R: RE: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano



poiché il nucleare civile copre l'impegno nel nucleare militare - come 
anche da Marcoule sta emergendo - forse questo mio post dovrebbe essere 
indirizzato alla categoria "disarmo"
le spese per il nucleare, alla fin 
fine, sono funzionali all'apparato bellico per il tramite dell'istanza 
della potenza, il vero motivo per il quale si fanno le centrali
non è 
un caso che la Carovana toccherà Ghedi - base di bombe atomiche, ed 
anche La Spezia, porto nucleare al pari di Taranto
D'altro canto le 
stesse bombe ed i sommergibili nucleari hanno un impatto ambientale, 
come a Taranto (e di questo aspetto Marescotti si è molto occupato, 
come a molti di noi è noto)...

nel Lazio no, non sono a conoscenza di 
iniziative analoghe...

noi ci verremmo - nel Lazio - se disponessimo 
di un camper meno "caccavella" di quello che abbiamo a disposizione

in 
particolare per toccare il deposito di Plutonio a Casaccia, collegato 
ai tentativi italiani di farsi la propria bomba atomica con l'aiuto 
della Francia (vedi testimonianze degli ambasciatori Romano ed 
Albonetti)


----Messaggio originale----
Da: pilarcastel at hotmail.it
Data: 13-set-2011 10.27 PM
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: RE: [pace] 
attuare il voto antinucleare del popolo italiano


esiste qualche 
gruppo simile o iniziativa (tipo carovana) qui nel Lazio ? grazie e 
paci , pilar
 Date: Tue, 13 Sep 2011 13:02:21 +0200
From: 
alfonsonavarra at virgilio.it
To: mir-riconciliazione at yahoogroups.com; 
forum at miritalia.org; azione at unfuturosenzatomiche.org
CC: pace@peacelink.
it
Subject: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano



----Messaggio originale----
Da: locosm at tin.it
Data: 13-set-2011 12.55
A: <fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com>, 
<semprecontrolaguerra at googlegroups.com>
Cc: 
<pattomutuosoccorso at googlegroups.com>
Ogg: [semprecontroguerra] attuare 
il voto antinucleare del popolo italiano


La proposta sotto riportata  
- la Carovana antinucleare 2001 - diventa ancora più attuale ed 
opportuna dopo l'incidente atomico di Marcoule. Quale è la sua vera 
entità? Per "Le Monde" di oggi il fatto non si è nemmeno verificato, 
non c'è una riga del giornale che ne parli!
 
Il "mostro" nucleare va 
del tutto scacciato dall'Italia e "stanato" ed abbattuto a livello 
europeo, aprendo una vertenza internazionale per la sua messa al bando 
collegata ad un deciso impegno per l'alternativa delle rinnovabili. 
Anche attraverso questo percorso, che contribuisce ad una nuova 
economia ecologica, dobbiamo provare ad uscire dalla crisi del finanz-
capitalismo (come chiama il sistema della "dittatura finanziaria" 
Luciano Gallino).
 

Ne parliamo al primo giovedi antinucleare dopo le 
ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via Borsieri, 12, Milano
 
Noi sosteniamo l'impegno del Coordinamento Energia Felice - ed in 
particolare di Mario Agostinelli, in contatto per questa iniziativa con 
Riccardo Petrella - di lanciare, a livello UE, una campagna comune 
antinucleare per le rinnovabili e per l'acqua pubblica con lo strumento 
dell'iniziativa civica dei cittadini: 1 milione di firme da raccogliere 
in almeno 7 Paesi.
 
In Italia le grandi associazioni ambientaliste 
hanno praticamente sciolto il Comitato "Fermiamo il nucleare": avendo 
vinto il referendum (grazie alla capacità delle suddette di 
sensibilizzare all' ecologia, pensano loro) ora, sempre a loro 
giudizio, potremmo passare alla "centralità del carbone" (sic).
 
Chiudere con il nucleare in Italia significa che ancora c'è molto da 
fare per:
 
- risolvere lo scempio di Saluggia, il deposito di scorie 
accanto ad un fiume che entra in piena (è questa la vera "centralità" 
dal punto di vista della sicurezza che interessa i cittadini comuni)
- 
bloccare ogni trasporto di scorie e trovare soluzioni per minimizzare 
il rischio ambientale dei rifiuti radioattivi (che includono le ex-
centrali stesse di Trino, Caorso, Latina, Garigliano)
- sistemare 
meglio il deposito di plutonio a Casaccia-Roma (altra potenziale 
Chernobyl, secondo il Nobel Rubbia)
- predisporre e rodare piani di 
emergenza seri per la protezione civile
- cessare di acquistare 
elettricità dai Paesi nucleari (12% della quota elettrica, mica 
noccioline!)
- imporre all'ENEL, società privata per modo di dire, che 
cessi le sue partecipazioni nucleari all'estero (molto ma molto 
consistenti, informatevi!)
- riorientare i piani di ricerca e didattici 
di ENEA, CNR, Università
- boicottare le "banche nucleari".
 
