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R: Re: [MIR-Riconciliazione] Re: Cautela sulla cautela
- Subject: R: Re: [MIR-Riconciliazione] Re: Cautela sulla cautela
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Tue, 22 Feb 2011 20:40:08 +0100 (CET)
La nonviolenza - forza dell'unità popolare per la libertà e la giustizia - è, per l'appunto, una forza che agisce all'interno di un campo di forze varie. La "purezza" nonviolenta al 100% non si registra nella Storia, neppure nella lotta che ha portato alla liberazione dell'India dal dominio coloniale inglese. Compito degli amici della nonviolenza non è, mi sembra che su questo possiamo essere tutti abbastanza d'accordo, dare pagelle sulla "genuinità" o meno di questa o quella ribellione popolare, bensì quello di agire per elevare il tasso di nonviolenza ed abbassare il tasso di violenza nei processi storici. Ritengo comunque sbagliato fare di tutti i sommovimenti popolari in corso un unico fascio, ci sono profonde differenze, che so, tra quello che succede in Libia e quello che succede in Egitto... ----Messaggio originale---- Da: locascio.francesco at gmail.com Data: 22-feb-2011 7.07 PM A: "Enrico Peyretti"<e.pey at libero.it> Cc: "CS 00 Serenoregis" <comunicazione at serenoregis.org>, "zanolli elena"<elena.zeta at libero.it>, "Zafarana Zaira"<zaira_zafarana at yahoo.it>, "solmi renato"<rsolmi@tin. it>, "Scarnera Marco"<marco.scarnera at tiscali.it>, "salio nanni" <nanni at serenoregis.org>, "rossi paola"<paola.rossi1 at fastwebnet.it>, "Racca Eva"<alise at fastwebnet.it>, "mir-mn To"<mir-mn at serenoregis.org>, "Larocca Mariuccia"<mariuccia.laro at alice.it>, "Gargano 1 Enzo" <enzo at serenoregis.org>, "Dogliotti Angela"<maradoglio at libero.it>, "CS 01 Sereno Regis info"<info at serenoregis.org>, "cosentino silvia" <sicosent at tiscali.it>, "Cingolani Giorgio"<cingo.g at inrete.it>, "ciavarella 1 giovanni"<giovanni.ciavarella at intesasanpaolo.com>, "Camino Elena"<elena.camino at unito.it>, "Cambiano Dario"<dariocam@inwind. it>, "asiatici andrea"<and.graz at hotmail.it>, "arcidiacono loredana" <Loredana.Arcidiacono at alpitourworld.it>, "alba - - alvise e maria chiara"<alvise_mchiara at alice.it>, "candelari 1 paolo"<paolocand@gmail. com>, "lista Peacelink Pace"<pace at peacelink.it>, "lista pax christi gr discussione"<paxchristi at yahoogroups.com>, "lista Mir dibattito"<mir- riconciliazione at yahoogroups.com>, "Lista Menapace"<lista123lm@gmail. com>, "lista lilliput glt NV"<glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>, "lista BCP"<ml-beati at beati.org>, "lista angelo casati 01" <sullasoglia at yahoogroups.com>, <list at transcend.pro>, "lista nonviolenti" <nonviolenti at liste.retelilliput.org> Ogg: Re: [MIR-Riconciliazione] Re: Cautela sulla cautela *..............Meglio Sharp? Meglio il Pentagono? O meglio le dittature?* Il giorno 22 febbraio 2011 17:09, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto: > > > * > Mi scrive Giuliano Pontara, da Stoccolma: > Quanto alle rivolte non-violente in Medio oriente: ritengo ( con Gandhi) > che a livello di massa non si possa plausbilmente sperare molto di più: > ma quello che succede non è poco. > Un abbraccio > Giuliano > * > Ciao, Enrico > > ----- Original Message ----- > *From:* Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> > *To:* CS 00 Serenoregis <comunicazione at serenoregis.org> ; zanolli elena<elena. zeta at libero.it>; Zafarana > Zaira <zaira_zafarana at yahoo.it> ; solmi renato <rsolmi at tin.it> ; Scarnera > Marco <marco.scarnera at tiscali.it> ; salio nanni <nanni at serenoregis.org> ; rossi > paola <paola. rossi1 at fastwebnet.it> ; Racca Eva <alise at fastwebnet.it> ; mir-mn > To <mir-mn at serenoregis.org> ; Larocca Mariuccia <mariuccia.laro at alice.it>; Gargano > 1 Enzo <enzo at serenoregis.org> ; Dogliotti Angela <maradoglio at libero.it> ; CS > 01 Sereno Regis info <info@serenoregis. org> ; cosentino silvia<sicosent at tiscali.it>; Cingolani > Giorgio <cingo.g at inrete.it> ; ciavarella 1 giovanni<giovanni. ciavarella at intesasanpaolo.com>; Camino > Elena <elena.camino at unito.it> ; Cambiano Dario <dariocam at inwind.it> ; asiatici > andrea <and. graz at hotmail.it> ; arcidiacono loredana<Loredana. Arcidiacono