Un 4 novembre a Trieste, con le vittime delle guerre, per la pace



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QUATTRO NOVEMBRE A TRIESTE - COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME IN LIBIA ED 
AFGHANISTAN, E DEI MIGRANTI MORTI IN 
MARE - LETTURE DAVANTI LA CASERMA DEL "MUSEO DELLA GUERRA PER LA PACE"

Si ripropone a Trieste un 4 novembre di pace in memoria delle vittime delle 
guerre - in particolare di Libia e Afghanistan - e delle migliaia di migranti 
morti in mare, in contrasto con la Costituzione italiana e la Dichiarazione dei 
Diritti umani. Accogliendo un appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e 
del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, verrà deposto un omaggio al 
monumento ai caduti di S. Giusto, luogo di partenza della Marcia di Pace ogni 
1° gennaio. Ci si trasferirà poi presso la caserma ex battaglione "Murge" in 
via Cumano, sede del Museo della Guerra per la Pace "de Henriquez" - ancora non 
agibile - dove verranno lette alcune pagine di valore formativo.

Il costo umano della guerra, la cui vittoria viene ricordata ogni 4 novembre, 
fu per l'Italia di 680mila morti e un milione e 50mila feriti, di cui 675mila 
mutilati. Le vittime di tutti i paesi coinvolti furono 10 milioni. Questa la 
conseguenza di una folle decisione di re e governo, presa contro la volontà del 
Parlamento (450 su 508 deputati contrari) col pretesto di liberare Trento e 
Trieste. Due milioni 405mila italiani, poveri, contadini, operai, furono 
uccisi, feriti o mutilati, per conquistare all'Italia le terre "irredente"; più 
facilmente ottenibili per via diplomatica.

Ogni vittima ha il volto di Abele. Ricordiamo pertanto, con rispetto e pena, 
le vittime civili e militari di tutte le guerre, compresa quella contro i 
migranti. Crediamo di rendere onore alle vittime lavorando per metter fuori la 
guerra dalla storia; escludendola dalla politica; sciogliendo gli eserciti; 
istituendo i corpi civili di pace; costituendo la polizia delle Nazioni Unite. 
In nome degli italiani - anche dei disertori e "decimati" - che non vollero 
partecipare all'inutile strage, come la definí Benedetto XV*, del 1015-'18. Il 
sentimento di pace Italiano, fu violentato da un militarismo spietato, che 
avrebbe aperto in breve tempo le porte al fascismo.

Trieste è un porto militare nucleare, come Capodistria in Slovenia. Vi possono 
ormeggiare anche unità impegnate nella guerra di Libia. La base nucleare di 
Aviano, quella missilistica di Rivolto (della Frecce tricolori), e i diversi 
reparti italiani di stanza in Friuli Venezia Giulia (Julia, Ariete, Pozzuolo, 
Piemonte) completano il quadro regionale delle forze operative all'estero. 
Peroriamo la causa di una Trieste, "cara al cuore degli Italiani", per la pace, 
non per la guerra. Una città che ha scritto Europa nella carne ! Proponiamo 
quindi agli Enti locali e alle Associazioni, della provincia e d'oltreconfine, 
un percorso atto a costruire un Laboratorio di pace. Qui in alto Adriatico,  
punto d'incontro fra popoli latini germanici e slavi, i pilastri fondanti 
dell'edificio europeo.

Il Comitato pace comvivwnza e solidarietà Danilo Dolci di Trieste