R: R: [pace] Insorti armati in Siria. Giornalisti e osservatori ONU sono a rischio
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- From: <lorenz.news at yahoo.it>
- Date: Thu, 21 Jun 2012 02:42:15 +0200
Alessandro, non sto parlando di quello che
dicono gli osservatori ONU, che non ho neanche controllato. Sto dicendo che tutto il resto della
notizia ha come fonti i militari. Anche la frase dell’Ansa sui cecchini
che hai evidenziato, se ascolti il video e leggi la trascrizione, è la
citazione di quanto dicono i militari. Tutto questo pezzo ha come fonte i
militari e il governatore, che osa pure affermare che sono sotto il tiro dei “terroristi”,
e che lui ha soddisfatto tutte le richieste di chi manifesta dall’aprile
scorso. Questa è una informazione da fonti pro-regime
e che serve al regime. Stiamo diffondendo l’idea che c’è una città
assediata da ribelli che vogliono fare stragi, e cje hanno cecchini appostati e
che i militari e il governatore sono dalla parte del popolo, che a sentire loro
è stato pure esaudito nelle sue richieste. Tu dici che ognuno si farà le proprie
idee. Ma come Peacelink non credo abbiamo mai diffuso in più di un anno le innumerevoli
informazioni sulla repressione sanguinaria del regime, sul terrorismo del
regime, sui cecchini del regime. Anzi, quando ci arrivavano queste news selezionavamo
solo quelle in cui si poteva dire che le fonti erano gli insorti, e che quindi
non erano attendibili, e che tutto questo era diffuso dai media per provocare
un intervento Onu contro la Siria ecc. E’ evidente che chi legge le news di
Peacelink senza conoscerci, vista la selezione che facciamo, e il tono con cui
commentiamo, penserà che siano pro-regime, che sminuiscano i crimini del regime
mettendoli sempre e solo in dubbio, e che danno risalto a ogni crimine che
viene imputato agli insorti, anche da fonti non controllabili. Siamo passati da
Agnes Marie de la Croix che quanto meno è della società civile, al regime
stesso, come fonte. Certo, la diffonde l’Ansa questa new. Ma se l’Ansa
avesse fatto la stessa cosa con una new degli insorti che parlava di cecchini
del regime noi o non avremmo pubblicato la new o avremmo criticato l’Ansa
per aver diffuso una new non verificabile che serve a fare una campagna di
guerra. Magari l’abbiamo anche fatto, concretamente, in passato, un
simile appunto all’Ansa, chissà. In ogni caso, è questa la realtà, o no? Dobbiamo essere obiettivi e iniziare a
fare una sana autocritica. Lorenzo Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]
Per conto di Alessandro Marescotti Lorenzo, riporto il
racconto dell'inviato dell'ANSA (tratto da http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=166568). Damasco, 20-06-2012 -
Claudio Accogli (ANSA) Un
gran botto, poi una nuvola di denso fumo bianco avvolge la strada: e' esplosa
una bomba, forse uno Ied, come si chiamano gli ordigni artigianali. L'autista
al mio fianco e' paralizzato, poi intravediamo un uliveto sulla nostra
sinistra. Una brusca sterzata e corriamo al riparo. Siamo a Daraa, la citta' Stiamo
uscendo dalla citta', dopo una breve visita caratterizzata da grande tensione,
scortati da un'auto della polizia stradale a sirene spiegate che fa da
apripista e seguiti da un Suv con gli uomini della sicurezza, in borghese e
armati di Ak47. Scendiamo, si sentono i lamenti degli occupanti del mezzo che
apriva il convoglio: l'auto e' danneggiata, e' stata investita in pieno
dall'esplosione. Uno degli agenti, quello che sedeva accanto al guidatore, e'
senza vita, sulla testa le ferite mortali. Gli altri tre sono feriti, uno di
loro - ci diranno poi gli agenti della sicurezza - ha perso entrambe le gambe. E'
la cronaca di una giornata come tante fuori da Damasco, segnate da morti e
vittime ovunque, autobombe, Ied, scontri a fuoco, anche con armi pesanti che, assicurano
i militari a Daraa, sono ora anche nelle mani dei ribelli, che colpiscono gli
avversari con Rpg, mortai, missili katiuscia. Arrivano i militari mentre siamo
riparati dietro un muretto. Ci dicono che e' esplosa un'altra bomba che ha
danneggiato la terza auto del convoglio, senza fare vittime: la tensione e'
altissima, si teme un attacco dalla radura circostante, mentre i residenti del
luogo mostrano una calma terribile. Sono abituati a certe scene, ci convivono
quotidianamente da oltre un anno. A
Daraa, dall'inizio della 'crisi' siriana, che le autorita' non negano, sono
stati uccisi oltre 200 civili, stima il governatore della regione, Moammad
Al-Hannous. Manca un bilancio complessivo, si parla di un migliaio di morti, i
2/3 tra le forze dell'ordine e i militari. A questi vanno aggiunti le vittime
tra i "terroristi", ci spiega ancora il governatore. Le violenze
"si sono intensificate nelle ultime settimane, anche se abbiamo
soddisfatto tutte le richieste di coloro che hanno iniziato a dimostrare per
