Intervento di Claudio Pozzi



Caro Claudio, 
ho apprezzato molto il tuo intervento e credo che il nostro obiettivo dovra' essere proprio quello di creare ponti e collegamenti fra le varie isole di cui si compone il movimento per la pace.

Abbiamo questo straordinario network che e' la Rete con la quale possiamo fare tantissimo.

Vedo emergere qualcosa di positivo nelle ultime settimane, e la tua riflessione, cosi' pacata e chiara, va nella direzione giusta.

Ciao
Alessandro

www.peacelink.it

-----Original Message-----
From: "Claudio Pozzi" <clany at clany.it>
Sender: pace-request@peacelink.itDate: Sat, 8 Oct 2011 10:29:17 
To: Lista PACE peacelink<pace at peacelink.it>; <azionenonviolenta at sis.it>; direttivo.ipri-reteccp<direttivo.ipri-reteccp at serenoregis.org>; <ccpnews at liste.reteccp.org>
Reply-To: pace at peacelink.it
Subject: [pace] Re: [ccpnews] Re: R: Re: R: Dopo la Perugia-Assisi

Domenica 25 settembre ho partecipato alla Marcia della Pace Perugia-Assisi.

Lunedì 26, trovandomi già al "nord" (nord per me che abito quasi in 
Calabria), andai a Pisa, all'Università, per seguire la lezione inaugurale 
del Corso di Laurea in Scienze per la Pace al quale, nonostante la mia età 
avanzata, sono iscritto.

Sulla Marcia dico solo che ho partecipato con convinzione per onorare il 
Cinquantenario e ritrovarmi nella terra di S. Francesco. Sono contento di 
esserci stato, nonostante alla fine avessi le bolle ai piedi, anzi, forse 
ero contento anche per questo. Ho pregato un po' nella Porziuncola, 
incontrato  alcuni amici e dialogato con loro. Non mi importa se qualcun 
altro si è fatto bello in tv.

Ma è sulla lezione universitaria a Pisa che vorrei fare un cenno:

In quell'occasione, tra gli altri, durante il dibattito che ha preceduto la 
lezione, è intervenuto Nicola, un giovane rappresentante degli studenti che 
ha invitato chi non l'avesse già fatto ad iscriversi alla mailing list degli 
studenti del corso in modo da creare occasioni di dialogo e discussione 
motivando l'importanza della cosa più o meno così: ".visto che facciamo un 
corso per diventare mediatori nei conflitti iniziamo a conoscerci e 
discutere tra noi in modo da cominciare a risolvere i conflitti che possono 
intercorrere tra noi.".

Io di questa considerazione sono sempre stato convinto. come possiamo 
pretendere di indicare agli altri che i conflitti si risolvono col dialogo 
se non riusciamo a dialogare tra di noi? Dobbiamo aspettare che vengano a 
ricordarcelo le nuove leve di giovani che si avvicinano al movimento della 
pace?

Dopo la mia obiezione di coscienza al servizio militare per una scelta di 
nonviolenza (quando ancora non era in vigore la legge sul servizio civile) 
mi sono impegnato per decenni in politica. Ho lasciato questo impegno deluso 
dalle innumerevoli divisioni tra i partiti della sinistra ed all'interno di 
essi, divisioni che non ci hanno permesso di ottenere risultati. Da qualche 
anno sono tornato ad impegnarmi nel movimento per la pace ma ho ritrovato in 
esso divisioni simili a quelle che avevo lasciato.

Ma noi non dovremmo essere diversi? Non miriamo alla pace da raggiungere con 
mezzi nonviolenti?

Dialogare non vuol dire farlo solo per riaffermare ognuno le proprie 
posizioni/convinzioni con la presunzione che siano la verità a differenza 
delle convinzioni degli altri che invece sbagliano.

Dialogare vuol dire anche fare ognuno un passo verso l'altro. Non 
necessariamente un passo indietro ma un passo verso l'altro e cercare di 
capirlo. Riconoscere che, seppure per strade diverse che casomai non 
condividiamo, ciascuno mira ad arrivare allo stesso traguardo.

Possibile che da decenni nel movimento pacifista ci siano una miriade di 
gruppi, associazioni, singoli che fanno iniziative importantissime ciascuna, 
a proprio avviso, in direzione della pace ma in maniera isolata l'una dall'altra 
e forse anche in contrapposizione?

Se unissimo tutte le forze potremmo rappresentare una "grande macchina di 
pace" in grado di incidere realmente sulla società.

