Re: [pace] Sgradevole attacco a Marinella Correggia
- Subject: Re: [pace] Sgradevole attacco a Marinella Correggia
- From: "mary r" <humdrum2 at libero.it>
- Date: Tue, 5 Jun 2012 14:59:25 +0200
- Importance: Normal
invece di fare il corporativismo attorno ad un’amica, ritenendola assenta
da critiche perché.... è un’amica, vi consiglio di leggere le parole di Enrico.
Forse potreste finalmente capire qualcosa da una persona che è attivo sul campo
da molto tempo e che ha meritato la grande stima cui i suoi molti amici
riservano per lui. Non credo che “lei” è la bersaglia di un appello che è stato
sottoscritto da persone che non conoscono chi cavolo sia, ma è critico con il
modo, che si presenta completamente embedded ed acritico del
regime per cui lei in questo caso particolare fa la propagandista. E’ talmente
evidente che manca un qualsiasi riscontro nei suoi scritti, che sono veramente
piene di supposizioni che sono agli antipodi di una mole di testimonianze
siriane e stranamente, molto stranamente, combaciano con le parole d’ordine del
regime.
From: Alessandro Marescotti
Sent: Tuesday, June 05, 2012 2:36 PM
Subject: [pace] Sgradevole attacco a Marinella
Correggia Messaggio
per Enrico De Angelis Trovo sgradevole questo intervento finalizzato a screditare Marinella Correggia. Espressioni del tipo "un personaggio come Marinella Correggia" le avverto come assolutamente fuori luogo, specie qui. C'e' il pieno diritto di criticarci ma e' inopportuno scendere sul piano personale. Per quanto mi riguarda ho apprezzato e apprezzo Marinella. La conosco dal 1991. I suoi contributi parlano sufficientemente. Il fatto che un intero stuolo di studiosi si sia mosso per attaccarla come "bersaglio" con un apposito appello non fa che evidenziarne le indubbie qualita'. Alessandro Marescotti www.peacelink.it
From: loretta mussi <loretta.mussi at unponteper.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Tue, 5 Jun 2012 13:03:46 +0200
To: <pace at peacelink.it>; francesca
manfroni<francesca.manfroni at unponteper.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Cc: <edeangelis at gmail.com>
Subject: Fwd: [pace] Fwd: Risposta al commento su Appello
Siria
Enrico De Angelis mi ha chiesto di mandarvi il suo contributo (vedi sotto)
perchè, non essendo in lista, era stato rigettato. Spero che ora funzioni.
Grazie
Loretta
Ciao a tutti,
vi rispondo solo a nome mio e non a nome dei firmatari dell'appello (semmai
potreste mettere la mail dell'appello in cc così anche gli altri sono al
corrente del dibattito).
Sono d'accordissimo con Alberto che il dibattito non è sterile, anzi.
L'intento dell'appello era proprio questo e pensiamoci di esserci riusciti. Non
ho ancora avuto tempo di leggere le risposte sul blog di Alberto.
Non so perché Alberto ritenga la firma di Paolo dell'Oglio incomprensibile,
dato che noi e lui abbiamo esattamente le stesse opinioni. Paolo (che ho
conosciuto nel lontano 2006, ma Lorenzo lo conosce meglio di me) è impegnato fin
dall'inizio nel tentativo del dialogo, e per questo il regime voleva
allontanarlo. è anche convinto tuttavia che la rivolta in Siria sia autentica e
che il risultato finale debba essere una Siria pluralista e democratica, e
l'ultimo appello è indirizzato anche al regime chiedendogli di fare un passo
indietro, mentre la lettera a Kofi Annan è appunto il riconoscimento del
possibile ruolo dell'ONU in questa situazione. Non vedo dove siano i punti che
contrastano con il nostro appello, che va esattamente in questa direzione. Paolo
dell'Oglio sa che la rivolta è autentica e la vede, come noi, nella sua
complessità. Comunque scrivetegli, vi risponderà lui.
Ma per esempio tra lui e un personaggio come Marinella Correggia, che voi
citate, c'è un abisso. Mi fa strano che decidiate di usare dei post di
Marinella, i cui scritti rappresentano esattamente il bersaglio del nostro
appello e di cui penso tutto il male possibile. Una persona che non conosce
niente di Siria, usa qualsiasi pretesto per sostenere la natura fabbricata della
rivolta, e che è andata a Damasco come giornalista embedded (con tanto di visa)
come un giornalista della Fox al seguito delle truppe americane in Iraq. Lo so
perché ho molti amici giornalisti che mi chiedono contatti quando vanno in Siria
e mi raccontano esattamente come funziona quando ci vai con il visa del governo,
seguito dai minders del regime. Questo lei dovrebbe dirlo ma non lo fa, vorrei
vedere se volesse avere accesso a differenti fonti di informazione: veri
oppositori. Quando contatto per conto di giornalisti i molti attivisti siriani
dentro e fuori la Siria, la prima domanda che mi fanno è "entra con il visa o
no?" perché a seconda della risposta cambiano i contatti che sono disposti a
darmi....Questo per dirvi quanto possa essere limitata la visione di un reporter
che va a lavorare in queste condizioni. I reportage di Marinella Correggia dalla
Siria sono per quanto mi riguarda quanto di peggio c'è in circolazione, lo dico
senza problemi. E sono tra quelli che ci hanno spinto, dopo mesi di mal di
pancia a leggere le falsità che contengono, a decidere di unirci in questo
appello.
