Rispetto al nuovo ministro degli esteri,
quasi rimpiango la nullità precedente, vale il detto che “ c’è una
mamma sempre incinta….”
senbastiano
Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]
Per conto di redazione il dialogo
Inviato: giovedì 16 febbraio 2012
11.59
A: pace at peacelink.it; Mosaico di
pace; Tavola della pace
Oggetto: [pace] dichiarazioni
ministro degli esteri
Priorità: Alta
Questa mattina dalle 7.30 alle 8 circa il Ministro
degli esteri italiano Terzi di Sant'Agata, ha partecipato alla trasmissione del
mattino di Rai uno. Ha fatto due affermazioni molto gravi.
La prima dichiarazione è sulla Siria. Egli ha attaccato duramente il governo di
Damasco, con cui abbiamo normali rapporti diplomatici e con il quale non
esistono contenzioni fra i due stati, usando nei suoi confronti il termine
"regime" e appoggiando apertamente e riconoscendo di fatto il
CNS come se si trattasse del legittimo governo siriano. Terzi di
Sant'Agata, contravvenendo alla Costituzione, ha di fatto dichiarato guerra
alla Siria, ingerendosi negli affari interni di uno stato sovrano, cosa che è
fra l'altro negato, oltre che dalla nostra Costituzione, dallo Statuto
dell'ONU. Manca solo la decisione della espulsione dell'ambasciatore siriano
dall'Italia. Ha annunciato anche che nei prossimi giorni (forse proprio il 19
febbraio in occasione della manifestazione del CNS a Roma) ci sarà a Roma un
incontro dei massimi rappresentanti del CNS. Significativo il fatto che Terzi
di Sant'Agata, mentre faceva le sue affermazioni belliciste contro la Siria
sostenendo il CNS che è in guerra contro il legittimo governo di Damasco
(perchè la guerra la si può fare in tanti modi, finanziando per esempio chi la
combatta per proprio conto), dall'altro lato ha anche dichiarato che non ci
sono le condizioni per un intervento tipo Libia ma solo perché non si è trovata
la unanimità nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Se questa unanimità si fosse
trovata noi oggi saremo in guerra anche contro la Siria e visto che non
possiamo farlo direttamente, appoggiamo chi in Siria la sta combattendo.
La seconda dichiarazione è sull'Afghanistan. Ha dichiarato testualmente
"siamo in Afghanistan per restarci" e, con riferimento al decennale
dell'intervento italiano in quel paese che cade nei prossimi giorni, ha detto
che "ci vorranno altrettanti anni per stabilizzare la situazione".
Dovremo quindi, nelle intenzioni del governo, restare in Afghanistan altri
dieci anni senza che ciò sia stato discusso in parlamento e con tutto ciò
che questo significa sia in termini di costo stimato dell'operazione (che sono
circa altri 15miliardi di euro), sia in termini di violazione aperta e
sistematica della nostra Costituzione che non mi pare preveda una vocazione
neocolonialista per il nostro paese. Altri 15 miliardi e più (oggi ogni anno
spendiamo 1,5 miliardi di euro) da dedicare alle missioni militari, con
relativo costo di vite umane e di finanziamento del complesso
militare-industriale italiano, senza alcuna possibile giustificazione.
Riflettano dunque bene le associazioni come la Tavola
della Pace o la CGIL che hanno deciso di partecipare alla manifestazione del
CNS di Roma del 19 gennaio. Si tratta di una enorme trappola che porterà queste
associazioni ad essere arruolate fra quelle che sosterranno di nuovo l'Italia
in Guerra in spregio della nostra Costituzione e della volontà di pace dei suoi
cittadini.
Non ha nulla da dire in proposito il Presidente della Repubblica Napolitano che
della Costituzione dovrebbe essere il massimo garante?
Giovanni Sarubbi - Direttore www.ildialogo.org
--
il dialogo
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