R: [pace] bombe e informatica



A Valeria Sonda:

 

1) Non capisco cosa c’entri il suo primo link: io o mary rizzo abbiamo forse pensato che il regime faccia un attentato alla propria tv???? Mi sembra evidente che quell’attentato l’abbia fatto qualcun altro.

 

2) I suoi pregiudizi sono tali che a quanto pare riesce a distorcere anche quel che legge. Nel link che ci ha dato infatti si parla di come Finmeccanica abbia dato le tecnologie per le peggiori stragi del regime siriano.

 Lei invece, incredibilmente scrive “come mai il regime siriano non si è ancora accorto che ora è la finmeccanica a gestire l’informatica della Nato”. A proposito di Finmeccanica, ecco più nel dettaglio la questione, fonte Espresso:

Finmeccanica ha venduto alla Siria uno dei suoi prodotti leader: il sistema Tetra, una rete per le comunicazioni che permette conversazioni e trasmissione di dati e ha avuto un successo commerciale mondiale. E’ affidabile, sicuro e garantisce il funzionamento in qualunque situazione. Non è un apparato dichiaratamente militare, ma può diventarlo: permette comunicazioni criptate a prova di intercettazione e collega qualunque veicolo, elicotteri inclusi. Alcune componenti di Tetra, come i programmi di cifratura, sono “dual use” e l’esportazione deve essere autorizzata dal governo italiano. Il contratto con Damasco risale invece al 2008, quando il feeling tra l’Italia e la Siria era ottimo e la primavera araba lontanissima. L’accordo da 40 milioni di euro venne siglato con una società greca, la Intracom-Telecom, e prevede la fornitura di Tetra alla Syrian Wireless Organisation, l’ente del governo siriano. Le mail rivelate adesso da WikiLeaks mostrano come i rapporti con la casa madre italiana per il programma siriano siano stati intensi e continui.

Lo schema del business è semplice: Selex e la greca Intracom vendono Tetra alla Syrian Wireless Organisation attraverso la branca siriana della ditta di Atene: la Intracom Siria. Proprio da questa azienda viene inviato in magazzino un ordine per 500 radio mobili VS3000 della Selex. «Questa fornitura andrà al deposito della polizia di Muadamia», recita il messaggio, che porta la data del 7 maggio 2011. Pochi giorni prima Muadamia era stata teatro di rivolte contro la dittatura e in Siria, ormai, dilagava il fuoco della ribellione. A fine maggio 2011, i siriani si mostrano interessati «a un’espansione del 25 per cento del progetto», senza peraltro specificarne le finalità. Il 25 luglio, Selex fa sapere di essere disposta a parlarne con la Syrian Wireless Organisation.

Dalla scorsa estate i combattimenti aumentano, viene assediata la città diHama con la morte di oltre cento civili. Da Damasco premono per avere i sistemi di cifratura Tea3, necessari per criptare le comunicazioni. Li domandano alla Selex per settimane, ma per questi apparati che possono avere impiego militare è necessario il via libera del governo di Roma. E, recitano le mail, «la decisione finale delle autorità italiane è stata rinviata a fine giugno». Quando alcune componenti da riparare vengono spedite negli stabilimenti di Firenze, i siriani ne cancellano la memoria «per ragioni di sicurezza». E’ solo una procedura di tutela della riservatezza o i terminali contenevano dati compromettenti? Certo è che, per l’assistenza tecnica, i greci indirizzano Damasco sull’Italia: «E’ meglio chiedere al venditore (Selex) perchè qui non abbiamo la necessaria esperienza con la tecnologia Selex».

Infine un messaggio del 2 febbraio 2012 annuncia l’arrivo a Damasco degli ingegneri della Selex per istruire i tecnici della Intracom Syria sull’uso di varie componenti della tecnologia Tetra, tra i cui i terminali degli elicotteri. Nell’e-mail non si specifica se si tratti di elicotteri della polizia o anche militari. I velivoli di entrambi i corpi però stanno avendo un ruolo chiave nella repressione: i mitragliamenti dal cielo contro ribelli e popolazione sono segnalati da tutti gli osservatori. Il giorno dopo nella sola città di Homs vengono massacrati 200 civili. (fonte)

Finmeccanica si difende così:

(ANSA) – ROMA, 5 LUG – Il sistema Tetra, fornito da Selex Elsag alla Siria nel 2008, ”era destinato all’impiego da parte di organizzazioni per le emergenze e il soccorso (‘public safety’). La tecnologia Tetra fornita e’ stata concepita appunto con questa finalita’, ossia per un uso esclusivamente civile e non militare. Qualsiasi altro utilizzo che ne sia stato fatto e’ fuori dal controllo di Selex Elsag”. E’ quanto si legge in una nota di Finmeccanica (fonte).

La risposta di Finmeccanica ci racconta essenzialmente due cose.

La prima ha a che vedere con l’autenticità delle mail che, vista l’esistenza di una “risposta”, sembra confermata.

La seconda riguarda l’ipocrisia di fondo di Finmeccanica, che si riferisce al 2008 quando i documenti testimoniano una relazione che si protrae fino al 2012.

Finmeccanica, pilatescamente, fa presente che la propria tecnologia sarebbe destinata “per un uso esclusivamente civile”, laddove sappiamo che la tecnologia, in sé, è “neutra”.

Come sottolineano a Giornalettismo:

L’Espresso, partner di Wikileaks ha censito buona parte di queste comunicazioni, ma in fondo basta un delle liste che vi sono riportate, come quella per fornitura di radio alla polizia di Muadamia del maggio 2009, evidentemente propedeutica al suo impegno nella successiva repressione, per provare senza ombra di dubbio che quello di Finmeccanica è stato, ed è ancora, un contributo alla spietata repressione da parte del regime siriano (fonte).

Lo stesso metro lo si poteva applicare già tre anni fa, quando:

Finmeccanica firma un accordo del valore di 300 milioni di euro, per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza dei confini libici, in particolare quelli che guardano verso Niger, Ciad e Sudan da dove arriva il grosso dei migranti dall’africa subsahariana. La sicurezza dei confini sarà dunque affidata a sensori elettronici e Finmeccanica, in un comunicato, specifica che «la prima tranche di 150 milioni di euro è già operativa» e che Selex «addestrerà gli operatori, i manutentori ed assicurerà le opere civili necessarie» (fonte).

Quel sistema non ha nulla di “militare”, ma serve a Gheddafi per individuare con più efficienza  i disperati che tentano l’attraversata del deserto per arrivare sul Mediterraneo.

Quella “linea di confine” che verrà tracciata dai sensori elettronici è in mezzo al deserto e oltre a essa i profughi dell’area sub-sahariana vengono ricacciati senza pietà.

 

 

 

 

 

 


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di valeria.sonda at alice.it
Inviato: venerdì 6 luglio 2012 2.43
A: pace at peacelink.it
Oggetto: [pace] bombe e informatica

 

Signori Rizzo e Galbiati nonostante la vostra formazione mi permetto di insegnarvi che sono i regimi che fanno mettere le bombe alla povera gente, certi lo fanno fare in casa degli altri:
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Siria-gruppo-islamico-rivendica-attacco/04-07-2012/1-A_002026036.shtml  ( fronte di  al nusra rivendica attacco a tv siriana )

Visto che siete degli esperti mi spiegate come mai il regime siriano non si è ancora accorto che ora è la finmeccanica a gestire l'informatica della nato?
http://www.agi.it/estero/notizie/201207051448-est-rt10153-siria_wikileaks_da_finmeccanica_tecnologia_per_repressione