Re: [pace] Fate girare: Risposta di marinella Correggia ad accuse vergognose a causa dell'impegno contro la guerra



condivido pienamente l'ntervento di Marinella e approfitto per
ringraziarla per il suo impegno costante a favore della pace. Una
volta venivamo chiamati "pancifichisti", poi "antiamericani" (do you
remember GiulianoFerrara e compagnia cantante?), ora "filodittatori".
La misura è colma!
Dante Bedini

Il 16/06/12, Mari Cor<mari.liberazioni at yahoo.it> ha scritto:
> Vi Prego di dare la massima diffusione a questo mio tentativo. Basta. La
> misura è colma. Grazie, Marinella
>
> LETTERA DI DENUNCIA
> DEL DANNO MORALE E MATERIALE INFLITTOMI PUBBLICAMENTE DA ALCUNE PERSONE PER
> IL
> MIO IMPEGNO CONTRO LA GUERRA IN SIRIA CON LA RICHIESTA CHE RITIRINO
> PUBBLICAMENTE LE ACCUSE
> Marinella Correggia
> (Torri in Sabina, Rieti)
>
> Mi ritengo gravemente
> danneggiata sul piano umano e materiale da reiterati “articoli” o
> interventi su facebook e su blog (un parziale elenco si trova più oltre)
> contro il mio impegno assolutamente
> gratuito e a mie spese benché quasi a tempo pieno, un impegno contro le
> guerre e
> i loro devastanti effetti, impegno iniziato nel 1990-91, e ultimamente volto
> a
> scongiurare la  guerra Nato in Libia
> prima e in Siria ora, grazie a una intossicazione mediatica senza pari,
> alla quale gli autori delle ingiurie nei miei confronti collaborano (nel
> loro
> piccolo) e che io da molto tempo cerco di contrastare (nel mio
> piccolissimo).
>
>
> Ecco alcuni degli
> articoli e interventi ai quali mi riferisco (ringrazio chi me li ha
> segnalati poiché non sono su facebook e la mia navigazione internet non si
> riferisce a siti di opinione). La libertà di giudizio non deve però arrivare
> a
> una disinformazione infamante.  Invito
> le persone e i siti o blog o gruppi facebook nominati a ritirare al più
> presto
> le accuse e a scusarsi:
>
> -   Scritto apparso sul sito Vicino Oriente a firma
> Monti Germano che mi accusa di essere al servizio del regime di Assad e mi
> affianca a gruppi di estrema destra (accuse  entrambe ridicole per chiunque
> mi conosca; ma non è il caso dell’autore).
> L’articolo è stato ripreso dal sito di Amedeo Ricucci.
> -         -  L’intervento della signora Aya Homsi  nel gruppo facebook
> “Vogliamo una Siria
> libera” che fiancheggia il CNs (Consiglio nazionale siriano) e l’Esercito
> sirano
> libero; la signora  afferma che se io
> scrivo quel che scrivo è perché “ne traggo un profitto”.
> - - Le accuse di essere
> “embedded” rivoltemi pubblicamente dal signor Enrico De Angelis che lavora
> al
> Cairo per un centro di ricerca francese.
>
> 1. Gli attacchi
> ingiuriosi si riferiscono alla ricerca e divulgazione che compio e che in
> parte
> viene pubblicata sul sito dedicato www.sibialiria.org. Come chiunque può
> vedere il sito non
> dice nemmeno una parola a favore del governo siriano. Ma analizza in tanti
> episodi i cortocircuiti della disinformazione attuata sin dai massimi
> livelli
> (settori dell’Onu che attingono a fonti di parte), la quale sta portando
> Occidente e petromonarchie a un altro intervento con pretesti “umanitari”,
> reso
> possibile dalla creazione del consenso che manipola una realtà di scontri
> settari con interferenze esterne pesanti fomentati e la fa diventare “un
> intero
> popolo massacrato da un dittatore”. Riporto anche testimonianze dirette con
> nomi e cognomi di vittime alle quali nessuno presta attenzione. Il mio
> attivismo consiste non tanto nello scrivere articoli (questo non prenderebbe
> tanto tempo) quanto soprattutto nel networking
> nazionale e internazionale (rispetto a militanti, siti, gruppi politici,
> media
> alternativi) al quale dedico molte ore al giorno; per non dire delle
> numerose
> manifestazioni, sit in eccetera nei quali mi attivo da oltre un anno. Ma
> questo
> è sconosciuto a chi mi attacca.
