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Re: [pace] Film "Lebanon"
- Subject: Re: [pace] Film "Lebanon"
- From: mcfoto <mcfoto at interfree.it>
- Date: Tue, 03 Nov 2009 17:35:51 +0100
Title: Re: [pace] Film "Lebanon" ciao,
io l'ho visto,
come sempre il cinema israeliano adotta soluzioni originali, dopo il fumetto , con libanon abbiamo la vita in un carro armato.
a me e' sembrato di capire che il messaggio lanciato dall'autore del film fosse:
non sappiamo dove andare, cosa fare, non siamo sostenuti dai quadri del nostro esercito, in pratica ci spediscono a guerreggiare senza dirci ne come ne dove, siamo nel caos piu totale.
poi magari mi sbaglio.
la cosa che mi ha irritato di piu e' il falso pianto del soldato che vuole la mamma e altre sciocchezze simili.
per quel poco di esperienza diretta che ho avuto della guerra questi atteggiamenti infantili, o di chi non rispetta il proprio comandante o gli ordini che gli vengono dati sono falsita, perche alla fine in guerra si muore e non si scherza.
cmq ad essere onesti ogni regista deve sempre pagare un pegno ai produttori per i soldoni che spende.
l'altro film, un walzer con bashir, mi ha reso consapevole che sharon era d'accordo con i massacratori di sabra e chatila.
saluti
m
Da: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
Risposta: pace at peacelink.it
Data: Tue, 3 Nov 2009 16:22:51 +0100
A: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it>
Cc: <conflitti at peacelink.it>, <internazionale at www.ecn.org>
Oggetto: Re: [pace] Film "Lebanon"
Rinvio da: pace at peacelink.it
Data rinvio: Tue, 3 Nov 2009 18:29:40 +0100
Anch'io valuto positivo per la causa palestinese e per la critica di Israele "Valzer con Bashir". E' un'autocritica che fa sperare. Bisogna incoraggiare la minoranza israeliana. Ma non ho voglia di vedere Lebanon.
Enrico Peyretti, Torino
----- Original Message -----
From: Luca Bigolin <mailto:luca.bigolin at 99studio.it>
To: pace at peacelink.it
Cc: conflitti at peacelink.it ; internazionale at www.ecn.org
Sent: Tuesday, November 03, 2009 3:28 PM
Subject: Re: [pace] Film "Lebanon"
Lo vedrò domani.
Il film Valzer con Bashir è stato un buon modo per mostrare le nefandezze israeliane. Se criticate questo film come l'altro vuol dire che anche questo è un buon film.
Al termine della proiezione di Valzer le persone che erano venute con me, e che non avevano lavorato in medioriente come il sottoscritto mi hanno tempestato di domande, informazioni, coinvolgendo anche persone sconosciute che uscivano con noi dal cinema. Qualcuno è pure venuto a casa mia a prendersi qualche libro. Ecco questo è risultato di quel "pessimo" film da voi considerato. Far porre delle domande.
Voi non riuscite certo a fare altrettanto. Critiche costruttive invece che lo scontro a prescindere forse potrebbe essere più ascoltati. In bocca al lupo per la vostra battaglia ai mulini a vento.
Luca
PAL NEWS ha scritto:
Per coloro che non sono riusciti a vedere l'allegato
LE MENZOGNE DI LEBANON
Un film razzista
A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto Goldstone, da parte del Consiglio per i diritti umani dell¹ONU, che documenta le violazioni del diritto internazionale, i crimini di guerra e contro l¹umanità commessi dall¹esercito israeliano durante il massacro di Gaza (dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 ci sono stati oltre 1400 morti, tra i quali centinaia bambini), esce nelle sale LEBANON, di Samuel Maoz, Leone d¹Oro a Venezia.
Al film ha contribuito l¹Israel Film Fund, l¹ente nazionale per il cinema, che continua la politica tesa a mostrare al mondo il volto umano e tormentato di Israele: uno stato che da 60 anni occupa illegalmente i territori palestinesi, discrimina i suoi cittadini in base all¹etnia, impedisce il diritto al ritorno nella loro terra dei palestinesi cacciati da una pulizia etnica che prosegue tuttora, con il genocidio a Gaza, con uccisioni mirate, insediamenti illegali, imprigionamenti, distruzione e sottrazione delle risorse economiche e il Muro dell¹aparheid, in tutta la Palestina.
