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Re: R: RE: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
- Subject: Re: R: RE: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
- From: marco palombo <elbano9 at yahoo.it>
- Date: Wed, 14 Sep 2011 22:23:57 +0100 (BST)
Per Pilar,
venerdi a Roma alla citta' dell' Altraeconomia c'e' un seminario sull' energia solare tenuto anche da Mario Agostinelli che insieme ad Alfonso Navarra segue il Coordinamento Energia Felice. E' un occasione per conoscere persone del Rigas, rete per la giustizia climatica, che preparano un percorso che arrivera' fino alla Conferenza Onu di Durban (Sudafrica) ,tra fine novembre e inizio dicembre, sui cambiamenti climatici.
saluti
marco
Da: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
A: pace at peacelink.it
Inviato: Mercoledì 14 Settembre 2011 21:30
Oggetto: R: RE: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
poiché il nucleare civile copre l'impegno nel nucleare militare - come
anche da Marcoule sta emergendo - forse questo mio post dovrebbe essere
indirizzato alla categoria "disarmo"
le spese per il nucleare, alla fin
fine, sono funzionali all'apparato bellico per il tramite dell'istanza
della potenza, il vero motivo per il quale si fanno le centrali
non è
un caso che la Carovana toccherà Ghedi - base di bombe atomiche, ed
anche La Spezia, porto nucleare al pari di Taranto
D'altro canto le
stesse bombe ed i sommergibili nucleari hanno un impatto ambientale,
come a Taranto (e di questo aspetto Marescotti si è molto occupato,
come a molti di noi è noto)...
nel Lazio no, non sono a conoscenza di
iniziative analoghe...
noi ci verremmo - nel Lazio - se disponessimo
di un camper meno "caccavella" di quello che abbiamo a disposizione
in
particolare per toccare il deposito di Plutonio a Casaccia, collegato
ai tentativi italiani di farsi la propria bomba atomica con l'aiuto
della Francia (vedi testimonianze degli ambasciatori Romano ed
Albonetti)
----Messaggio originale----
Da: pilarcastel at hotmail.it
Data: 13-set-2011 10.27 PM
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: RE: [pace]
attuare il voto antinucleare del popolo italiano
esiste qualche
gruppo simile o iniziativa (tipo carovana) qui nel Lazio ? grazie e
paci , pilar
Date: Tue, 13 Sep 2011 13:02:21 +0200
From:
alfonsonavarra at virgilio.it
To: mir-riconciliazione at yahoogroups.com;
forum at miritalia.org; azione at unfuturosenzatomiche.org
CC: pace@peacelink.
it
Subject: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
----Messaggio originale----
Da: locosm at tin.it
Data: 13-set-2011 12.55
A: <fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com>,
<semprecontrolaguerra at googlegroups.com>
Cc:
<pattomutuosoccorso at googlegroups.com>
Ogg: [semprecontroguerra] attuare
il voto antinucleare del popolo italiano
La proposta sotto riportata
- la Carovana antinucleare 2001 - diventa ancora più attuale ed
opportuna dopo l'incidente atomico di Marcoule. Quale è la sua vera
entità? Per "Le Monde" di oggi il fatto non si è nemmeno verificato,
non c'è una riga del giornale che ne parli!
Il "mostro" nucleare va
del tutto scacciato dall'Italia e "stanato" ed abbattuto a livello
europeo, aprendo una vertenza internazionale per la sua messa al bando
collegata ad un deciso impegno per l'alternativa delle rinnovabili.
Anche attraverso questo percorso, che contribuisce ad una nuova
economia ecologica, dobbiamo provare ad uscire dalla crisi del finanz-
capitalismo (come chiama il sistema della "dittatura finanziaria"
Luciano Gallino).
Ne parliamo al primo giovedi antinucleare dopo le
ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via Borsieri, 12, Milano
Noi sosteniamo l'impegno del Coordinamento Energia Felice - ed in
particolare di Mario Agostinelli, in contatto per questa iniziativa con
Riccardo Petrella - di lanciare, a livello UE, una campagna comune
antinucleare per le rinnovabili e per l'acqua pubblica con lo strumento
dell'iniziativa civica dei cittadini: 1 milione di firme da raccogliere
in almeno 7 Paesi.
In Italia le grandi associazioni ambientaliste
hanno praticamente sciolto il Comitato "Fermiamo il nucleare": avendo
vinto il referendum (grazie alla capacità delle suddette di
sensibilizzare all' ecologia, pensano loro) ora, sempre a loro
giudizio, potremmo passare alla "centralità del carbone" (sic).
