Re: [pace] Signora Roveroni: i migranti in Libia li ho incontrati



Intanto il governo Monti ha rinnovato ieri, giovedì 15, senza alcun clamore mediatico, il Trattato di amicizia Italia-Libia, stipulato da Berlusconi e Gheddafi nel 2008. Il Trattato assicura la cooperazione nella lotta contro l'immigrazione clandestina, attraverso strettissimi controlli lungo le coste libiche..., nessuna garanzia viene richiesta alle autorità libiche per la tutela dei migranti. Ah, già, ma è solo un governo tecnico....



Il giorno 16 dicembre 2011 13:30, Mari Cor <mari.liberazioni at yahoo.it> ha scritto:
Signora, le Sue parole sono proprio il genere di accuse che - nel suo piccolo - serve per fomentare guerre che poi costringono milioni di migranti ad cercare di approdare a queste terre ingrate. Più che per fomentarle, serve per far sì che le persone non facciano poi nulla per opporvisi. Assistiamo agli stessi meccanismi in Siria.
 
Suggerisco anche più rispetto per i migranti in (vana?) tatesa di asilo. Ritenere come fa Lei che quel signore  che leggeva nel video sia stato imbeccato è altamente offensivo.
 
Le mando alcuni appunti ma poi finirei qui: (il tempo è poco e le guerre tante)
1)  Ho incontrato in Tunisia in maggio i migranti nei campi profughi, fuggiti dalla guerra Nato e in attesa di andare nonsisadove (molti poi sarebbero partiti via mare); mi dicevano le stesse cose che Lei ha avuto la bontà di ascoltare nel video.
2) Ho incontrato in Libia agli inizi di agosto (girando liberamente per le strade chè ero ospite in una casa privata e giravo con i mezzi e a piedi) diversi migranti di varie nazionalità (anche per strada), nigerini, egiziani, marocchini ecc. Mi dicevano le stesse cose.
3) Ho un piccolo video (ma mi è impossibile mandarlo per posta causa la mia incompetenza informatica) nel quale un ragazzo del Niger  che era là da 13 anni a lavorare ultimamente con ditte cinesi, poi era rimasto disoccupato a causa della guerra e mi spiegava la situazione dei lavoratori (anche senza permesso di soggiorno) in Libia - dicendomi le stesse cose; - - Egli parlava delle centinaia di migliaia che lavoravano in Libia e non di chi era in transito in Libia per imbarcarsi per l'Europa (aiutato anche da scafisti di Bengasi poi passati ai "ribelli" perché rimasti senza lavoro in virtù del certo cinico accordo con l'Italia; una situazione tutta da chiarire)
4) Lei forse non è a conoscenza della deportazione dei libici neri di Tawergha effettuata dai "liberatori" della Libia (è tutto documentato), né della caccia al nero scatenatasi sin dagli inizi nell'Est, e poi dalla fine di agosto ovunque.
5) In effetti quel ragazzo del Niger è fuggito da Tripoli alla fine di agosto (con l'arivo degli alleati locali della Nato, alias "ribelli"), con tanti altri subsahariani, con il reimpatrio dell'Iom; è tornato in Niger dove sta consumando i soldi messi da parte. Non se la sentiva di rischiare la vita in un barcone. Ma non se la sentiva nemmeno di rimasnere là. Lo chiamavo al telefono in quei giorni e lui, in genere calmo come sono i saheliani, cercava di rimanere tale ma sentiva il fiato della minaccia sul collo.
Da: "a_roveroni at libero.it" <a_roveroni at libero.it>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Venerdì 16 Dicembre 2011 12:56
Oggetto: R: [pace] un video ...migranti in Libia

 
Ma vi siete dimenticati che la Libia di Gheddafi era diventata da anni la carceriera - con il pieno beneplacito del governo italiano leghista e del PdL - dei migranti africani, avete dimenticato i campi di concentramento nel deserto dove erano rinchiusi in condizioni queste sì disumane, sottoposti ad ogni abuso e violenza anche sessuale? Questa era la Libia e nessuno che abbia subito questo trattamento la rimpiange di certo!
 
