R: [pace] Un intervento di Giuliana Sgrena sulla Siria



Cosa significa "..... non salvando il regime di Assad" ?    Non è compito nostro decidere cosa vogliono i  siriani. Se vogliono salvare il loro presidente  Assad se lo tengano, noi non dobbiamo interferire. Questo è il concetto di democrazia.  L'occidente si è sempre arrogato il diritto di scegliere per gli altri  e insegnare la DEMOCRAZIA, salvo poi fare marcia indietro quando i vincitori non ci  piacciono   ...  l'Algeria insegna.

sebastiano

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Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Alessandro Marescotti
Inviato: domenica 17 giugno 2012 21:52
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Oggetto: [pace] Un intervento di Giuliana Sgrena sulla Siria

Mi sembra molto interessante e condivido l'intervento di Giuliana Sgrena sulla Siria e sui pacifisti. Gli "arabisti" dell'appello sulla Siria sono intervenuti con i loro commenti (e l'immancabile attacco a Marinella Correggia), che potete leggere in coda a queste due pagine web:

http://giulianasgrena.globalist.it/Detail_News_Display?ID=23141&typeb=0
http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=23163

Giuliana Sgrena conclude il suo intervento così: "Ma noi pacifisti, mi ci metto anch'io, dobbiamo muoverci al di fuori degli schemi della propaganda di guerra, da qualsiasi parte venga. Cercare degli interlocutori, anche se è difficile, forse non è impossibile. Premere sui paesi perché appoggino il piano dell'Onu invece di farlo fallire e sostengano una pace negoziata invece di ritirare gli ambasciatori. E soprattutto applichino un vero embargo delle armi. Perché sappiamo bene che qualcuno l'intervento militare attraverso i contractors, il Qatar o al Qaeda, l'ha già cominciato. Quindi non c'è tempo da perdere. Se vogliamo la pace dobbiamo costruirla ponendo fine al bagno di sangue, impedendo l'intervento della Nato, ma non salvando il regime di Assad".

Vorrei essere chiaro per quello che penso.

Credo sia giusto definire i nostri avversari:

1) il regime dittatoriale siriano e le sue violezioni dei diritti umani
2) le menzogne di guerra (per condannare Assad basta Assad, non bisogna inventarsi che stacca la spina alle incubatrici)
3) la violenza di chi vuole ribaltare il regime con la forza e non concede spazio a un'altra forma di trasnsizione democratica e nonviolenta
4) i fomentatori esterni esterni dell'insurrezione armata, dal Qatar all'Arabia Saudita, dalla Turchia agli Stati Uniti


E i nostri alleati:
1) gli oppositori nonviolenti al regime
2) i promotori di “Mussalaha”, una iniziativa di riconciliazione nonviolenta, e tutti coloro che - all'interno delle religioni - operano per il dialogo
3) i corpi civili di pace messi in campo dalla società civile internazionale
4) gli osservatori dell'ONU, efficacemente protetti, a supporto di un piano di "cessate il fuoco".



Alessandro Marescotti
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