Re: [pace] Emergency querela Giornale e Libero



Poiché la miglior cura è la prevenzione, bisogna dire a Frattini che la
miglior cura dei feriti di guerra è l'abolizione e almeno la prevenzione
della guerra.
"Ma la guerra la fanno i talebani", dirà Frattini.
E alla guerra si può rispondere solo con la guerra?
Sì, se si vuol fare l'interesse dei grandi armaioli.
No, se si aiutano i popoli a fare resistenza civile nonviolenta; no, se si
sviluppa una polizia dell'Onu democratica (polizia e guerra sono
qualitativamente differenti come la forza è differente dalla violenza, come
ridurre la violenza è l'opposto dell'aumentare la violenza), polizia
internazionale che le grandi potenze e le lobbies delle armi non vogliono;
no, se si cura la cultura dell'incontro e non dello scontro delle civiltà.
Enrico Peyretti


----- Original Message ----- 
From: "lorenzo_galbiati" <lorenz.news at tele2.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, April 26, 2010 8:27 PM
Subject: [pace] Emergency querela Giornale e Libero


> Ha fatto bene Gino Strada a fare una conferenza con tanto di pagina del
> Giornale per chiarire l'iniziativa della querela.
>
> IL TITOLO DEL GIORNALE ERA: Gli amici di Strada, confessione shock
>
> Io sono dell'idea che fonti "giornalistiche" come queste debbano essere
> boicottate in quanto SPAZZATURA, come le ha definite Strada.
>
> Peraltro, può darsi che a loro volta Libero e Giornale querelino Strada
per
> diffamazione:
> La Società Europea di Edizioni, editrice del Giornale, ha dato mandato ai
> propri legali di “intraprendere ogni e più opportuna azione a tutela della
> propria immagine professionale e reputazone” nei confronti di Gino Strada
> che ieri mattina “si è espresso, nei confronti della testata, con pesanti
e
> intollerabili giudizi diffamatori”.
> (Fonte Corriere 2000)
>
> La notizia:
>
>     FONTE ANSA
>
> Gino Strada, fondatore di Emergency
>
> MILANO- Gino Strada ha annunciato di aver querelato i quotidiani 'Il
> Giornale' e 'Libero' per i titoli dei giorni scorsi in cui si diceva che i

> tre operatori avevano confessato. "Ci aspettiamo un titolo - ha detto Gino
> Strada - con scritto sono innocenti. Ma la spazzatura non lo farà,
> continueranno a fare il loro sporco mestiere".
>
> Gino Strada, aprendo la conferenza stampa, ha ricordato l'apertura
> dell'inchiesta per calunnia contro ignoti da parte della Procura della
> Repubblica di Roma. Strada ha ricordato che calunnie nei confronti dei tre
> operatori e di tutta Emergency sono state sollevate anche in Italia e a
> questo proposito ha mostrato due prime pagine del Giornale di Vittorio
> Feltri con titoli che annunciavano le confessioni da parte dei tre
operatori
> dell'Ong. "Questa - ha detto Gino Strada - è spazzatura. Adesso ci
> aspettiamo che facciano un titolo a tutta pagina con la scritta 'Liberi,
> sono innocenti'" e ha mostrato una pagina virtuale composta da Emergency.
> "Non lo faranno - ha proseguito Gino Strada - andranno avanti a fare il
loro
> sporco mestiere. Abbiamo querelato anche la mini spazzatura che è Libero".
> Gino Strada ha quindi assicurato che il primo obiettivo di Emergency ora è
> quello di riaprire l'ospedale di Lashkar Gah, per continuare a curare i
> feriti. Alla domanda se temono per la sicurezza, dopo ciò che è accaduto,
e
> se stanno organizzando un diverso sistema per garantire l'incolumità a
> tutti, Strada ha replicato: "Non possiamo certo chiedere al nostro Governo
> di mettere parte dei militari attorno al nostro ospedale che, in questo
> caso, diventerebbe un bersaglio. Stiamo comunque valutando tutte le
> condizioni di sicurezza anche per capire chi ha organizzato questa sporca
> provocazione".
>
> "Il nostro obiettivo è quello di riaprire l'ospedale di Lashkar Gah". Lo
ha
> detto Gino Strada nel corso della conferenza stampa. "Stiamo avendo - ha
> spiegato - contatti con tutte le autorità afghane dalle quali abbiamo
> ricevuto solidarietà. Il responsabile di Emergency in Afghanistan ieri ha
> incontrato il vicepresidente che ha garantito l'impegno delle autorità
> afghane per la riapertura dell'ospedale".
>
> Matteo Dell'Aira, uno degli operatori di Emergency arrestati a Lahkar Gah,
è
> convinto che sia stato ordito un complotto contro Emergency che in
> Afghanistan oltre a curare i feriti ha fatto conoscere al mondo gli orrori
> della guerra. "Prima del 10 aprile, giorno dell'arresto - ha spiegato -,
non
> abbiamo avuto alcuna avvisaglia. E' probabilmente corretto dire che quello
> che è accaduto è accaduto perché abbiamo raccontato la guerra. Ha dato
> fastidio perché abbiamo raccontato a tutti le storie dei nostri feriti, il
> 40% dei quali sono bambini. Questo non va dimenticato. Non si raccontano
più
> le barzellette sulla guerra. Cito una frase che non è mia però é
> significativa e cioé 'la guerra e' odore di sangue, di morte e di merdà.
> Molti parlano senza mai aver visto i feriti". Anche Dell'Aira ha
> sottolineato l'impegno che ci sarà da parte di tutta l'Ong per riaprire
> l'ospedale.
>
> -----
>
> DA NOTARE: FRATTINI SI AUTOINCENSA
>
> Gino "Strada mi ha ringraziato pubblicamente ed io dico che quei
> ringraziamenti me li sono meritati": è il commento del ministro degli
esteri
> Franco Frattini ai giornalisti che a Tallinn, gli chiedono se si è pentito
> della frase pronunciata nelle prime ore dopo l'arresto dei tre operatori
di
> Emergency, in cui affermava che se le accuse contro i tre operatori si
> fossero rivelate vere sarebbe stata una vergogna per l'Italia. "La mia
> dichiarazione iniziale ha portato ad un successo che nemmeno gli stessi
> interessati si aspettavano in tempi così rapidi: diciamo che ho fatto bene
a
> fare quello che ho fatto", afferma Frattini. Per quanto riguarda le
attività
> dell'ospedale, il ministro rileva che ci sono in corso inchieste in
> Afghanistan e in Italia. In generale, osserva che l'Italia ha sempre
> sostenuto la libertà di cura negli ospedali che gestisce in giro per il
> mondo, con il contributo di molte Ong ("non c'é solo Emergency",
sottolinea
> Frattini). "Abbiamo sempre detto che quando si svolgono attività di cura
non
> si chiede né il passaporto né il gruppo di appartenenza del paziente",
> chiarisce il ministro. "Questa è una regola che è sempre valsa e tutti gli
> ospedali italiani continueranno a curare in tutte le parti del mondo senza
> fare differenza tra gruppo e gruppo e persona e persona. Il medico deve
> curare: questa è una regola su cui noi siamo inflessibili, come è giusto
> essere".
>