Vi sono centinaia di articoli che hanno denunciato questi crimini. E cio' era possibile soprattutto perchè in quel paese non era possibile o alcuna protesta e denuncia riguardante le violazioni dei diritti umani perpetrate dallo stato, sia dei cittadini libici che dei migranti.
ho trovato anche una tesi di laurea
Non so chi abbia fatto scrivere nella lettera aperta letta da quel rifugiato subafricano a Napoli nel video proposto da Marinella come "illuminante" che la Libia di Gheddafi era un paese dove i migranti potevano girare liberamente e che nessuno guardasse i loro documenti! Dove viveva, che cosa faceva? Forse nulla sapeva e sa delle migliaia di fratelli e sorelle neri rinchiusi nei centri di reclusione del suo datore di lavoro Gheddafi. Sicuramente in Libia metà dei lavoratori erano migranti ben inseriti nell'economia di quello stato, ma ridurre al loro racconto che cosa fosse la Libia in realtà per chi non vi trovava lavoro o veniva respinto dall'Europa e' assolutamente fuorviante e scorretto storicamente.
 
Ne' sudditi ne' schiavi, ma donne e uomini liberi
Anche qui in Italia, nell'Europa fortezza dei mercati e delle banche, delle industrie d'armi, delle basi militari della Nato, occorre fare molto per cambiare direzione. Grazie a quanti stanno manifestando in Sardegna davanti alla base Nato.
annalisa roveroni
 
 
Scrive il laureando Majorino nella sua tesi:
"...la motivazione principale che ha fatto si che la Libia
diventasse il paese più inospitale per i migranti: il rapporto di cooperazione con l’Italia
riguardo al fenomeno migratorio. Le pressioni italiane hanno fatto si che la Libia inasprisse
ulteriormente le misure restrittive per l’ingresso e la residenza di qualsiasi migrante
proveniente dall’Africa sub-sahariana, rendendo cosi la Libia terreno di sofferenza e morte
per chiunque osi entrare. Si farà riferimento dapprima a tutti gli aspetti riguardanti la
cooperazione italo libica in materia di immigrazione, tramite una panoramica cronologica e
contenutistica degli accordi stipulati fino ad ora. Questi accordi come si avrà modo di
comprendere sono sorretti da basi legali molto deboli, praticamente inesistenti, sarà
naturale quindi vedere come e perché questa cooperazione faccia nascere non poche
perplessità e polemiche per molti “addetti ai lavori”.
Il punto focale della tesi, nel terzo capitolo, spinge poi a soffermarsi su come la Libia
(aiutata soprattutto dall’Italia e in misura minore dall’Unione Europea) “gestisce” il
fenomeno migratorio: sia per quanto riguarda i migranti residenti sia, in misura maggiore,
quelli in transito, descrivendo tutte quelle realtà come quella sorta di campi di
concentramento (chiamati “di raccolta”), le prigioni, le deportazioni, i respingimenti in
mare, i maltrattamenti, gli abusi e tutto quello che riguarda il “combattere il fenomeno
dell’immigrazione clandestina”, perpetrato in modo criminale da Gheddafi sotto l’occhio
9
(consapevole o meno) di Italia e Unione Europea. Nell’ultimo paragrafo del capitolo sarà
analizzato il modo in cui la figura della Libia in materia di immigrazione e diritti umani
viene percepita dai vari attori internazionali non governativi, che tracciano un quadro tanto
veritiero quanto desolante, per confrontarla con la figura data dagli attori governativi per
dimostrare quanto sorprendentemente diverse siano le conclusioni su una situazione
oggettivamente osservabile, facendo notare quanto gli interessi politici ed economici
ancora una volta influiscano in modo così terribilmente netto sul destino di molti innocenti
disperati.
----Messaggio originale----
Da: mari.liberazioni at yahoo.it
Data: 16/12/2011 9.01
A: "pace at peacelink.it"<pace at peacelink.it>, "nowaroma at googlegroups.com"<nowaroma at googlegroups.com>
Ogg: [pace] Un video dei migranti scappati dalla guerra e dalla recente caccia al nero in Libia (dopo anni di lavoro là) e che adesso sono ignorati dall'italia