nonviolenza ideologica
- Subject: nonviolenza ideologica
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Wed, 19 May 2010 02:58:26 +0200 (CEST)
Non voglio farla lunga, caro Gianfranco, ma mi pare evidente che ti sei perso, in ambito "nonviolento", tutta l'elaborazione sulla difesa sociale (o popolare) nonviolenta, sulla quale esiste ormai una sterminata bibliografia. Ed anche, ormai da lungo tempo, una vera e propria prassi (hai mai sentito parlare di corpi civili di pace?)
Dal tuo punto di vista, poichè molti scenari prevedono una graduale transizione tra difesa armata e difesa completamente non armata, si tratterebbe di un cumulo di "bestemmie".
Nè avrebbe alcun senso un dialogo con i militari per possibili collaborazioni: avremmo a che fare con degli assassini o dei potenziali killer, in quanto è certamente gente come minimo addestrata per violare il comandamento del "non uccidere".
Fa comunque sempre piacere incontrare qualcuno - a parole - più gandhiano di Gandhi.
Che, difatti, non era un assolutista ma faceva "esperimenti con la verità".
Quale è il punto? un principio - che è una costruzione mentale - posto nella sua assolutezza finisce per diventare la caricatura di sè stesso: la vita è sempre più complicata dei nostri schemi mentali.
Perciò - e questo è proprio un suggerimento del Mahatma - gli uomini (e le donne) non si giudicano per i principi che proclamano ma per i compromessi che concretamente attuano per realizzare i succitati principi.
Tutti a parole (per principio) sono infatti contro la violenza, per la pace, per il "non uccidere", persino Hitler lo era - e non c'è affatto da stupirsene - ma il problema è cosa fare rispetto ai casi reali che la vita ti presenta, dove una scelta semplice che viene spesso prospettata può essere tra un male ed un male minore.
Le guerre vengono sempre giustificate come risposta ad uno stato di necessità: si uccide per non essere uccisi, per fronteggiare una minaccia esistenziale.
La novità gandhiana non sta nel principio del non uccidere ma nello scoprire che la nonviolenza è una FORZA (socialmente e politicamente, non solo moralmente efficace).
La forza della verità organizzata come ricerca collettiva della giustizia è l'energia capace di produrre il lavoro sociale - e politico - più efficace ed impattante.
Martin Luther King poi parlava di FORZA DELL'AMORE.
Io traduco per la cultura italiana in FORZA DELL'UNITA' POPOLARE.
Stiamo parlando di una forza che agisce dentro un campo di forze per produrre degli effetti reali.
Questa FORZA è in grado - qui sta l'ipotesi - di reagire in modo effettivo e vincente - a suo modo - rispetto alle minacce esistenziali, agli stati di emergenza.
Considera il principio strategico: trasformare i nemici in amici (che va declinato soptrattutto per le comunità umane).
La nonviolenza è una FORZA ed è la forza più potente: questo è il concetto base che consente di passare da un discorso puramente etico (ad es. il porgi l'altra guancia) ad una prassi politica organizzata, con tanto di pianificazione strategica per campagne successive.
Un altro concetto altrettanto fondamentale, da cui nasce l'efficacia pratica della noncollaborazione, è quello di potere non come oggetto materiale - che si può prendere o perdere - ma come relazione sociale (organizzata) di comando-obbedienza.
Le cose che ti sto dicendo sono ovviamente molto grossolane. Nè nelle comunicazioni su internet ci si può dilungare più di tanto.
Ma possono darti l'idea sul perchè io sono portato a definire il tuo modo di concepire la nonviolenza come IDEOLOGICO, così come tu concepisci il mio addirittura come una "eresia".
Magari per una migliore conoscenza e comprensione reciproca potremmo incontrarci all'assemblea degli obiettori alle spese militari, il 28 e 29 maggio a Sesto San giovanni.
----Messaggio originale----
Da: gianfranco at texalsrl.it
Data: 18-mag-2010 8.48 PM
A: "alfonso navarra"alfonsonavarra at virgilio.it>, <, "Gianfranco Aldrovandi"<gianfranco at texalsrl.it>
Cc: <roberto.prina at fastwebnet.it>, <energia at rossovivo.net>, <pace at peacelink.it>
Ogg: Re: [pace] il dialogo con i militari dopo le notizie dall'Afghanistan
----- Original Message -----From: Gianfranco AldrovandiTo: pace at peacelink.it ; fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com ; semprecontrolaguerra at googlegroups.com ; mir-riconciliazione at yahoogroups.com ; forum at miritalia.org ; azione at unfuturosenzatomiche.orgSent: Tuesday, May 18, 2010 12:41 AMSubject: Re: [pace] il dialogo con i militari dopo le notizie dall'AfghanistanCiao a Tutti ,in particolare ad Alfonso Navarra ,Quanto leggo ahimè nel tuo intervento mi appaiono come NONVIOLENTO delle enormità delle bestemmie al masimo grado - " modello di difesa difensivo territorializzato" - " ripristando la leva " - "La difesa difensiva "- " uno strumento difensivo democratico deve prevedere un servizio obbligatorio dei giovani " - "Non a caso la leva obbligatoria fu abolita negli USA dopo la crisi di egemonia culturale causata dall'intervento nel Vietnam (i giovani coscritti che bruciavano in massa le cartoline precetto in piazza: ricordate il film "Hair"?).