chiedere riforme a partire dal 15 marzo del 2011", tuona al-Hannous,
entrato in carica nell'aprile dello scorso anno, quando e' stato destituito il
suo predecessore. Poco
prima del nostro arrivo, ci informa, "in concomitanza con gli esami di
maturita'- che si svolgono in questo periodo anche in Siria - i gruppi armati
hanno attaccato un check-point sparando sulle auto della polizia, perche'
vogliono scatenare il panico tra gli studenti". Ci aveva pregato di andare
a vedere il palazzo della Tv distrutto, ma i militari ci avevano bloccato a un
check-point: "Sulla collina ci sono i cecchini, forse ci stanno guardando,
tornate indietro". Il
tempo di una tappa al Tribunale, preso d'assalto in aprile da una folla di
"facinorosi che lo hanno dato alle fiamme", poi la corsa verso
Damasco, che si trasforma in un viaggio della morte per il capitano Anas Musa,
32 anni, padre di tre bambini. "Era molto amato in citta' - racconta un
residente -. La beffa e' che faceva parte del cerimoniale, era solito accompagnare
i pezzi grossi o gli stranieri al loro arrivo in citta'". Era anche lui
nel convoglio degli osservatori Onu, seguito da un gruppo di cronisti italiani,
che circa un mese fa, in una strada collaterale, era stato preso di mira da
un'altra bomba, causando numerosi morti tra i militari di Damasco. Il
titolare della Farnesina, Giulio Terzi, commentando l'episodio odierno, ha
espresso "il sentimento di forte solidarietà per il vile attentato",
dicendosi "profondamente addolorato" per le vittime causate dall'
"inaccettabile atto di violenza" e chiedendo che venga subito
attivata la delegazione dell'Ue a Damasco per una ferma protesta presso le
Autorità siriane, cui spetta la responsabilità di garantire la piena sicurezza
ed incolumità anche dei giornalisti presenti nel Paese.
Alessandro in questo video il giornalista usa come fonte i militari di stato e il governatore della regione. Parla solo di morti civili e morti fra l'esercito facendo intendere che i responsabili di tutto siano gli insorti. Dice che già un anno fa ad aprile, secondo i "militari", dei "facinorosi" hanno assaltato il Palazzo di giustizia di Dara (ma un anno fa ad aprile non c'era ancora l'insurrezione armata) e dice che sempre i "militari" dicono che ci sono tutt'intorno alle strade Daraa dei "cecchini". Sono fonti militari. E mi chiedo perché come Peacelink vogliamo diffondere le fonti dei militari di Assad. Non lo facciamo con quelle del Cns, vogliamo diffondere quelle dell'esercito di Assad? Secondo me stiamo davvero sbagliando molto, se continuiamo su questa strada. Quello che è certo è che un ordigno artigianale è esploso quando sono passate auto della polizia, facendone saltare una. Non so se chi ha fatto esplodere l'ordigno sapeva ci fosse un giornalista scortato. In ogni caso, l'obiettivo era la polizia o un giornalista scortato dalla polizia. E sappiamo bene che gli insorti combattono contro militari e polizia, sennò non si capisce contro chi. Inoltre, se siamo noi i primi a dire che il Libero Esercito Siriano contiene un po' di tutto, dovremmo anche evitare di chiamare insorti chiunque combatta in Siria. Dovremmo distinguere tra i gruppi armati che combattono il regime, che ha di certo i suoi cecchini, difendendo i civili, e i disertori e i ribelli armati anti Assad fanno principalmente questo; dicevo distinguere questi ribelli armati siriani da quelli che combattono per motivi di appartenenze etnico-religiose e ancora di più da quelli jihadisti che non sono neanche siriani. La situazione credo sia molto complessa e questi tre casi non sono sempre scindibili l'uno dall'altro, pare di capire. Lorenzo Galbiati
-----Messaggio originale----- Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Alessandro Marescotti Inviato: mercoledì 20 giugno 2012 23.46 A: pace at peacelink.it Cc: news at peacelink.it Oggetto: [pace] Insorti armati in Siria. Giornalisti e osservatori ONU sono a rischio
Quando Flavio Lotti ha invitato a parlare i Fratelli Musulmani al Forum Nazionale per la Pace, abbiamo ascoltato queste cose http://www.youtube.com/watch?v=bvNtjuDfYJk ossia che gli insorti in Siria sparano solo per difendere la popolazione civile.
Da quello che è accaduto oggi all'inviato dell'ANSA (l'attentato nel quale è rimasto miracolosamente illeso) appare emergere un'altra realtà. Gli insorti in Siria mettono bombe, fanno saltare in aria auto e fanno i cecchini ai lati delle strade. Tanto che gli osservatori Onu non escono in missione perché proprio gli insorti non hanno dato garanzie di non attaccare. Ce lo spiega l'inviato dell'Ansa in questi video:
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/mondo/2012/06/20/Siria-governato re-Daraa-accusa-ribelli_7069701.html
Alessandro Marescotti http://www.peacelink.it Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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