Credo occorra distinguere il dialogo dall’azione
e dalla propaganda.
Io non ci vedo nulla di male, a priori, se
la Tavola della Pace si incontra con una istituzione come Fini.
Quel che invece non mi sembra
condivisibile, sono:
- I
toni dell’annuncio: non è stato abbattuto nessun muro, se si ragiona
in un’ottica dell’agire. Le risposte di Fini non sono per
nulla confortanti, e alcune sono inquietanti (quella su chi sono i
pacifisti, sulla scuola in Afghanistan e quella su Israele). La domanda
che viene da un siffatto titolo è se a Lotti interessi di più la
visibilità e la propaganda rispetto ai risultati concreti.
- Lotti
scrive “per chi crede nella nonviolenza, nell’apertura a tutti,
e nella forza del dialogo”. Occorrerebbe capire a cosa serva l’apertura
e il dialogo. Nella risoluzione nonviolenta dei conflitti, una persona
dopo essere stata aperta, aver accolto le opinioni e le emozioni dell’altro,
espresso le sue, NON ha risolto alcun conflitto, di per sé, a livello di
relazione, ossia sociale. Le opinioni possono restare diverse, e quindi il
conflitto permanere. Se inoltre non si trovano punti in comune su cui
venirsi incontro, si deve constatare l’impossibilità a risolvere il
conflitto in toto. E questo è il caso presente. Quindi, ora, la domanda è:
cosa ne vuol fare Lotti di questo dialogo che ribadisce l’impossibilità
di risolvere un conflitto? Vuole vantarsene di averlo fatta, e finita qui,
o vuole prendere atto delle conclusioni e ribadire che l’AZIONE DEI
PACIFISTI E DEI NONVIOLENTI SARA’ QUELLA DI AVVERSARE E BOICOTTARE
LE INIZIATIVE CHE PORTA AVANTI FINI E ALTRI COME LUI?
3. Se
lo scopo dell’incontro è quello di ottenere il massimo di collaborazione
da Fini sui 10 punti dell’Agenda della Marcia Perugia-Assisi, constatato
che la collaborazione con Fini e FLI sarà poco o nulla, mi chiedo: Lotti
proporrà la stessa collaborazione ai rappresentanti di tutti i partiti? Spero
di sì. Perché, e questo è il punto essenziale, se Lotti non chiederà questo ai
partiti che possono garantirgli tale collaborazione, ma lo chiederà solo ai
partiti più in vista, come FLI, PD e gli altri rappresentati in Parlamento, tutti
poco o nulla inclini a raccogliere le istanze pacifiste, allora si dovrà concludere
che sta facendo una mera operazione di propaganda
Che non porterà nessun beneficio al
pacifismo e alla nonviolenza, anzi rischierà di fare pubblicità ai partiti
bellicisti e di fatto indebolirà ogni capacità di azione dei pacifisti nella
politica.
Lorenzo Galbiati
Da:
pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Mari Cor
Inviato: venerdì 4 novembre 2011
11.26
A: pace at peacelink.it
Oggetto: [pace] (secondo me quel
che e' troppo e' troppo) ....Fini e i pacifisti: ieri è stato abbattuto un muro
FORSE SONO IO CHE SONO SETTARIA MA QUEL CHE E' TROPPO E' TROPPO.
Adesso anche gli abbracci con Fini: "abbattuto un muro"? Dopo una
guerra di otto mesi in cui ovviamente Fini non ha fatto nulla (almeno quei
rozzi della Lega hanno un po' protestato), esattamente come chi l'ha incontrato
ieri. Marinella
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Messaggio inoltrato -----
Da: Tavola della pace
<tavola at perlapace.it>
A: mari.liberazioni at yahoo.it
Inviato: Venerdì 4 Novembre 2011
11:14
Oggetto: Fini e i pacifisti: ieri
è stato abbattuto un muro
Ieri è stato abbattuto un muro
Ieri la Tavola della pace ha incontrato a Roma il
leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini.
Questa è la sintesi dell'incontro curata da
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace.
L'incontro c'è stato ed è durato un'ora e mezza. Questo è il primo fatto
importante. Dopo anni trascorsi a marcare le distanze dai pacifisti, a
lanciare invettive e provocazioni contro il pacifismo, Gianfranco Fini ha
incontrato ieri presso la Camera dei Deputati una delegazione della Tavola
della pace. Un gesto di grande valore simbolico perché abbatte un muro fatto
di propaganda, ideologismi e pregiudizi che per decenni hanno teso a
denigrare e marginalizzare le proposte e le iniziative di tanti cittadini e
organizzazioni impegnate per la
pace. Per chi crede nella nonviolenza, nell'apertura a
tutti e nella forza del dialogo è stato un momento particolarmente
significativo.
