R: [pace] Re: Analisi Difesa: "Sulla Siria anche l'Onu ci prende per il naso"



Enrico, la invito a dedicarci ancora un po’ del suo tempo.

Vorrei sapere le sue informazioni, anche in sintesi estrema, su alcuni dei fatti più gravi accaduti in Siria.

 

1 L’assedio e le stragi di Homs. Sembrava l’ONU fosse sul punto di intervenire tanta era l’eco dei bombardamenti e delle stragi. Abbiamo sentito dire di bambini uccisi nelle incubatrici, di gente uccisa col gas nervino. Di torture e rapimenti. Sempre da parte del regime. E questo su tutti i media. Persone sconvolte a sentire soprattutto dei bambini uccisi nelle incubatrici.

Poi però su internet facendo ricerche, Marinella Correggia, Silvia Cattori e altri trovavano persone di Homs che dicevano che volevano essere protette dal regime perché alcune bande di insorti le volevano morte. Erano sciiti. Poi ho iniziato a leggere di persone fuggite che raccontavano di rapimenti e torture da parte degli insorti. Poi hanno iniziato a parlarne giornali italiani e stranieri. Alla fine ne ho lette molte di news, e da parti molto diverse, che dicono di crimini a Homs da parte degli insorti.

Cosa è successo a Homs? Erano o no balle quelle delle incubatrici e del gas nervino? Erano o no veri i fatti che imputavano non solo al regime ma anche a formazioni del LES le uccisioni, le sparizioni e le torture di civili?

 

2 Le autobombe a Damasco, dalla prima alla più recente. Il Cns e il Les uniti a dare la colpa al regime. Il regime ad Al Qaeda o affini. Le tivu rimanevano più dalla parte del Cns.

Di chi erano quelle bombe?

 

3 La recente strage di bambini di Houla. Le tivu e le agenzie come al solito hanno distorto le dichiarazioni alquanto caute degli osservatori Onu, trasformandole in accuse al regime. Il regime nega e apre una inchiesta.

Secondo le sue fonti, chi è l’autore?

 

 

Lorenzo Galbiati


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Enrico De Angelis
Inviato: martedì 12 giugno 2012 23.58
A: a.marescotti at peacelink.it
Cc: Lista pace Peacelink; news at peacelink.it; Lista Redazione Peacelink
Oggetto: [pace] Re: Analisi Difesa: "Sulla Siria anche l'Onu ci prende per il naso"

 

Ciao a tutti,

 

faccio un ultimo intervento, ma davvero l'ultimo, su questa lista. Per il resto spero che con Lorenzo Galbiati e altri sia possibile instaurare un vero dialogo, ma mi sembra di capire che con la maggioranza non sia possibile. Pazienza. Ma penso che per ora sia inutile continuare e vi prego di non inviarmi più niente che non sia per la questione del dialogo proposta da Galbiati. Io intanto mi toglierò dalla mailing list. 

 

Una prima risposta a Marinella Correggia, che mi accusa di follia perché scenderei in piazza se ci fosse un intervento armato non concertato con Russia e Cina. Non rispondo più a proposito della sua visione delle cose, tanto ci siamo capiti e io la penso sempre allo stesso modo. Giusto due cose: primo, Correggia continua a dire che l'appello era diretto a lei. La prova sarebbe nella mia frase "i report di Marinella Correggia, che rappresentano esattamente il bersaglio di questo appello". Intendevo dire, e mi sembrava chiaro, che rappresentano esattamente il tipo di report che è il bersaglio dell'appello. Magari fosse solo lei il problema con il suo piccolo blog e qualche articolo per il Manifesto. Tra l'altro dopo le mail che ci siamo scambiati, anche in privato, in cui le dicevo: 1) che io non l'ho mai accusata di trarre profitto, ritenendo un argomento del genere assolutamente scorretto e 2) la natura del centro per cui lavoro, mi sembra scorretto (oltre che ridicolo) continuare a insinuare che sono al soldo dei francesi. Insomma prima si offende perché delle persone la accusano di prendere soldi dai siriani (non io) e poi lei fa lo stesso con me? bah...