Chiudere con il nucleare in Italia significa che ancora c'è molto da
fare per:
- risolvere lo scempio di Saluggia, il deposito di scorie
accanto ad un fiume che entra in piena (è questa la vera "centralità"
dal punto di vista della sicurezza che interessa i cittadini comuni)
-
bloccare ogni trasporto di scorie e trovare soluzioni per minimizzare
il rischio ambientale dei rifiuti radioattivi (che includono le ex-
centrali stesse di Trino, Caorso, Latina, Garigliano)
- sistemare
meglio il deposito di plutonio a Casaccia-Roma (altra potenziale
Chernobyl, secondo il Nobel Rubbia)
- predisporre e rodare piani di
emergenza seri per la protezione civile
- cessare di acquistare
elettricità dai Paesi nucleari (12% della quota elettrica, mica
noccioline!)
- imporre all'ENEL, società privata per modo di dire, che
cessi le sue partecipazioni nucleari all'estero (molto ma molto
consistenti, informatevi!)
- riorientare i piani di ricerca e didattici
di ENEA, CNR, Università
- boicottare le "banche nucleari".
Ed
ovviamente implementare la pars costruens: perseguire l'alternativa
delle rinnovabili a tutti i livelli, con piani energetici a livello
comunale, regionale e nazionale, che vadano ben oltre l'obiettivo UE
dei "Tre Venti entro il 2020".
Ecco cosa vuol dire attuare la volontà
espressa con il referendum da circa 27 milioni di cittadini e dal
popolo italiano.
Alfonso Navarra - "Fermiamo chi scherza col fuoco
atomico" - c/o Campagna OSM-DPN, via Mario Pichi, 1 - 20149 Milano.
DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - cell. 340-0878893
Si richiedono
osservazioni sulla proposta che segue, sollecitata da una idea
originaria di Giacomo Sicurello (che ho avuto compagno di viaggio nella
Carovana 2010).
La fattibilità dipende anche dai mezzi (il camper
disponibile è già da rottamare?)
Ne parliamo al primo giovedi
antinucleare dopo le ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via
Borsieri, 12, Milano
Carovana antinucleare ottobre 2011
per lo
scontro decisivo contro il "mostro" atomico da sconfiggere in Italia e
in Europa
(una volta per tutte!)
partenza: 7 ottobre
conclusione: 15
ottobre, Giornata dell'indignazione europea
Il referendum vinto
"miracolosamente", sull'onda di Fukushima, il 12 giugno 2011 non chiude
la partita antinucleare.
Non la chiude, più che ovviamente, nel mondo,
dove il rilancio qualitativo, non quantitativo, delle centrali "civili"
è funzione dell'ascesa di potenze emergenti (i BRIC, cui possiamo
aggiungere gli Stati che vogliono contare di più in aree "calde" come
il Medio Oriente) e della necessità degli USA di mantenere il divario
tecnologico e militare su di esse.
In Giappone, "potenza nucleare
latente" in termini militari, il premier Naoto Kan, che, dopo il noto
disastro di marzo (ma forse il vero brutto deve ancora arrivare!),
aveva osato pensare ad una svolta energetica ("Futuro senza
nucleare"!), è stato brutalmente cacciato e sostituito.
Il nuovo
premier, Yoshihiko Noda, ha subito rassicurato le grandi compagnie
energetiche ed i poteri forti. Ha visitato di persona la centrale di
Fukushima e ribadito che considera il nucleare una risorsa
indispensabile per l'economia nazionale.
Non la chiude, ovviamente - la
partita - in Europa, nonostante le positive scelte tedesche, sospinte
da una opinione pubblica fortemente ecologista (i "Gruenen" rischiano
di diventare il primo partito!). Altra positiva eccezione è la Svizzera
(che ha deciso di accodarsi ad altri Stati non nucleari: Austria,
Danimarca, Grecia, Irlanda, Norvegia, Polonia).
La Francia, il Paese
più nuclearizzato del mondo (80% dell'elettricità da fonte atomica), è
impegnatissima a piazzare gli EPR di Areva e la Gran Bretagna, altra
potenza atomica militare, non demorde dai suoi piani per "salvare
l'ambiente" con il 40% di nucleare (progetta la costruzione di 8 nuovi
reattori).
Si prevedono, a livello UE, degli stress test sulla
sicurezza degli impianti dall'esito scontato; e nel frattempo non passa
al Parlamento Europeo una moratoria per la costruzione di nuove
centrali.
