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Re: [pace] Fate girare: Risposta di marinella Correggia ad accuse vergognose a causa dell'impegno contro la guerra
- Subject: Re: [pace] Fate girare: Risposta di marinella Correggia ad accuse vergognose a causa dell'impegno contro la guerra
- From: Nicoletta Crocella <nicam6 at gmail.com>
- Date: Sat, 16 Jun 2012 13:08:59 +0200
Cara Marinella, hai ragione, la misura è colma! bisogna esprimere il sostegno e la fiducia nella tua opera ed il rispetto per la tua persona in modo chiaro, In questo periodo ho seguito il tuo impegno e spesso condiviso ed inoltrato i tuoi scritti perchè li ritengo importanti. Ho taciuto fino ad ora per quanto riguarda una solidarietà diretta a te personalmente per un tentativo di riportare il discorso sul piano dei contenuti e della discussione tra persone interessate e sincere, ma il ripetersi di attacchi personali dimostra come questa operazione non possa funzionare senza la dichiarazione personale della stima e della solidarietà nei tuoi confronti. I toni che sono stati usati contro di te sono inaccettabili. Una seria ed onesta discussione dovrebbe partire dal rispetto e dal confronto dei punti di vista, gli attacchi personali hanno l'effetto di disturbare, distogliere l'attenzione, sono quindi una opera di disinformazione molto grave, che colpisce la tua persona direttamente, ma anche tutte e tutti noi che soffriamo le scelte di questo paese e vorremmo far sentire il peso del nostro rifiuto per la guerra. Un abbraccio solidale a te, ed una preghiera a coloro che intervengono su questa lista per una attenzione anche al metodo della discussione, ed al rispetto della persona. Nicoletta Il 16/06/12, Mari Cor<mari.liberazioni at yahoo.it> ha scritto: > Vi Prego di dare la massima diffusione a questo mio tentativo. Basta. La > misura è colma. Grazie, Marinella > > LETTERA DI DENUNCIA > DEL DANNO MORALE E MATERIALE INFLITTOMI PUBBLICAMENTE DA ALCUNE PERSONE PER > IL > MIO IMPEGNO CONTRO LA GUERRA IN SIRIA CON LA RICHIESTA CHE RITIRINO > PUBBLICAMENTE LE ACCUSE > Marinella Correggia > (Torri in Sabina, Rieti) > > Mi ritengo gravemente > danneggiata sul piano umano e materiale da reiterati “articoli” o > interventi su facebook e su blog (un parziale elenco si trova più oltre) > contro il mio impegno assolutamente > gratuito e a mie spese benché quasi a tempo pieno, un impegno contro le > guerre e > i loro devastanti effetti, impegno iniziato nel 1990-91, e ultimamente volto > a > scongiurare la guerra Nato in Libia > prima e in Siria ora, grazie a una intossicazione mediatica senza pari, > alla quale gli autori delle ingiurie nei miei confronti collaborano (nel > loro > piccolo) e che io da molto tempo cerco di contrastare (nel mio > piccolissimo). > > > Ecco alcuni degli > articoli e interventi ai quali mi riferisco (ringrazio chi me li ha > segnalati poiché non sono su facebook e la mia navigazione internet non si > riferisce a siti di opinione). La libertà di giudizio non deve però arrivare > a > una disinformazione infamante. Invito > le persone e i siti o blog o gruppi facebook nominati a ritirare al più > presto > le accuse e a scusarsi: > > - Scritto apparso sul sito Vicino Oriente a firma > Monti Germano che mi accusa di essere al servizio del regime di Assad e mi > affianca a gruppi di estrema destra (accuse entrambe ridicole per chiunque > mi conosca; ma non è il caso dell’autore). > L’articolo è stato ripreso dal sito di Amedeo Ricucci. > - - L’intervento della signora Aya Homsi nel gruppo facebook > “Vogliamo una Siria > libera” che fiancheggia il CNs (Consiglio nazionale siriano) e l’Esercito > sirano > libero; la signora afferma che se io > scrivo quel che scrivo è perché “ne traggo un profitto”. > - - Le accuse di essere > “embedded” rivoltemi pubblicamente dal signor Enrico De Angelis che lavora > al > Cairo per un centro di ricerca francese. > > 1. Gli attacchi > ingiuriosi si riferiscono alla ricerca e divulgazione che compio e che in > parte > viene pubblicata sul sito dedicato www.sibialiria.org. Come chiunque può > vedere il sito non > dice nemmeno una parola a favore del governo siriano. Ma analizza in tanti > episodi i cortocircuiti della disinformazione attuata