Con queste persone qua, che non parlano l'arabo, non hanno reali contatti
con la gente di là prima della rivolta, non conoscono la storia della Siria, e
che decidono sulla base delle poche e spesso falsissime informazioni che hanno
che si tratti di un complotto, onestamente non vorrei sprecare il mio tempo a
parlare. Perché so che è completamente inutile. è una scelta ideologica e frutto
di pregiudizi, che non c'entra nulla con quello che realmente accade.
Detto questo, il dialogo con chi vuole ascoltare continuerà e sono contento
di questo. Quando Loretta afferma: "Noi, penso, dobbiamo cercare i modi per
svelare di più questo disegno e batterci contro di esso, supportando le forze
che vogliono realmente un cambiamento", ecco, questo è esattamente il nostro
punto. Ma il disegno, cara Loretta, non è occidentale. Ci sono tanti disegni in
corso, perché in una zona come la SIria è chiaro che ognuno vuole dire il suo.
Quindi si, il vostro compito sarebbe di individuare questi attori, e puntare su
questi. Io li conosco già e già lo faccio. Non è che sono con USA ed Europa, che
se parlano lo fanno perché costretti dalla pressione mediatica o per i propri
interessi, né con Qatar e Arabia Saudita, di cui penso anche tutto il male
possibile. Ma certo sono anche e ancora di più contro il regime, Russia e Iran,
che giocano in questa situazione il ruolo che Stati Uniti giocavano e giocano in
America Latina.
Quindi ripartire da questo e non certo dalle idee di Marinella Correggia,
che queste forze spontanee, popolari e autentiche sembra non conoscerle proprio
e di rifiutarne la legittimità (come il regime siriano, vedi ultimo discorso di
Bashar).
Dato che mi avete coinvolto in questo dialogo, ne approfitto per
raccontarvi perché sono divenuto così coinvolto in questa situazione, così ci
capiamo meglio.
La Siria per me è una seconda patria e per tutti gli anni che ci ho passato
non ho mai avuto problemi con il regime. Ci conoscevamo bene, mi lasciavano
libertà di azione e di organizzazione di attività anche su temi delicati, perché
sapevano che non andavano oltre circoli di elite culturali e accademiche nel
paese. Il ministero dell'informazione per me era una seconda casa, ho diversi
amici là (alcuni ora sono stati in prigione perché hanno aderito alla rivolta).
Non sono un interventista, e per me la Siria era un paradiso: paese povero
ma sicuro, economico, bellissimo. Il paradiso del ricercatore credetemi. Non ho
nessun vantaggio dalla rivoluzione, che non mi consente più di andarci (ora
sanno da che parte sto) e che anche se la svolta democratica avvenisse
presenterà problemi per molti anni, dato che ormai le infiltrazioni di al-qaeda
sono divenute una realtà.
E tuttavia la mia opposizione al regime nasce, prima ancora che dalla mia
conoscenza diretta e accademica di quello che avviene nel paese e fuori di esso,
da questioni personali. Mi spiego. Quando la rivolta è cominciata (ero tornato
in Italia dalla Siria da appena un mese) i miei amici, perfino i più
insospettabili e apolitici, hanno aderito alla rivolta, a volte sinceramente
sorprendendomi (inutile dirvi quante persone conosca in Siria: tantissime con
tantissime idee diverse e discuto ancora con molti pro-regime, anche se più
difficilmente di prima). Queste persone sono state immediatamente arrestate,
torturate e così via (alcuni di loro sono morti, di altri non ho più notizie da
mesi). Inutile dire che i pro-regime stanno tutti benissimo.
La rivolta è nata autentica. I miei carissimi amici del giornale Qasiun, un
giornale comunista semi-legale, tutti anti-americani e anti-israeliani fino al
midollo, ne fanno parte. Sono più anti-americani e anti-israeliani di chiunque
di noi, eppure sono con la rivolta e pagano, a volte con la vita, questa scelta.
Chiunque non abbia questa conoscenza pre-rivolta della Siria, non può
ricostruire le cose per bene, ed è il caso di gente come Marinella Correggia.
E mi tocca leggere dai reportage di queste persone che i miei amici non
esistono! Per loro è tutto organizzato dall'esterno, c'è una campagna mediatica
contro il regime.
Sono tutte cose assolutamente non vere, punto. Non c'è da discutere su
questo.
Io ho scritto un libro per Carocci su guerra e mass media. è il mio lavoro,
mi occupo di comunicazione politica internazionale da dieci anni. Chi dice che
c'è una campagna mediatica in corso contro la Siria, non conosce nulla di questi
argomenti. Una campagna mediatica è ben altra cosa, e il caso dell'Iraq 1991 e
2003 ne sono degli esempi. La Libia è ancora un altro caso, c'è stata ma non
altrettanto preparata.
