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(Fwd) [noomc-it] La politica dell'amministrazione Bush



Un'analisi storica di una certa attualità, in un certo senso anche 
all'attualità di ieri sera...
Ciao,
Davide

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To:             	noomc-it@yahoogroups.com
From:           	"fr_abbe" <frabbel@tin.it>
Date sent:      	Tue, 19 Mar 2002 11:37:43 -0000
Subject:        	[noomc-it] La politica dell'amministrazione 
Bush

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La politica dell'amministrazione Bush è la medesima dai tempi degli
antichi romani

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"Naturalmente la gente non vuole la guerra. Perché un povero diavolo
di una fattoria dovrebbe voler rischiare la propria vita in una guerra
quando al massimo ne può guadagnare di tornare alla sua fattoria tutto
intero? Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: né in
Russia, né in Inghilterra, né in Germania. Questo è comprensibile. Ma,
dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed
è sempre facile trascinare con sé il popolo, sia che si tratti di una
democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una
dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre
portato al volere dei capi. È facile. Tutto quello che dovete fare è
dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di
patriottismo e per esporre il paese pericolo. Funziona allo stesso
modo in tutti i paesi." - Hermann Goering, vice di Hitler
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FALSO TERRORE: LA STRADA PER LA DITTATURA

E' il più vecchio trucco del mondo, risalente al tempo dei romani,
creare i nemici dei quali si ha bisogno.

Nel 70 AC un ambizioso politico minore, estremamente ricco, Marco
Licinio Crasso, voleva governare Roma. Per dare un idea su che tipo di
uomo fosse realmente Crasso, si dice che abbia inventato i vigili del
fuoco. Ma, nella versione di Crasso, i suoi schiavi-pompieri correvano
sulla scena dell'incendio di un edificio dove Crasso si offriva di
acquistarlo immediatamente per una piccola parte del suo valore. Se il
proprietario vendeva gli schiavi di Crasso spegnevano l'incendio. Se
il proprietario rifiutava di vendere, Crasso lasciava bruciare
l'edificio. Con questo sistema egli infine divenne il più grande
proprietario terriero di Roma, ed usò parte della sua ricchezza per
sostenere Giulio Cesare contro Cicerone.

Nel 70 AC Roma era ancora una repubblica, che poneva limiti molto
severi su ciò che i governanti potevano fare, ma soprattutto su ciò
che NON potevano fare. Ma Crasso non aveva intenzione di sopportare
tali limiti al suo potere personale, ed escogitò un piano.

Crasso approfittò della rivolta degli schiavi guidata da Spartaco per
seminare il terrore nel cuore di Roma, la cui guarnigione Spartaco
aveva già sconfitto in battaglia. Ma Spartaco non aveva alcuna
intenzione di marciare su Roma stessa, una mossa che sapeva essere
suicida. Spartaco e la sua banda non volevano avere altro a che fare
con l'impero romano ed avevano progettato dall'inizio solamente di
portare via ai loro precedenti proprietari della provincia italiana il
denaro sufficiente per noleggiare una flotta mercenaria con la quale
salpare verso la libertà.

Lasciare andare via Spartaco era l'ultima cosa che Crasso 
desiderasse. Egli aveva bisogno di un facile nemico col quale 
terrorizzare Roma stessa per il suo personale guadagno politico. Così
Crasso corruppe la flotta mercenaria perché salpasse senza Spartaco, 
e
dunque appostò due legioni romane in modo che Spartaco non avesse
altra scelta che quella di marciare su Roma.

Terrificata dall'arrivo imminente del temuto esercito dei gladiatori,
Roma dichiarò Crasso Pretore. Crasso allora schiacciò l'esercito di
Spartaco anche se il merito andò a Pompeo. L'anno seguente Crasso
venne eletto Console di Roma.

Con queste manovre, i romani rinunciarono alla loro forma di governo
repubblicana. Presto seguì il primo Triumvirato di Crasso, Pompeo e
Giulio Cesare, seguito dal regno degli imperatori divinità.

I romani vennero imbrogliati per rinunciare alla loro repubblica e
nell'accettare il ruolo dell'imperatore.

Cicerone, l'opponente politico di Giulio Cesare, nonostante i propri
meriti letterari, giocò con le stesse regole nella sua campagna contro
Giulio Cesare, pretendendo che Roma stesse cadendo vittima di "una
vasta cospirazione interna di destra" nella quale ogni espresso
desiderio per limiti legislativi sul governo veniva trattato come
comportamento sospetto. Proprio per dimostrare ai romani quanto fosse
divenuta insicura Roma, Cicerone assoldò dei banditi per causare il
massimo disordine possibile, e fece campagna sulla promessa, se 
eletto
e con poteri eccezionali, di porre fine alla lotta interne.

