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nuovo numero di del mondo kurdo



Del Mondo Kurdo anno 2 - numero 12
Bollettino settimanale a cura dell'Ufficio Informazione del Kurdistan in
Italia (UIKI - Onlus)
Via Quintino Sella 41, int.9, 00187, Roma tel. 06 42013576 fax. 06 42013799
uiki.onlus@tin.it,
http://www.kurdistan.it/uiki/indexdelmondokurdo.html


La Turchia dichiara la fine della OHAL (stato di emergenza) nelle regioni
kurdeŠ  _______________________________
AFP, 19 giugno 2002

            La Turchia ha deciso di porre fine, dopo 14 anni, alla legge
speciale nella regione kurda per dare un segno all'Unione Europea della sua
volontà di iniziare le discussioni sul partenariato con la Unione nel più
breve tempo possibile. La decisione diventerà efficace dal 30 giugno. Come
richiesto dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale (MGK) l'Assemblea
nazionale ha deciso l'ultima estensione, per ulteriori 4 mesi, della legge
speciale nelle regioni di Sirnak e Diyarbakir. L'Unione europea ha accolto
positivamente le scelte della Turchia che era una delle richiesta
principali che la Turchia doveva soddisfare per vedersi aprire le porte
prima di iniziare qualsiasi discorso di partenariato con la UE.

Š.e annuncia la nascita del Sottosegretariato per il Sud-Est
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Kurdish
Observer, 3 luglio 2002

            Il Consiglio per la Sicurezza Nazionale (MGK) ha deciso di
creare un Sottosegretariato per il Sud-Est al posto della Ohal e sempre con
il compito di limitare l'azione dell'HADEP. Il Sottosegretariato sarà
attivo a partire dal 1 gennaio 2003, con il dichiarato scopo di "evitare
che le municipalità dell'HADEP possano ottenere consensi attraverso la
gestione dei servizi pubblici". Il Sottosegretariato sarà diretto dal Primo
Ministro e da un sottosegretario nominato dal governo. Non sono state
fornite altre informazioni sulla struttura e sui suoi futuri compiti.


I diritti delle donne in Turchia
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The International Herald
Tribune, 20 giugno 2002

            Una nuova legge approvata in primavera non consente più ai
dirigenti scolastici turchi di verificare la verginità delle studentesse.
Negli ultimi anni la Turchia ha fatto dei passi avanti verso la parità tra
uomo e donna, ma la situazione attuale mostra quanto lungo sia ancora il
percorso da compiere. La questione della castità delle studentesse venne
alla ribalta lo scorso anno quando il ministro della salute annunciò che le
studentesse dei corsi per educatrici, se riconosciute sessualmente attive,
sarebbero dovute essere espulse. In molte regioni del paese, specialmente
nell'est e sud-est, persiste ancora una certa percentuale di poligamia, di
matrimoni a seguito di rapimenti e di uccisioni di donne sospettate di aver
avuto rapporti da nubili. La battaglia per la parità è condotta soprattutto
da gruppi di donne che si scontrano con l'inerzia dello stato che non si
rende protagonista di un'efficace azione nei confronti dei governi locali.
Quello che ancora manca è un vero e proprio programma di alfabetizzazione
femminile che potrebbe aiutare la lotta all'emancipazione più che mille
leggi parziali.

La nuova amicizia turco-siriana
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AFP, 19 giugno 2002

            La Turchia e la Siria hanno siglato due accordi militari che
pongono idealmente fine alla tensione tra i due paesi che 4 anni fa li
stava portando sul baratro di una guerra. Il generale Kivrikoglu e il suo
collega siriano Turkmani hanno siglato un accordo per la cooperazione
nell'addestramento delle truppe e per lo sviluppo di programmi militari
tecnico-scientifici. Il generale Kivrikoglu ha detto che l'accordo
consentirà agli allievi di frequentare corsi nelle accademie dell'altro
paese: "L'incremento della cooperazione militare tra i 2 paesi consentirà
di stabilizzare la regione e di sviluppare programmi di pace anche in altri
settori".  Nel 1998 i due paesi si trovarono sull'orlo del conflitto a
causa dell'appoggio che la Siria forniva al PKK e al rifugio concesso al
suo leader Abdullah Ocalan. Altri motivi di contrasto, ancora non
pienamente superati, sono da ricollegare alla costruzione del sistema di
dighe turco per il controllo delle acque del Tigri e dell'Eufrate, e che
scontenta non poco la Siria e alle rivendicazioni siriane della provincia
dell'Hatay che la Siria considera ancora una sua provincia.