Non la chiude, infine, in Italia, - e qui è meno ovvio, anche
se vige la prassi pressoché scontata stravolgere i risultati
referendari.
Già il quesito referendario sui servizi pubblici locali è
stato rimangiato con la "manovra" anti-deficit: l'art. 4 prevede, per
l'intanto, la possibilità di aprire ai privati la gestione di trasporti
pubblici, asili e rifiuti. La furbizia è di tenere fuori, al momento,
l'acqua, ma potete scommetterci che ben presto la politica al servizio
del business tornerà alla carica. Il voto di giugno escludeva
tecnicamente la privatizzazione di TUTTI i servizi, non solo di quelli
idrici!
Il voto sul quesito nucleare non è altrettanto chiaro sul piano
tecnico rispetto a quelli sull'acqua pubblica e già sulla stampa
confindustriale sono apparse molte analisi in questo senso (con
relative ricette su come aggirare la volontà popolare). Chi cerca, le
trova.
Non sarà poi inutile ricordare che lo stesso voto sul referendum
del 1987, quello seguito alla catastrofe di Chernobyl, con tre quesiti,
non riguardava direttamente la chiusura delle centrali ma chiedeva solo
di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per agevolare i
piani nucleari. Non si votò per chiudere le centrali, eppure fu quello
che venne poi fatto. Si votò invece per escludere la possibilità
dell'ENEL di partecipare ad accordi internazionali per costruire
centrali nucleari all'estero: ebbene, proprio questo non venne fatto,
la partecipata di Stato se ne impipò bellamente.
Per non allontanarsi
dalla "lupa in fabula", vale la pena di ricordare che l'AD dell'ENEL,
Fulvio Conti, continua oggi a ripetere a chiare lettere che per lui il
referendum non conta nulla. Per lui "la macchina nucleare non si
ferma". Non si tratta solo della compartecipazione con Areva a
Flamanville, ma anche degli investimenti in Slovacchia, Romania, ed
anche in Russia, se le trattative con Rosatom andranno a buon fine. Non
si tratta solo della gestione degli impainti spagnoli, ex ENDESA. Di
più. Il nostro, a ben guardare, ha suggerito il nostro titolo con le
sue dichiarazioni alla giornalista Sara Viaretto, che il 1 luglio lo ha
intervistato per Sky Tg2: "Dopo il referendum la partita del nucleare
non è chiusa per sempre". Per il momento, dice Conti, l'ENEL andrà
avanti sul nucleare all'estero. "Continueremo a studiare, come è giusto
che sia, nel campo della ricerca le evoluzioni tecnologiche che
potranno essere applicate in questi Paesi, ma anche in un futuro non
troppo lontano nel nostro Paese".
Chi ha orecchie per intendere
intenda.
Il "mostro" nucleare - è la morale della favola - è una entità
molto più feroce di quanto non si creda (è animato ed alimentato
dall'istanza geopolitica della potenza, non nasce da esigenze
economiche ed energetiche).
Il nucleare, che è tutto sostanzialmente
in funzione del militare ("l'elettricità è solo un sottoprodotto del
funzionamento delle centrali", Amory Lovins), insomma, è stato ferito
dal referendum, non annientato. Dobbiamo stanarlo laddove si sta
rifugiando (con una campagna europea, si può lanciare una risoluzione
di iniziativa popolare raccogliendo 1 milione di firme in almeno 7
Paesi UE) e fare i conti con la pericolosissima eredità che ha lasciato
in Italia.
La base tecnica della subalternità dell'atomo "civile" a
quello di guerra è contenuta in un semplicissimo dato di fatto, che
implica tutta la fissione da collisione neutronica: l'equazione
combustibile=scorie=eplosivo.
La tecnologia dell’arricchimento dell’
uranio (con cui si fabbrica il combustibile) può portare alla Bomba A.
Lo stesso dicasi della tecnologia del ritrattamento delle scorie, da
cui si separa il plutonio (il materiale fissile ideale per le armi
nucleari, specialmente per la Bomba H a fusione).
Sarebbe - è il
nostro parere - poco sensato dirottare l'attenzione e la grande
sensibilità antinucleari, ottenuta a fatica ed anche per caso, di 27
milioni di italiani da una fonte inquinante di diretto impatto
generale, qual è quella nucleare, che attenta anche solo con piccole
quantità alla sopravvivenza stessa dell'ecosistema globale, rispetto ad
altre fonti che, pur contribuendo a conseguenze generali, provocano
direttamente solo stress ambientali localizzati.
