colpevoli di silenzio
- Subject: colpevoli di silenzio
- From: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
- Date: Sun, 27 Dec 2009 08:29:24 +0100
Scritto nella notte, il primo testo conteneva diversi errori. Guardare questo e non quello.Ciao, EnricoCome la Germania anni ‘30
Sentiamoci tutti in
debito di vedere questo film, Welcome, di Philippe Lioret,
francese. Ci mostra quello che sappiamo, ma cerchiamo di ignorare, più altri
particolari polizieschi, della guerra francese ai migranti. Con le leggi si
cacciano gli umani discriminati, con l’aiuto di cani cacciatori di umani.
Ma la guerra è quasi
uguale da noi. Si esce dalla sala vergognosi e colpevoli, per il crimine di lesa
umanità perpetrato dai governi, dai legislatori, dalle polizie, e da noi
cittadini sovrani, anche se aborriamo l’infima Lega razzista. All’uscita, ci
guardiamo in faccia, un anziano signore e la moglie, indignati e colpiti come
noi, e ci diciamo: «Come in Germania anni ’30!». Stringo le loro mani senza
poter parlare per il nodo alla gola. Leggete trama e recensioni, ma guardate il
film, per rispetto al dolore che noi causiamo due volte: nei paesi prima
dissanguati dal capitalismo e ora pugnalati dalla
guerra. Siamo in Francia, 2008, a
Calais, e, secondo le leggi applicate ad arbitrio della polizia, è reato aiutare
un clandestino che cerca di passare in Inghilterra, anche solo ospitarlo una
notte. Sul filo di un amore tra due giovani iracheni – Bilal che vuole
raggiungere Mina in Inghilterra - c’è una storia orrenda e tragica. È storia
nostra, di questi giorni. Anche a Torino c’è un campo di detenzione di
innocenti, colpevoli di essere stranieri in fuga da condizioni che noi non
sapremmo tollerare. Perciò li rinchiudiamo in corso Brunelleschi e li rispediamo
nell’inferno da cui fuggono. Noi cittadini siamo colpevoli di non ribellarci. Io
sono colpevole. Ho fatto solo qualche manifestazione. Ho scritto più duro che
potevo. Non di più.
Gridiamo che legislatori e
governanti sono colpevoli di lesa umanità, legge superiore alle loro leggi
disumane. Poliziotti, informatori, insegnanti, intellettuali, sono colpevoli di
collaborare, o tollerare, o tacere. Sono colpevoli i predicatori del vangelo che
non dichiarano flagellatori di Cristo tutti i colpevoli di razzismo, noi
compresi. Nell’elenco di tutto ciò che offende Dio, i preti non dicono che solo
offendere e scacciare il povero schiaffeggia Dio. Filtrano il moscerino e
ingoiano il cammello.
L’Italia manda,
tutti i partiti d’accordo, migliaia di costosissimi militari in guerre chiamate
pace, in onore al falso, che è la lingua del dominio e del prestigio armato. E
neghiamo il necessario per l’accoglienza umana delle vittime. Per un profugo che
cede alla disperazione, li criminalizziamo tutti. L’Italia razzista si danna il
cuore, e le chiese non lo gridano in piazza, come Giona a Ninive (che oggi è
bombardata). Ci sono associazioni
di legali per questa causa. Ci sono associazioni di volontari impegnatissimi.
Chiedo a chi vuole di unirci tutti, con l’assistenza professionale dei primi,
per denunciare personalmente alle istanze mondiali ed europee dei diritti umani
gli autori personali del grande crimine di lesa umanità. I partiti si scambiano
accuse personali, e nessuno pone la condizione assoluta: essere
umani. Noi siamo obbligati a
violare queste leggi. La prigione mi fa paura (forse la eviterei coi miei 74
anni), soldi per pagare risarcimenti non ne ho l’ombra. Ma dobbiamo violarle
insieme, in tanti. Mostrare sulle nostre persone di cittadini l’offesa fatta
agli extra-cittadini. C’è una sola umanità e una sola cittadinanza mondiale.
Certo, gli afflussi non possono essere caotici, per il bene degli stessi
profughi. Il modo si trova se c’è l’animo. E l’animo finora è nemico del
profugo.
Oggi noi siamo come
i tedeschi e i polacchi che vedevano passare i treni piombati o i prigionieri al
lavoro schiavile, e non gridavano. Anche a loro era facile vedere che non c’era
nulla da fare. I ragazzi della “Rosa Bianca” non tollerarono. A noi è facile
anche accusare Pio XII di silenzio, ma oggi il diritto umano, che è unico,
accusa noi, colpevoli dello stesso silenzio. Io cerco con lo
scritto, e chiedo aiuto a chi sa meglio come agire in tutta chiarezza, di
trovare insieme la più frontale sfida personale e collettiva alle leggi razziste
e alla mentalità feroce che le sostiene e la applica. Tocca anzitutto ai vecchi
come me, che hanno meno da perdere, spendere fino in fondo i dolorosi
apprendimenti della vita, per risvegliare nelle coscienze qualche seme di
giustizia. Chi mi risponde
disponibile? Enrico Peyretti, 27 dicembre
2009 |
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