Re: R: R: [pace] lascio la "lista offese" di Peacelink




Galbiati se vuoi lasciare la lista pace o peacelink fallo ma non trovare scuse ridicole e bambinesche e non ergerti a vittima di alcunché. Io sono abituato a dire quello che penso sempre e chiamerò mistificazioni tutto ciò che mi sembra siano mistificazioni e le tue argomentazioni per me lo sono perché giungono allo stesso identico risultato del CNS, cioè che bisogna opporsi ad Assad alla Russia e alla Cina ed io su questo non sono d'accordo. Anche la tua graduatoria dei crimini è smaccatamente dalla parte del CNS. Allora se io sono filo Assad, come tu dici, tu sei sicuramente filo CNS e filo americano ed io non sono affatto d'accordo con te e non intendo sostenere le tue posizioni che mi sembrano fuori dalla realtà.
Le tue parole riconfermano poi la tua concezione proprietaria della "redazione di peacelink". Che tu sia un redattore di peacelink non ti da alcun diritto superiore agli altri redattori e visto che non c'è stata alcuna discussione della redazione di peacelink sul tema siria che abbia portato alla definizione di una linea comune e condivisa da tutti i redattori ognuno è libero di dire quello che gli pare in merito. E se è tuo diritto dire quello che ti pare è anche mio diritto dire che tu mistifichi. Poi se hai la coda di paglia sono fatti tuoi che a me non interessano anche perchè ho ben altro a cui pensare.
Ciao
Giovanni Sarubbi


On 27/08/2012 13:54, lorenz.news at yahoo.it wrote:

Prendo atto che in questa lista i commentatori stanno conducendo un linciaggio mediatico contro di me, reo di

ricordare i crimini del regime.

 

1 Sarubbi scrive:  

 

A me pare che Galbiati, visto quello che scrive e sostiene, non abbia alcuna autorità per definire l'attendibilità di Meyssan o di chiunque altro. La perentorietà con la quale l'afferma è semplicemente patetica.
giovanni sarubbi”

 

--- Chiunque può informarsi in rete su chi sia Meyssan, io lo leggo da anni, e lo considero come tanti del tutto inaffidabile (quindi non solo sulla Siria), oltre che persona discutibile e invasata, amica di nazisti, negazionisti, complottista fino alla paranoia, con accuse di pedofilia ecc. Ho già postato un lungo commento su di lui tempo fa, al quale Valeria Sonda rispose con un Vergognati.

 

Sta di fatto che io sto valutando l’attendibilità di una fonte.

Sarubbi ha deciso, dopo 3 messaggi in cui scriveva “mistificazioni” a quel che dicevo (e cioè che le più grandi stragi le fa il regime, l’unico che bombarda le città dal cielo: sono mistificazioni?), di passare sul piano personale, e di screditarmi come persona inaffidabile. E Sarubbi e io siamo entrambi nella redazione di Peacelink. Quindi un redattore di Peacelink mi scredita pubblicamente in lista a livello personale. Ne prendo atto.

 

2 Ha ragione allora Cosenza,

che scrive che io dico “Fesserie”, e mi chiede: “E' cosi difficile da capire  caro galbiati ?   Ecco perché il paragone é una fesseria..Non te la prendere, capita a chi tanto  scrive, sei giovane , ti farai” come a dire: non hai ancora imparato un cazzo (si espresse letteralmente così tempo fa verso me e Mary Rizzo) ma crescerai. Non pago, Cosenza aggiunge ieri:

“Solo il galbiati non ha capito che senza il veto russo (e cinese per correttezza)  saremmo da tempo in una situazione libica con  distruzione completa di un paese  e  centinaia di migliaia di morti, magari anche  la sodomizzazione del  tiranno Assad   ( con grande godimento erotico del nostro redattore).... Bella soddisfazione

 

----

Da parte dei commentatori della lista Pace nessuna reazione, a parte appunto Sarubbi come sopra, poi Palombo che dà a me del giudice. Ma visto e

 

considerato che il moderatore Marescotti invita senza far nomi a continuare in privato e specifica che non si riferisce a nessuno,

 

io prendo atto che se in questa lista ci sono persone che screditano ad personam e offendono un’altra trattandola con disprezzo, al massimo occorre aspettarci dagli altri commentatori e anche dal moderatore un “vedetela tra voi”, come se il tono e le parole e le accuse siano della stessa entità da entrambe le parti.