>
>
> 2. E’ un grande dolore
> essere accusati – per la prima volta da quando ho iniziatol’attivismo
> pacifista nel 1991 -  di “pacifismo nero”
> da parte di persone (vedi oltre) che sostenevano indirettamente i cosiddetti
> “ribelli” libici, le cui gesta razziste, violente, repressive dei diritti
> umani,
> e che ora sostengono il Consiglio nazionale siriano (Cns), il quale è
> finanziato da stati come Qatar e Arabia
> Saudita, oltre alle potenze occidentali (“dimmi chi ti finanzia e ti dirò
> chi
> sei”) e per questo invece di muoversi su una vera strada negoziale chiede
> ufficialmente interventi armati esterni da parte dei suoi alleati stati
> capitalisti e sostiene il cosiddetto Esercito
> siriano libero, delle cui gesta
> riferiscono ormai gli stessi media mainstream. E’ sorprendente che al tempo
> stesso i suoi “attivisti” siano presi come fonte di notizie...
>
> 3. E’ vergognoso  che mi si accusi sul gruppo facebook
> “Vogliamo una Siria libera” di trarre profitto dai miei scritti.E’ l’esatto
> contrario, come sa chiunque mi conosca. E’ infatti notevole e ormai quasi
> insostenibile il danno materiale che traggo dall’impegno per la pace, a
> causa di(1) mancati introiti dalle mie attività lavorative, pressoché
> abbandonate da un anno per mancanza di tempo dovendo/volendo dedicarmi solo
> a
> questo impegno antiguerra, 2) spese di viaggi in loco (Libia e Siria), e di
> telefono.A questo si aggiungerà ora 3) il pregiudizio a mie attività future
> nel campo dell'ecologia di giustizia, a causa di questa diffamazione nei
> miei confronti.  Di pagato in relazione alla Siria ho scritto
> solo un reportage con foto, per un totale di circa 300 euro. Il resto è
> stato gratuito e, ripeto, con spese a mio carico. E con una perdita di tempo
> che mi
> rallenta diversi progetti anche editoriali. La mia ostinazione è
> giustificata solo dal non voler vedere più il mio paese partire a bombardare
> altrui popoli (con effetti che ho verificato in loco più volte) con pretesti
> umanitari veicolati da menzogne assordanti.  Mi muove il desiderio che
> quella
> alla Libia sia stata L’ultima delle (nostre) guerre di bombardamenti e
> massacri.
> Ma grazie a tanta gente non sarà così.
>
>
> 4. Per me questo è il naturale seguito di un impegno contro
> le guerre occidentali iniziato nel 1991 e sempre gratuito e autofinanziato
> (dalle mie attività di autrice di libri e articoli in materia di ecologia,
> rapporti Nord-Sud, rispetto dei viventi). L’indignazione
> per il ruolo bellico del paese nel quale purtroppo vivo mi ha portata a
> essere
> presente sia in Iraq che in Jugoslavia che in Libia  durante i
> bombardamenti  e non certo come inviata di guerra (!) ma
> come militante. Dal 1991 (prima guerra del Golfo) la propaganda mediatica e
> la disinformazione creano consenso a interventi bellici. Ora, accertare la
> verità è cosa difficile, ma cogliere le menzogne e la disinformazione lo è
> meno. Prende solo molto tempo
> .
> 5. Con l’occasione denuncio l’opera di demonizzazione contro chiunque esca
> dal coro assordante e faccia
> notare esempi lapalissiani di propaganda pro-bellica a tutti i livelli. E’
> additato e oltraggiato anche l’impegno di diversi attivisti della Rete NoWar
> di cui faccio parte.