Così come è ridicolo quando afferma che ci scagliamo contro il Manifesto perché ancora capace di mobilitare. Primo: ma che capacità di mobilitazione??? Tra l'altro il Manifesto ha dovuto pubblicare una lettera di spiegazioni per la sua linea sulla Siria perché immagino gli siano arrivate un sacco di lettere di protesta dai lettori. Segno che anche chi legge il Manifesto (tra cui io se fossi in Italia) non è detto assolutamente che condivida ciò che legge sulla Siria. Ci scrivono diversi amici miei come Gennaro Gervasio o persone come Danilo Zolo che sono firmatari dell'appello, sul Manifesto. Giusto per farvi capire che le critiche vengono da dentro, non da chissà dove. 

La nostra intenzione era solo quella di smuovere le coscienze perché dovremmo stare tutti dalla stessa parte per pesare di più, proprio perché da soli siamo tutti impotenti. E perché c'è questa visione in grandissima parte completamente inventata su quello che succede in Siria. Ma anche noi siamo pacifisti e facciamo parte della stessa area politica, non so se questo si è capito. Chi sicuramente non merita il nome di pacifista è colui che deciderà di andare alla manifestazione del 16 a Roma, accanto a gente che conosco che ha su Facebook come foto di profilo Bashar al-Asad e che lavorava direttamente per l'ambasciata siriana a roma. E che schifo...

 

Negli ultimi giorni hanno firmato l'appello gente come Antonio Moscato, Sinistra Critica, Assopace, e ancora tanti arabisti, attivisti di movimenti pacifisti, per i diritti umani, attivisti per la Palestina. Andatevi a scorrere come si allunga la lista dell'appello e chi lo sta firmando, a volte dandoci risposte entusiaste e dicendoci "finalmente! non se ne poteva più"!. Se questo ancora non serve a farvi capire qualcosa, e allora pazienza. Ma mettetevi in testa che questi non sono attacchi del potere verso chi scrive cose scomode. Sono attacchi di gente che sa un po' meglio di voi le cose come stanno, per ragioni professionali, non per altro, e che legge incredula quello che scrivete e decidete di leggere. 

 

Per darvi un ultimo esempio pratico commento brevemente questo ultimo articolo di Analisi Difesa, anche questo perfetto bersaglio dell'appello (non li conoscevo prima, spero non si ripeta la stessa opera di vittimizzazione che c'è stata prima con la signora Correggia, ormai bersaglio preferito di poteri forti come me). 

 

Il titolo dell'articolo già dice tutto : "SEMPRE PIU’ GROSSOLANA E INCALZANTE LA DISINFORMAZIONE SULLA GUERRA CIVILE SIRIANA". 

L'autore ha già deciso che c'è disinformazione. Ha deciso che le testimonianze delle persone sono tutte false e fanno parte di un piano di disinformazione voluto e preparato. è una scelta ideologica ovviamente, perché non possiamo sapere se quelle persone hanno detto il falso o no. Se c'è un testimone che racconta qualcosa, si può dubitare, ma non si può decidere a priori che ha raccontato il falso. 

All'autore sfuggono poi diverse cose: 

1) primo, quello che fanno gli osservatori ONU è anche questo, intervistare la gente e ricostruire i fatti. Se si decide che tutti mentono, e allora è finita. Basta dire che queste sono le fonti, e noi le metteremo in dubbio. Fa parte del piano Annan, raccogliere le testimonianze. Se poi non ci piacciono, non è che si può subito dire "c'è un piano di disinformazione!" L'altra cosa che l'autore comodamente omette è che il rapporto è basato sulle osservazioni dei segni di tortura sui bambini. Certo, non possiamo sapere chi li ha fatti, possiamo pensare che i rivoluzionari siano dei mostri capaci di torturare i propri bambini per mostrarli agli osservatori, ma insomma...con tutte le altre prove di tortura, sevizie, uccisioni, non vedo perché dubitarne. Chi conosce qual'è la situazione sa quello che il regime sta facendo perché lo sente ripetere da amici che conosce da una vita. Ormai non posso scorrere le mie pagine su fb per le atrocità che mostrano...tutte macchinazioni? ma per favore. 

