Lettera alla Chiesa di Lampedusa



AL Parroco della Parrochia S. Gerlando di Lampedusa

alla comunità Parrocchiale

 

 

Per effetto dei conflitti in Libia, Tunisia e nel Maghreb migliaia di africani sfidando la sorte ed il mare cercano di raggiungere l’Europa con imbarcazioni di fortuna.

La loro meta  è l’isola di Lampedusa.

Quest’isola, dalla vocazione turistica e marinara, subisce da anni una forte pressione migratoria per i continui sbarchi  di migliaia di migranti salvati in mare.

Tuttavia in questa primavera, la “primavera del mondo arabo”, durante la guerra di Libia, i lampedusani  e le lampedusane hanno dato una splendida lezione solidarietà soccorrendo migliaia di profughi, che le scelte del governo italiano, voleva giorno e notte ammassati al freddo  sulle banchine del porto.

In quest’opera  umanitaria  sono state protagoniste in primo luogo la parrocchia cattolica e le donne del paese.

Una catena di solidarietà che ha mobilitato i centri assistenziali delle chiese di Sicilia.

Come nonviolenti in Sicilia abbiamo scelto di impegnarci a sostegno di quest’opera.

Attenzione ai migranti ben rappresentata nella Via Crucis del Venerdì Santo, quando per simboleggiare il coinvolgimento nelle sofferenze di quanti fuggono da guerre e miseria, la Parrocchia di Lampedusa ha scelto di rappresentarlo con 14 croci di legno azzurro, recuperato dalle imbarcazioni distrutte nello scontro con gli scogli dell’isola.

Una tragedia che costa ogni anno la silenziosa strage 1500 umane perse in mare, nell’insensibilità dei governi e di quanti organizzano il traffico di esseri umani.

L’esempio della solidarietà dei Lampedusani e delle lampedusane ha quindi suscitato l’ammirazione della Nazione e delle Istituzioni italiane.

Oggi purtroppo, dopo una rivolta, successiva a più mesi di internamento , 800 migranti sono stati espulsi dall’isola ed ad oggi, in attesa di espulsione, sono impropriamente detenuti su 3 navi ormeggiate nel porto di Palermo.

Tutto ciò nei giorni della festività religiosa della comunità lampedusana, votata alla devozione mariana per la Madonna  “di porto salvo”.

Eppure proprio in questi giorni  di devozione  politici ed amministratori di dubbio gusto hanno scelto di eccitare gli animi dei più deboli  incitandoli ad un assurda contrapposizione tra poveri.

 

Si è arrivati persino alla tristezza di “ronde”  a caccia di immigrati ed all’incendio dell’auto del direttore del centro di detenzione degli immigrati.

Qual è la vera Lampedusa?

La tristezza di questi giorni di “festa”? O l’esempio della Primavera nel Mediterraneo?

A noi piace ricordare il vostro impegno che non riteniamo passato e che ci offriamo di continuare a sostenere.

Nel ricordo di quella Madonna di Porto Salvo, anche Lei Migrante, anche lei Madre esclusa e rifiutata con il suo Bambino.

Protettrice dei naviganti e di tutte le vittime degli Esodo dei giorni nostri. Esodo  che può finire in tragedia  o trasformarsi  in  Liberazione, anche grazie alla Carità degli uomini e delle donne che con la loro vicinanza agli ultimi testimoniano la presenza di Dio nella storia.

 

Firmata da: Francesco Lo Cascio (MIR/ IFOR), p. Giovanni Calcara o.p. , fra Antonino Clemenza ofm , Salvatore Scaglia (laici domenicani), opera antoniana, fra Graziano Bruno ofm,


 

http://is.gd/letteralampedusa


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