Gentile Marinella Correggia
(poi la prego di pubblicare la mia risposta sulla
lista)
Rispondo ai punti in ordine sparso
1) Non ho mai detto che lei trae profitto o si
arricchisce con quello che fa. Questo sarebbe un
argomento che considero molto basso e poco
convincente, e lo userei solo se avessi prove in
questo senso, che non ho assolutamente. E molti
accusano me della stessa cosa (pagato da potenze
straniere) quindi non mi permetterei mai di dirlo
a nessuno. è un argomento scorretto e inutile e
non lo uso con nessuno, tanto meno con lei.
2) Collegato a questo, si il CEDEJ, come tutti
i centri di ricerca francesi del mondo arabo, è
sotto diretto finanziamento del Ministero degli
Esteri francese. Ma la loro interferenza, detto
questo, è zero. Il direttore è un ricercatore di
Islam politico, di nome Bernard Rougier ed è lui a
decidere chi fa parte dello staff e chi no. E lui,
una volta che sono stato strutturato nel centro,
non mi ha mai fatto pressioni di alcun tipo sulle
questioni di cui mi occupo. La ricerca francese
all'estero fa parte di una questione generale di
presenza della Francia in questi paesi attraverso
la ricerca: come a dire: noi ci siamo. Ma non
risponde a dirette agende politiche su specifiche
questioni. Tanto vale che la maggior parte della
produzione accademica francese in questi centri è
anti-francese perché come in Italia, la maggior
parte degli accademici è di sinistra. Quindi per
favore non ci scambiamo accuse in questo senso,
appunto. Ripeto e potete non credermi, ma io ho
solo problemi in quanto ricercatore con la rivolta
in Siria.
3) Io non ho detto che lei è stata embedded in
altri contesti. Ho detto che la sua situazione di
giornalista in Siria è identica a quella di un
giornalista embedded. Lei è entrata con il visa,
non importa nell'ambito di quale programma
preciso, e questo limita profondamente la
possibilità per lei di avere accesso a tutte le
fonti e le realtà della rivolta. Nel suo caso,
dato che è evidente che lei parte con una idea
precisa da confermare, questo problema non si
pone, ma tanti giornalisti che conosco questi
problemi li hanno avuti e sono stati costretti a
tornare in Italia e in Europa anzitempo. Mi
dispiace ma accettare di raccontare la situazione
in Siria in questo stato è, ripeto pari ad
accettare le deformazioni di una informazione
costruita da parte delle autorità. Cosa normale,
tutte le autorità lo fanno. Ma non mi dica che
così si può raccontare la verità o fare
controinformazione. E non mi racconti che era da
sola: sarebbe molto ingenua e dimostra di non
sapere come funziona il sistema di sicurezza in
Siria. Veramente sconfortante che persone con
questa poca dimestichezza con una certa realtà
possano divenire punti di riferimento per
ricostruire tale realtà. Veramente. A meno che non
li abbia convinti che comunque avrebbe scritto
cose pro-regime, ma ne dubito. Che avesse libertà
di movimento e di accesso alle fonti è
impossibile. Ma proprio impossibile.
4) Non è vero che gli Stati Uniti stiano
finanziando la rivolta. Punto. Non so cosa abbia
detto la coordinatrice di Limes esattamente (su
cui, per inciso, scrive Lorenzo Trombetta come
esperto di Siria, quindi anche loro riconoscono
una nostra maggiore competenza in materia), e
quindi non posso confutarla qui. è vero che Qatar
e Arabia Saudita stanno finanziando la rivolta. Ma
vede, qui bisogna raccontare tutta la storia: 1)
Non dall'inizio come lei sostiene. Lo so, ancora
una volta, perché al contrario di lei i miei
contatti sia con opposizione che con regime sono
molto più densi dei suoi. Qatar e Arabia Saudita
hanno cominciato progressivamente, prima con
attività di finanziamento per esempio del ramadan
in Libano e Turchia, poi sponsorizzando
particolari gruppi fuori di oppositori prima della
Siria. E tutto ciò attraverso canali non ufficiali
e discontinui, non direttamente dallo Stato.
Hanno cominciato a finanziare più direttamente
la rivolta armata più o meno da dicembre. Ma nn è
facile per loro perché avviene tutto contro il
parere di Stati Uniti ed Europa che queste armi
non sanno ancora a chi darle e sono preoccupati da
una possibile escalation e il divenire una guerra
per procura con Russia, Iran e Cina con i primi
due che invece, questi ufficialmente attraverso
canali statali, riforniscono il regime di armi.
Come vede, la situazione è più complicata di
come lei la descrive. La rivolta non è finanziata
dall'esterno, se lo metta in testa. Ci sono attori
esterni che cercano di influenzarla promuovendo
alcuni gruppi invece di altri dopo che la rivolta
era già iniziata. La capisce la differenza o no?
Questa per me è un'offesa imperdonabile a tutte le
persone che conosco che la portano avanti gratis e
a rischio della vita e che sono la maggioranza. E
basta!