2) Le interviste non funzionano perché tutti mentono, ma allora perché non si può dire la stessa cosa di quando parlano i testimoni contro i ribelli o a favore del regime? Perché le testimonianze anti-regime sono false e quelle pro-regime degli articoli che piacciono a voi, dove si usa perfino SANA o le televisioni russe, notoriamente simbolo di giornalismo equilibrato, vanno bene? Allora dovremmo dire: non possiamo sapere più nulla e pazienza giriamoci dall'altra parte. Certo, sarebbe molto più comodo. 

3) L'esercito ha usato i bambini come scudi umani. Lo si sa da mesi perché ci sono i video dell'esercito che entra nelle città (io ne ho visti alcuni ambientati a Zabadani e Homs) accompagnati da civili e con bambini davanti ai carri. Visti personalmente. Ma questo forse l'autore non lo sa, perché non segue la Siria come dovrebbe e non ha a disposizione abbastanza fonti. Se ci arrivano prove da più parti, si fa 2+2...ma no deve essere tutto un complotto...tutti mentono, i video sono ricostruiti negli studi di al-jazeera, etc. etc.  

4) "allo scopo di rendere digeribile il prossimo intervento militare occidentale in Siria al fianco dei nostri alleati al-Qaeda"....questa, vedete, è pura disinformazione. è falso. non c'è altro da dire. Sostenere che questa rivolta venga portata avanti da Al-Qaeda è uno sputo in faccia alla verità. Forse l'1% dei combattenti appartiene ad al-qaeda (dei combattenti, non considero neanche le centinaia di migliaia del movimento non-violento). Padre Paolo dell'Oglio, nel suo ultimo lungo giro ad Homs, una delle roccaforti dei ribelli, dice che non ha mai incontrato un non-siriano! Neanche uno! Dice "sono sicuro che ce ne siano, ma non ne ho mai incontrato uno". Nelle roccaforti dei ribelli. E questo signore dell'articolo ci viene a dipingere la rivolta, anche armata, come portata avanti da terroristi venuti dall'Iraq? Una vergogna, non ci sono altre definizioni. Se si mente così, sulle spalle di gente che muore per lottare contro un regime autoritario, mi dispiace ma il giudizio è netto. Vorrei sapere da dove l'ha presa questa informazione, dato che tutti gli analisti, tutte le persone che sono state in Siria e hanno conosciuto la natura dell'opposizione, tutte le persone che seguono da vicino la cosa, eccetto per Siriani pro-regime e, appunto, i complottisti che vedono solo quello che vogliono vedere, dicono la stessa cosa che ha detto Paolo dell'Oglio. Al-Qaeda in Siria c'è: saranno trecento persone, 500. Non lo so. Il solo esercito libero saranno ormai decine di migliaia e i manifestanti che continuano a scendere in piazza ancora di più e la gente che non scende in piazza e vorrebbe ancora di più e decine di migliaia sono stati costretti a espatriare per paura delle ritorsioni del regime. Io abito al Cairo e qua sembra di stare in Siria. Ho amici Siriani che si occupano del problema dei rifugiati da queste parti (e guarda caso elemosinano fondi da ONG europee, chissà dove sono Qatar e Arabia Saudita). E lui ci viene a dire che stare al fianco della rivoluzione significa stare al fianco di al-qaeda....

5) L'articolo menziona anche la condanna dell'ESL per l'uso di bambini per supporto. Ma in questo caso ovviamente è solo uno sprazzo di dignità...non il fatto che le testimonianze dicono anche questo e che probabilmente anche questo è vero. Ma per lui sembra che le cose dette contro il regime sono false e quelle contro l'ESL sono vere. Su quale base non si sa. Purtroppo, probabilmente, sono tutte vere. 