Del resto sono sicuro che pur se divisi rappresentiamo la maggioranza del 
sentire comune della gente che senz'altro aspira alla pace.

Sono senz'altro d'accordo, quindi, con Lorenzo: incontriamoci e cerchiamo di 
trovare i punti in comune e marciare insieme. Diamo prova a questi nuovi 
giovani che si avvicinano al mondo della pace che già stiamo vivendo tra noi 
quello che indichiamo per gli altri.

Ovviamente do la mia disponibilità all'organizzazione sebbene, dalla lontana 
provincia di Salerno, posso dare per ora solo un contributo telematico.

Claudio Pozzi (Padula)


----- Original Message ----- 
From: "Alberto L'Abate" <alberto.labate at libero.it>
To: <ccpnews at liste.reteccp.org>; "direttivo.ipri-reteccp" 
<direttivo.ipri-reteccp at serenoregis.org>
Sent: Friday, October 07, 2011 7:06 PM
Subject: [ccpnews] Re: R: Re: R: Dopo la Perugia-Assisi


Sono d'accordo anche io, per quanto posso darò una mano ad organizzarla.
Mettiamo all'ordine del giorno del prossimo incontro del direttivo
IPRI-Rete questo tema. Alberto

Silvano Tartarini ha scritto:
> Caro Lorenzo, io ci sto. Ciao, silvano.
> ----- Original Message ----- From: "Agenzia per la Pace" 
> <axp at agenziaperlapace.it>
> To: <azionenonviolenta at sis.it>; <ccpnews at liste.reteccp.org>
> Sent: Thursday, October 06, 2011 11:11 AM
> Subject: [ccpnews] R: Re: R: Dopo la Perugia-Assisi
>
>
> Cari amici/amiche,
> leggendo gli interventi di Mao, Piercarlo, Enrico e Angelo (quest'ultimo a
> proposito dello "speciale" RAI) mi è venuto in mente, ancora una volta,
> Tiziano Terzani che, a proposito dell'11 settembre, diceva: "Disastro o
> opportunità? Dipende da noi".
> Fatte le debite proporzioni, penso sia il nostro caso: abbiamo opinioni e
> valutazioni molto diverse, dentro l'area nonviolenta. Dipende da noi 
> viverle
> e vivere questo momento, in particolare, come problema o come opportunità.
> Leggendo le cose che avete scritto ma ancora prima ascoltando persone come
> Tonino Drago, Alfonso Navarra, Pierluigi Ontanetti (che non ho mai avuto
> l'opportunità di conoscere personalmente ma che mi auguro di conoscere in
> futuro...) vedo che non abbiamo percezioni uguali su... quasi nulla.
> Addirittura, riscontro spesso che abbiamo opinioni e valutazioni opposte.
> L'unica cosa che ci unisce è il riferimento, fosse anche sbilenco e
> approssimativo (come nel mio caso), alla nonviolenza. E in positivo, 
> questo
> significa che vediamo nella nonviolenza un punto d'arrivo, un'aspirazione,
> un sogno che ci riguarda, pur arrivando da strade diverse. In positivo,
> significa anche che l'area nonviolenta è vasta e non riducibile ai 
> movimenti
> storici (che pure rappresentano un patrimonio essenziale dell'intero
> movimento).
> Evito qui di entrare nei dettagli dei vari interventi: sarebbe troppo
> dispendioso e forse dannoso, esasperando ulteriormente toni già troppo
> accesi senza aiutarci a risolvere il conflitto.
> Al contrario, propongo che si organizzi un'assemblea d'area, finalmente
> riconosciuta da più soggetti, senza veti alla partecipazione di nessuno.
> Obiettivo: sviluppare il confronto reciproco per arrivare alla definizione
> di un programma politico condiviso.
> Se c'è da lavorare per prepararla, io ci sono. E voi?
> Ciao
> Lorenzo (Scaramellini)
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: Movimento Nonviolento [mailto:mao at sis.it]
> Inviato: mercoledì 5 ottobre 2011 19:25
> A: ccpnews at liste.reteccp.org
> Oggetto: [ccpnews] Re: R: Dopo la Perugia-Assisi
>
> Caro Lorenzo, (e cari altri che stanno discutendo sul dopo-Marcia)
>
> il "contesto", come tu lo chiami, lo si crea con un lungo e paziente
> lavoro collettivo, politico.
> Noi del Movimento Nonviolento abbiamo lavorato un anno - con la Tavola
> della pace e gli altri - per promuovere la Perugia-Assisi. Lo avevamo
> deciso collettivmante al nostro congresso di Brescia.
> E' stato un lavoro difficile (come puoi immaginare), ma i risultati ci
> sono stati.