Il precipitare del
riscaldamento globale non dipende significativamente dall'apertura o
dalla chiusura, ad esempio, della centrale a carbone di Porto Tolle ed
è un errore culturale, strategico e tattico pretendere di fare di
questa vicenda locale la frontiera generale verso cui spostare
l'avversione antinucleare praticamente di tutti che è montata in questi
mesi ed è stata capitalizzata dal voto referendario.
Ammesso e non
concesso che vi sia una "centralità anticarbone", è prevedibile che
questa si affermi in ogni caso attraverso vertenze regionali e non
assumerà mai la forma collettivamente estesa, tendente all'universale,
che riveste più facilmente - e necessariamente - la lotta antinucleare.
A Saluggia, in Piemonte, dove i depositi radioattivi sorgono a ridosso
della Dora Baltea che li può sommergere con le sue piene, corriamo
tuttora il rischio immediato di una Chernobyl (Rubbia dixit), altro che
pericoli futuri del carbone!
Il via vai delle scorie per treno, per
nave, persino per aereo, è una consuetudine perniciosa, foriera di
catastrofi, che va bloccata subito. I trasporti dalla citata Saluggia e
dalla ex centrale di Trino è previsto che si concludano nel dicembre
2012.
Le scorie sono trasportate dai "vecchi" impianti italiani a Les
Hague in Francia e a Sellafield in Gran Bretagna per una loro parziale
e temporanea "messa in sicurezza". Ma nel loro "ritrattamento" gli
Stati atomici estraggono anche una percentuale di plutonio che serve
per le loro bombe atomiche.
L'ENEL va fermata nelle sue partecipazioni
nucleari all'estero e la ricerca applicativa in campo energetico, nelle
università e nel CNR, va "bonificata" ed indirizzata verso destinazioni
meno inquinate da esigenze militari e più proficue in campo economico e
sociale.
L'emergenza economica, che è oggettivamente drammatica, può
essere ulteriormente pompata ed usata come un pretesto per fare passare
il tradimento della volontà referendaria.
Si scrive "debito pubblico",
si legge privatizzazioni dei servizi pubblici e Grandi Opere inutili e
pericolose spacciate per "crescita".
Per questo la lotta antinucleare
deve continuare, non disperdendo la coscienza accumulata con la
campagna referendaria, ed inserirsi nel movimento popolare che
contrasta la "dittatura finanziaria" e la sua gestione della crisi (il
debito, che è stato fatto non da noi ma dalla "casta" politica, non va
pagato agli speculatori!).
Il 15 ottobre la Carovana pertanto
confluisce nella Giornata dell'indignazione europea contro lo
svenamento del popolo imposto da questo sistema economico, che fa
prosperare parassiti e privilegiati sugli investimenti inquinanti e per
la guerra, di cui l'apparato nucleare è la suprema espressione.
Il
significato di questa iniziativa, promossa da Kronos, "Fermiamo il
Fuoco atomico", Coordinamento Energia Felice, ed aperta all'apporto di
tutti i soggetti che vorranno dare una mano, dovrebbe essere perciò del
tutto evidente.
La Carovana è il banditore che batte le contrade per
radunare le schiere dei combattenti che hanno da scontrasi col
diabolico "Drago" nucleare: dobbiamo inseguirlo e stanarlo ovunque,
adesso che lo abbiamo colpito, per infliggergli veramente, noi popolo,
la sconfitta finale.
Percorso proposto (prima idea che le forze
promotrici, incluse quelle che volessero aggiungersi, hanno da
verificare)
1^ tappa - venerdi 7 ottobre 2011 - conferenza stampa a
Milano
2^ tappa - sabato 8 ottobre 2011 - Milano - Ghedi - Brescia
(base militare atomica)
Referenti accoglienza:
3^ tappa - domenica 9
ottobre 2011- Brescia - Caorso (centrale nucleare da dismettere)
Referenti accoglienza:
lunedi 10 ottobre 2011 - riposo
4^ tappa -
martedi 11 ottobre 2011 - Caorso-Genova (Ansaldo Nucleare)
Referenti
accoglienza:
5^ tappa - mercoledi 12 ottobre 2011 - Genova - Torino
(Politecnico)
Referenti accoglienza:
6^ tappa - giovedi 13 ottobre 2011
- Torino -Trino (centrale nucleare da dismettere)
Referenti
accoglienza:
7^ tappa- venerdi 14 ottobre 2011 - Trino - Saluggia
(depositi scorie nucleari)
Referenti accoglienza:
8^ tappa - sabato 15
ottobre 2011 - ritorno a Milano e confluenza iniziativa indignados
Staffette fisse su Camper Alfiere:
Alfonso Navarra - Giacomo Sicurello
- altri.....