Ed 
ovviamente implementare la pars costruens: perseguire l'alternativa 
delle rinnovabili a tutti i livelli, con piani energetici a livello 
comunale, regionale e nazionale, che vadano ben oltre l'obiettivo UE 
dei "Tre Venti entro il 2020".
 
Ecco cosa vuol dire attuare la volontà 
espressa con il referendum da circa 27 milioni di cittadini e dal 
popolo italiano. 
 
Alfonso Navarra - "Fermiamo chi scherza col fuoco 
atomico" - c/o Campagna OSM-DPN, via Mario Pichi, 1 - 20149 Milano.
 
 
 


DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - cell. 340-0878893
Si richiedono 
osservazioni sulla proposta che segue, sollecitata da una idea 
originaria di Giacomo Sicurello (che ho avuto compagno di viaggio nella 
Carovana 2010).
La fattibilità dipende anche dai mezzi (il camper 
disponibile è già da rottamare?)
Ne parliamo al primo giovedi 
antinucleare dopo le ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via 
Borsieri, 12, Milano
 
Carovana antinucleare ottobre 2011
per lo 
scontro decisivo contro il "mostro" atomico da sconfiggere in Italia e 
in Europa
(una volta per tutte!)
partenza: 7 ottobre 
conclusione: 15 
ottobre, Giornata dell'indignazione europea
 
