Spero di poterlo fare nei prossimi giorni, ma
dovrebbe essere un lavoro a più mani.
Franco
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Frescobaldi 13 - 44042 CENTO Tel.051.6836715 -Fax
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Sent: Wednesday, January 04, 2012 4:35
PM
Subject: Re: [pace] Shopping saudita di
cacciabombardieri e bombe a grappolo
giustissime considerazioni, ma intanto potresti preparare una
breve bozza del testo? grazie valerio
At 14.52 03/01/2012,
Borghi Franco wrote:
Grazie
a Giampiero e a Valerio Gennaro per le loro
risposte. Prima di preparare
un testo (chi lo fa?) occorre verificare l' indirizzo esatto dell' Accademia
norvegese che rilascia il Premio Nobel e all' attenzione di chi. La raccolta
di forme dovrebbe essere fatta in modo certificabile e contablizzabile in
rete, così come fanno grosse associazioni del tipo Amnesty International.
Noi siamo in grado di fare altrettanto ? Altrimente le fiorme raccolte
non avrebbero valoro. Oppure bisognerebbe che ognuno
inviasse a destinazione la propria lettera, con un testo comune, e con
copia conoscenza per Peacelink in modo da sapere quante lettere partono. E
potrebbe essere spedita anche per posta o per fax. Cio sarà poi chi, in
questo periodo pre-elettorale in USA, un' iniziativa del genere andrebbe a
disturbare Obama e questo qualcuno non lo vorrebbe
fare....! Saluti,
Franco ----------------------------------------- Franco BORGHI
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- From: Giampiero
- To: pace at peacelink.it
- Sent: Tuesday, January 03, 2012 1:37 PM
- Subject: Re: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe
a grappolo
- sono molto daccordo!
- Giampiero monaca
- Il giorno 03/gen/12, alle ore 12:20, Borghi Franco ha scritto:
- Ci sarebbero molto punti da evidenziare in
questo documento. Ora me ne salta agli occhi uno e mi colpisce
allo stomaco : quello che ci racconta come questo enorme contratto di
fornitura di armamenti sia statto voluto e favorito da Barack Obama,
PREMIO NOBEL PER LA PACE.
- Questa è un' assurdità che non può passare
sotto silenzio. Mi chiedo se non sia il caso di inviare all'
Istituto dei Premi Nobel in Norvega una richiesta di ritirare a Obam
quel premio Nobel del tutto immeritato.
- Ma ci vorrebbero tante firme.
- Che ne pensate ? Lo si fa ?
- Franco
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- Franco BORGHI
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- From: Alessandro
Marescotti
- To: news at peacelink.it ;
Lista pace Peacelink
- Sent: Saturday, December 31, 2011 4:58 PM
- Subject: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe
a grappolo
- Questo governo decapita ancora le donne accusate di stregoneria,
non consente la patente a chi e' di sesso non maschile e vieta (la
punizione e' la fustigazione) la predicazione del cristianesimo ma
agli occhi dei mass media non viola gravemente i diritti umani...
- Con uno shopping cosi' vuoi pure rimproverarlo?
- Se la Siria comprasse dagli Usa a questi livelli, cucirebbe le
bocche a tutti.
- www.peacelink.it
- From: antonio mazzeo <a_mazzeo at yahoo.com>
- Date: Sat, 31 Dec 2011 07:10:10 -0800 (PST)
- To: Antonio Mazzeo<a_mazzeo at yahoo.com>
- Subject: Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a
grappolo
- Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo
- di Antonio Mazzeo
- Fine anno con i botti per il complesso militare industriale USA.
La Casa Bianca ha annunciato la vendita all’Arabia Saudita di 84
cacciabombardieri F-15 “Strike Eagles” di nuova costruzione e
l’aggiornamento di 70 velivoli dello stesso modello già in possesso
dell’aeronautica militare saudita. Il valore del contratto è valutato
in 29,4 miliardi di dollari e secondo il Dipartimento di Stato
comporterà “50mila nuovi posti di lavoro distribuiti su 600 aziende
subfornitrici in 44 Stati dell’Unione”. Prime contractor il
colosso Boeing che in passato ha fornito alla petromonarchia saudita
elicotteri “Apache”, velivoli radar “AWACS” e altri mezzi di guerra.
La revisione dei vecchi cacciabombardieri avverrà entro la metà del
2014 mentre la consegna dei nuovi “Strike Eagles” partirà nel 2015.
L’accordo prevede pure l’addestramento di 500 piloti sauditi nei
prossimi sette anni.
- L’amministratore delegato di Boeing, Jim McNerney, nell’esprimere
soddisfazione la commessa ha personalmente ringraziato Barack Obama e
re Abdullah bin Abdul Aziz al Saud per il determinante contributo che
hanno dato per il buon fine delle trattative. Per il Dipartimento di
Stato “l’accordo rinvigorisce il già solido e duraturo rapporto tra
Stati Uniti e Arabia Saudita e dimostra l’impegno americano a
mantenere alta la capacità difensiva saudita, ritenuta elemento-chiave
della sicurezza nella regione”.
- Con implicito riferimento alla crisi iraniana, Washington spiega
di voler mandare “un forte messaggio ai Paesi della regione che gli
Stati Uniti sono determinati a mantenere la stabilità del Golfo e
dell’intero Medio oriente”. La vendita dei cacciabombardieri
F-15 contribuirà “ad accrescere le capacità delle forze aeree tattiche
saudite nella difesa dalle minacce regionali dei potenziali
aggressori”. Grazie al contingente statunitense di stanza nella
penisola Arabica “si assicurerà l’interoperabilità tra la US Air Force
e l’aeronautica militare saudita, favorendo le relazioni a lungo
termine tra le forze armate degli Stati Uniti d’America e l’Arabia
Saudita”. Infine è stato annunciato che agli 84 F-15 “Strike Eagles”
seguirà presto la vendita di 70 elicotteri d’attacco AH-64 “Apache”,
36 elicotteri AH-6i, quantità imprecisate di missili, bombe, sistemi
di puntamento, radar e visori notturni per un valore superiore ai 30
miliardi di dollari.