Altri mezzi in Carovana...
..................................
--
Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
http://web.peacelink.it/policy.html
A: pace at peacelink.it
Inviato: Mercoledì 14 Settembre 2011 21:30
Oggetto: R: RE: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
poiché il nucleare civile copre l'impegno nel nucleare militare - come
anche da Marcoule sta emergendo - forse questo mio post dovrebbe essere
indirizzato alla categoria "disarmo"
le spese per il nucleare, alla fin
fine, sono funzionali all'apparato bellico per il tramite dell'istanza
della potenza, il vero motivo per il quale si fanno le centrali
non è
un caso che la Carovana toccherà Ghedi - base di bombe atomiche, ed
anche La Spezia, porto nucleare al pari di Taranto
D'altro canto le
stesse bombe ed i sommergibili nucleari hanno un impatto ambientale,
come a Taranto (e di questo aspetto Marescotti si è molto occupato,
come a molti di noi è noto)...
nel Lazio no, non sono a conoscenza di
iniziative analoghe...
noi ci verremmo - nel Lazio - se disponessimo
di un camper meno "caccavella" di quello che abbiamo a disposizione
in
particolare per toccare il deposito di Plutonio a Casaccia, collegato
ai tentativi italiani di farsi la propria bomba atomica con l'aiuto
della Francia (vedi testimonianze degli ambasciatori Romano ed
Albonetti)
----Messaggio originale----
Da: pilarcastel at hotmail.it
Data: 13-set-2011 10.27 PM
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: RE: [pace]
attuare il voto antinucleare del popolo italiano
esiste qualche
gruppo simile o iniziativa (tipo carovana) qui nel Lazio ? grazie e
paci , pilar
Date: Tue, 13 Sep 2011 13:02:21 +0200
From:
alfonsonavarra at virgilio.it
To: mir-riconciliazione at yahoogroups.com;
forum at miritalia.org; azione at unfuturosenzatomiche.org
CC: pace@peacelink.
it
Subject: [pace] attuare il voto antinucleare del popolo italiano
----Messaggio originale----
Da: locosm at tin.it
Data: 13-set-2011 12.55
A: <fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com>,
<semprecontrolaguerra at googlegroups.com>
Cc:
<pattomutuosoccorso at googlegroups.com>
Ogg: [semprecontroguerra] attuare
il voto antinucleare del popolo italiano
La proposta sotto riportata
- la Carovana antinucleare 2001 - diventa ancora più attuale ed
opportuna dopo l'incidente atomico di Marcoule. Quale è la sua vera
entità? Per "Le Monde" di oggi il fatto non si è nemmeno verificato,
non c'è una riga del giornale che ne parli!
Il "mostro" nucleare va
del tutto scacciato dall'Italia e "stanato" ed abbattuto a livello
europeo, aprendo una vertenza internazionale per la sua messa al bando
collegata ad un deciso impegno per l'alternativa delle rinnovabili.
Anche attraverso questo percorso, che contribuisce ad una nuova
economia ecologica, dobbiamo provare ad uscire dalla crisi del finanz-
capitalismo (come chiama il sistema della "dittatura finanziaria"
Luciano Gallino).
Ne parliamo al primo giovedi antinucleare dopo le
ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via Borsieri, 12, Milano
Noi sosteniamo l'impegno del Coordinamento Energia Felice - ed in
particolare di Mario Agostinelli, in contatto per questa iniziativa con
Riccardo Petrella - di lanciare, a livello UE, una campagna comune
antinucleare per le rinnovabili e per l'acqua pubblica con lo strumento
dell'iniziativa civica dei cittadini: 1 milione di firme da raccogliere
in almeno 7 Paesi.
In Italia le grandi associazioni ambientaliste
hanno praticamente sciolto il Comitato "Fermiamo il nucleare": avendo
vinto il referendum (grazie alla capacità delle suddette di
sensibilizzare all' ecologia, pensano loro) ora, sempre a loro
giudizio, potremmo passare alla "centralità del carbone" (sic).
