io vorrei capire che l'hanno incontrato a fare.
Che scopo politico ha questo incontro? C'è un progetto, un programma
per cui si deve incontrare il presidente della Camera?
Spiegatemelo, grazie
TC
Il 04/11/2011 14:18, Dante Bedini ha scritto:
Una mia semplice proposta: scriviamo direttamente alla tavola
per la pace per esprimere la nostra indignazione
Dante Bedini
Il giorno 04 novembre 2011 14:14, Dante
Bedini <bdndante at gmail.com>
ha scritto:
Da amico della nonviolenza e da
grande estimatore del maestro Aldo Capitini, posso
solo dire alla tavola per la pace che mi vergogno di
queste manovre da politicanti.
prof. Dante Bedini
Ieri è stato abbattuto
un muro
Ieri la Tavola della pace ha
incontrato a Roma il leader di
Futuro e Libertà Gianfranco
Fini.
Questa è la sintesi
dell'incontro curata da
Flavio Lotti, coordinatore
nazionale della Tavola della
pace.
L'incontro c'è stato ed è durato
un'ora e mezza. Questo è il
primo fatto importante. Dopo
anni trascorsi a marcare le
distanze dai pacifisti, a
lanciare invettive e
provocazioni contro il
pacifismo, Gianfranco Fini ha
incontrato ieri presso la Camera
dei Deputati una delegazione
della Tavola della pace. Un
gesto di grande valore simbolico
perché abbatte un muro fatto di
propaganda, ideologismi e
pregiudizi che per decenni hanno
teso a denigrare e
marginalizzare le proposte e le
iniziative di tanti cittadini e
organizzazioni impegnate per la
pace. Per chi crede nella
nonviolenza, nell'apertura a
tutti e nella forza del dialogo
è stato un momento
particolarmente significativo.
Il leader di Futuro e Libertà si
è presentato all'incontro da
solo, senza collaboratori né
addetti stampa, ma anche senza
quella fretta che caratterizza
la gran parte degli incontri con
i politici che non hanno mai
tempo. Così il confronto ha
potuto toccare molti nodi
critici e controversi: dalle
spese militari all'Afghanistan,
dai tagli alla cooperazione
internazionale alla questione
palestinese, dalla crisi
dell'Europa alla crisi della
politica.
Ecco alcune delle affermazioni
di Gianfranco Fini:
Sulla Marcia Perugia-Assisi:
Non mi ha sorpreso la grande
partecipazione. Quanto più la
situazione è grave, tanto più la
gente è disposta a partecipare
ad un'iniziativa centrata su
grandi valori nobili, fuori dal
rischio di strumentalizzazioni
partitiche.
Sull'Appello finale/Agenda
politica della Marcia
Perugia-Assisi: I 10 punti
possono essere oggetto di
valutazioni differenti ma non
possono essere contestati in
toto. Per me il punto più
critico è il 5, "Ripudiare la
guerra, tagliare le spese
militari".
Sulla politica internazionale
dell'Italia: Purtroppo il
grande sogno di un protagonismo
europeo è quasi utopico. La
vicenda della Libia conferma:
l'Europa politica non c'è e
tornano gli interessi nazionali.
L'Italia non può pensare di fare
da sola.
Sulla costruzione di una
nuova politica estera
dell'Italia: Dovremmo
trovare cinque cose su cui c'è
l'accordo di tutte le forze
politiche. Cinque cose che
chiunque vinca le elezioni si
impegna a fare. Sarebbe un salto
notevole.
Sulle spese militari: Il
problema non è se tagliarle, ma
come. Anche per la politica
della difesa dovremmo promuovere
l'integrazione europea.
Sugli F35: Non posso
essere io a calendarizzare il
dibattito sulla mozione Pezzotta
contro gli F35. Lo devono
chiedere i capigruppo.
Sulla cooperazione
internazionale: Dobbiamo
cancellare l'idea che si possa
far cooperazione a 360 gradi. Al
massimo potremo fare uno/due
progetti all'anno, magari nel
Mediterraneo o nel Corno
d'Africa. Non torneranno i tempi
belli.
Sull'Afghanistan: Non
illudetevi che gli italiani
siano disponibili a ridurre la
spesa militare in Afghanistan e
aumentare quella per la
cooperazione. Se c'è da
costruire un asilo, gli italiani
vogliono che si costruisca qui
in Italia e non in Afghanistan.
Sul riconoscimento dello
Stato di Palestina: La
questione è complicatissima. Nel
voto all'Unesco, l'Europa si è
divisa in tre. Per questo noi
contiamo poco. Il governo
israeliano è una democrazia,
l'unica della regione. Noi non
possiamo non rispettare la
volontà espressa da quella
democrazia.
Sul progetto di Comunità del
Mediterraneo: Sono
pienamente d'accordo. Non tutto
quello che ha il marchio
islamico deve essere considerato
in modo negativo. Importante è
la cooperazione tra Università.
Gli immigrati che sono in Italia
sono gli ideali ambasciatori.
Anche per questo sono importanti
i processi di cittadinanza.
Sulla politica: C'è un
deficit politico e un surplus di
propaganda. Dobbiamo ripensare
la partecipazione del cittadino
alla vita politica. I mezzi
tradizionali sono inadeguati. Il
partito non c'è più. Anche i
sindacati sono in difficoltà
perché rappresentano solo gli
occupati. Tutti i tentativi di
bypassare i partiti e i
sindacati sono finiti male.
Sul pacifismo: Bisogna
intendersi sulle parole. In
passato i pacifisti erano quelli
che preferivano restare a
guardare.
Sulla diffusione della
cultura della nonviolenza:
C'è un grande bisogno. Vediamo
cosa succede negli stadi.
Bisogna partire dalle scuole e
dalla televisione. Credo nella
forza dell'esempio.
Conclusione. Non avevamo
bisogno di questo incontro per
scoprire le distanze e le
differenze. Ci serviva per
verificare la disponibilità ad
un confronto onesto e
rispettoso. Abbiamo insistito
molto su questo e sulla
necessità di non fermarci al
primo incontro. Ci è stato
detto: "Leggerò con più
attenzione il vostro documento e
vi farò sapere. Vi farò una
proposta."
Flavio Lotti,
coordinatore nazionale della
Tavola della pace
PS. All'incontro hanno preso
parte: Toni Montevidoni,
Agesci; Achille Tagliaferri,
Acli; Elvira Ricotta Adamo,
Unione degli universitari; Pier
Virgilio Dastoli,
Movimento Federalista Europeo; Luisa
Morgantini, Associazione
per la pace; Leopoldo
Piraccini, Centro per la
pace Forlì-Cesena; Flavio
Lotti, Tavola della pace.
Perugia, 4 novembre 2011
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