 
Il referendum vinto 
"miracolosamente", sull'onda di Fukushima, il 12 giugno 2011 non chiude 
la partita antinucleare. 
Non la chiude, più che ovviamente, nel mondo, 
dove il rilancio qualitativo, non quantitativo, delle centrali "civili" 
è funzione dell'ascesa di potenze emergenti (i BRIC, cui possiamo 
aggiungere gli Stati che vogliono contare di più in aree "calde" come 
il Medio Oriente) e della necessità degli USA di mantenere il divario 
tecnologico e militare su di esse.
In Giappone, "potenza nucleare 
latente" in termini militari, il premier Naoto Kan, che, dopo il noto 
disastro di marzo (ma forse il vero brutto deve ancora arrivare!), 
aveva osato pensare ad una svolta energetica ("Futuro senza 
nucleare"!), è stato brutalmente cacciato e sostituito. 
Il nuovo 
premier, Yoshihiko Noda, ha subito rassicurato le grandi compagnie 
energetiche ed i poteri forti. Ha visitato di persona la centrale di 
Fukushima e ribadito che considera il nucleare una risorsa 
indispensabile per l'economia nazionale.
Non la chiude, ovviamente - la 
partita - in Europa, nonostante le positive scelte tedesche, sospinte 
da una opinione pubblica fortemente ecologista (i "Gruenen" rischiano 
di diventare il primo partito!). Altra positiva eccezione è la Svizzera 
(che ha deciso di accodarsi ad altri Stati non nucleari: Austria, 
Danimarca, Grecia, Irlanda, Norvegia, Polonia).
La Francia, il Paese 
più nuclearizzato del mondo (80% dell'elettricità da fonte atomica), è 
impegnatissima a piazzare gli EPR di Areva e la Gran Bretagna, altra 
potenza atomica militare, non demorde dai suoi piani per "salvare 
l'ambiente" con il 40% di nucleare (progetta la costruzione di 8 nuovi 
reattori).
Si prevedono, a livello UE, degli stress test sulla 
sicurezza degli impianti dall'esito scontato; e nel frattempo non passa 
al Parlamento Europeo una moratoria per la costruzione di nuove 
centrali.
Non la chiude, infine, in Italia, - e qui è meno ovvio, anche 
se vige la prassi pressoché scontata stravolgere i risultati 
referendari.
Già il quesito referendario sui servizi pubblici locali è 
stato rimangiato con la "manovra" anti-deficit: l'art. 4 prevede, per 
l'intanto, la possibilità di aprire ai privati la gestione di trasporti 
pubblici, asili e rifiuti. La furbizia è di tenere fuori, al momento, 
l'acqua, ma potete scommetterci che ben presto la politica al servizio 
del business tornerà alla carica. Il voto di giugno escludeva 
tecnicamente la privatizzazione di TUTTI i servizi, non solo di quelli 
idrici!
Il voto sul quesito nucleare non è altrettanto chiaro sul piano 
tecnico rispetto a quelli sull'acqua pubblica e già sulla stampa 
confindustriale sono apparse molte analisi in questo senso (con 
relative ricette su come aggirare la volontà popolare). Chi cerca, le 
trova.
Non sarà poi inutile ricordare che lo stesso voto sul referendum 
del 1987, quello seguito alla catastrofe di Chernobyl, con tre quesiti, 
non riguardava direttamente la chiusura delle centrali ma chiedeva solo 
di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per agevolare i 
piani nucleari. Non si votò per chiudere le centrali, eppure fu quello 
che venne poi fatto. Si votò invece per escludere la possibilità 
dell'ENEL di partecipare ad accordi internazionali per costruire 
centrali nucleari all'estero: ebbene, proprio questo non venne fatto, 
la partecipata di Stato se ne impipò bellamente.
Per non allontanarsi 
dalla "lupa in fabula", vale la pena di ricordare che l'AD dell'ENEL, 
Fulvio Conti, continua oggi a ripetere a chiare lettere che per lui il 
referendum non conta nulla. Per lui "la macchina nucleare non si 
ferma". Non si tratta solo della compartecipazione con Areva a 
Flamanville, ma anche degli investimenti in Slovacchia, Romania, ed 
anche in Russia, se le trattative con Rosatom andranno a buon fine. Non 
si tratta solo della gestione degli impainti spagnoli, ex ENDESA. Di 
più. Il nostro, a ben guardare, ha suggerito il nostro titolo con le 
sue dichiarazioni alla giornalista Sara Viaretto, che il 1 luglio lo ha 
intervistato per Sky Tg2: "Dopo il referendum la partita del nucleare 
non è chiusa per sempre". Per il momento, dice Conti, l'ENEL andrà 
avanti sul nucleare all'estero. "Continueremo a studiare, come è giusto 
che sia, nel campo della ricerca le evoluzioni tecnologiche che 
potranno essere applicate in questi Paesi, ma anche in un futuro non 
troppo lontano nel nostro Paese".
Chi ha orecchie per intendere 
intenda.
Il "mostro" nucleare - è la morale della favola - è una entità 
molto più feroce di quanto non si creda (è animato ed alimentato 
dall'istanza geopolitica della potenza, non nasce da esigenze 
economiche ed energetiche). 
Il nucleare, che è tutto sostanzialmente 
in funzione del militare ("l'elettricità è solo un sottoprodotto del 
funzionamento delle centrali", Amory Lovins), insomma, è stato ferito 
dal referendum, non annientato. Dobbiamo stanarlo laddove si sta 
rifugiando (con una campagna europea, si può lanciare una risoluzione 
di iniziativa popolare raccogliendo 1 milione di firme in almeno 7 
Paesi UE) e fare i conti con la pericolosissima eredità che ha lasciato 
in Italia.
La base tecnica della subalternità dell'atomo "civile" a 
quello di guerra è contenuta in un semplicissimo dato di fatto, che 
implica tutta la fissione da collisione neutronica: l'equazione 
combustibile=scorie=eplosivo. 
La tecnologia dell’arricchimento dell’
uranio (con cui si fabbrica il combustibile) può portare alla Bomba A. 
Lo stesso dicasi della tecnologia del ritrattamento delle scorie, da 
cui si separa il plutonio (il materiale fissile ideale per le armi 
nucleari, specialmente per la Bomba H a fusione). 
Sarebbe - è il 
nostro parere - poco sensato dirottare l'attenzione e la grande 
sensibilità antinucleari, ottenuta a fatica ed anche per caso, di 27 
milioni di italiani da una fonte inquinante di diretto impatto 
generale, qual è quella nucleare, che attenta anche solo con piccole 
quantità alla sopravvivenza stessa dell'ecosistema globale, rispetto ad 
altre fonti che, pur contribuendo a conseguenze generali, provocano 
direttamente solo stress ambientali localizzati.
Il precipitare del 
riscaldamento globale non dipende significativamente dall'apertura o 
dalla chiusura, ad esempio, della centrale a carbone di Porto Tolle ed 
è un errore culturale, strategico e tattico pretendere di fare di 
questa vicenda locale la frontiera generale verso cui spostare 
l'avversione antinucleare praticamente di tutti che è montata in questi 
mesi ed è stata capitalizzata dal voto referendario.
Ammesso e non 
concesso che vi sia una "centralità anticarbone", è prevedibile che 
questa si affermi in ogni caso attraverso vertenze regionali e non 
assumerà mai la forma collettivamente estesa, tendente all'universale, 
che riveste più facilmente - e necessariamente - la lotta antinucleare.
A Saluggia, in Piemonte, dove i depositi radioattivi sorgono a ridosso 
della Dora Baltea che li può sommergere con le sue piene, corriamo 
tuttora il rischio immediato di una Chernobyl (Rubbia dixit), altro che 
pericoli futuri del carbone!
Il via vai delle scorie per treno, per 
nave, persino per aereo, è una consuetudine perniciosa, foriera di 
catastrofi, che va bloccata subito. I trasporti dalla citata Saluggia e 
dalla ex centrale di Trino è previsto che si concludano nel dicembre 
2012.
Le scorie sono trasportate dai "vecchi" impianti italiani a Les 
Hague in Francia e a Sellafield in Gran Bretagna per una loro parziale 
e temporanea "messa in sicurezza". Ma nel loro "ritrattamento" gli 
Stati atomici estraggono anche una percentuale di plutonio che serve 
per le loro bombe atomiche.
L'ENEL va fermata nelle sue partecipazioni 
nucleari all'estero e la ricerca applicativa in campo energetico, nelle 
università e nel CNR, va "bonificata" ed indirizzata verso destinazioni 
meno inquinate da esigenze militari e più proficue in campo economico e 
sociale.
L'emergenza economica, che è oggettivamente drammatica, può 
essere ulteriormente pompata ed usata come un pretesto per fare passare 
il tradimento della volontà referendaria.
Si scrive "debito pubblico", 
si legge privatizzazioni dei servizi pubblici e Grandi Opere inutili e 
pericolose spacciate per "crescita".
Per questo la lotta antinucleare 
deve continuare, non disperdendo la coscienza accumulata con la 
campagna referendaria, ed inserirsi nel movimento popolare che 
contrasta la "dittatura finanziaria" e la sua gestione della crisi (il 
debito, che è stato fatto non da noi ma dalla "casta" politica, non va 
pagato agli speculatori!).
Il 15 ottobre la Carovana pertanto 
confluisce nella Giornata dell'indignazione europea contro lo 
svenamento del popolo imposto da questo sistema economico, che fa 
prosperare parassiti e privilegiati sugli investimenti inquinanti e per 
la guerra, di cui l'apparato nucleare è la suprema espressione.
Il 
significato di questa iniziativa, promossa da Kronos, "Fermiamo il 
Fuoco atomico", Coordinamento Energia Felice, ed aperta all'apporto di 
tutti i soggetti che vorranno dare una mano, dovrebbe essere perciò del 
tutto evidente.
La Carovana è il banditore che batte le contrade per 
radunare le schiere dei combattenti che hanno da scontrasi col 
diabolico "Drago" nucleare: dobbiamo inseguirlo e stanarlo ovunque, 
adesso che lo abbiamo colpito, per infliggergli veramente, noi popolo, 
la sconfitta finale. 
 