Quel che Cicerone sognava lo riuscì a fare Adolph Hitler. Eletto
Cancelliere della Germania, Hitler, come Crasso, non aveva alcuna
intenzione di vivere coi severi limiti imposti dalla legge tedesca al
suo potere. Diversamente da Cicerone, i banditi di Hitler erano facili
da riconoscere: essi indossavano tutti le stesse camicie brune. Ma le
loro azioni non erano diverse da quelle dei loro predecessori romani.
Compirono pestaggi, appiccarono incendi, causarono quanti danni
poterono, mentre Hitler faceva discorsi promettendo di mettere fine
all'ondata di crimini dei sovversivi ed al terrorismo se gli venivano
garantiti poteri eccezionali.

Poi venne bruciato il Reichstag: un attacco terrorista fasullo. I
tedeschi vennero raggirati per rinunciare alla loro repubblica ed
accettare il governo totale del Der Führer.

Queste cose a scuola non ve le diranno mai, ma i governi abitualmente
fanno affidamento su raggiri per fare in modo che il pubblico
altrimenti reclutante concordi coi loro obiettivi. I romani
accettarono gli imperatori ed i tedeschi accettarono Hitler non perché
lo volessero, ma perché l'illusione creata con cura di una minaccia
sembrava non lasciare altra scelta.

Anche il nostro governo usa imbrogli per creare l'illusione che Noi Il
Popolo non abbiamo altra scelta che quella che vuole il governo.

Nel 1998 il New York World di Joseph Pulitzer ed il New York Journal
di William Randolph Hearst discutevano di un intervento americano a
Cuba. E' riportato che Hearst abbia inviato a Cuba un fotografo per
prendere immagini dell'imminente guerra con la Spagna. Quando il
fotografo chiese che guerra potesse essere quella, si disse che Hearst
abbia risposto: "Tu prendi le foto ed io procurerò la guerra". Hearst
diceva la verità, ed il suo giornale pubblicò storie di grandi
atrocità commesse contro il popolo cubano, la gran parte delle quali
si rivelò essere una completa fabbricazione.

La notte del 15 febbraio 1898 la USS Maine all'ancora nel porto 
dell'Avana, per dimostrare la risolutezza degli USA nel proteggere i
propri interessi, esplose violentemente. Il capitano Sigsbee,
comandante della Maine, chiese che non si facesse nessuna 
presunzione
di attacco nemico per tutta la durata di una indagine completa sulla
causa dell'esplosione. Per questo il capitano Sigsbee fu attaccato
dalla stampa per il suo "rifiuto di vedere l'ovvio". L'Atlantic
Monthly dichiarò espressamente che supporre che l'esplosione fosse
altro che un'azione deliberata della Spagna "sfidava completamente le
leggi della probabilità".

Gli americani entrarono in guerra contro la Spagna con lo 
slogan "Ricordate il Maine", conquistando alla fine anche le 
Filippine (e lungo la strada le Hawaii).

Nel 1975 un'indagine guidata dall'ammiraglio Hyman Rickover esaminò 
i
dati recuperati nel 1911 da un'analisi del relitto e concluse che non
vi era alcuna prova di un'esplosione esterna. La causa più probabile
dell'affondamento fu l'esplosione della polvere di carbone in un
serbatoio di carbone imprudentemente piazzato vicino ai depositi della
nave. La cautela del capitano Sigsbee era stata ben fondata.

Il presidente Franklin Delano Roosevelt aveva bisogno di una guerra.
Aveva bisogno della febbre di una grande guerra per mascherare i
sintomi di un'economia stagnante derivante dalla Grande Depressione.
Roosevelt voleva una guerra con la Germania per fermare Hitler (e 
Wall
Street per prendersi l'impero britannico), ma, nonostante diverse
provocazioni nell'Atlantico, il popolo americano, che ancora lottava
con la difficile situazione economica, era contrario ad ogni guerra.
Roosevelt violò la neutralità col Patto Lend-Lease, e persino ordinò
l'affondamento di diverse navi tedesche nell'Atlantico, ma Hitler
rifiutava le provocazioni.

Roosevelt aveva bisogno di un nemico, e se l'America non aveva la
volontà di attaccare un altro paese, allora un altro paese doveva
essere manovrato in modo tale da attaccare l'america, proprio come
Marco Licinio Crasso aveva manovrato Spartaco perché questi 
attaccasse
Roma.