5) Dire che al-Qaeda guida o quasi la rivolta è
una tale assurdità che non saprei da dove
cominciare. Al-Qaeda ha piccolissimi gruppi
all'interno del paese, infiltrati in Siria nel
caos generale, e infatti hanno bisogno di mettere
bombe per ottenere visibilità e peso nella
rivolta. Il 99% dell'opposizione è completamente
contro e distaccata da questi gruppi e se lei
sostiene questa cosa, ancora una volta, è perché
non ha sufficienti contatti, fonti, non legge
l'arabo, non incontra abbastanza gente, etc.
Qualunque esperto della questione, e sottolineo
qualunque, le dirà la stessa cosa. Ci sono alcuni
gruppi di salafiti locali che attualmente ricevono
finanziamenti da businessmen di Qatar e Arabia
Saudita e questi potrebbero rappresentare un
problema maggiore in futuro. C'è in corso una
guerra ideologica nell'opposizione e più la crisi
continuerà e più gente come lei scrive assurdità
su al-Qaeda e la natura unicamente settaria della
rivolta, più questi gruppi ovviamente
acquisteranno potere con il passare del tempo. Ma
i siriani in generale non sono un popolo
radicalmente religioso e anche l'opposizione
interna di conseguenza. Altra questione sono i
fratelli musulmani fuori, che però ancora hanno
pochissima presa sul terreno. Come vede, di nuovo,
non solo lei ha idee che non corrispondono alla
realtà politica sul campo ma le cose sono molto
più complicate di come le dipinge lei.
6) Non è vero che l'informazione sulla Siria è
one-sided. Lei guarda all'informazione mainstream
italiana, dove pure comunque escono molte
descrizioni della Siria come conflitto etnico. Tra
l'altro questa informazione di cui parla lei si
focalizza sul lato violento della rivolta, che non
fa certo bene all'immagine dell'opposizione, e
ignora completamente le numerosissime e splendide
iniziative del foltissimo movimento non-violento
in Siria, che rappresenta quasi la maggioranza.
Questo movimento è capace non solo di continuare a
manifestare nonostante l'escalation di violenza,
ma anche di portare avanti iniziative culturali e
creative, come i movimenti di Ayaam Hurria (i
giorni della libertà), Rima Dali, La terra è
nostra, il popolo siriano sa la propria strada, Il
popolo siriano è unico e tanti altri che
ovviamente, data la sua scarsa conoscenza della
situazione, immagino non conosca nemmeno (le
presenterò un giorno alcuni dei miei tanti amici
alawiti che fanno parte di queste iniziative con
cristiani, sunniti etc.). Quindi come vede le
distorsioni esistono ma non sono tutte a favore
dei rivoltosi. La stampa fa spesso un pessimo
lavoro perché la macchina dell'informazione
funziona in questo modo. Devono scegliere per
questioni narrative un buono e un cattivo ed è
chiaro che il regime si presta a giocare il ruolo
del cattivo (e in effetti lo è, se dobbiamo
scegliere). Lei ha ragione che serve denunciare
questa cattiva informazione, e che abbiamo bisogno
di un'informazione migliore. Ma la soluzione non è
produrre un'informazione altrettanto cattiva, se
non peggiore, ma dal lato del regime, come lei fa.
Mica funziona così.
7) Definire gli USA accaniti sostenitore della
rivolta in Siria mi fa ridere e farebbe piangere
qualsiasi siriano che condivide la rivolta. Ripeto
andate a mettere su google Hillary Clinton, Obama
e Syria e ricostruite le posizioni americane fin
dall'inizio della rivolta e capirete cosa intendo.
Ma di cosa stiamo parlando? Allucinazioni
collettive? La prima volta che ho sentito parlare
esplicitamente di intervento armato da parte di
quadri alti è stato qualche giorno fa da parte di
Hollande la quale però ha anche sottolineato: 1)
non daranno armi ai rivoltosi e 2) qualunque
intervento deve avvenire su decisione del
consiglio di sicurezza, vale a dire con Russia e
Cina. E questo dopo 12.000 morti in un'area
strategicamente cruciale per tutti. Ma si rende
conto delle cose che dice?
Gli accaniti sostenitori in America di un
intervento armato sono solo alcuni falchi
repubblicani che vengono regolarmente distrutti
dalla stampa liberal negli Stati Uniti, se la vada
a vedere: io ho letto talmente tanti articoli in
questo senso che ne ho perso il conto. Alla faccia
dell'informazione one-sided di cui parla lei.
8) Lei usa come altri sempre l'argomento delle
efferatezze dell'opposizione armata. Non è che io
le neghi. Ci sono, e, mi permetta di dirglielo, lo
sapevo prima di lei perché ho amici alawiti che me
ne hanno parlato appena sono cominciate. E vanno
condannate. Ma viste le differenze di numero,
vista la storia della rivolta (per la quale queste
efferatezze sono avvenute cronologicamente dopo le
prime stragi del regime), bisogna metterle in
contesto. Condannarle si. Parlarne si (e se ne
parla). Ma non per questo, come abbiamo scritto
nell'appello "rimescolare le responsabilità". è
chiaro che in una situazione del genere non è che
ci sono santi da una parte e carnefici dall'altra.
