[Pace] In ricordo di Mimì Ranieri, promotore delle lotte per la pace in Puglia fin dai missili Jupiter



IL COMITATO PER LA PACE DI TERRA DI BARI SALUTA MIMI’ RANIERI

Il comitato per la pace di Bari, sebbene si sia formalmente ricostituito soltanto a novembre del 2017, affonda le sue radici in una lunga, consolidata e prestigiosa tradizione di impegno che risale agli inizi degli anni '60.

In terra di Bari il movimento per la pace nasce a gennaio del 1963 con le manifestazioni per lo smantellamento dei missili Jupiter presenti a Gravina, cresce lungo tutti gli anni '60 con le mobilitazioni contro la guerra in Vietnam, e culmina negli anni 80 con le lotte, ormai divenute di popolo, contro il poligono di tiro militare permanente sull’Alta Murgia, contro la dislocazione dei caccia F16 a Gioia del Colle e, in generale, contro la militarizzazione della Puglia, una delle regioni – allora come oggi – più militarizzate d’Italia, e forse d’Europa. 

Nel passato il movimento ha visto tra i suoi protagonisti figure di grandissimo spessore morale e culturale, come Tommaso Fiore, don Tonino Bello, Nicola Occhiofino, Dino Frisullo, Beppe Nardulli, Marco Maestro, Pietro Laforgia e Vittorio Tanzarella, per fare soltanto alcuni nomi.

Ma tra tutti acquista un particolare valore per l'oggi la figura di Mimì Ranieri, recentemente scomparso all’età di 93 anni. Mimì Ranieri infatti per il comitato non rappresenta soltanto uno dei suoi più autorevoli esponenti e il testimone di una straordinaria stagione di lotte. Rappresenta anche l’ispiratore della attuale, nuova stagione di impegno. Fu lui infatti sette anni fa a lanciare la proposta di ricostituire il comitato e a fare in modo che nascesse sin dal principio come un soggetto plurale e unitario, rappresentativo di tutte le componenti della società. Lo fece a partire da quattro emergenze, che sentiva come vitali, e che purtroppo – a dimostrazione di quanto fosse capace di guardare lontano - oggi si stanno manifestando in tutta la loro drammaticità:
1) la concreta possibilità di una guerra nucleare a causa delle continue minacce del leader nord coreano Kim Jong-un e della volontà degli USA di abbandonare l’accordo di non proliferazione;
2) la preoccupante destabilizzazione dell’area medio-orientale a causa del riconoscimento da parte di Trump di Gerusalemme come capitale di Israele e della progressiva annessione dei territori illegalmente occupati;  
3) l’inasprimento delle politiche di respingimento dei migranti (soltanto qualche mese prima Minniti aveva sottoscritto il memorandum con la Libia);
4) la consapevolezza di non essere più davanti a tanti pezzi di guerra ma, secondo l’intuizione profetica di papa Francesco, di essere ormai dentro un'unica guerra mondiale combattuta a pezzi.

Per ragioni di salute, Mimì Ranieri non ha potuto partecipare come avrebbe voluto alla vita del comitato. Tuttavia, com’era suo costume, con telefonate improvvise dettate dall’urgenza degli avvenimenti non ha mai fatto mancare suggerimenti, proposte, idee. E anche parole di incoraggiamento e soprattutto di stimolo (molte iniziative del comitato sono nate da sue dirette sollecitazioni).
Ora che non c’è più l’auspicio è di far tesoro della sua lezione fondamentale: che l’impegno per la pace non resti un impegno occasionale e riservato alla generosità di alcuni ma diventi un impegno di carattere permanente e aperto al contributo di molti, perché se è vero che le guerre sono decise da pochi, la pace richiede il consenso attivo e solidale di tutti.

Il Comitato