6) Si dice che questo rapporto è fatto per rendere digeribile un intervento straniero. Ma che è giornalismo questo? sono pure falsità ideologiche e basta. L'ONU deve ricostruire questi rapporti e cercare più prove possibili e queste prove sono anche ottenute attraverso testimonianze. Il solito atteggiamento negazionista a senso unico. Le prove di bambini torturati e uccisi dal regime ce ne sono a centinaia: video e testimonianze di persone al di sopra di ogni sospetto. Se queste testimonianze lo confermano, perché dubitarne? Se le prove vengono da tantissime parti, e poi c'è un rapporto ONU che le conferma, ma perché non stare zitti? Certo ci saranno le solite esagerazioni, ma molto probabilmente la maggioranza corrisponde alla verità.

7) Ultimo paragrafo: ciliegina sulla torta. Il caso del giornalista britannico. Primo: è chiaro che i giornali ne parlano meno rispetto a un rapporto ONU che parla di bambini seviziati e uccisi a centinaia (pare 1200). Vorrei vedere, è naturale che sia così! e vorrei sapere se qualcuno non lo considera normale....

Tra l'altro, anche questo evento è stato pubblicizzato e io l'ho letto da più fonti. E lo ritengo anche vero. I ribelli siriani stanno cercando in tutti i modi di ricevere più attenzione dall'opinione pubblica internazionale e a volte purtroppo ricorrono anche a questi mezzi. Ma che significa? Perché l'autore lo mette alla fine? Per dire che sono tutti sullo stesso piano? 

 

Vedete, questi sono esattamente gli articoli contro cui abbiamo scritto il nostro appello e che vi stanno isolando sempre di più: tendenziosi, basati su pregiudizi ideologici, giornalisticamente non professionali, mancano di fonti, dicono vere e proprie falsità come la questione di Al-qaeda. Così non si va da nessuna parte e certo non si aiuta il popolo siriano, che immagino sarebbe l'obiettivo... 

Se vogliamo davvero farla finita con questa deriva verso la guerra civile ed evitare un intervento straniero, bisogna avere un approccio molto più costruttivo e soprattutto bisogna avere una visione della realtà che non poggi su queste invenzioni e questa faziosità che assolve il regime e nega quello che sta facendo sulla base di nulla. Solo così si può veramente fare qualcosa. Se ve ne importa veramente qualcosa...

 

 

cordiali saluti

enrico de angelis

 

 

 

 

Enrico De Angelis

Researcher at CEDEJ, Cairo

0039-3393250983

 

 



 

Il giorno 12/giu/2012, alle ore 20.22, Alessandro Marescotti ha scritto:



Fonte: Analisi Difesa 
http://cca.analisidifesa.it/it/magazine_8034243544/numero129/article_117314056736782835304055643584_4772136123_0.jsp

"SEMPRE PIU’ GROSSOLANA E INCALZANTE LA DISINFORMAZIONE SULLA GUERRA CIVILE SIRIANA"

12 giugno – Non bastavano le bugie di al-Jazira e al-Arabya riprese acriticamente dalla stampa occidentale. Ora ad aumentare la mole di propaganda grossolana tesa a dipingere il regime e l’esercito siriano come un mucchio selvaggio di macellai di donne e bambini ci si mette pure l’Onu.  Un rapporto delle Nazioni Unite redatto dal rappresentante speciale  per i Bambini e i Conflitti Armati, la signora cingalese Radhika Coomaraswamy (nella foto), denuncia l'esercito siriano di aver utilizzato i bambini come "scudi umani" nel conflitto in corso costringendoli a salire sui carri armati per fermare gli attacchi dei ribelli. La signora Coomaraswamy ha detto alla Bbc di essere stata testimone in Siria di episodi "orribili" e di non avere mai visto una situazione simile in nessuna altra parte del mondo. Verrebbe quindi da pensare che l’alto funzionario dell’Onu si sia recata in prima linea ad Homs, Hama, Houla o in altre città contese tra lealisti e ribelli per toccare con mano e vedere con i propri occhi scene così raccapriccianti. Invece la  Coomaraswamy racconta che "molti ex soldati hanno parlato di attacchi armati nelle aree abitate da civili e di aver visto bambini, alcuni molto piccoli, uccisi e mutilati". Cioè lei non ha visto niente ma sono stati “ex soldati” a raccontare questi episodi, termine che in Siria vuol dire disertori, cioè le truppe passate alle posizioni dei ribelli tra i quali vi sono anche i migliori terroristi di al-Qaeda veterani dell’Iraq e milizie islamiste finanziate da Qatar e sauditi.