Chiudere con il nucleare in Italia significa che ancora c'è molto da
fare per:
- risolvere lo scempio di Saluggia, il deposito di scorie
accanto ad un fiume che entra in piena (è questa la vera "centralità"
dal punto di vista della sicurezza che interessa i cittadini comuni)
-
bloccare ogni trasporto di scorie e trovare soluzioni per minimizzare
il rischio ambientale dei rifiuti radioattivi (che includono le ex-
centrali stesse di Trino, Caorso, Latina, Garigliano)
- sistemare
meglio il deposito di plutonio a Casaccia-Roma (altra potenziale
Chernobyl, secondo il Nobel Rubbia)
- predisporre e rodare piani di
emergenza seri per la protezione civile
- cessare di acquistare
elettricità dai Paesi nucleari (12% della quota elettrica, mica
noccioline!)
- imporre all'ENEL, società privata per modo di dire, che
cessi le sue partecipazioni nucleari all'estero (molto ma molto
consistenti, informatevi!)
- riorientare i piani di ricerca e didattici
di ENEA, CNR, Università
- boicottare le "banche nucleari".
Ed
ovviamente implementare la pars costruens: perseguire l'alternativa
delle rinnovabili a tutti i livelli, con piani energetici a livello
comunale, regionale e nazionale, che vadano ben oltre l'obiettivo UE
dei "Tre Venti entro il 2020".
Ecco cosa vuol dire attuare la volontà
espressa con il referendum da circa 27 milioni di cittadini e dal
popolo italiano.
Alfonso Navarra - "Fermiamo chi scherza col fuoco
atomico" - c/o Campagna OSM-DPN, via Mario Pichi, 1 - 20149 Milano.
DA PARTE DI ALFONSO NAVARRA - cell. 340-0878893
Si richiedono
osservazioni sulla proposta che segue, sollecitata da una idea
originaria di Giacomo Sicurello (che ho avuto compagno di viaggio nella
Carovana 2010).
La fattibilità dipende anche dai mezzi (il camper
disponibile è già da rottamare?)
Ne parliamo al primo giovedi
antinucleare dopo le ferie estive (15 settembre 2011-ore 16.00) in via
Borsieri, 12, Milano
Carovana antinucleare ottobre 2011
per lo
scontro decisivo contro il "mostro" atomico da sconfiggere in Italia e
in Europa
(una volta per tutte!)
partenza: 7 ottobre
conclusione: 15
ottobre, Giornata dell'indignazione europea
Il referendum vinto
"miracolosamente", sull'onda di Fukushima, il 12 giugno 2011 non chiude
la partita antinucleare.
Non la chiude, più che ovviamente, nel mondo,
dove il rilancio qualitativo, non quantitativo, delle centrali "civili"
è funzione dell'ascesa di potenze emergenti (i BRIC, cui possiamo
aggiungere gli Stati che vogliono contare di più in aree "calde" come
il Medio Oriente) e della necessità degli USA di mantenere il divario
tecnologico e militare su di esse.
In Giappone, "potenza nucleare
latente" in termini militari, il premier Naoto Kan, che, dopo il noto
disastro di marzo (ma forse il vero brutto deve ancora arrivare!),
aveva osato pensare ad una svolta energetica ("Futuro senza
nucleare"!), è stato brutalmente cacciato e sostituito.
Il nuovo
premier, Yoshihiko Noda, ha subito rassicurato le grandi compagnie
energetiche ed i poteri forti. Ha visitato di persona la centrale di
Fukushima e ribadito che considera il nucleare una risorsa
indispensabile per l'economia nazionale.
Non la chiude, ovviamente - la
partita - in Europa, nonostante le positive scelte tedesche, sospinte
da una opinione pubblica fortemente ecologista (i "Gruenen" rischiano
di diventare il primo partito!). Altra positiva eccezione è la Svizzera
(che ha deciso di accodarsi ad altri Stati non nucleari: Austria,
Danimarca, Grecia, Irlanda, Norvegia, Polonia).
La Francia, il Paese
più nuclearizzato del mondo (80% dell'elettricità da fonte atomica), è
impegnatissima a piazzare gli EPR di Areva e la Gran Bretagna, altra
potenza atomica militare, non demorde dai suoi piani per "salvare
l'ambiente" con il 40% di nucleare (progetta la costruzione di 8 nuovi
reattori).
Si prevedono, a livello UE, degli stress test sulla
sicurezza degli impianti dall'esito scontato; e nel frattempo non passa
al Parlamento Europeo una moratoria per la costruzione di nuove
centrali.
Non la chiude, infine, in Italia, - e qui è meno ovvio, anche
se vige la prassi pressoché scontata stravolgere i risultati
referendari.