at alpitourworld.it>; alba > - - alvise e maria chiara <alvise_mchiara at alice.it> ; A me 1 Libero<e.pey at libero.it>; candelari > 1 paolo <paolocand at gmail.com> > *Cc:* lista Peacelink Pace <pace at peacelink.it> ; lista pax christi gr > discussione <paxchristi at yahoogroups.com> ; lista Mir dibattito<mir- riconciliazione at yahoogroups.com>; Lista > Menapace <lista123lm@gmail. com> ; lista lilliput glt NV<glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>; lista > BCP <ml-beati at beati.org> ; lista angelo casati 01<sullasoglia at yahoogroups.com>; > list at transcend.pro ; lista nonviolenti<nonviolenti at liste.retelilliput.org> > *Sent:* Tuesday, February 22, 2011 12:08 PM > *Subject:* Cautela sul carattere genuinamente nonviolento delle > rivoluzioni arabe > > > > Cautela sul carattere genuinamente nonviolento delle rivoluzioni arabe > Sei anni fa, stimolato da osservazioni attente, pubblicavo questo articolo > (allegato e in calce) che metteva in guardia dal valutare come "nonviolente" > certe rivoluzioni "rosa". > Oggi, senza affatto sminuirne il valore, il coraggio, le prospettive, > bisogna dire lo stesso delle rivoluzioni arabe. > Forse, si può dare atto giustamente, per lo più, che si tratta di > rivoluzioni "non-violente", cioè "senza-uso-di-violenza": in altre parole si > tratterebbe di "nonviolenza pragmatica", o "tattica", ma non di "nonviolenza > di principio", o "strategica". > Quando le armi non si hanno, o non conviene usarle perché fanno un > disastro maggiore, si usano mezzi "non-violenti", ma la genuina > "nonviolenza" è la ben diversa scelta di non usare la violenza quando > sarebbe possibile e potrebbe dare speranza di efficacia. Le ragioni della > genuina nonviolenza sono quelle della più alta qualità umana, non quelle > della rapida efficacia. > Obama, l'11 febbraio, riguardo all'Egitto, ha mandato un messaggio (che > io ho diffuso molto) bello e giusto, forse anche troppo entusiasta. > L'idealismo ci deve orientare, ma i singoli passi e valutazioni devono > essere saggi e prudenti. > Ora ci sono voci di influenze del "metodo Sharp" nelle vicende del > Medio Oriente. Potrebbe essere che una politica di influenza mondiale, cambi > strumenti di controllo: non più dittatori divenuti impresentabili, ma > democrazie manipolate, influenzate. > Non giudichiamo, ma vigiliamo. > Enrico Peyretti, Torino > > *** > > Mezzi e fini Nonviolenza violenta ? > > (pubblicato su *il foglio* n. 319, febbraio 2005, www.ilfoglio.info) > > > > Tutto serve. Tanti anni fa, in Spagna, lessi su un muro «Los guerrilleros > de Cristo Rey, somos la ley». Gesù guerrigliero, di estrema destra. A quando > Gandhi alfiere dell’impero? Nella pubblicità, come Gesù, è già stato > ripetutamente usato. Anche i suoi metodi possono servire a tutto, secondo > l’articolo *Nell’ombra delle “rivoluzioni spontanee”*, di Régis Genté e > Laurent Rouy, su *Le Monde Diplomatique* (gennaio 2005, p. 6). Nel ’99 in > Jugoslavia, falliti i bombardamenti della Nato, si organizzano, e si > finanziano bene, potenti manifestazioni popolari nonviolente e Milosevic (il > quale se lo merita pure) cade. Serbia, Georgia, Ucraina: funziona! Il metodo > è quello delle grandi rivoluzioni nonviolente dell’89 nell’ Europa orientale. > Certo, non è solo manipolazione, c’è una vera insorgenza popolare contro > autoritarismi e dittature. Ma il metodo serve a qualunque scopo. > > > > *Aggiustare le elezioni* > > Dove un potere deve un po' aggiustare le elezioni per legittimarsi - ma > questo non è successo, almeno nel 2000, anche negli Usa, modello di > democrazia da esportazione forzata? - si infiltrano – secondo gli autori > dell’articolo - organizzazioni e fondazioni americane. Una, il National > Democratic Institute, è presieduta da Madeleine Albright, quella che disse > che le vittime della guerra del Golfo «valevano la pena». Un’altra, Freedom > House, è diretta da James Woolsey, ex capo della Cia, già attivo in Serbia > nel 2000. Vanno in aiuto a parti interne che «volevano far crollare il > regime più che avere libere elezioni», come dice Gia Jorjolani, del Centro > per gli studi sociali di Tbilisi, Georgia. > > I media e i movimenti studenteschi (Otpor, Resistenza, in Jugoslavia) vi > hanno