La strada per la guerra venne creata dall'adesione del Giappone al
Patto Tripartito con l'Italia e la Germania, nel quale i tre paesi
promettevano ognuno la mutua difesa l'un l'altro. Se Hitler non avesse
mai dichiarato guerra agli Stati Uniti nonostante le provocazioni, il
modo per portare il Giappone a farlo era facilmente raggiungibile.

Il primo passo fu l'embargo del petrolio e dell'acciaio, usando come
motivazione le guerre giapponesi nel continente asiatico. Ciò
costrinse i giapponesi a considerare la conquista delle regioni
dell'Indonesia ricche di petrolio e minerali. Con le potenze europee
sfinite militarmente dalla guerra in Europa, gli Stati Uniti erano
l'unica potenza nel Pacifico in grado di fermare il Giappone
dall'invadere le Indie Orientali olandesi, e, spostando la flotta del
Pacifico da San Diego a Pearl Harbour, nelle Hawaii, Roosevelt fece
diventare quella flotta il primo passo obbligatorio di un attacco
preventivo di ogni piano giapponese per estendere l'impero alla "area
delle risorse meridionali".

Roosevelt mise in scacco il Giappone come Crasso aveva messo 
completamente in scacco Spartaco. Il Giappone aveva bisogno di 
petrolio. Doveva invadere l'Indonesia per prenderlo, e per fare ciò
dovevano prima eliminare la minaccia della flotta americana a Pearl
Harbour. Non avevano realmente nessuna altra scelta.

Per infuriare il più possibile il popolo americano Roosevelt aveva
bisogno che il primo attacco aperto giapponese fosse il più sanguinoso
possibile, sembrando altrettanto furtivo di quello giapponese contro
la Russia. Da quel momento fino all'attacco stesso a Pearl Harbour
Roosevelt ed i suoi accoliti fecero in modo da essere sicuri che i
comandanti alle Hawaii, il generale Short e l'ammiraglio Kimmel,
fossero tenuti all'oscuro il più possibile sulla posizione della
flotta giapponese e sulle sue intenzioni, ed in seguito li fecero
diventare dei capri espiatori. (Il Congresso ha recentemente
discolpato Short e Kimmel, riabilitandoli postumi nei loro precedenti
ranghi).

Ma, come l'esercito aveva concluso al tempo, ed documenti in seguito
declassificati confermarono, Washington D.C. sapeva che l'attacco era
imminente, sapeva esattamente dove era la flotta giapponese e dove 
era
diretta.

Il 29 novembre, il Segretario di Stato Hull mostrò al giornalista
della United Press Joe Leib un messaggio con l'ora ed il luogo
dell'attacco, ed il New York times nello speciale Pearl Harbour
dell'edizione del 12/8/41, a pagina 13, riportava che l'ora ed il
luogo dell'attacco erano noti in anticipo!

La pretesa, più volte ripetuta, che la flotta giapponese manteneva il
silenzio radio mentre si dirigeva verso le Hawaii era una bugia. Tra
altre intercettazioni ancora contenute negli archivi della N.S.A. vi è
il messaggio DECODIFICATO inviato dalla nave rifornimento 
giapponese
Shirya che dice "procediamo alla posizione verso 30.00 N, 154.20 E.
Pensiamo di essere sul posto il 3 dicembre".

Il presidente Lyndon Johnson voleva una guerra in Vietnam. Voleva
aiutare i suoi amici proprietari di società di armamenti a fare
qualche affare. Aveva bisogno che il Pentagono e la CIA la smettessero
di tentare di invadere Cuba. E, soprattutto, aveva bisogno di una
provocazione per convincere il popolo americano che realmente "non vi
era altra scelta".

Il 5 agosto 1964 in tutta l'America i quotidiani 
riportarono "continui attacchi" contro i cacciatorpediniere americani
operanti in acque vietnamite, in particolare nel Golfo del Tonkino. La
storia ufficiale era che torpediniere nordvietnamite lanciarono un
"attacco non provocato" sulla USS Maddox mentre essa era in
"pattugliamento".

La verità è che la USS Maddox era coinvolta in aggressive azioni di
raccolta di informazioni coordinate con effettivi attacchi del Sud
Vietnam e dell'aeronautica laotiana contro obiettivi nel Nord Vietnam.
La verità è anche che non ci fu nessun attacco di torpediniere contro
la USS Maddox. Il capitano John J. Herrick, comandante della task
force nel Golfo, inviò a Washington D.C. un cablogramma col quale
comunicava che il rapporto era il risultato di un operatore sonar
"troppo entusiasta" che si era confuso sui suoni dei rumori della sua
nave ed era stato colto dal panico. Ma, sebbene fosse noto che il
rapporto era falso, Lyndon Johnson quella notte apparve sulla TV
nazionale per annunciare l'inizio di incursioni aeree sul Nord
Vietnam, in rappresaglia ad un attacco mai avvenuto.