- Le relazioni politiche e militari Washington-Riyad si erano
incrinate a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 che videro
coinvolti alcuni ex agenti delle forze di sicurezza saudite. Gli Stati
Uniti avevano pure mostrato di non gradire il sostegno finanziario
della famiglia reale alle organizzazioni islamiche radicali in Medio
oriente e Africa, alcune delle quali sospettate di contiguità con
al-Qaeda. Dopo l’ondata di attentati terroristici che ha colpito
l’Arabia Saudita, le autorità hanno deciso d’intensificare gli sforzi
per reprimere le fazioni fondamentaliste più estreme, assicurando
contestualmente il pieno supporto logistico alle operazioni militari
USA in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Gli annunciati programmi di
sviluppo nucleare dell’Iran, storico nemico saudita, hanno contribuito
a riportare l’alleanza USA-Arabia Saudita ai solidi livelli del
passato e ciò ha consentito un’escalation nell’esportazione di
tecnologie militari statunitensi.
- Secondo fonti ufficiali USA, dal 2007 al 2010 i trasferimenti di
sistemi d’arma all’Arabia Saudita, nell’ambito di accordi tra governo
a governo, hanno raggiunto il valore complessivo di 13,8 miliardi di
dollari. Lo scorso mese di luglio, il Dipartimento di Stato ha fatto
sapere di avere accolto la richiesta saudita per la fornitura di 404
CBU-105D/B WCCMD Sensor Fuzed Weapons a guida GPS, prodotte dalla
Textron Systems Corporation di Wilmington (Massachusetts). La commessa
ha un valore di 355 milioni di dollari e comprende i costi
d’addestramento all’uso delle bombe da parte di militari e contractor
USA per un biennio.
- Le munizioni sono uno dei modelli più recenti delle famigerate
cluster bombs, le bombe a grappolo proibite dalla Convenzione
delle Nazioni Unite entrata in vigore l’1 agosto 2010, mai ratificata
da Washington. Le CBU-105D/B sono state realizzate modificando la
bomba a grappolo del tipo CBU-97, 450 kg di peso e a caduta libera,
ognuna delle quali contiene al suo interno dieci sub munizioni
BLU-108, a loro volta dotati di quattro proiettili (Skeets) che,
grazie ad uno speciale sensore laser, individuano e colpiscono carri
armati, blindati, camion da trasporto e altri velivoli militari di
supporto. Questi micidiali strumenti di morte sono stati utilizzati
per la prima volta durante l’invasione dell’Iraq nel 2003.
- Nel settembre 2011, un altro colosso del complesso militare
industriale statunitense, la Lockheed Martin Corporation, ha ricevuto
un ordine di 15,3 milioni di dollari per fornire nuovi sistemi di
sorveglianza e puntamento alla flotta di elicotteri AH-64D “Apache” in
dotazione alle forze armate saudite. Nello stesso mese, la US Defense
Security Cooperation Agency ha annunciato che l’Arabia Saudita ha
richiesto apparecchiature e sistemi avanzati per i cannoni da 155mm
“M777A2” e 105mm “M119A2” dei reparti di artiglieria leggera (valore
886 milioni di dollari). Alla vigilia della firma dell’accordo sui
cacciabombardieri F-15, il comando di US Army ha autorizzato una
modifica al contratto di vendita dei velivoli leggeri armati 8x8 (LAV
– Light Armored Vehicles) che accresce a 155 il numero di unità da
trasferire al paese arabo (costo complessivo, 264 milioni di
dollari).
- In vista dell’accerchiamento dell’Iran e del potenziamento del
sistema di “difesa” anti missili balistici in Medio oriente, il
Pentagono sta infine contribuendo al programma di sviluppo del sistema
missilistico “Patriot” delle forze armate saudite (valore 1,7 miliardi
di dollari). Contestualmente ha autorizzato la vendita di 209 missili
“Patriot” al Kuwait (900 milioni di dollari) e, il 29 dicembre 2011,
di due sistemi “THAAD” (High Altitude Area Defense) agli Emirati
Arabi Uniti. Quest’ultima commessa, per il valore di 1,96 miliardi di
dollari, comprende 96 missili terra-aria, apparecchiature radar e
relativi centri di comando, controllo e lancio, prodotti tutti
dall’immancabile Lockheed Martin. Gli intercettori “THAAD” destinati
agli emirati saranno collegati in rete con il nuovo sistema “Aegis
Ballistic Missile Defense” della marina militare USA, in via di
dislocazione nelle acque del Golfo Persico e del Mediterraneo.
- Agli Emirati Arabi, le industrie militari statunitensi potrebbero
fornire dal prossimo anno4.900 di bombe a guida di precisione, laser o
Gps, del tipo “Rnep” (le cosiddette bunker-busters o
penetra-bunker) e “Jdam” da attacco diretto. Washington ha già
autorizzato a settembre la vendita di 500 missili aria-terra
“Hellfire” che, similmente alle “Rnep” e alle “Jdams”, possono
perforare strutture superprotette in cemento armato. Pure gli emiri
non disdegnerebbero un blitz contro i presunti siti nucleari iraniani.
Con le autorità di Teheran è in corso da anni una disputa sulla
sovranità dell’isola di Abu Musa, strategicamente localizzata
all’ingresso dello Stretto di
Hormuz.
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