grande parte. Seminari di “formazione per formatori” sono tenuti anche > a Washington (9 marzo 2004), pare con la presenza di Gene Sharp, teorico > della lotta nonviolenta e autore di un classico manuale in tre volumi, *Politica > dell’azione nonviolenta* (edizioni Ega, Torino), molto usato anche dai > nonviolenti italiani. > > Quelle rivoluzioni nonviolente in Serbia e Georgia, a detta degli stessi > politici che hanno preso il potere, sono state sostenute da forze contrarie > ai precedenti regimi. Nelle recenti elezioni contestate e ripetute, sotto > pressione popolare, in Ucraina, hanno avuto parte evidente la Polonia e > l’Unione Europea. Personaggi ivi emergenti fanno parte della nomenklatura > arricchitasi con le privatizzazioni. Non sempre ci guadagna la democrazia: > un anno dopo la “rivoluzione delle rose” in Georgia, una militante per i > diritti umani, Tinatin Khidasheli, scrive «La rivoluzione delle rose è > appassita» (*International Herald Tribune*, Parigi, 8 dicembre 2004). > > La politica estera americana, dunque, si servirebbe oggi non solo della > guerra, ma anche di questi movimenti, non veramente spontanei, anche se > attecchiscono grazie ai difetti, e a volte i crimini, dei regimi contestati. > Pare che, oltre l’area ex-sovietica, punti ora ad applicare il metodo a > Cuba, mentre nel Medio Oriente le possibilità sono scarse, anche per l’odio > che gli Usa si sono guadagnati. > > > Democrazia metodo e fine > > Che dire, da parte di chi crede nella nonviolenza come metodo giusto per > fini giusti? Anzitutto, proprio questo: non solo i mezzi devono non essere > violenti, ma anche i fini. La Germania nazista e l’antisemitismo fascista, > cominciarono la persecuzione degli ebrei, diretta allo sterminio, col > boicottaggio economico, che in sé è un tipico mezzo nonviolento contro le > economie ingiuste. Usare mezzi giusti per fini ingiusti è tanto ingiusto > quanto usare mezzi ingiusti per fini giusti. La nonviolenza gandhiana è una > speranza per l’umanità spinta sull’orlo della distruzione totale dalla > ideologia della violenza: manipolarla per fini di dominio, uguali a quelli > che si cercano con la guerra e la violenza, è falsificare un valore umano. > La nonviolenza non è solo una tecnica utile, ma la cultura del rispetto > dell’umanità in ogni persona e popolo. Come insieme di tecniche può servire > al dominio incruento e sottile, ma non meno ingiusto. Come cultura e > spiritualità non può farsi strumentalizzare dall’ingiustizia del dominio. > Perciò, la ricerca della nonviolenza non può essere semplice attivismo, ma > educazione morale profonda. Su di ciò i nonviolenti devono vigilare e > approfondire il loro lavoro. Si sono già viste anche da noi forze politiche > sbandierare Gandhi e poi rendersi utili ai potenti e persino alla guerra. > > Certo, puntare al potere con la demagogia incruenta è qualcosa di meglio > che con una guerra o un golpe sanguinario, mezzi usati senza scrupoli da > chi ora si serve della nonviolenza, ma mai da Gandhi, da Luther King, da > Badshah Khan. Così, la democrazia, ovviamente, è meglio della dittatura. Ma > essa è vera se e quando le persone si educano a decidere secondo giustizia, > e non soltanto perché si contano le teste invece di tagliarle. Non c’è vera > democrazia là dove le teste decidono liberamente di tagliarne altre, o di > opprimerle, o tacitarle. La democrazia che elegge Hitler è falsa democrazia, > forma senza sostanza. Non c’è vera democrazia dove il principio di > maggioranza instaura una dittatura della maggioranza, come sta accadendo in > Italia. La democrazia è un metodo, ma soprattutto un fine: farci tutti più > rispettosi della comune umanità. Perciò la nonviolenza dei mezzi e dei fini > è l’aggiunta e il completamento della democrazia. > > Enrico Peyretti (22 gennaio 2005) > > > > Sull’articolo di *Le Monde diplomatique* ho sentito il parere di > Jean-Marie Muller, che mi risponde: «Io sarei forse meno reticente di te nel > salutare l’azione nonviolenta degli ucraini. Ma hai ragione nel chiamare > alla vigilanza per essere sicuri che i mezzi giusti della nonviolenza siano > messi al servizio di un fine giusto» (e. p.) > > > > > > >
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