Re: [pace] un video ...migranti in Libia



Condivido pienamente la risposta di Alessandro Marescotti.
Finiamola con questo giochino di attaccare chi non ha mai smesso di
denunciare le atrocità da qualunque parte venissero.
Non so in quale mondo viva la signora Annalisa, se vuole può venire
qui a Treviso e conoscere direttamente diverse persone fuggite dalla
Libia "liberata" (dalle bombe della Nato), vittime della nostra
inciviltà occidentale.
Finiamola!
"occhio per occhio e il mondo diventerà cieco" (Gandhi)
Dante Bedini

Il 16/12/11, Alessandro Marescotti<a.marescotti at peacelink.it> ha scritto:
> No, Annalisa, su PeaceLink non ci siamo mai dimenticati di denunciare le
> violazioni dei diritti umani a danno degli immigrati sotto Gheddafi.
>
>
> www.peacelink.it
>
> -----Original Message-----
> From: "a_roveroni at libero.it" <a_roveroni at libero.it>
> Sender: pace-request@peacelink.itDate: Fri, 16 Dec 2011 12:56:33
> To: <pace at peacelink.it>
> Reply-To: pace at peacelink.it
> Subject: R: [pace] un video ...migranti in Libia
>
>
>
>
> Ma vi siete dimenticati che la Libia di Gheddafi era diventata da anni la
> carceriera - con il pieno beneplacito del governo italiano leghista e del
> PdL - dei migranti africani, avete dimenticato i campi di concentramento nel
> deserto dove erano rinchiusi in condizioni queste sì disumane, sottoposti ad
> ogni abuso e violenza anche sessuale? Questa era la Libia e nessuno che
> abbia subito questo trattamento la rimpiange di certo!
>
> Vi sono centinaia di articoli che hanno denunciato questi crimini. E cio'
> era possibile soprattutto perchè in quel paese non era possibile o alcuna
> protesta e denuncia riguardante le violazioni dei diritti umani perpetrate
> dallo stato, sia dei cittadini libici che dei migranti.
> ho trovato anche una tesi di laurea
> http://www.altrodiritto.unifi.it/frontier/asilo/majorino.pdf
> Non so chi abbia fatto scrivere nella lettera aperta letta da quel rifugiato
> subafricano a Napoli nel video proposto da Marinella come "illuminante" che
> la Libia di Gheddafi era un paese dove i migranti potevano girare
> liberamente e che nessuno guardasse i loro documenti! Dove viveva, che cosa
> faceva? Forse nulla sapeva e sa delle migliaia di fratelli e sorelle neri
> rinchiusi nei centri di reclusione del suo datore di lavoro Gheddafi.
> Sicuramente in Libia metà dei lavoratori erano migranti ben inseriti
> nell'economia di quello stato, ma ridurre al loro racconto che cosa fosse la
> Libia in realtà per chi non vi trovava lavoro o veniva respinto dall'Europa
> e' assolutamente fuorviante e scorretto storicamente.
>
> Ne' sudditi ne' schiavi, ma donne e uomini liberi
> Anche qui in Italia, nell'Europa fortezza dei mercati e delle banche, delle
> industrie d'armi, delle basi militari della Nato, occorre fare molto per
> cambiare direzione. Grazie a quanti stanno manifestando in Sardegna davanti
> alla base Nato.
> annalisa roveroni
>
>
> Scrive il laureando Majorino nella sua tesi:
> "...la motivazione principale che ha fatto si che la Libia
>
>
> diventasse il paese più inospitale per i migranti: il rapporto di
> cooperazione con l’Italia
> riguardo al fenomeno migratorio. Le pressioni italiane hanno fatto si che la
> Libia inasprisse
> ulteriormente le misure restrittive per l’ingresso e la residenza di
> qualsiasi migrante
> proveniente dall’Africa sub-sahariana, rendendo cosi la Libia terreno di
> sofferenza e morte
> per chiunque osi entrare. Si farà riferimento dapprima a tutti gli aspetti
> riguardanti la
> cooperazione italo libica in materia di immigrazione, tramite una panoramica
> cronologica e
> contenutistica degli accordi stipulati fino ad ora. Questi accordi come si
> avrà modo di
> comprendere sono sorretti da basi legali molto deboli, praticamente
> inesistenti, sarà
> naturale quindi vedere come e perché questa cooperazione faccia nascere non
> poche
> perplessità e polemiche per molti “addetti ai lavori”.
> Il punto focale della tesi, nel terzo capitolo, spinge poi a soffermarsi su
> come la Libia
> (aiutata soprattutto dall’Italia e in misura minore dall’Unione Europea)
> “gestisce” il
> fenomeno migratorio: sia per quanto riguarda i migranti residenti sia, in
> misura maggiore,
> quelli in transito, descrivendo tutte quelle realtà come quella sorta di
> campi di
> concentramento (chiamati “di raccolta”), le prigioni, le deportazioni, i
> respingimenti in
> mare, i maltrattamenti, gli abusi e tutto quello che riguarda il “combattere
> il fenomeno
> dell’immigrazione clandestina”, perpetrato in modo criminale da Gheddafi
> sotto l’occhio
> 9
> (consapevole o meno) di Italia e Unione Europea. Nell’ultimo paragrafo del
> capitolo sarà
> analizzato il modo in cui la figura della Libia in materia di immigrazione e
> diritti umani
> viene percepita dai vari attori internazionali non governativi, che
> tracciano un quadro tanto
> veritiero quanto desolante, per confrontarla con la figura data dagli attori
> governativi per
> dimostrare quanto sorprendentemente diverse siano le conclusioni su una
> situazione
> oggettivamente osservabile, facendo notare quanto gli interessi politici ed
> economici
> ancora una volta influiscano in modo così terribilmente netto sul destino di
> molti innocenti
> disperati.
>
>
> ----Messaggio originale----
> Da: mari.liberazioni at yahoo.it
> Data: 16/12/2011 9.01
> A: "pace at peacelink.it"<pace at peacelink.it>,
> "nowaroma at googlegroups.com"<nowaroma at googlegroups.com>
> Ogg: [pace] Un video dei migranti scappati dalla guerra e dalla recente
> caccia al nero in Libia (dopo anni di lavoro là) e che adesso sono ignorati
> dall'italia
>
>
>
> Illuminante: http://www.youtube.com/watch?v=dgCtQT6_4TY&amp;feature=share
>
> Marinella
>
>
>
>
>