la
aplicación del "impuestazo", una medida que sorprende a todos por no
haberse consultado ni hecho conocer a ningún sector, el pueblo responde y
se moviliza contra esa decisión, y como siempre el gobierno responde con
violencia, creando un ambiente de mayor rechazo que desencadena en los
luctuosos hechos del 12, 13 y 14 de febrero, con 33 muertos, mas de un
centenar de heridos y muchos detenidos.
Esta ya acostumbrada forma de actuar por los gobiernos de
turno, de constante violación a los Derechos Humanos, del desprecio por la
vida humana y la violencia de estado vigente, no puede quedar impune, por
lo que solicitamos la presencia de la prensa internacional, de
parlamentarios de Europa y representantes de otras organizaciones para que
puedan visitar las ciudades y comunidades, en contacto directo con las
organizaciones sociales, sindicales y de base documentar, registrar en
imágenes y testimoniar, para que se pueda denunciar y hacer conocer en
Europa esta realidad de la población boliviana que se encuentra en mayor
pobreza y marginación, como consecuencias de la aplicación ciega de
políticas impuestas por el modelo neoliberal.
Esperando contar con la visita de ustedes entre las primeras
semanas de Abril del presente a-o, nos despedimos con la esperanza de que
la presencia de ustedes pueda ayudar a que los sectores populares puedan
tener un mejor futuro, que las muertes y violación a los Derechos Humanos
por parte del gobierno no queden impunes.
Atentamente:
Evo Morales Ayma
Ejecutivo 6 Federaciones del Trópico
Diputado por el M.A.S
Oscar Olivera
Coordinadora del agua y la vida
Luis Choquetijlla
Central Obrera Departamental
Feliciano Vegamonte
Ejecutivo de la F.S.U.T.C.C.