> Doveva essere la marcia dei "diritti" e passo dopo passo siamo riusciti
> a trasformarla di fatto nella marcia del "disarmo". I documenti e
> l'appello finale sono molto diversi da come erano inizialmente.
> C'è stata la condanna della guerra in Afghanistan e in Libia, l'appello
> per la riduzione delle spese militari, e ti assicuro che inizialmente
> tutto questo non era affatto scontato. Se ci si è arrivati è stato anche
> grazie al nostro lavoro.
>
> Anche la "visibilità" della proposta nonviolenta è stata costruita e
> raggiunta. Non la si può certo giudicare soggettivamente stando fermi a
> Santa Maria degli Angeli, ma se guardi una qualsiasi rassegna
> fotografica d'insieme, o se rivedi i servizi giornalistici di Rai 3 e
> Rai News, o se intervisti a caso un centianaio di marciatori, ti
> rinderai conto che la presenza dei cartelli, degli striscioni e delle
> bandiere della nonviolenza, era assolutamente visibile e vista. Ma quel
> che più conta è che i nostri "contenuti" sono mersi con grande forza
> (disarmo e taglio spese militari, via dalla Libia e dall'afghanistan,
> nonviolenza, ecc.) ed anche il continuo richiamo al pensiero di Aldo
> Capitini è un risultato che abbiamo perseguito con tenacia.
>
> Certo, come sempre si poteva fare di più. Si poteva anche stare a casa a
> scrivere mail di critica e dissociazione, come alcuni hanno fatto.
> Ma non è questa la strada che il Movimento Nonviolento ha scelto per i
> 50 anni della Perugia-Assisi.
>
> Sulle prospettive.
> La Marcia deve trovare uno sbocco con proposte politiche e campagne
> efficaci. Siamo d'accordo. E ci stiamo provando.
> Ma è oggettivamente difficile districarsi fra le molteplici iniziative,
> più o meno estemporanee, che stanno fiorendo in rete:
>
> una legge di iniziativa popolare contro le spese militari;
> un gazebo permanente davanti a Montecitorio;
> partecipare alla manif. naz. del 15 ottobre;
> un'assemblea nazionale il 5 novembre a Firenze;
> una manifestazione nazionale il 5 novembre a Novara;
> accerchiare con girotondi le caserme italiane;
> fare la perugia-assisi in fila indiana il 25 aprile;
> fare la perugia-assisi in fila indiana il 2 giugno;
> un digiuno a staffetta nazionale (contro le guerre, contro la Tav,
> contro le basi militari, ecc.);
> mettersi davanti al proprio Comune con i cartelli;
> firmare e diffondere un Manifesto nonviolento;
> lanciare la campagna "Taglia le ali alle armi";
> fare una federazione politica nonviolenta satyagraha;
> collegarsi con il movimento degli indignados;
>
> ... potrei andare avanti, ma mi fermo qui.
> Purtroppo è troppo facile inviare messaggi alle mailing lists e
> illudersi così di lanciare movimenti e grandi obiettivi nazionali cui
> tutti gli altri dovrebbero aderire.... Più difficile è avere l'umiltà di
> riconoscersi in un processo politico più ampio di se stessi e lavorare
> per una strategia comune.
> Tu dici che "nessun movimento, singolarmente, è sufficientemente
> autorevole per ottenere la partecipazione degli altri". E' vero. E
> proprio per questo come Movimento Nonviolento ci siamo messi, con
> tantissimi altri, dentro il cammino comune della Marcia Perugia-Assisi,
> ed ora faticosamente vorremmo contribuire ad UNA campagna comune che ne
> persegua l'obiettivo del Disarmo e della riduzione delle spese militari.
>
> Noi siamo convinti di questo. Cercheremo di essere anche convincenti.
>
> ciao,
>
> mao valpiana
>
>
>
>
> _____________________
> Movimento Nonviolento
> via Spagna, 8
> 37123 Verona
>
> tel. 045 8009803
> Fax  045 8009212
>
> sito: www.nonviolenti.org
>
>
> War is over  (John Lennon)
>
> Il 04/10/2011 19.17, Agenzia per la Pace ha scritto:
>> Prima della Perugia/Assisi si era sviluppato sulle nostre liste un
> dibattito
>> molto aspro, tutt'altro che immune (a mio modo di vedere) da stereotipi
> che
>> sento riproporre da anni, senza lasciare un solo spiraglio al dubbio che 
>> i
>> processi possano modificarsi ed evolvere positivamente. Un dibattito,