Già il quesito referendario sui servizi pubblici locali è
stato rimangiato con la "manovra" anti-deficit: l'art. 4 prevede, per
l'intanto, la possibilità di aprire ai privati la gestione di trasporti
pubblici, asili e rifiuti. La furbizia è di tenere fuori, al momento,
l'acqua, ma potete scommetterci che ben presto la politica al servizio
del business tornerà alla carica. Il voto di giugno escludeva
tecnicamente la privatizzazione di TUTTI i servizi, non solo di quelli
idrici!
Il voto sul quesito nucleare non è altrettanto chiaro sul piano
tecnico rispetto a quelli sull'acqua pubblica e già sulla stampa
confindustriale sono apparse molte analisi in questo senso (con
relative ricette su come aggirare la volontà popolare). Chi cerca, le
trova.
Non sarà poi inutile ricordare che lo stesso voto sul referendum
del 1987, quello seguito alla catastrofe di Chernobyl, con tre quesiti,
non riguardava direttamente la chiusura delle centrali ma chiedeva solo
di cancellare alcune disposizioni di legge concepite per agevolare i
piani nucleari. Non si votò per chiudere le centrali, eppure fu quello
che venne poi fatto. Si votò invece per escludere la possibilità
dell'ENEL di partecipare ad accordi internazionali per costruire
centrali nucleari all'estero: ebbene, proprio questo non venne fatto,
la partecipata di Stato se ne impipò bellamente.
Per non allontanarsi
dalla "lupa in fabula", vale la pena di ricordare che l'AD dell'ENEL,
Fulvio Conti, continua oggi a ripetere a chiare lettere che per lui il
referendum non conta nulla. Per lui "la macchina nucleare non si
ferma". Non si tratta solo della compartecipazione con Areva a
Flamanville, ma anche degli investimenti in Slovacchia, Romania, ed
anche in Russia, se le trattative con Rosatom andranno a buon fine. Non
si tratta solo della gestione degli impainti spagnoli, ex ENDESA. Di
più. Il nostro, a ben guardare, ha suggerito il nostro titolo con le
sue dichiarazioni alla giornalista Sara Viaretto, che il 1 luglio lo ha
intervistato per Sky Tg2: "Dopo il referendum la partita del nucleare
non è chiusa per sempre". Per il momento, dice Conti, l'ENEL andrà
avanti sul nucleare all'estero. "Continueremo a studiare, come è giusto
che sia, nel campo della ricerca le evoluzioni tecnologiche che
potranno essere applicate in questi Paesi, ma anche in un futuro non
troppo lontano nel nostro Paese".
Chi ha orecchie per intendere
intenda.
Il "mostro" nucleare - è la morale della favola - è una entità
molto più feroce di quanto non si creda (è animato ed alimentato
dall'istanza geopolitica della potenza, non nasce da esigenze
economiche ed energetiche).
Il nucleare, che è tutto sostanzialmente
in funzione del militare ("l'elettricità è solo un sottoprodotto del
funzionamento delle centrali", Amory Lovins), insomma, è stato ferito
dal referendum, non annientato. Dobbiamo stanarlo laddove si sta
rifugiando (con una campagna europea, si può lanciare una risoluzione
di iniziativa popolare raccogliendo 1 milione di firme in almeno 7
Paesi UE) e fare i conti con la pericolosissima eredità che ha lasciato
in Italia.
La base tecnica della subalternità dell'atomo "civile" a
quello di guerra è contenuta in un semplicissimo dato di fatto, che
implica tutta la fissione da collisione neutronica: l'equazione
combustibile=scorie=eplosivo.
La tecnologia dell’arricchimento dell’
uranio (con cui si fabbrica il combustibile) può portare alla Bomba A.
Lo stesso dicasi della tecnologia del ritrattamento delle scorie, da
cui si separa il plutonio (il materiale fissile ideale per le armi
nucleari, specialmente per la Bomba H a fusione).
Sarebbe - è il
nostro parere - poco sensato dirottare l'attenzione e la grande
sensibilità antinucleari, ottenuta a fatica ed anche per caso, di 27
milioni di italiani da una fonte inquinante di diretto impatto
generale, qual è quella nucleare, che attenta anche solo con piccole
quantità alla sopravvivenza stessa dell'ecosistema globale, rispetto ad
altre fonti che, pur contribuendo a conseguenze generali, provocano
direttamente solo stress ambientali localizzati.
Il precipitare del
riscaldamento globale non dipende significativamente dall'apertura o
dalla chiusura, ad esempio, della centrale a carbone di Porto Tolle ed
è un errore culturale, strategico e tattico pretendere di fare di
questa vicenda locale la frontiera generale verso cui spostare
l'avversione antinucleare praticamente di tutti che è montata in questi
mesi ed è stata capitalizzata dal voto referendario.
