R: [pace] un video ...migranti in Libia



No, Annalisa, su PeaceLink non ci siamo mai dimenticati di denunciare le violazioni dei diritti umani a danno degli immigrati sotto Gheddafi.

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From: "a_roveroni at libero.it" <a_roveroni at libero.it>
Sender: pace-request at peacelink.it
Date: Fri, 16 Dec 2011 12:56:33 +0100 (CET)
To: <pace at peacelink.it>
ReplyTo: pace at peacelink.it
Subject: R: [pace] un video ...migranti in Libia

 

Ma vi siete dimenticati che la Libia di Gheddafi era diventata da anni la carceriera - con il pieno beneplacito del governo italiano leghista e del PdL - dei migranti africani, avete dimenticato i campi di concentramento nel deserto dove erano rinchiusi in condizioni queste sì disumane, sottoposti ad ogni abuso e violenza anche sessuale? Questa era la Libia e nessuno che abbia subito questo trattamento la rimpiange di certo!

 

Vi sono centinaia di articoli che hanno denunciato questi crimini. E cio' era possibile soprattutto perchè in quel paese non era possibile o alcuna protesta e denuncia riguardante le violazioni dei diritti umani perpetrate dallo stato, sia dei cittadini libici che dei migranti.

ho trovato anche una tesi di laurea

http://www.altrodiritto.unifi.it/frontier/asilo/majorino.pdf

Non so chi abbia fatto scrivere nella lettera aperta letta da quel rifugiato subafricano a Napoli nel video proposto da Marinella come "illuminante" che la Libia di Gheddafi era un paese dove i migranti potevano girare liberamente e che nessuno guardasse i loro documenti! Dove viveva, che cosa faceva? Forse nulla sapeva e sa delle migliaia di fratelli e sorelle neri rinchiusi nei centri di reclusione del suo datore di lavoro Gheddafi. Sicuramente in Libia metà dei lavoratori erano migranti ben inseriti nell'economia di quello stato, ma ridurre al loro racconto che cosa fosse la Libia in realtà per chi non vi trovava lavoro o veniva respinto dall'Europa e' assolutamente fuorviante e scorretto storicamente.

 

Ne' sudditi ne' schiavi, ma donne e uomini liberi

Anche qui in Italia, nell'Europa fortezza dei mercati e delle banche, delle industrie d'armi, delle basi militari della Nato, occorre fare molto per cambiare direzione. Grazie a quanti stanno manifestando in Sardegna davanti alla base Nato.

annalisa roveroni

 

 

Scrive il laureando Majorino nella sua tesi:

"...la motivazione principale che ha fatto si che la Libia

diventasse il paese più inospitale per i migranti: il rapporto di cooperazione con l’Italia

riguardo al fenomeno migratorio. Le pressioni italiane hanno fatto si che la Libia inasprisse

ulteriormente le misure restrittive per l’ingresso e la residenza di qualsiasi migrante

proveniente dall’Africa sub-sahariana, rendendo cosi la Libia terreno di sofferenza e morte

per chiunque osi entrare. Si farà riferimento dapprima a tutti gli aspetti riguardanti la

cooperazione italo libica in materia di immigrazione, tramite una panoramica cronologica e

contenutistica degli accordi stipulati fino ad ora. Questi accordi come si avrà modo di

comprendere sono sorretti da basi legali molto deboli, praticamente inesistenti, sarà

naturale quindi vedere come e perché questa cooperazione faccia nascere non poche

perplessità e polemiche per molti “addetti ai lavori”.

Il punto focale della tesi, nel terzo capitolo, spinge poi a soffermarsi su come la Libia

(aiutata soprattutto dall’Italia e in misura minore dall’Unione Europea) “gestisce” il

fenomeno migratorio: sia per quanto riguarda i migranti residenti sia, in misura maggiore,

quelli in transito, descrivendo tutte quelle realtà come quella sorta di campi di

concentramento (chiamati “di raccolta”), le prigioni, le deportazioni, i respingimenti in

mare, i maltrattamenti, gli abusi e tutto quello che riguarda il “combattere il fenomeno

dell’immigrazione clandestina”, perpetrato in modo criminale da Gheddafi sotto l’occhio

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(consapevole o meno) di Italia e Unione Europea. Nell’ultimo paragrafo del capitolo sarà

analizzato il modo in cui la figura della Libia in materia di immigrazione e diritti umani

viene percepita dai vari attori internazionali non governativi, che tracciano un quadro tanto

veritiero quanto desolante, per confrontarla con la figura data dagli attori governativi per

dimostrare quanto sorprendentemente diverse siano le conclusioni su una situazione

oggettivamente osservabile, facendo notare quanto gli interessi politici ed economici

ancora una volta influiscano in modo così terribilmente netto sul destino di molti innocenti

disperati.

----Messaggio originale----
Da: mari.liberazioni at yahoo.it
Data: 16/12/2011 9.01
A: "pace at peacelink.it"<pace at peacelink.it>, "nowaroma at googlegroups.com"<nowaroma at googlegroups.com>
Ogg: [pace] Un video dei migranti scappati dalla guerra e dalla recente caccia al nero in Libia (dopo anni di lavoro là) e che adesso sono ignorati dall'italia

Illuminante: http://www.youtube.com/watch?v=dgCtQT6_4TY&feature=share
 
Marinella