Certo ogni guerra civile porta atrocità e non abbiamo dubbi che anche i lealisti si siano macchiati di violenze contro i civili ma molti di questi massacri che sempre più spesso vengono attribuiti alle forze fedeli ad Assad “puzzano”, specie ben sapendo di quali nefandezze sono capaci quei terroristi veterani dell’Iraq dove non esitano a impiegare bambini e disabili come kamikaze. 

Con uno sprazzo di dignità la Coomaraswamy ha ammesso che anche l'Esercito libero siriano (Els), cioè i soldati disertori che combattono le forze pro-Assad, hanno utilizzato i bambini nel conflitto. "Per la prima volta abbiamo sentito di bambini reclutati dall'Els per il fronte” ma poi ha puntato nuovamente il dito contro il regime aggiungendo che “l'uccisione e la mutilazione di bambini sono cose accadute in molti conflitti, ma la tortura in carcere su piccoli che non hanno più di 10 anni è qualcosa di straordinario, che non si è visto in nessun altro posto” dando così per scontate informazioni diffuse finora solo dalla propaganda dei ribelli.

Oltre ai media arabi e occidentali anche l’Onu ci prende per il naso.

Per dimostrare le sofferenze inflitte ai bimbi nel conflitto, il rapporto cita in particolare l'attacco dell'esercito al villaggio di Ayn al-Arouz, nella provincia settentrionale di Idlib, dello scorso 9 marzo. Alcuni testimoni hanno riferito che quel giorno diversi bambini sono stati costretti ad uscire dalle loro case e "usati dai soldati come scudi umani in quanto posizionati davanti ai finestrini degli autobus che portavano i militari nel villaggio". Cioè ancora una volta si citano come fossero testi sacri testimonianze vaghe di esponenti dell’insurrezione allo scopo di rendere digeribile il prossimo intervento militare occidentale in Siria al fianco dei nostri alleati al-Qaeda.

Non a caso rispetto alle illazioni della signora  Coomaraswamy una ben minore visibilità ha avuto la denuncia del reporter britannico Alex Thomson, inviato della britannica Channel 4, che ha accusato i ribelli siriani di aver tentato di farlo cadere in una trappola per farlo uccidere dalle truppe lealiste per poi accusare di un’altra ignominia il regime di Bashar el Assad. Thomson, riferiscono i media britannici, ha raccontato che si trovava a con il suo autista un interprete ed altri due giornalisti a Qusair, a 90 minuti da Homs. Il gruppo stava tentando di ritornare verso le linee governative quando la scorta dei ribelli che li accompagnava li ha spinti, sostiene, verso una strada senza via d'uscita nel mezzo "del fuoco incrociato" di una battaglia. Il giornalista è certo che non si sia trattato di un errore. "I ribelli hanno deliberatamente cercati di farci sparare dall'esercito siriano", perché aggiungere la loro morte all'elenco di dei crimini delle forze di Assad avrebbe aumentato la simpatia di cui gode la causa dei ribelli: La notizia di "giornalisti morti è sempre negativa per Damasco", ha scritto sul suo blog Thomson, che alla fine è riuscito con il suo gruppo a dileguarsi e ha poi lasciato la Siria.

Gianandrea Gaiani
Analisi Difesa
www.peacelink.it