Sulla Siria possiamo parlare del ruolo ambiguo di media come Al-Jazeera, e
siamo d'accordo. Possiamo parlare di tanti errori e imprecisioni nella copertura
degli eventi, e siamo ancora d'accordo. Ma la copertura mediatica sulla Siria
riflette pienamente l'indecisione che a livello decisionale contraddistingue
l'Occidente in questo momento. Il 15 marzo scorso, anniversario dell'inizio
della rivolta, i giornali italiani non hanno dedicato niente alla Siria, se non
qualche trafiletto. Ambienti vicini a Israele dipingono la rivolta come guidata
da al-Qaeda, perché Israele ha paura dell'instabilità. Magdi Allam e Fiamma
Nirenstein, signori miei, scrivono le stesse identiche cose della Correggia, vi
rendete conto? L'attenzione per la SIria, considerato il numero di morti e la
sua importanza strategica, non è nulla. Ma sapete veramente cosa è una campagna
mediatica e come viene realizzata? Una campagna mediatica si fa con quotidiane
affermazioni contro i dittatori e tanti altri, ormai elaboratissimi, mezzi. Ma
se andate a rivedere le dichiarazioni di Obama e della Clinton dall'inizio della
rivolta (io le conosco tutte a memoria), resterete sbalorditi dal vedere come
Bashar è dipinto come un riformatore, come uno che se ne deve andare ma di sua
volontà, come uno che può condurre la SIria verso la democrazia e gli deve
essere dato tempo. Ma di che stiamo parlando? Guardate che qui c'è veramente un
abbaglio collettivo se pensate che ci sia una campagna mediatica.
Le esagerazioni mediatiche ci sono, certo, ma sono errori giornalistici,
anche dovuti al fatto che gli attivisti ovviamente esagerano. Ho scritto
articoli accademici su questo, perché è esattamente il mio campo di indagine e
sono molto critico verso la copertura mediatica della rivolta e il ruolo
eccessivo di alcuni attivisti, ma ci sono ragioni precise dietro questi
problemi, non sono il frutto di una campagna mediatica già disegnata. è come il
gioco dei numeri della questura in Italia. Il regime dice che non ci sono stati
morti, gli attivisti dicono che erano 100, ma non ci sono fotografie e video,
non abbastanza, per verificare la realtà. Forse i morti erano 50, forse 70 forse
30. Io ci parlo con gli attivisti di questi problemi, so come pensano e come
agiscono. Mi dicono: dobbiamo esagerare, perché altrimenti nessuno si occupa di
noi, e anche perché devi esagerare perché altrimenti non riesci a trasmettere la
gravità di quello che succede.
Ma quello che a noi importa è che i morti ci sono stati e l'abbondanza di
prove c'è, per chi segue da vicino la questione e ha accesso a fonti in arabo e
alla gente che questa rivolta la fa, ogni giorno su fb c'è la foto di un citizen
journalist che muore in Siria per fare quello che fa, la foto con nome e
cognome.
Io questa operazione di ricostruzione posso farla e la faccio e vi dico
qual'è la situazione. Il regime poteva autorizzare giornalisti embedded fin
dall'inizio: un giornalista della BBC camera alla mano avrebbe sicuramente
filmato questi fantomatici terroristi che secondo il regime già un anno fa
guidavano la rivolta. Ma non lo ha fatto, perché sapeva benissimo che questi
terroristi erano a quel tempo un'invenzione e che i giornalisti avrebbero
filmato al contrario tutta un'altra realtà.
La rivolta in Siria è una rivolta contro tutti: contro il regime prima di
tutto, ma anche contro intromissioni dall'esterno, dalla Russia al Qatar,
dall'Arabia Saudita all'Iran. Ma noi dobbiamo stare dalla parte della gente che
questa rivolta la fa sul campo. Non scegliere tra questi schieramenti.
Se poi non vi volete fidare di quello che vi racconto, naturalmente è
vostro diritto. Ma per favore non portatemi Marinella Correggia come una che può
dire qualcosa di sensato sulla Siria. Per me tra lei e Fiamma Nirenstein c'è
poca differenza. So che si offenderà ma è la verità: d'altra parte scrivono le
stesse cose, solo la Nirenstein accusa Qatar e Arabia Saudita e Marinella
Correggia ci aggiunge gli Stati Uniti. Poca differenza.
saluti
Il giorno 05/giu/2012, alle ore 11.11, loretta mussi ha scritto:
Non credo che giovi, in queste situazioni, usare i toni forti e sarcastici. ----------------------------------------------------------------
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- Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
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- Re: [pace] Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
- From: loretta mussi <loretta.mussi at unponteper.it>
- Fwd: [pace] Fwd: Risposta al commento su Appello Siria
- From: loretta mussi <loretta.mussi at unponteper.it>
- Sgradevole attacco a Marinella Correggia
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
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