"Che siano migliorate le condizioni carcerarie di Abdullah Ocalan"
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Ozgur Politika, 18 giugno 2002

Il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT), affiliato al Consiglio
d'Europa, che ha condotto lo scorso anno delle ispezioni nelle carceri
turche, ha chiesto che siano migliorate le condizioni detentive di Ocalan e
che gli vengano concessi maggiori diritti. L'isola di Imrali, dove è
detenuto Ocalan, non è soggetta alle direttive del Ministero della
Giustizia che consentono ai prigionieri politici di fare telefonate e
ricevere visite. A tale proposito il CPT ha inviato al Ministero della
Giustizia una lista di questioni da risolvere riguardo la detenzione di
Ocalan:

- Diritto a fare e ricevere telefonate

- Diritto ad avere una televisione ed una radio in grado di
ricevere anche le onde corte

- Eliminare "le condizioni di carcerazione speciali" alle quali
Ocalan è sottoposto

- Diritto a coltivare un hobby o ad avere uno svago

- Diritto al contatto con altre persone e fine dell'isolamento

Il rapporto del CPT non riguarda solo il caso Ocalan, ma chiede un generale
miglioramento delle condizioni carcerarie, della condizione delle
prigioniere, l'eliminazione delle violenze commesse nelle stazioni di
polizia criticando il fatto che, in Kurdistan, non è stato migliorato il
sistema col quale si conducono gli interrogatori.


La Corte Europea per i Diritti Umani (ECHR) condanna la Turchia a pagare
11 milioni di dollari ____________
Ozgur Politika, 19 giugno 2002

            Da anni la Turchia è costantemente condannata dalla ECHR per
violazione dei diritti umani dopo essere stata portata a giudizio da
vittime del sistema turco. La ECHR ha già imposto alla Turchia di pagare
degli indennizzi per 11 milioni di dollari. Dal 1987, primo anno nel quale
la Turchia è stata portata a giudizio, 5000 persone si sono rivolte alla
Corte. Dal 1989, anno della prima sentenza, la Turchia è stata condannata
157 volte, 9 volte è stata assolta e si è raggiunto un patteggiamento in
400 casi. Dal Kurdistan sono state avviate 1500 azioni legali contro la
Turchia specialmente dal 1990 al 1996, gli anni peggiori della guerra.
Al fine di pagare gli indennizzi stabiliti dalla Corte, la Turchia ha
recentemente stabilito di creare un fondo con i soldi delle imposte sugli
alcolici, sulle sigarette, le automobili e le donazioni. La Turchia ha
recentemente deciso di creare un altro fondo per indennizzare le vittime
del terrorismo e della guerra contro di esso, tentando in questo modo di
risolvere la questione internamente per evitare che le vittime facciano
ricorso alla Corte per i diritti umani. Le Commissioni, per la valutazione
di questi indennizzi, saranno formate da rappresentanti dei governi locali,
della gendarmeria, sotto il controllo del Ministero degli Interni. La
Commissione dovrà emettere la decisione finale sulla richiesta di
risarcimento entro tre mesi dalla presentazione del caso.

La Turchia condanna i ribelli kurdi
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AP- 26 giugno 2002

Una Corte di Giustizia turca ha condannato Cevat Soysal a 19 anni di
prigione per aver guidato gruppi armati contro lo stato. Soysal è stato
ritenuto responsabile di un attacco incendiario che, nel 1999, provocò ad
Istanbul la morte di 19 persone. La pubblica accusa aveva chiesto la pena
di morte per essere stato un leader del PKK, il tribunale ha invece deciso
di comminargli una pena di 18 anni e 9 mesi. Soysal è stato catturato nel
1999 in Moldova. Alle autorità avrebbe confessato di aver allenato gruppi
armati. Confessione poi ritrattata perché estorta con la forza. Gli
avvocati di Soysal hanno confermato che in carcere è stato costantemente
drogato e soggetto a docce gelate, con l'intento di indebolire le sue
difese e spingerlo a confessare quanto affermato dall'accusa. Gli avvocati
hanno dichiarato che presenteranno ricorso.