Percorso proposto (prima idea che le forze 
promotrici, incluse quelle che volessero aggiungersi, hanno da 
verificare)
1^ tappa - venerdi 7 ottobre 2011 - conferenza stampa a 
Milano
2^ tappa - sabato 8 ottobre 2011 - Milano - Ghedi - Brescia 
(base militare atomica)
Referenti accoglienza:
3^ tappa - domenica 9 
ottobre 2011- Brescia - Caorso (centrale nucleare da dismettere)
Referenti accoglienza:
lunedi 10 ottobre 2011 - riposo
4^ tappa - 
martedi 11 ottobre 2011 - Caorso-Genova (Ansaldo Nucleare)
Referenti 
accoglienza:
5^ tappa - mercoledi 12 ottobre 2011 - Genova - Torino 
(Politecnico)
Referenti accoglienza:
6^ tappa - giovedi 13 ottobre 2011 
- Torino -Trino (centrale nucleare da dismettere)
Referenti 
accoglienza:
7^ tappa- venerdi 14 ottobre 2011 - Trino - Saluggia 
(depositi scorie nucleari)
Referenti accoglienza:
8^ tappa - sabato 15 
ottobre 2011 - ritorno a Milano e confluenza iniziativa indignados
 
Staffette fisse su Camper Alfiere:
Alfonso Navarra - Giacomo Sicurello 
- altri.....
Altri mezzi in Carovana...
..................................