>> comunque.
>> Adesso, a marcia conclusa, anche questo pare esaurito, archiviato.
>> A me pare invece opportuno che si continui a discutere, sempre che (mi
>> auguro) il nostro obiettivo non sia semplicemente quello di dare sfogo
> alle
>> nostre analisi/certezze personali ma contribuire alla costruzione di un
>> percorso politico plurale, partecipato, condiviso.
>> Per questo, provo ad aggiungere alcune considerazioni a quelle di 
>> Pasquale
>> Pugliese, molto diverse dalle mie.
>> Io alla Marcia ci sono andato, e ci sono andato con un obiettivo
> specifico:
>> incontrare le persone con cui per anni ho condiviso l'impegno in tante
>> iniziative, campagne, azioni nonviolente e, camminando dietro lo
> striscione
>> NONVIOLENZA,  scambiare con loro riflessioni, considerazioni, idee per il
>> domani e intanto. fare numero, contribuendo a dare visibilità al nostro
>> spezzone, dentro la Marcia.
>> Non è andata così.  Per motivi contingenti ho aspettato la Marcia a
> S.Maria
>> degli Angeli pensando di aggregarmi almeno per  l'ultimo tratto  ma, dopo
>> aver aspettato ore e chiesto inutilmente informazioni a chi gestiva i
> tavoli
>> del Movimento Nonviolento, ho visto passare prima uno striscioncino del
> MIR
>> (senza marciatori al seguito), poi uno analogo del Movimento Nonviolento,
> la
>> riproduzione dello stendardo storico del '61 e infine il previsto
> striscione
>> NONVIOLENZA portato da 4/5 persone e seguito (forse) da altrettante. Un
> po'
>> poco per dare visibilità alla NONVIOLENZA, no? Eppure non mi ha fatto
>> piacere, come forse farà a chi - tra noi - riteneva anche questa
>> Perugia/Assisi un inganno da denunciare, un'iniziativa da boicottare. Mi
> ha
>> fatto constatare, ancora una volta, purtroppo, che gli amici/amiche della
>> nonviolenza non riescono a convergere su nessuna scadenza, negando così
>> visibilità alla loro proposta politica e culturale. Per quanto mi 
>> riguarda
>> resto convinto che la Perugia/Assisi sia l'occasione migliore: e 
>> l'abbiamo
>> persa, un'altra volta.
>> La seconda riflessione è che perderemo sempre occasioni finchè la
> decisione
>> di convergere non sarà condivisa: ringrazio Piercarlo e il Movimento
>> Nonviolento per averci offerto questa possibilità ma l'esperienza 
>> dimostra
>> che nessun movimento, singolarmente, è sufficientemente autorevole per
>> ottenere la partecipazione degli altri.
>> La terza riflessione riguarda l'intervento di Mao Valpiana, alla Rocca:
>> bene, benissimo che ci sia stato questo rientro della nonviolenza "dalla
>> porta principale" (ponendo, tra l'altro, l'accento sulla benedizione di
>> Napolitano alla guerra in Libia) ma, mi chiedevo, oltre a rivolgersi ai
>> singoli marciatori ricordando loro l'impegno/necessità di farsi
>> personalmente costruttori di pace quotidiani, al rientro a casa, non
> sarebbe
>> stato altrettanto urgente fare una proposta politica ai tanti soggetti
>> organizzati presenti e assenti alla Marcia?
>> Non spetta a noi, elaborare percorsi politici che diano davvero una
>> possibilità alle ragioni della pace e della nonviolenza?
>> Ma prima ancora, non spetta a noi creare il contesto dentro il quale
>> sviluppare un processo, necessariamente lungo e certamente non facile ma
>> inevitabile, se vogliamo fare politica? Al momento a me pare manchi anche
>> questo.
>> Lorenzo (Scaramellini)
>>
>> -----Messaggio originale-----
>> Da: Movimento Nonviolento [mailto:mao at sis.it]
>> Inviato: lunedì 3 ottobre 2011 13:01
>> A: NONVIOLENTI; 4-ccp lista
>> Oggetto: [ccpnews] Dopo la Perugia-Assisi
>>
>> DOPO LA MARCIA DELLA PACE, L'IMPEGNO PER IL DISARMO CONTINUA
>>
>>
>> di Pasquale Pugliese,
>> segreteria nazionale del Movimento Nonviolento
>>
>>
>> La Marcia del sale e la Marcia della pace
>>
>> Uno degli strumenti nonviolenti più importanti sperimentati da Gandhi
>> furono le marce, svolte sia in Sudafrica che in India, fino alla più