sin dai massimi > livelli > (settori dell’Onu che attingono a fonti di parte), la quale sta portando > Occidente e petromonarchie a un altro intervento con pretesti “umanitari”, > reso > possibile dalla creazione del consenso che manipola una realtà di scontri > settari con interferenze esterne pesanti fomentati e la fa diventare “un > intero > popolo massacrato da un dittatore”. Riporto anche testimonianze dirette con > nomi e cognomi di vittime alle quali nessuno presta attenzione. Il mio > attivismo consiste non tanto nello scrivere articoli (questo non prenderebbe > tanto tempo) quanto soprattutto nel networking > nazionale e internazionale (rispetto a militanti, siti, gruppi politici, > media > alternativi) al quale dedico molte ore al giorno; per non dire delle > numerose > manifestazioni, sit in eccetera nei quali mi attivo da oltre un anno. Ma > questo > è sconosciuto a chi mi attacca. > > > 2. E’ un grande dolore > essere accusati – per la prima volta da quando ho iniziatol’attivismo > pacifista nel 1991 - di “pacifismo nero” > da parte di persone (vedi oltre) che sostenevano indirettamente i cosiddetti > “ribelli” libici, le cui gesta razziste, violente, repressive dei diritti > umani, > e che ora sostengono il Consiglio nazionale siriano (Cns), il quale è > finanziato da stati come Qatar e Arabia > Saudita, oltre alle potenze occidentali (“dimmi chi ti finanzia e ti dirò > chi > sei”) e per questo invece di muoversi su una vera strada negoziale chiede > ufficialmente interventi armati esterni da parte dei suoi alleati stati > capitalisti e sostiene il cosiddetto Esercito > siriano libero, delle cui gesta > riferiscono ormai gli stessi media mainstream. E’ sorprendente che al tempo > stesso i suoi “attivisti” siano presi come fonte di notizie... > > 3. E’ vergognoso che mi si accusi sul gruppo facebook > “Vogliamo una Siria libera” di trarre profitto dai miei scritti.E’ l’esatto > contrario, come sa chiunque mi conosca. E’ infatti notevole e ormai quasi > insostenibile il danno materiale che traggo dall’impegno per la pace, a > causa di(1) mancati introiti dalle mie attività lavorative, pressoché > abbandonate da un anno per mancanza di tempo dovendo/volendo dedicarmi solo > a > questo impegno antiguerra, 2) spese di viaggi in loco (Libia e Siria), e di > telefono.A questo si aggiungerà ora 3) il pregiudizio a mie attività future > nel campo dell'ecologia di giustizia, a causa di questa diffamazione nei > miei confronti. Di pagato in relazione alla Siria ho scritto > solo un reportage con foto, per un totale di circa 300 euro. Il resto è > stato gratuito e, ripeto, con spese a mio carico. E con una perdita di tempo > che mi > rallenta diversi progetti anche editoriali. La mia ostinazione è > giustificata solo dal non voler vedere più il mio paese partire a bombardare > altrui popoli (con effetti che ho verificato in loco più volte) con pretesti > umanitari veicolati da menzogne assordanti. Mi muove il desiderio che > quella > alla Libia sia stata L’ultima delle (nostre) guerre di bombardamenti e > massacri. > Ma grazie a tanta gente non sarà così. > > > 4. Per me questo è il naturale seguito di un impegno contro > le guerre occidentali iniziato nel 1991 e sempre gratuito e autofinanziato > (dalle mie attività di autrice di libri e articoli in materia di ecologia, > rapporti Nord-Sud, rispetto dei viventi). L’indignazione > per il ruolo bellico del paese nel quale purtroppo vivo mi ha portata a > essere > presente sia in Iraq che in Jugoslavia che in Libia durante i > bombardamenti e non certo come inviata di guerra (!) ma > come militante. Dal 1991 (prima guerra del Golfo) la propaganda mediatica e > la disinformazione creano consenso a interventi bellici. Ora, accertare la > verità è cosa difficile, ma cogliere le menzogne e la disinformazione lo è > meno. Prende solo molto tempo > . > 5. Con l’occasione denuncio l’opera di demonizzazione contro chiunque esca > dal coro assordante e faccia > notare esempi lapalissiani di propaganda pro-bellica a tutti i livelli. E’ > additato e oltraggiato anche l’impegno di diversi attivisti della Rete NoWar > di cui faccio parte. -- Nicoletta Crocella
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