Ma è anche vero che il regime ha la maggiore
responsabilità di questa escalation e i suoi atti
di violenza superano di gran lunga quelli
dell'opposizione (ci sono le prove, per chi si sa
muovere in questo ambito, che non è il suo caso).
Tra l'altro, come avevo già scritto, molti di
questi atti efferati sono condotti da gruppi che
non hanno a che fare nè con il regime nè con
l'opposizione ma sono gruppi criminali che stanno
proliferando in questo caos. Ma ovviamente il
regime li presenta come atti dell'opposizione.
9) Lei non vuole essere accostata a Magdi Allam
e Fiamma Nirenstein e perfino minaccia di
querelarmi. Ma si rende conto che, eccettuati
alcuni dettagli, scrivete le stesse cose? Parole
sue: al-qaeda guida la rivolta. è una fesseria, e
chiunque conosce bene la situazione lo sa. E in
Italia a dirlo sono persone come lei, e anche
Magdi Allam e Fiamma Nirenstein, perché Israele ha
paura della rivolta in Siria e in generale della
Primavera Araba molto di più di quanto avesse
paura di Bashar Al-Assad, con cui qualche anno fa
stava per raggiungere un accordo definitivo per il
Golan...ma lei forse il reale background dei
rapporti/collaborazioni tra Siria, Israele e Stati
Uniti non lo conosce. Bashar al-Assad si spaccia
per nemico di Israele per una questione di
immagine, nient'altro. Lo abbiamo scritto
nell'appello e chissà perché il 90% degli esperti
di Medio Oriente lo ha firmato.
10) Un'ultima volta: so che l'informazione
prodotta dagli attivisti è un problema. Ho scritto
un'articolo su Sociologica praticamente su questo,
molto critico. Ma se lei avesse a disposizione
altri canali, se andasse a vedersi gruppi di
attivisti su fb e piattaforme, se parlasse su
skype con tante persone che stanno nel paese e che
lei conosce da anni, se conoscesse giornalisti in
Siria, alcuni rimasti dentro e altri costretti a
uscire, se sapesse chi fa i video e chi è più
affidabile, se avesse il tempo di imparare a
muoversi in questa immensa produzione di
informazioni, potrebbe ricostruire meglio la
realtà e dire meno sciocchezze. Ma lei non può
farlo: quindi la mia domanda è: ma perché deve
scrivere sulla Siria? Oppure lo faccia, ma
cercando veramente di fare un'informazione
migliore che conduca a un dialogo costruttivo e
lontano dalla polarizzazione
guerrafondai-negazionisti della rivolta. Perché
entrambe queste posizioni sono sbagliate e
semplicistiche. Ma lei sta dalla parte estrema dei
"negazionisti della rivolta". E se la realtà fosse
diversa le direi "si ha ragione, la rivolta è
stata guidata dall'esterno. I siriani stavano
benissimo. Non l'hanno decisa loro ma potenze
occidentali e del golfo per destabilizzare la
Siria". Ma non è così, purtroppo per lei. La
situazione come sto cercando di spiegarvi è molto
ma molto lontana da questa descrizione.
Mi fermo qui. Tanto so che è inutile. Lei ha
deciso che c'è un complotto, che la rivolta non è
autentica. Lo ha deciso su basi ideologiche, e
sulle scarse e spesso sbagliate informazioni che
ha sulla regione e in particolare sulla Siria, un
paese di cui pochissimi in Italia a parte me e
altri tre o quattro, sapevano qualcosa prima della
rivolta.
Non perderei il mio tempo a criticarla (mi
creda, non mi diverto a fare il saccente e a
ripetere 100 volte "io so" e "lei non sa") se le
sue falsità non fossero uno sputo in faccia alla
realtà e alle tante persone che muoiono e soffrono
per questa rivoluzione. Certo da tempo anche
pro-regime. E provo pietà per loro. Ma il mio
giudizio è pari a quello verso i ragazzi di Salò:
stanno dalla parte sbagliata e combattono per un
regime di tipo fascista, ultra-capitalista e
sanguinario. E quindi la loro morte deve essere
valutata storicamente in modo differente (e
comunque c'è una tale differenza di numeri tra le
due parti...per non parlare degli oppositori
torturati e ancora in prigione).
Se lei pretende di continuare a deformare in
questo modo la realtà e a giustificare la
repressione che continua o addirittura mettendola
in dubbio perché non ha accesso a tutte le fonti e
la sua conoscenza del contesto è limitata, non si
offenda però se gente come me la critica, anche
pesantemente.
Anche perché quando ci troveremo di nuovo dalla
stessa parte, quando si parlerà di Palestina o di reali interventi
Nato preparati anche mediaticamente per ragioni
geo-politiche, saremo tutti delegittimati e la
colpa non sarà mia.
Cordiali Saluti
enrico