Ammesso e non
concesso che vi sia una "centralità anticarbone", è prevedibile che
questa si affermi in ogni caso attraverso vertenze regionali e non
assumerà mai la forma collettivamente estesa, tendente all'universale,
che riveste più facilmente - e necessariamente - la lotta antinucleare.
A Saluggia, in Piemonte, dove i depositi radioattivi sorgono a ridosso
della Dora Baltea che li può sommergere con le sue piene, corriamo
tuttora il rischio immediato di una Chernobyl (Rubbia dixit), altro che
pericoli futuri del carbone!
Il via vai delle scorie per treno, per
nave, persino per aereo, è una consuetudine perniciosa, foriera di
catastrofi, che va bloccata subito. I trasporti dalla citata Saluggia e
dalla ex centrale di Trino è previsto che si concludano nel dicembre
2012.
Le scorie sono trasportate dai "vecchi" impianti italiani a Les
Hague in Francia e a Sellafield in Gran Bretagna per una loro parziale
e temporanea "messa in sicurezza". Ma nel loro "ritrattamento" gli
Stati atomici estraggono anche una percentuale di plutonio che serve
per le loro bombe atomiche.
L'ENEL va fermata nelle sue partecipazioni
nucleari all'estero e la ricerca applicativa in campo energetico, nelle
università e nel CNR, va "bonificata" ed indirizzata verso destinazioni
meno inquinate da esigenze militari e più proficue in campo economico e
sociale.
L'emergenza economica, che è oggettivamente drammatica, può
essere ulteriormente pompata ed usata come un pretesto per fare passare
il tradimento della volontà referendaria.
Si scrive "debito pubblico",
si legge privatizzazioni dei servizi pubblici e Grandi Opere inutili e
pericolose spacciate per "crescita".
Per questo la lotta antinucleare
deve continuare, non disperdendo la coscienza accumulata con la
campagna referendaria, ed inserirsi nel movimento popolare che
contrasta la "dittatura finanziaria" e la sua gestione della crisi (il
debito, che è stato fatto non da noi ma dalla "casta" politica, non va
pagato agli speculatori!).
Il 15 ottobre la Carovana pertanto
confluisce nella Giornata dell'indignazione europea contro lo
svenamento del popolo imposto da questo sistema economico, che fa
prosperare parassiti e privilegiati sugli investimenti inquinanti e per
la guerra, di cui l'apparato nucleare è la suprema espressione.
Il
significato di questa iniziativa, promossa da Kronos, "Fermiamo il
Fuoco atomico", Coordinamento Energia Felice, ed aperta all'apporto di
tutti i soggetti che vorranno dare una mano, dovrebbe essere perciò del
tutto evidente.
La Carovana è il banditore che batte le contrade per
radunare le schiere dei combattenti che hanno da scontrasi col
diabolico "Drago" nucleare: dobbiamo inseguirlo e stanarlo ovunque,
adesso che lo abbiamo colpito, per infliggergli veramente, noi popolo,
la sconfitta finale.
Percorso proposto (prima idea che le forze
promotrici, incluse quelle che volessero aggiungersi, hanno da
verificare)
1^ tappa - venerdi 7 ottobre 2011 - conferenza stampa a
Milano
2^ tappa - sabato 8 ottobre 2011 - Milano - Ghedi - Brescia
(base militare atomica)
Referenti accoglienza:
3^ tappa - domenica 9
ottobre 2011- Brescia - Caorso (centrale nucleare da dismettere)
Referenti accoglienza:
lunedi 10 ottobre 2011 - riposo
4^ tappa -
martedi 11 ottobre 2011 - Caorso-Genova (Ansaldo Nucleare)
Referenti
accoglienza:
5^ tappa - mercoledi 12 ottobre 2011 - Genova - Torino
(Politecnico)
Referenti accoglienza:
6^ tappa - giovedi 13 ottobre 2011
- Torino -Trino (centrale nucleare da dismettere)
Referenti
accoglienza:
7^ tappa- venerdi 14 ottobre 2011 - Trino - Saluggia
(depositi scorie nucleari)
Referenti accoglienza:
8^ tappa - sabato 15
ottobre 2011 - ritorno a Milano e confluenza iniziativa indignados
Staffette fisse su Camper Alfiere:
Alfonso Navarra - Giacomo Sicurello
- altri.....
Altri mezzi in Carovana...
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