Il presidente George Bush voleva una guerra in Iraq. Come Crasso,
George Bush era motivato dal denaro. Specificamente denaro del
petrolio. Ma con l'OPEC che non riusciva a mantenere i limiti sulla
produzione di petrolio nel Medio Oriente, il mercato venne reso saturo
con il petrolio pompato dall'Iraq, che aveva circa 1/3 delle riserve
della regione.

George voleva una guerra per fermare quel flusso di petrolio, per
impedire che i prezzi (e i profitti) scendessero ulteriormente. Ma,
come Roosevelt, aveva bisogno che "l'altra parte" facesse la prima
mossa.

L'Iraq era in cerca da molto tempo di un maggiore accesso al Golfo
Persico, e si sentiva limitato essendo confinato in una sottile
striscia di territorio lungo il confine settentrionale del Kuwait, che
poneva gli interessi iracheni in stretta prossimità all'ostile Iran.
George Bush, che aveva segretamente armato l'Iraq durante la guerra
con l'Iran, fece intendere che gli Stati Uniti non sarebbero
intervenuti se Saddam Hussein si fosse preso una parte più grande del
Kuwait. Saddam abboccò e l'Iraq invase il Kuwait.

Naturalmente gli americani non avrebbero voluto mandare i loro figli e
figlie a rischiare la vita per i prodotti petroliferi. Così George
Bush progettò un inganno, usando una società di pubbliche relazioni,
divenuta ricca col denaro dei contribuenti per essere una industriosa
e creativa fabbricante di menzogne! La società di PR inventò una
truffa monumentale, nella quale la figlia dell'ambasciatore del Kuwait
negli USA andò alla TV fingendosi un'infermiera, e riferì una orribile
storia nella quale le truppe irachene predavano gli incubatovi da un
ospedale kuwaitiano, lasciando i bambini prematuri a morire sul freddo
pavimento. I media, parte dell'imbroglio fin dall'inizio, non si
preoccupavano di chiedersi perché la "infermiera" non avesse raccolto
i bambini e li avesse avvolti in coperte o simili.

Infuriati dalla storia degli incubatoi gli americani sostennero 
l'operazione Desert Storm, che non ha mai rimosso Saddam dal potere 
ma
che tenne il Kuwait per quasi due anni fuori dal mercato del petrolio
e limita tuttora le esportazioni di petrolio dell'Iraq. Che i nostri
figli e figlie siano tornati a casa con serie e durature malattie non
era evidentemente un alto prezzo da pagare per accresciuto profitti
sul petrolio.

Dopo la vittoria in Iraq, ancora un'altra guerra veniva offerta nelle
ricche regioni minerarie della Bosnia. Ed ancora venne usato un
inganno per creare il sostegno all'azione militare.

La foto di Fikret Alic che guarda attraverso una rete di filo spinato
venne usata per "provare" l'esistenza di "campi di concentramento" ai
nostri giorni. Come indicava il titolo "Belsen 92" su un quotidiano,
vennero fatte tutte le associazioni possibili con gli orrori nazisti
per vendere la necessità di inviare ancora più truppe americane in un
altro paese.

Ma quando dei giornalisti tedeschi andarono a Trnopolje, il sito del
suddetto campo di concentramento, per filare un documentario
scoprirono che la foto era un falso! Quello di Trnopolje non era un
campo di concentramento ma un centro rifugiati. E nemmeno era
circondato da filo spinato. Un accurato esame della foto originale
rivelava che il fotografo l'aveva scattata attraverso una sezione
rotta della rete che circondava una baracca per gli attrezzi. Era il
fotografo a trovarsi dentro a riprendere i rifugiati che si trovavano
fuori.

Una volta ancora gli americani erano stati imbrogliati per sostenere
azioni militari con le quali non sarebbero altrimenti stati d'accordo.

Mentre diversi presidenti americani hanno volontariamente iniziato
guerre per scopi personali (del sistema), forse nessuno di loro le ha
mai portate all'estremo come Bill Clinton.

