R: Re: [pace] Segnalazione Articolo - Uccidere o non uccidere non sono la stessa cosa,di Giovanni Sarubbi - dal sito www.ildialogo.org



Franco, ci chiedi cosa possa far scattare la molla della nonviolenza sul campo, in Siria.

Penso che avrai letto di questa iniziativa di cui abbiamo dato informazione in questa lista:

“Riconciliazione!”: a Homs la società civile siriana in campo per una soluzione non violenta
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=39288&lan=ita

Si chiama “Mussalaha”, che significa “Riconciliazione”, ed è una straordinaria iniziativa popolare non-violenta nata nella società civile di Homs, città martoriata dal conflitto fra esercito regolare e forze di opposizione.

Non era circolata su questa lista? Ne aveva parlato anche Marinella Correggia.

Ciao
Alessandro
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Date: Sun, 17 Jun 2012 15:50:50 +0200
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Subject: Re: [pace] Segnalazione Articolo - Uccidere o non uccidere non sono la stessa cosa,di Giovanni Sarubbi - dal sito www.ildialogo.org

 
Condivido tutto quello che scrivono Alessandro e Giovanni Sarubbi: principii nobili, bellissimi, profondamente umani. Ma intanto come fare per convincere le parti belligeranti  ad accettare questi principii di nonviolenza ? Chi per primo dovrà o potrà applicarli sul campo? Dovrebbe nascere in mezzo alle due (o più ) fazioni belligeranti un altro Mandela, o un altro Gandhi. Esiste già qualcuno, a vostra conoscenza, che possa assumere questo ruolo ? Per noi, da qui, è facile parlare ed accettare i principii della nonviolenza, ma sul campo siriano cosa potrebbe far scattare la molla della nonviolenza?
 
Franco
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Sent: Sunday, June 17, 2012 11:30 AM
Subject: R: [pace] Segnalazione Articolo - Uccidere o non uccidere non sono la stessa cosa,di Giovanni Sarubbi - dal sito www.ildialogo.org

Condivido e sottolineo il punto di Giovanni Sarubbi:

"Innanzitutto per noi il problema non è quello di sapere se il governo Siriano sia buono o cattivo. Per noi il primo problema è quello di sapere se le persone che ci chiedono aiuto vogliano o meno fare la guerra, vogliano o meno usare mezzi nonviolenti per la risoluzione delle controversie locali o internazionali che siano".

E' chiaro che noi siamo decisamente contro la violenza e le uccisioni del regime siriano. Ripudiamo la violenza e lo spargimento di sangue. Ma non siamo per rimpiazzarli con altra violenza e altre uccisioni.

Concetti cosi' semplici e banali sfuggono a chi ci critica. Eppure sono di una chiarezza assoluta come pure di una efficacia assoluta e' la strategia della nonviolenza che spezza la spirale infernale fra "violenza buona" e "violenza cattiva".

Vorrei trovare un esplicito riferimento alla nonviolenza nell'appello degli arabisti che sembrano criticare anche noi. Hanno stilato un apposito appello in cui non si evince una presa di distanza dagli insorti armati in Siria ma la si distingue come male minore solo perche' militarmente farebbe meno vittime. In Libia le giustificazioni sono cominciate cosi'. Ma anche in Kosovo, ecc. ecc.
I risultati sono sotto gli occhio di tutti.

A noi spetta il compito di richiamare queli concetti che Gandhi, Martin Luther King, Mandela e Capitini posero alla base della loro azione nonviolenta, l'unica che consente di vincere senza far andare al potere degli assassini.

Mandela e' un riferimento assoluto perche' seppe trasformare una rivolta violenta in una vittoria nonviolenta. Eppure il regime bianco di allora non era migliore di quello siriano.

Alessandro

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Date: Sun, 17 Jun 2012 10:37:59 +0200
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Subject: [pace] Segnalazione Articolo - Uccidere o non uccidere non sono la stessa cosa,di Giovanni Sarubbi - dal sito www.ildialogo.org


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