Poiché a me è chiaro che le cose non stanno così, che io porto degli argomenti e non mi esprimo screditando la persona, tanto meno con toni volgari, ma semmai incalzo chiedendo conto di quel che scrive, invito a documentare e spiegare, e dato che considero contrario alla nonviolenza evitare i conflitti, non entrare nel merito, non esporsi, risolvere il tutto con un vedetela tra di voi, specialmente quando il conflitto non è due che lottano tra loro ma uno che scredita l’altro,

 

lascio questa lista pace,

 

e valuterò anche se lasciare Peacelink, per la quale tra il Manifesto nonviolento per cui ho raccolto la vostre firme mesi fa e ho contattato tantissimi luoghi anche di persona e il mio impegno per la Siria ho dedicato nell’ultimo annno l’equivalente di tempo di un lavoro part time.

 

Porgo un saluto a una persona che stimo molto e a cui ho cercato di rispondere nel merito: Enrico Peyretti

 

Lorenzo Galbiati

 

 

 

 


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di redazione il dialogo
Inviato: domenica 26 agosto 2012 23.16
A: pace at peacelink.it
Oggetto: Re: R: [pace] Thierry

 

A me pare che Galbiati, visto quello che scrive e sostiene, non abbia alcuna autorità per definire l'attendibilità di Meyssan o di chiunque altro. La perentorietà con la quale l'afferma è semplicemente patetica.
giovanni sarubbi


On 26/08/2012 22:02, Lorenzo Galbiati wrote:

Ribadisco che l'attendibilità del francese Thierry Meyssan, e del suo sito voltaire.net, entrambi schierati con la Russia e quindi con Assad, è assolutamente nulla, così come del resto è nulla la documentazione di quel che afferma. Che poi frammiste alle sue affermazioni del tutto infondate ci siano anche dei dati reali, non lo escludo, così come il falso non esclude una piccola parte di vero. Informatevi su chi è e cosa fa, questo Meyssan. 

Lorenzo Galbiati

--- Dom 26/8/12, valeria.sonda at alice.it <valeria.sonda at alice.it> ha scritto:


Da: valeria.sonda at alice.it <valeria.sonda at alice.it>
Oggetto: [pace] Thierry
A: pace at peacelink.it
Data: Domenica 26 agosto 2012, 19:18







http://www.megachip.info/rubriche/67-cronache-internazionali/8753-il-piano-brahimi.html

<<Sotto i nostri occhi>>, Cronaca di politica internazionale n°5

di Thierry Meyssan

Dopo il secondo veto russo-cinese che vietava un intervento straniero in Siria (4 febbraio), gli occidentali hanno fatto finta di cercare la pace mentre conducevano una vasta guerra segreta.
Sul fronte diplomatico, hanno messo in campo il Piano Annan-Lavrov, intanto che segretamente istradavano decine di migliaia di mercenari e mentre alcuni osservatori delle Nazioni Unite scortavano i capi dell’ESL, organizzando i loro viaggi, nonostante gli impedimenti.

L’attentato che ha decapitato il comando militare siriano (18 luglio) doveva aprire la porta di Damasco ai Contras e permettere agli occidentali di «cambiare il regime». Non è accaduto. Traendo insegnamento da questo fallimento, e nonostante il terzo veto russo e cinese, gli occidentali hanno scelto di saltare un passo: non potendo «cambiare il regime», seminare il caos. Per far questo, hanno sabotato il Piano Lavrov-Annan, e hanno annunciato la loro intenzione di assassinare il presidente Bashar al-Assad.

L'operazione è iniziata con fughe di notizie pilotate sulla stampa. Reuters, NBC, Le Parisien, Le Canard enchaîné, The Sunday Times e Bild am Sonntag hanno rivelato che Barack Obama aveva autorizzato da mesi un’ingerenza militare segreta; che gli Stati Uniti, la Turchia, la Francia, il Regno Unito e la Germania agivano di concerto, e che questa guerra segreta era coordinata da un quartier generale installato presso la base Nato di İncirlik.

A seguito della rivelazione dell'ordine presidenziale Usa, Kofi Annan ha rassegnato le sue dimissioni. Era diventato inutile richiedere un cessate il fuoco per conto del Consiglio di Sicurezza, dal momento che certi membri del suddetto Consiglio rivendicavano di essere i fautori della guerra. L’inviato speciale dei segretari generali dell’Onu e della Lega araba precisava che, oramai, sarebbe stato impossibile per chiunque continuare la sua missione, poiché la missione stessa risultava illusoria alla luce delle «disunioni» del Consiglio.

