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DIFESA/AON: "IL DDL ANNUNCIATO DAL MINISTR O MARTINO E'ANTICOSTITUZIONALE E TROP
DIFESA/AON: "IL DDL ANNUNCIATO DAL MINISTRO MARTINO E' ANTICOSTITUZIONALE E
TROPPO COSTOSO"
"Il disegno di legge annunciato oggi alla Commissione Difesa della Camera
dal Ministro Antonio Martino, per l'anticipo della fine della leva
obbligatoria al 2004, è anticostituzionale e troppo costoso". E' quanto ha
dichiarato Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori
Nonviolenti. "Vincolare l'accesso alle carriere nei carabinieri, in polizia,
in finanza o nei vigili del fuoco ad un periodo trascorso con le forze
armate - prosegue Paolicelli - viola il principio costituzionale di
garantire parità di accesso nel pubblico per tutti i cittadini (articoli 1,
3, 4 e 51 della Costituzione). Non capiamo poi come una nazione che non
riesce a garantire l'accesso al lavoro a fasce protette, come i disabili, si
faccia carico di garantire il posto di lavoro a chi serve la Patria in armi.
Resta poi il problema della formazione opposta che riceve chi è destinato a
fare il servizio militare, rispetto a chi è preposto all'investigazione ed
al controllo dell'ordine pubblico. Si creerebbe di fatto una pericolosissima
militarizzazione della società. Il conto di tale operazione è stato già
presentato dal Ministro Martino, con la richiesta contenuta nel DPEF di
portare la spesa per la funzione difesa entro il 2006 all'1,5% del prodotto
interno lordo. Questo vuol dire un aumento tra i 3 ed i 4,5 milioni di Euro
in più rispetto agli attuali 13.524.900.000 Euro della Funzione Difesa, ma
che sono quasi 19.000 milioni di Euro se si considera il bilancio
complessivo della Difesa, ma che sono ancora molti di più se si considerano
anche le spese fuori bilancio. Dove si vogliono prendere questi fondi?
Tutto questo mentre il servizio civile viene lasciato andare alla deriva,
ricordandosi che anch'esso concorre alla difesa della Patria sono nella
contrapposizione con le regioni che rivendicano la territorialità della
materia. A quattro anni dall'approvazione della legge sull'obiezione di
coscienza ed a due dalla sua possibile fine la legge è applicata solo per
1/3. Siamo quindi stanchi di sentire parole: se prosegue così - conclude
Paolicelli - sappiamo perfettamente nome e cognome di chi ha voluto la morte
del servizio civile sull'altare della professionalizzazione delle forze
armate; ne dovrà poi rispondere agli elettori".
Roma, 9 luglio 2002