Il leader di Futuro e Libertà si è presentato all'incontro da solo, senza
collaboratori né addetti stampa, ma anche senza quella fretta che
caratterizza la gran parte degli incontri con i politici che non hanno mai tempo. Così il
confronto ha potuto toccare molti nodi critici e controversi: dalle spese
militari all'Afghanistan, dai tagli alla cooperazione internazionale alla
questione palestinese, dalla crisi dell'Europa alla crisi della politica.
Ecco alcune delle affermazioni di Gianfranco Fini:
Sulla Marcia Perugia-Assisi: Non mi ha sorpreso la grande
partecipazione. Quanto più la situazione è grave, tanto più la gente è
disposta a partecipare ad un'iniziativa centrata su grandi valori nobili,
fuori dal rischio di strumentalizzazioni partitiche.
Sull'Appello finale/Agenda politica della
Marcia Perugia-Assisi: I 10 punti possono essere oggetto di
valutazioni differenti ma non possono essere contestati in toto. Per me il
punto più critico è il 5, "Ripudiare la guerra, tagliare le spese
militari".
Sulla politica internazionale dell'Italia:
Purtroppo il grande sogno di un protagonismo europeo è quasi utopico. La
vicenda della Libia conferma: l'Europa politica non c'è e tornano gli
interessi nazionali. L'Italia non può pensare di fare da sola.
Sulla costruzione di una nuova politica
estera dell'Italia: Dovremmo trovare cinque cose su cui c'è
l'accordo di tutte le forze politiche. Cinque cose che chiunque vinca le
elezioni si impegna a fare. Sarebbe un salto notevole.
Sulle spese militari: Il
problema non è se tagliarle, ma come. Anche per la politica della difesa
dovremmo promuovere l'integrazione europea.
Sugli F35: Non posso essere io a
calendarizzare il dibattito sulla mozione Pezzotta contro gli F35. Lo devono
chiedere i capigruppo.
Sulla cooperazione internazionale:
Dobbiamo cancellare l'idea che si possa far cooperazione a 360 gradi. Al
massimo potremo fare uno/due progetti all'anno, magari nel Mediterraneo o nel
Corno d'Africa. Non torneranno i tempi belli.
Sull'Afghanistan: Non illudetevi
che gli italiani siano disponibili a ridurre la spesa militare in Afghanistan
e aumentare quella per la
cooperazione. Se c'è da costruire un asilo, gli italiani
vogliono che si costruisca qui in Italia e non in Afghanistan.
Sul riconoscimento dello Stato di
Palestina: La questione è complicatissima. Nel voto all'Unesco,
l'Europa si è divisa in tre. Per questo noi contiamo poco. Il governo
israeliano è una democrazia, l'unica della regione. Noi non possiamo non
rispettare la volontà espressa da quella democrazia.
Sul progetto di Comunità del Mediterraneo:
Sono pienamente d'accordo. Non tutto quello che ha il marchio islamico deve
essere considerato in modo negativo. Importante è la cooperazione tra
Università. Gli immigrati che sono in Italia sono gli ideali ambasciatori.
Anche per questo sono importanti i processi di cittadinanza.
Sulla politica: C'è un deficit
politico e un surplus di propaganda. Dobbiamo ripensare la partecipazione del
cittadino alla vita politica. I mezzi tradizionali sono inadeguati. Il
partito non c'è più. Anche i sindacati sono in difficoltà perché
rappresentano solo gli occupati. Tutti i tentativi di bypassare i partiti e i
sindacati sono finiti male.
Sul pacifismo: Bisogna
intendersi sulle parole. In passato i pacifisti erano quelli che preferivano
restare a guardare.
Sulla diffusione della cultura della
nonviolenza: C'è un grande bisogno. Vediamo cosa succede negli
stadi. Bisogna partire dalle scuole e dalla televisione. Credo nella forza
dell'esempio.
Conclusione. Non avevamo bisogno
di questo incontro per scoprire le distanze e le differenze. Ci serviva per
verificare la disponibilità ad un confronto onesto e rispettoso. Abbiamo
insistito molto su questo e sulla necessità di non fermarci al primo
incontro. Ci è stato detto: "Leggerò con più attenzione il vostro
documento e vi farò sapere. Vi farò una proposta."
Flavio Lotti, coordinatore
nazionale della Tavola della pace
PS. All'incontro hanno preso parte: Toni
Montevidoni, Agesci; Achille
Tagliaferri, Acli; Elvira
Ricotta Adamo, Unione degli universitari; Pier Virgilio Dastoli, Movimento
Federalista Europeo; Luisa Morgantini,
Associazione per la pace; Leopoldo
Piraccini, Centro per la pace Forlì-Cesena;
Flavio Lotti, Tavola della pace.
Perugia, 4 novembre 2011
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