Ciononostante, gli occidentali hanno potuto contare sui segretari generali dell’Onu e della Lega Araba per dare una parvenza di pacifismo e di legalità alle loro ambizioni imperiali. Costoro hanno dunque incaricato un nuovo rappresentante speciale comune, Lakhdar Brahimi. Secondo il comunicato di nomina, Ban Ki-moon non ha gli dato come missione l'attuazione del Piano Lavrov-Annan, approvato dal Consiglio di sicurezza, bensì quella di usare «i suoi straordinari talenti e le sue straordinarie esperienze» per portare la Siria verso «una transizione politica, in conformità con le legittime aspirazioni del popolo siriano».

Per capire cosa bolle in pentola, basta ricordarsi cosa sono «i talenti ed esperienze» di Brahimi. Figlio di un collaboratore dell’autorità di Occupazione francese - e non di un eroe dell'indipendenza algerina come ama far credere approfittando di un omonimia - Lakhdar Brahimi è uno dei turiferari dell’«ingerenza umanitaria», espressione politicamente corretta per definire il neo-colonialismo. Il suo nome è rimasto in calce alla relazione della Commissione da lui presieduta sulle operazioni di peacekeeping. Non metteva in discussione la deriva che ha portato l’Onu a creare forze di interposizione per imporre soluzioni politiche contro il parere dei belligeranti anziché vigilare sull'attuazione degli accordi di pace conclusi in modo equo fra di essi. Al contrario, raccomandava di fondare questa governance globale su una dottrina di intervento e un servizio di intelligence sovranazionale. Così è stato creato il servizio «di sostegno alla decisione». Successivamente, e senza nemmeno informare il Consiglio di Sicurezza, Ban Ki-moon ha firmato un protocollo con il suo omologo della Nato (23 settembre 2008), che lega questo servizio all'Alleanza atlantica. Questo per quanto riguarda i «talenti».

Per quanto riguarda l’«esperienza» di Brahimi, essa lo ha portato a inventare il regime confessionale libanese (Accordo di Taif) e a istituire il narco-regime afghano (Accordo di Bonn). Ha anche cercato di partecipare al «rimodellamento» dell'Iraq, vale a dire la sua divisione in tre stati separati, di cui uno sunnita che sarebbe stato reintegrato nella monarchia hashemita. Unendo l'utile al dilettevole, ha maritato sua figlia Rym (a quel tempo giornalista alla CNN) con il principe Alì, in modo che se questo fosse diventato re, lei sarebbe stata regina dell'Iraq. Tuttavia, la sua megalomania si scontrò con la feroce resistenza del Baath e Washington abbandonò il progetto.

Ma non è mica tutto. Le sue biografie ufficiali omettono di segnalare che il grande «democratico» Lakhdar Brahimi è stato uno dei 10 membri dell’Alto Consiglio di Sicurezza che perpetrò ad Algeri il colpo di stato del 1992, annullando le elezioni legislative, costringendo il presidente Bendjedid a dimettersi e installando i generali “janviéristes”* al potere. Seguì una guerra civile - modello che Washington vorrebbe applicare oggi alla Siria – nella quale entrambe le parti furono manipolate dagli Stati Uniti. Durante questo periodo, il leader degli islamisti, Abbassi Madani (attualmente rifugiato in Qatar) prese come consigliere politico il pseudo-laico Burhan Ghalioun (futuro presidente del Consiglio nazionale siriano). La fazione armata islamista GSPC (rinominata nel 2007, Al-Qa'ida nel Maghreb islamico) si addestrava alle armi con il Gruppo combattente islamico in Libia (dal 1997 rinominato Al-Qa'ida in Libia), la maggior parte dei combattenti dei due gruppi sono oggi incorporati nell'esercito «siriano» libero.

È in questo contesto che il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha ispezionato le basi francesi di retrovia installate presso gli Stati confinanti con la Siria. Mentre era di passaggio in Giordania, ha dichiarato: «Sono consapevole della forza di quel che sto dicendo: Bashar al-Assad non meriterebbe di essere sulla Terra». Senza dover nemmeno puntare il pollice verso il basso, l’Imperator Fabius è dunque passato dal «Bashar deve sloggiare!» al «Bashar deve morire!».

Gli occidentali hanno un messaggio per Mosca e Pechino. Non si arrenderanno. Andranno sull’obiettivo con qualsiasi mezzo.

 

(26 agosto 2012)

 

 

 

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