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Sull'aggressione a Berlusconi
- Subject: Sull'aggressione a Berlusconi
- From: "lorenzo_galbiati" <lorenz.news at tele2.it>
- Date: Mon, 14 Dec 2009 03:39:33 +0100
Permettetemi una mia riflessione sull'aggressione a
Berlusconi.
Personalmente, non posso negare che ho avuto un
moto di piacere quando ho saputo che Berlusconi era stato colpito da un oggetto
e ferito alla bocca - quindi lievemente. Devo anche ammettere che di questa mia
reazione spontanea, che come tutte le reazioni non mediate dalla razionalità e
dalla ponderazione non è per sua natura giudicabile (parlo di reazioni a livello
psichico, non di reazioni intese come atti fisici) eticamente, non mi
vergogno.
So benissimo che ogni atto di violenza va
condannato, e infatti non posso dire che quel tale, forse un po' matto, abbia
fatto bene, anzi, so che ha fatto male; di certo pubblicamente lo condannerei
subito, ma lo farei come ha fatto Di Pietro, precisando che il clima d'odio in
Italia l'ha creato proprio Berlusconi, insultando continuamente chi vota a
sinistra (ricordate il coglioni a chi votava Prodi?) e, peggio ancora,
insultando tutte le cariche istituzionali e di garanzia che osano anche solo
essere in disaccordo con lui, e facendo del suo potere uno strumento per la sua
impunità e la sua autoelevazione a sovrano di Italia. E come ha ricordato Fini
nel fuori onda con il magistrato amico, chi si fa sovrano e vuol far diventare
il popolo suo suddito, poi quando viene spodestato viene messo alla forca. In
altre parole: più Berlusconi continua a ergersi sopra la legge, a usare violenza
verbale e violenza con atti legali contro chi lo contesta, e più ci si deve
aspettare, prima o poi, che questa violenza gli si ritorcerà contro, in modo
tanto violento quanto più i canali di opposizione democratica e civile saranno
incapaci di opporglisi per loro incapacità manifesta o per loro impotenza dovuta
a censura (direi che ci sono entrambe le cose nei partiti di centro come il PD,
dove prevale l'incapacità manifesta, e in quelli di sinistra). Spesso, in questi
anni, ho pensato che se fossimo stati negli anni Settanta, Berlusconi & Co.
avrebbero certo scatenato un terrorismo più forte di quello che abbiamo avuto in
Italia. E, in questo senso, credo che reazioni anche violente siano il segno che
l'indifferenza imperante ancora non è del tutto egemone: poi è chiaro che i loro
effetti accentueranno la deriva autoritaria già in corso in Italia, ma chi è
nonviolento (mi considererete ancora tale dopo queste righe?) deve anche
chiedersi cosa fa personalmente per stimolare una opposizione anche provocatoria
che prenda il posto di quella accomodante dei partiti tutti, forse tranne Di
Pietro. Per esempio, il "buffone, fatti processare", potrebbe essere un segno di
disobbedienza civile che avrebbe un senso, se fosse una autodenuncia collettiva
(chi l'ha pronunciato, anni fa, fuori dall'aula del tribunale di Milano, è stato
difeso dal figlio dell'avvocato Ambrosoli, se non ricordo male - e condannato).
In ogni caso, ci vogliono reazioni pubbliche verbali e simboliche più forti da
parte della popolazione civile (civile in senso di educata a comportamenti
eticamente e socialmente responsabili) se si vuole far trovare un canale
nonviolento di espressione del dissenso che permetta al popolo di non sentirsi
suddito o in mano a degli oppositori incapaci - pena il rischio della
degenerazione violenta.
Lorenzo
PS Mi tolgo un ultimo sassolino nella scarpa: il
padre dell'uomo che ha compiuto il gesto si è già scusato, l'uomo in
questione credo lo farà presto, magari ben imbottito di psicofarmaci e istruito
dal suo avvocato. E magari poi vorrà farsi perdonare, e così vedremo
Berlusconi nelle vesti di papa Wojtyla perdonare il suo Alì Agca. Io spero
proprio non succeda questo, ma temo di sì. E allora vi confesso che
preferirei che l'autore del gesto lo rivendicasse come attentato a un uomo di
stato che non fa altro che farsi leggi per essere fuorilegge, e che dicesse
anche che se solo uno solo del collegio di giudici che lo
giudicheranno apparterrà a una corrente di centrodestra lui potrà dire che
è un perseguitato politico, e che vorrà usufruire del legittimo sospetto e
del legittimo impedimento perchè deve andare al Policlinico a
curarsi.
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