22 risposte. Ciao, Enrico
----- Original Message -----
Sent: Sunday, December 27, 2009 3:07
PM
Subject: Re: [sullasoglia] colpevoli di
silenzio
Ciao Enrico, noi ti rispondiamo
"disponibili!". Mentre il papa è occupato a proclamare la "sacra
famiglia" e si scaglia contro le "coppie di fatto", i governi dell'Europa
cristiana si stanno dando da fare per superare i nazisti, nei crimini di "lesa
umanità". Noi proponiamo:
-
Organizziamo da subito una rete
di collegamento internet tra tutte le associazioni che a vario titolo si
occupano dei migranti, dei clandestini, dei rom e di tutti gli emarginati
per motivi di razza e di provenienza. Queste organizzazioni già costituite
si riuniscano a livello nazionale, formino un centro di coordinamento delle
loro inizative e propongano iniziative unitarie, tese a coinvolgere il
maggior numero possibile di persone disponibili.
-
A livello nazionale venga creato
un registro delle persone disponibili a opporsi concretamente alle infami
leggi in vigore nel nostro paese, per quanto riguarda accoglienza di
clandestini, affitto di case, offerta di lavoro, etc. e si costituisca una
organizzazione di smistamento delle richieste e una copertura legale per
difendere tali persone in caso di imputazione.
-
A livello nazionale vengano
proposte iniziative mediatiche per lanciare campagne di disubbidienza
civile, ad esempio diffondere la proposta di esporsi pubblicamente, con
l'esibizione di un contrassegno (tipo la stella gialla degli ebrei sotto il
nazismo) in cui sia scritto, ad esempio: "Io sono straniero e clandestino in
un paese xenofobo e razzista!" oppure: "La terra è di tutti, anche dei
clandestini!", oppure: "Ieri noi, migranti rifiutati - Oggi noi,
xenofobi e razzisti - Sempre italiani brava gente!".
-
I cattolici, in questo paese di
radici cristiane (!), abbiano il coraggio di contestare pubblicamente la
propria chiesa che, come spesso nel passato, si schiera a difesa dei più
forti e, salvo isolate eccezioni, non ha occhi e orecchie per vedere e
ascoltare la disperazione degli esclusi e perseguitati. I cattolici,
sensibili a queste orrende situazioni, dovrebbero avere il coraggio di
dichiarare la propria "autoesclusione" da questa chiesa, annunciando di non
voler più partecipare alle messe e alle altre liturgie, fino a che la chiesa
cattolica non dia pubblica testimonianza di pentimento e annunci
concrete iniziative per l'accoglienza degli
stranieri.
Noi crediamo che questo degrado del
costume civile e sociale - in cui il nostro paese è all'avanguardia in Europa
- possa arrestarsi ormai solo con l'impegno coraggioso di donne e uomini che
"non abbiano nulla da perdere" o che "siano disposti a perdere quello che
hanno avuto, per fortuite circostanze di nascita nel posto giusto e nel
momento giusto". L'appello di Enrico agli anziani tra noi - a cui rimane solo
la speranza di poter spendere al meglio i residui talenti - ci dia il coraggio
di lanciare un grido di allarme, per quelli che verranno dopo di noi e a
cui vorremmo consegnare un ambiente meno barbaro di come ora
appare.
Cordiali saluti a
tutti.
Domenico e Chiara
Basile
----- Original Message -----
Sent: Sunday, December 27, 2009 8:29
AM
Subject: [sullasoglia] colpevoli di
silenzio
Scritto
nella notte, il primo testo conteneva diversi errori. Guardare questo e non
quello.
Ciao,
Enrico
Come la Germania anni ‘30
Sentiamoci tutti in debito di vedere questo
film, Welcome, di Philippe Lioret,
francese. Ci mostra quello che sappiamo, ma cerchiamo di ignorare, più altri
particolari polizieschi, della guerra francese ai migranti. Con le leggi si
cacciano gli umani discriminati, con l’aiuto di cani cacciatori di umani.
Ma la guerra è
quasi uguale da noi. Si esce dalla sala vergognosi e colpevoli, per il
crimine di lesa umanità perpetrato dai governi, dai legislatori, dalle
polizie, e da noi cittadini sovrani, anche se aborriamo l’infima Lega
razzista. All’uscita, ci guardiamo in faccia, un anziano signore e la
moglie, indignati e colpiti come noi, e ci diciamo: «Come in Germania anni
’30!». Stringo le loro mani senza poter parlare per il nodo alla gola.