In coincidenza con l'attesa dichiarazione pubblica di Monica Lewinski
seguente alla sua testimonianza, Bill Clinton ordinò un attacco di
missili Cruise sul Sudan e l'Afghanistan, pretendendo di avere la
prova irrefutabile che l'ex alleato Osama bin Laden stava fabbricando
lì armi chimiche terroristiche.

L'esame delle foto dei detriti rivelò che non vi era nessuna delle
attrezzature che si troverebbero in un laboratorio che gestisse
materiali per armi letali. Vennero sbugiardate le assicurazioni date
dalla CIA di un test positivo per armi biologiche sul suolo quando
venne rivelato che non vi era alcun suolo aperto vicino alle
installazioni bombardate. Il Sudan chiese che osservatori
internazionali andassero ad esaminare i resti della fabbrica per
cercare le tracce del gas nervino che Clinton diceva si trovasse lì.
Non venne trovato niente. La fabbrica Sudanese era un innocente
impianto per produrre aspirine, ed il proprietario fece causa per
danni.

Un successivo esame del sito in Afghanistan rivelò che era una 
moschea.

Nel frattempo storie di genocidio ed atrocità in Kosovo inondavano i
media (in tempo per distrarre dai fatti sudanesi), orribili e
sensazionali come pure inventate come la maggior parte delle storie di
William Randolph Hearst sulle atrocità contro i cubani.

Ancora una volta il governo ed i media stavano ingannando gli 
americani. Una foto mostrata su tutte le reti americane pretendeva di
essere quella di un MIG di Slobodan Milosevic abbattuto mentre
attaccava dei civili. Un più attento esame indicava scritte in inglese

Come la Germania sotto il cancelliere Hitler, nella nostra nazione vi
sono stati eventi che hanno messo paura nei cuori dei cittadini, come
l'attentato al World Trade Center di New York, al Federal Building di
Oklahoma city, e all'Olympic Park (giusto in tempo per deviare
l'attenzione del pubblico dall'abbattimento del volo TWA 800). I media
sono stati molto veloci nell'incolpare di tali fatti i "radicali", i
"sovversivi", "vaste cospirazioni di destra", ed altri "nemici
interni", non diversamente dalle menzogne usate da Cicerone e da
Hitler.

Ma un ad più attento esame questi atti di "terrorismo domestico" non
appaiono quello che si vorrebbe far credere

Il cd "covo" del separatismo bianco a Elohim City, occasionale sede di
Tim McVeigh nelle settimane precedenti all'attentato a Oklahoma City,
si scoprì che era guidato da un informatore dell'FBI!

E nessuno ha realmente spiegato che stava facendo il secondo camion
Ryder in un campo segreto a metà strada tra Elohim City ed oklahoma
City due settimane prima dell'attentato

Siamo a questo punto dunque. Come i romani del tempo di Crasso e di
Cicerone, o i tedeschi con un neoeletto Hitler, veniamo avvertiti che
ci minaccia un pericoloso, implacabile, invisibile, onnipresente ed
invulnerabile nemico poiché il nostro governo è impotente a causa di
quello stupido vecchio Bill of Rights. Sono già apparsi articoli che
discutono se "misure straordinarie" (cioè tortura) non siano
pienamente giustificate in certe circostanze quali quelle che si
pretendono di fronteggiare oggi.

Come nel caso di Roma e della Germania il governo continua a 
chiedere
al pubblico un aumento del suo potere e della sua autorità per
"affrontare la crisi".

Comunque, come orologi avanti alle telecamere, ai sonanti toni dei
continui avvertimenti di pericolo delle "teste parlanti" è legittimo
chiedere quanto reale sia la crisi quanto sia il risultato di
macchinazioni politiche dei nostri leaders.

I terroristi sono una reale minaccia o solamente attori assunti con
bombe ed orologi Casio, pagati da Cicerone ed a cui siano state date
le camicie da Hitler?

Il terrorismo all'interno degli Stati Uniti viene realmente 
dall'esterno o è una produzione preparata, pensata perché gli 
americani credano di non avere altra scelta che quella di rinunciare
alla repubblica ed accettare il governo totalitario di un novo
imperatore, o di un nuovo Führer?

Una volta perduta, i romani non riebbero mai più la loro repubblica.
Una volta perduta, i tedeschi non riebbero mai più la loro repubblica.
In entrambe i casi la nazione dovette crollare completamente prima che
il popolo riacquistasse la libertà.

Ricordatelo quando Crasso vi dice che Spartaco si avvicina. 
Ricordatelo quando banditi nelle strade agiscono in maniera 
chiaramente studiata per provocare paura.


Tratto da <http://freebooter.da.ru/>



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