L'Europa e l'Italia, come al solito, hanno copiato il peggio dell'America... "il tutto ovviamente presupponendo condito con in mano " non solo fiori ? " ma... anche fucili ? , fucilini ?" o bombe ?o bombette ?" ma s' intende... possibilmente umanitarie , come i bombardamenti umanitari...... di Dalemiana memoria ???.il 04 11 1972 vidi sui muri di Reggio Emilia il Manifesto " non vittoria ma lutto " e la Firma - Movimento Nonviolento - questo segnò la mia entrata nel sociale e la " mia scoperta che c'era una elaborazione teorica laica messa a prassi di vita del Comandamento - Non Uccidere - " che veniva chiamata NONVIOLENZA .Da quel momento cercai di farla mia con tutti i miei limiti .Ora sentire quelle Bestemmie spacciate da chi è da sempre protagonista nell' ambito della Nonviolenza , mi chiedo " dove sono rimasto io ? " ho perso qualche passaggio ? " anzi forse tanti ? " o " dove è finita l' elaborazione teorica dei nipotini (degeneri....?) di Ghandi e Capitini ? "" a portare a spasso ieri ... senza contestarli alla Marcia della Pace quei " politici sinistri " che dopo aver " abbracciato la nonviolenza (???) " espellero Rossi e Turigliatto ??- e anche quel BERSANI che corse su ordine di Prodi in USA a firmare l'acquisto degli F35 e si disse subito migliore del Berlusca a fare il Nucleare in Italia ?? "Spero che le maglie del " controllo" del sito del blog ( pace) pace@peacelink diano spazio anche a questi miei interrogativi , a questi miei abbagli (???) da vecchio nostalgico della NONVIOLENZA .Ciao con cordialità comunque GIANFRANCO ALDROVANDIP.S. - Sono del COLLETTIVO NONVIOLENTO uomo ambiente della BASSA REGGIANA , fatto nascere anche da mè a metà anni ' 70 quando ospitò poi un Congresso Nazionale del Movimento Noviolento ed fu incaricato poi per primo allo studio ed alla impostazione della Campagna Obiezione Fiscale alle Spese Militari .----- Original Message -----To: fermiamo-il-fuoco-atomico at googlegroups.com ; semprecontrolaguerra at googlegroups.com ; mir-riconciliazione at yahoogroups.com ; forum at miritalia.org ; azione at unfuturosenzatomiche.orgSent: Monday, May 17, 2010 1:29 PMSubject: [pace] il dialogo con i militari dopo le notizie dall'AfghanistanIl dialogo con i "militari" lo vedo da impostare sul presupposto che, insieme, come cittadini, abbiamo da attuare l'art. 11 del ripudio della guerra.
Questo significa adottare un modello di difesa difensivo territorializzato (Svizzera, Cuba), ripristando la leva che per ora è stata solo sospesa.
No quindi a sistemi d'arma progettati per proiezioni di potenza all'estero (es. F35, Eurofighter, portaerei Cavour...).
Meno che mai dobbiamo condividere la deterrenza nucleare ospitando le armi atomiche USA e permettendo che navi e sommergibili atomici attracchino nei nostri porti.
In questo modello difensivo la componente della difesa civile non armata deve avere pari dignità e peso.
Il servizio civile, come già indica la legge, deve essere finalizzato innanzitutto per questo compito.
Il servizio civile assistenziale deve avere una sua normativa a parte, non collegata al concetto di "difesa della Patria".
Si può pensare ad una "difesa europea" solo se anche la UE adotta il ripudio della guerra italiano.
La difesa difensiva ha senso in un contesto di politica estera per affermare il diritto universale alla pace.
Vale as dire per contribuire ad un ordine internazionale fondato sulla giustizia, sempre come recita la nostra Costituzione all'art. 11.
Quindi no ad interventi bellici per la difesa dei diritti umani e per contrastare il terrorismo: non si spengono gli incendi versando benzina sul fuoco ed alimentando stragi - necessariamente indisctiminate - di civili.
