[Pace] La guerra e le sanzioni stanno danneggiando gravemente l'economia alimentando la spirale inflattiva più grave degli ultimi 35 anni. Assistiamo al totale fallimento della strategia UE e Nato



Quello quegli ultimi sei mesi è quadro economico peggiore dagli anni Settanta. E il futuro non si prospetta migliore.

Gli effetti prolungati della guerra sull'economia saranno particolarmente gravi. Le sanzioni che dovevano mandare in crisi la Russia stanno contemporaneamente alimentando in Europa e nel mondo una spirale inflattiva. 

Lo scenario ipotizzato in caso di prosecuzione della guerra prevede un impatto più forte sul Pil, con il 5% di mancata crescita della ricchezza a livello globale nel 2022 rispetto allo scenario base, il 10% nel 2023 e il 7% nel 2024. Anche le previsioni sull'inflazione sono peggiori: è prevista dell’8% nel 2022 e del 13% nel 2023 e nel 2024.

Questi dati sono riportati nella 22esima edizione del report “Global Wealth 2022” di Boston Consulting Group (BCG) e sono sottolineati dal
Sole24ore.

Altre informazioni le riportiamo su Sociale.network 

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In conclusione la UE, in obbedienza alla strategia militare della Nato, ha ingaggiato un braccio di ferro economico con la Russia che sta progressivamente provocando la debilitazione di tutti i contendenti.

Ci si sarebbe aspettati da Draghi un minimo di lungimiranza economica. La sua competenza economica avrebbe dovuto consigliargli cautela di fronte alla prova di forza delle sanzioni. E invece proprio nel suo campo Draghi sta mostrando limiti. Il piano di ripresa annaspa nelle sabbie mobili di una guerra senza fine. La smania della vittoria sta soffocando tutti. Si va esaurendo ogni speranza che il PNRR possa servire a risollevare e riconvertire l'economia verso la sostenibilità dopo la drammatica prova del Covid.

L'errore fondamentale è stato quello di ritenere che un corpo economico debilitato, appena risvegliato dal coma del Covid, potesse mettersi a fare le flessioni per l'addestramento militare e a imbracciare il fucile per andare in guerra. Una nazione non può sopportare uno shock come il Covid e poi subito dopo un altro shock come la guerra.

Non ci voleva un master in economia per capire che questa scelta sarebbe stata un disastro. Un suicidio sociale.

Il movimento pacifista deve prendere in mano tutti i lembi della crisi e collegarsi agli attori sociali che sono danneggiati dalla guerra, facendo fronte unico con i disoccupati e con i lavoratori, con le loro rappresentanze sindacali. 

Disertare la guerra è ormai diventata la strada necessaria per sfuggire alla spirale di una crisi disastrosa che non sta portando alcun vantaggio, neppure all'Ucraina. Ed è questa la cosa assurda e paradossale di cui sempre meno si parla. 

La guerra è il grande fallimento. 

E il parallelo disastro è stato credere di fermarla alimentandola sempre di più. 


Alessandro Marescotti 

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