[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

donne e Afghanistan



Premesso che è utile sottolineare, dal messaggio sulla donne di RAWA, la
loro accanita lotta contro i governi progressisti ed emancipatori della
sinistra afghana, per capire in che posizione devono essere collocate queste
donne e le loro sostenitrici, ritengo urgente concentrare la propria
attenzione e comunicazione sulle mosse di Emma Bonino e dei radicali in
relazione al Laos e all'Afghanistan. Sappiamo tutti di chi sono mosche
cocchiere i radicali, ma la recente iniziativa doppia per i diritti umani in
Laos e per le donne in Afghanistan vanno smascherate e denunciate. Andrebbe
chiesto per esempio ai radicali - e a tante donne, anche a noi
apparentemente vicine - come mai non accomunano la tragica sorte delle
afghane (vittime dei nemici, amici di ieri) a quella delle saudite,
kuwaitiane, degli emirati (vittime di amici, amici anche di ieri); e come
mai si svegliano sulla condizione delle donne afghane solo oggi, quando l'ha
scoperta anche la signora Bush, e non ieri, quando i taleban erano alleati
degli USA. C'è forse un accennuccio di strumentalizzazione? L'intervento in
Laos, veramente tirato per i capelli se si pensa alle persone sotto regimi
più vicini,  più brutali, ma alleati (un esempio per tutti: l'adorata, dai
radicali, Israele, che stermina, contamina, espelle, tortura), potrebbe
essere sospettato di fungere da apripista - ah, i diritti umani! - per un
allargamento del conflitto imperialista all'Indocina, altra vendetta da
consumare. Il Laos, comunista per quanto oggi si può, è amico del Vietnam e
confina con il Vietnam e la Cina. La Cina è notoriamente il grande bau-bau
degli USA e la carneficina afghana serve anche a sistemare truppe USA nelle
sue vicinanze (con tanti saluti al liberazionistico e mantovaniano "asse
Mosca-Pechino-Washington"). Altrettanto servirebbe un "intervento
umanitario" o "di polizia" contro il Laos: altra pezzo dell'accerchiamento
delle potenze rivali asiatiche. Inoltre, dato che la rioccupazione
dell'Afghanistan serve anche ad appropriarsi  della produzione e delle rotte
della droga, dopo la crisi di mercato e utili causato alla CIA e al sistema
finanziario imperialistico dal crollo della produzione indotto dalla
riconversione dei taleban ad altre colture e dall'incapacità dei banditi
dell'Alleanza del Nord di sopperire, sul loro ridotto territorio, a questo
calo , perchè evitare di rimettere in pieno le mani sul triangolo d'oro
dell'oppio (Laos, Tailandia, Birmania), onde incrementare quei fondi (oggi
sui 300 miliardi di dollari all'anno negli USA) ricavati dal riciclaggio per
sostenere la capacità competitiva (insieme ad Echelon)
delle corporations nordamericane? La mafia non convive (connive?) solo con i
governi italiani. La maggiore capacità competitiva delle imprese USA deriva
in massima parte dalla loro capacità di attingere al narcodollaro, prestato
al 5% in cambio del 10-12% del sistema bancario ufficiale, da cui dipende
gran parte dell'economia europea.
Ai radicali in tuta mimetica a Zagabria all'inizio del macello della
Jugoslavia, referendari sull'uccisione in massa degli operai italiani,
trombettieri Nato e Sion, complici silenti dell'olocausto palestinese e di
tutti i massacri USA degli ultimi trent'anni, amici di quel Sofri che ha
spedito i suoi sodali a sventolare una vergognosa bandiera USA, con la
scritta "Lotta Continua con gli USA" alla performance bellicista di Ferrara
e chincaglieria varia a Roma (e quanti ragazzi di LC ammazzati negli anni
'70, non solo dalla polizia, si sono dovuti rivoltare nella tomba!), a
questa gente va detto che la loro epocale mistificazione, pari solo a quella
di uno Sharon umano o di un Bush pacifista, è logora come lo straccio in
testa a un taleban dopo aver subito il trattamento USA nella prigione di
Mazar I Sharif.
Fulvio Grimaldi.