Si alla valorizzazione - con riforme in senso democratico - delle istituzioni del diritto internazionale.Quanto ho sinora esposto rappresenta la prima fase del "transarmo" che abbiamo da perseguire.
Quindi - rispondendo a Nella Ginatempo - sono d'accordo con lei che uno strumento difensivo democratico deve prevedere un servizio obbligatorio dei giovani e rigettare ogni componente mercenaria.
Non a caso la leva obbligatoria fu abolita negli USA dopo la crisi di egemonia culturale causata dall'intervento nel Vietnam (i giovani coscritti che bruciavano in massa le cartoline precetto in piazza: ricordate il film "Hair"?).
L'Europa e l'Italia, come al solito, hanno copiato il peggio dell'America...Quanto ho sinteticamente detto, inoltre, non ha nulla a che vedere con le conferenze stampa vuote di contenuto e di progetto in cui "pacifisti" e generali si danno la mano ad uso e consumo della ribalta mediatica.
Tacendo oltretutto sulla realtà che ci balla pesantemente addosso ed i cui fatti hanno una scorza dura, non comprimibile da nessuna retorica: vedi la tragica notizia che or ora apprendiamo sui due soldati appena uccisi ad Herat.
Ma che non ci deve far dimenticare il martirio della popolazione civile afghana che stiamo producendo con il reggere il sacco alla violenza delle potenze occidentali (e che l'ospedale chiuso di Emergency in qualche modo con la sua attività testimoniava)...Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari
P.S. siete invitati all'Assemblea della Campagna OSM il 29 e 30 maggio a Sesto San Giovanni, c/o Centro Evangelico, via Mazzini, 33Pubblicato il 17/05/10 da ApCom in Esteri
Uccisi 2 soldati italiani in Afghanistan e 2 feriti tra cui una donna.
Bomba al passaggio di un convoglio nella provincia di Herat.
I colpiti sono all'ospedale da campo.
Berlusconi: la nostra missione è fondamentale. Dubbi di Calderoli. Cordoglio del mondo politico. Le salmerientreranno mercoledì. Precipita aereo con stranieri a bordo a 100 km da Kabul
Due soldati italiani, Massimiliano Ramadù, 33enne originario di Velletri e Luigi Pascazio, 25enne nato in
provincia di Bari, sono stati uccisi e altri due, Gianfranco Scirè e Cristina Buonacucina sono rimasti gravemente
feriti in seguito a un attacco subito da un convoglio nella provincia di Herat, nel nord-ovest dell'Afghanistan.
Tra i due militari italiani feriti c'è anche una donna: sono gravi ma non pericolo di vita. Sono stati trasportati
in elicottero all'ospedale da campo di Herat. Berlusconi: campagna fondamentale. I dubbi di Calderoli. Cordoglio
dal mondo politico
12.34 Le salme dei due militari uccisi rientreranno mercoledì mattina, ha detto La Russa.
12.29 "Non solo Calderoli, tutti ci interroghiamo di fronte a fatti del genere - ha dichiarato il ministro della
Difesa Ignazio La Russa - il rischio è connesso all'importanza della missione".
12.12 "La missione in Afghanistan continuerà" ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini.
12.05 La Procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'attacco. L'ipotesi di reato è strage con finalità di
terrorismo.
11.32 Piero Fassino (Pd) ha espresso "profondo dolore e solidarietà alle famiglie delle vittime e alle forze
armate".
11.28 "Calderoli sia coerente e presenti in Parlamento una mozione per il ritiro dei nostri soldati", ha detto ilportavoce nazionale della Federazione della Sinistra Paolo Ferrero.
11.23 I quattro militari italiani della Brigata Taurinense erano a bordo di un Lince alla testa della colonna.10:43 "Ancora una volta l'Italia piange altri due suoi caduti per la libertà e la pace. Due soldati italiani
uccisi dal terrorismo perché difendevano la democrazia e la sicurezza internazionale". E' il commento del
presidente del Senato, Renato Schifani.
10:40 "Spesso abbiamo espresso perplessità sull'esportazione della democrazia, ma ogni decisione va presa insiemeal resto, non può essere unilaterale. Bisogna verificare se i sacrifici servono. Ma c'è una comunità
internazionale, prendiamo le decisioni insieme a loro". Così ha commentato, il ministro leghista per la
Semplificazione, Roberto Calderoli.
Il sondaggio di Virgilio notizie alle 12.44 sulla missione in Afghanistan: è giusto restare?No, la missione e' diventata troppo pericolosa
30.0 %
Si'28.9 %
Bisogna ritirarsi subito38.8 %
Non saprei2.3 %
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