Il paese della tortura
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Kurdish Observer, 27 giugno 2002

            In occasione della giornata mondiale contro la tortura un
cartello di numerose associazioni impegnate per la difesa dei diritti umani
e per la prevenzione della tortura in Turchia (IHD - Associazione per i
diritti umani-, Amnesty International, la Fondazione turca per i diritti
umani, la Camera dei Medici e l'Associazione dei Magistrati di Diyrabakir)
hanno presentato un documento per presentare la situazione della tortura
nel paese. Nel documento comune, letto dal portavoce dell'Associazione dei
Magistrati, Mustafa Ozer, si ricordava come la Turchia sia ancora uno di
quei paesi nei quali le persone muoiono a causa delle violenze subite nelle
carceri. Ozer ha voluto anche ricordare che la prevenzione della tortura e
la punizione dei torturatori sia, di fatto, impedita dalla legge. La IHD ha
sottolineato che, nei primi 6 mesi del 2002, ben 95 persone si siano
rivolte alla sua struttura per aver subito torture e che i casi non vengono
studiati dalla polizia, né dai medici, che non stilano i relativi referti.
Il portavoce della sede di Istanbul di IHD, Sener, ha ricordato che la
Turchia, col suo atteggiamento, viola la Convenzione europea contro la
Tortura e rimane sotto costante condanna della Corte europea per i diritti
umani.

Una Commissione contro i nomi "sconvenienti"
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Kurdish Observer, 1 luglio 2002

            Continuano gli sforzi del governo per impedire alle famiglie
kurde di dare ai loro figli nomi legati alla propria cultura. Con una
circolare del gennaio 2002 è stata decisa la creazione di una Commissione,
che dovrà stilare una lista dei nomi potenzialmente pericolosi. Il Ministro
dell'Interno ha inviato la circolare a tutti i governatori informando sulla
necessità di creare queste commissioni, formate dai direttorati degli
uffici provinciali per il censimento e da esponenti dei direttorati
provinciali per le politiche educative. Secondo la circolare, le
Commissioni dovranno studiare il senso dei nomi kurdi, controllare se
questi si pongano in violazione con la norma che prevede l'indivisibilità
dello stato e, addirittura, se la loro pronuncia in turco non sia troppo
difficile. Dopo l'invio della circolare, alcuni uffici anagrafici hanno
iniziato a non registrare più i nomi kurdi dati ai bambini. Il primo
governatore a dare attuazione alla direttiva è stato quello di Antalya.
Dopo la circolare i genitori di 23 bambini kurdi sono stati messi sotto
processo con l'accusa di aver dato nomi kurdi ai loro figli.


Sostegno agli studenti
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Kurdish Observer, 28 giugno 2002

            La sede di Adana della IHD ha tenuto una conferenza a sostegno
degli studenti kurdi espulsi dall'Università di Cukurova per aver
presentato una petizione nella quale si chiedeva il diritto ad insegnare il
kurdo. Il portavoce, Kemal Ozdemir, ha ricordato che gli studenti subiranno
dei danni irreparabili a causa di una legge ingiusta. 21 studenti sono
stati definitivamente espulsi dall'università, 66 allontanati per 6 mesi e
a più di 100 è stato intimato di non rendersi più protagonisti di azioni
simili per non rischiare ulteriori sanzioni. 2 studenti accusati di aver
sostenuto la petizione e di aver innalzato dei cartelli di sostegno al
KADEK, Gulistan Dortyama e Hasan Alma, sono stati condotti di fronte alla
Corte di Giustizia. Alma ha affermato di essere stato sottoposto a torture
e violenze durante la carcerazione: "Mi hanno obbligato a firmare un
documento. Non ho nulla a che vedere con quei cartelli. Sono qui solo per
aver sostenuto la petizione per la lingua kurda. Alla polizia mi hanno
detto -Se sostieni la petizione è chiaro che sostieni anche il KADEK-".

Le violazioni minacciano la pace
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Kurdish Observer, 3 luglio 2002

            Il portavoce della sede di Bingol dello IHD, Ridvan Kizgin, ha
rilasciato un documento nel quale vengono denunciate numerose violazioni
dei diritti umani compiute contro abitanti di Bingol: "Da circa 8 mesi le
repressioni e le violenze alla sicurezza individuale, alla libertà e al
diritto all'espressione hanno raggiunto un livello che minaccia la pace
sociale".  Kizgin ha detto che sebbene la OHAL sia stata revocata a Bingol
5 anni fa, le violenze e la repressioni sono a livelli ancora molto alti.
Il documento rivela che nel 2001 si sono verificate 146 violazioni dei
diritti umani mentre, nei primi 6 mesi del 2002, il numero è salito a 337.
Il documento continua affermando che la tensione sociale ha raggiunto un
punto che minaccia la pace sociale e che bisognerebbe sforzarsi per
raggiungere una pace vera.