Leggete trama e recensioni, ma guardate il film, per rispetto al dolore che
noi causiamo due volte: nei paesi prima dissanguati dal capitalismo e ora
pugnalati dalla guerra.
Siamo in Francia, 2008, a Calais, e,
secondo le leggi applicate ad arbitrio della polizia, è reato aiutare un
clandestino che cerca di passare in Inghilterra, anche solo ospitarlo una
notte. Sul filo di un amore tra due giovani iracheni – Bilal che vuole
raggiungere Mina in Inghilterra - c’è una storia orrenda e tragica. È storia
nostra, di questi giorni. Anche a Torino c’è un campo di detenzione di
innocenti, colpevoli di essere stranieri in fuga da condizioni che noi non
sapremmo tollerare. Perciò li rinchiudiamo in corso Brunelleschi e li
rispediamo nell’inferno da cui fuggono. Noi cittadini siamo colpevoli di non
ribellarci. Io sono colpevole. Ho fatto solo qualche manifestazione. Ho
scritto più duro che potevo. Non di più.
Gridiamo che legislatori e governanti sono
colpevoli di lesa umanità, legge superiore alle loro leggi disumane.
Poliziotti, informatori, insegnanti, intellettuali, sono colpevoli di
collaborare, o tollerare, o tacere. Sono colpevoli i predicatori del vangelo
che non dichiarano flagellatori di Cristo tutti i colpevoli di razzismo, noi
compresi. Nell’elenco di tutto ciò che offende Dio, i preti non dicono che
solo offendere e scacciare il povero schiaffeggia Dio. Filtrano il moscerino
e ingoiano il cammello.
L’Italia manda, tutti i partiti d’accordo,
migliaia di costosissimi militari in guerre chiamate pace, in onore al
falso, che è la lingua del dominio e del prestigio armato. E neghiamo il
necessario per l’accoglienza umana delle vittime. Per un profugo che cede
alla disperazione, li criminalizziamo tutti. L’Italia razzista si danna il
cuore, e le chiese non lo gridano in piazza, come Giona a Ninive (che oggi è
bombardata).
Ci sono associazioni di legali per questa
causa. Ci sono associazioni di volontari impegnatissimi. Chiedo a chi vuole
di unirci tutti, con l’assistenza professionale dei primi, per denunciare
personalmente alle istanze mondiali ed europee dei diritti umani gli autori
personali del grande crimine di lesa umanità. I partiti si scambiano accuse
personali, e nessuno pone la condizione assoluta: essere
umani.
Noi siamo obbligati a violare queste
leggi. La prigione mi fa paura (forse la eviterei coi miei 74 anni), soldi
per pagare risarcimenti non ne ho l’ombra. Ma dobbiamo violarle insieme, in
tanti. Mostrare sulle nostre persone di cittadini l’offesa fatta agli
extra-cittadini. C’è una sola umanità e una sola cittadinanza mondiale.
Certo, gli afflussi non possono essere caotici, per il bene degli stessi
profughi. Il modo si trova se c’è l’animo. E l’animo finora è nemico del
profugo.
Oggi noi
siamo come i tedeschi e i polacchi che vedevano passare i treni piombati o i
prigionieri al lavoro schiavile, e non gridavano. Anche a loro era facile
vedere che non c’era nulla da fare. I ragazzi della “Rosa Bianca” non
tollerarono. A noi è facile anche accusare Pio XII di silenzio, ma oggi il
diritto umano, che è unico, accusa noi, colpevoli dello stesso silenzio.
Io cerco
con lo scritto, e chiedo aiuto a chi sa meglio come agire in tutta
chiarezza, di trovare insieme la più frontale sfida personale e collettiva
alle leggi razziste e alla mentalità feroce che le sostiene e la applica.
Tocca anzitutto ai vecchi come me, che hanno meno da perdere, spendere fino
in fondo i dolorosi apprendimenti della vita, per risvegliare nelle
coscienze qualche seme di giustizia.
Chi mi
risponde disponibile?
Enrico
Peyretti, 27 dicembre 2009
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