>> importante e decisiva "Marcia del sale", che segnò il punto di svolta
>> nella lotta per l'auto-governo del popolo indiano.
>>
>> Le marce furono poi riprese in Occidente, negli USA dal movimento per i
>> diritti civili guidato da Martin Luther King, in Inghilterra dal
>> movimento antinucleare guidato da Bertand Russel, in Italia dal
>> movimento per la pace di Aldo Capitini. Sulle orme di Capitini, lo
>> scorso 25 settembre abbiamo marciato ancora da Perugia ad Assisi,
>> cinquanta anni dopo quella prima volta che fu definita dal lungimirante
>> Pier Paolo Pasolini "il fenomeno politico più importante dell'anno, una
>> specie di riproposta modernissima del CLN".
>>
>> Capitini, a commento della Marcia del 1961, scrisse "una marcia non è
>> fine a se stessa, continua negli animi, produce onde che vanno lontano,
>> fa sorgere problemi, orientamenti, attività". Cinquanta anni dopo, Mao
>> Valpiana presidente del Movimento Movimento, a conclusione della "Marcia
>> della pace e la fratellanza dei popoli" dalla Rocca di Assisi, evocando
>> le parole di Capitini, ha ricordato: "la vera marcia, lo sappiamo,
>> comincerà questa sera, quando ognuno di noi tornerà nella propria casa
>> con l'impegno di realizzare il programma politico nonviolento: pace e
>> fratellanza. Per cominciare dobbiamo partire da noi stessi, ognuno deve
>> fare il proprio disarmo. Un disarmo unilaterale, un disarmo culturale.
>> Fare cadere i muri dentro le nostre teste. Spezzare il proprio fucile.
>> Non aspettiamo che siano gli altri a disarmare, incominciamo noi!"
>>
>>
>> Ancora in marcia per il disarmo
>>
>> In oltre duecentomila abbiamo marciato da Perugia ad Assisi, provenienti
>> da tanti luoghi geografici, culturali e politici in rappresentanza di
>> quell'Italia pulita e onesta, che c'è a dispetto della sua triste
>> rappresentazione governativa. E' la stessa Italia che si è manifestata
>> in tutta la sua forza nei referendum per i beni comuni della scorsa
>> primavera. Questa Italia ha coperto a piedi i 25 chilometri di distanza
>> tra i Giardini del Frontone di Perugia e la Rocca di Assisi manifestando
>> una consapevolezza nuova: la difesa dei beni comuni e la difesa della
>> pace sono una cosa sola! Non solo perchè la pace è il fondamentale bene
>> comune, ma anche perchè si colpiscono con la finanziaria i principali
>> presìdi dei legami comunitari e si salvaguardano solo i presìdi della
>> guerra: gli armamenti e la loro intoccabile casta di sacerdoti.
>>
>> Di fronte ad una crisi economica e finanziaria che sta dando al governo
>> il pretesto per generare un massacro sociale senza precedenti,
>> travolgendo i diritti costituzionali al lavoro, alla protezione sociale,
>> alla salute, all'istruzione e alla cultura, principali beni comuni, il
>> popolo in marcia per la pace ha affermato coralmente che la crisi si
>> risolve attraverso il disarmo, il taglio drastico delle spese militari,
>> il ripudio della guerra e della sua preparazione, cioè ribadendo i
>> principi fondamentali della Costituzione. Dare un taglio netto alle
>> spese militari per non tagliare i diritti sociali. Ripudiare la guerra
>> per non ripudiare la Costituzione.
>>
>> Ma i principi non basta affermarli, vanno declinati in una consapevole
>> ed efficace azione culturale e politica. La forza delle marce gandhiane
>> è stata la capacità di trasformare i partecipanti in attivisti della
>> nonviolenza che puntavano a realizzare gli obiettivi specifici per i
>> quali avevano marciato insieme. Non si può essere marciatori per un
>> giorno, ma bisogna portare nelle nostre associazioni, nei nostri
>> partiti, nelle nostre parrocchie, nei nostri enti locali, nelle nostre
>> università, nelle nostre scuole l'energia raccolta alla Marcia e
>> trasformarla in azione politica e collettiva per il disarmo. Una
>> rivoluzione costituzionale e nonviolenta che apre e principia tutte le
>> altre.
>>
>>
>> www.pasqualepugliese.blogspot.com
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