LEBANON non è il primo film israeliano che compatisce, deresponsabilizza e, infine, assolve i massacratori, ieri in Libano oggi a Gaza. Valzer con Bashir ne è un altro esempio.
LEBANON è un film razzista: il 6 giugno 1982 inizia l¹invasione israeliana del Libano. Dopo le immagini di un campo di girasoli maturi, la scena si sposta all¹interno del carro armato, dove fanno la loro parte nella guerra quattro giovani soldati, ignari, perché probabilmente distratti a scuola.
Come il loro comandante, un duro dal cuore tenero, sono belli, umani, sensibili fino alle lacrime, affettuosi e rispettosi della famiglia.
Almeno quanto gli altri, nemici o alleati, sono brutti, disumani, insensibili: il guerrigliero, con tanto di kefiah, usa addirittura una famigliola come scudo umano (mentre il rapporto Goldstone sui crimini di guerra e umanitari a Gaza denunciare l¹uso di scudi umani da parte di Israele.)
Compiuto il loro dovere, con perdite limitate (mentre l¹invasione lasciò sul terreno 19.085 morti libanesi) il carro armato si ritrova nel campo di girasoli: e una scritta recita ³gli uomini sono d¹acciaio, i carri armati sono ferraglia².
LEBANON è un film brutto: dopo l¹originale scenografia claustrofobica, non si risparmia nulla: dall¹allevatore di polli colpito dal fuoco israeliano che, rimasto senza due gambe e un braccio, continua a gridare ³pace², alle lacrime dell¹asino squarciato, alla donna usata come scudo umano che, con le vesti incendiate dal fosforo, viene prima denudata (per salvarla) poi ricoperta e accarezzata da chi le ha appena ucciso il marito e la bambina. Non è solo pacifismo grossalano, è solo un brutto film, che oscilla, senza decidersi, fra il sentimentale e il grottesco.
Come spiegare la vittoria a Venezia se non con il piano del governo israeliano di recuperare una immagine dopo la feroce aggressione contro la popolazione inerme di Gaza? Il documentario, altrettanto razzista Amos Oz: la natura dei sogni presentato al festivaletteratura di Mantova ne è la clamorosa conferma.
La misura del livello morale e intellettuale del regista Samuel Maoz, reduce dall¹invasione del Libano del 1982, come Ari Folman regista di ³Valzer con Bashir², basta questa dichiarazione:
³ŠComunque per fare la pace in Medio Oriente il migliore era Clinton. Anzi, secondo me, sarebbe bene che Obama guardasse un po¹ di filmati su Clinton per capire come comportarsi.Š in Israele Clinton resta il più amato e anche gli arabi lo preferiscono... forse c¹entra la storia della Levinsky. In America hanno gridato allo scandalo, in Europa non è stato così. Anzi, quell¹episodio fa parte del suo fascino, vederlo mentire senza battere ciglio, come un qualunque marito, gli ha fatto guadagnare simpatie².
PER QUESTI MOTIVI NON CONSIGLIATE AI NOSTRI AMICI DI VEDERE QUESTO FILM.
LE VERITÀ SU ³PACE IN GALILEA²
L¹operazione ³pace in Galilea², nome in codice della seconda invasione del Libano del 1982 da parte di Israele, vede le truppe israeliane arrivare fino a Beirut, la capitale libanese, teatro di un assedio che durerà quasi tre mesi. L'eliminazione senza mezzi termini di un movimento nazionale tanto radicato nella popolazione palestinese come l'OLP, che gode di un ampio sostegno da parte di vasti settori della popolazione libanese, richiedeva una campagna militare di una portata e di una violenza senza precedenti, che si realizza scatenando la potenza di fuoco israeliana contro i campi-profughi palestinesi, definiti «focolai del terrorismo», e contro le città e i villaggi libanesi. L¹altro obiettivo era l¹occupazione di territorio libanese.
Le testimonianze di alcuni soldati israeliani, veterani della guerra del Libano raccolte da Irit Gal e Ilana Hammerman per il loro libro, De Beyrouth à Jenin [Da Beirut a Jenin], La Fabrique 2003, narrano l'orrore di questa guerra di eliminazione. Ouri Schwartzman, sergente riservista in servizio sui carri armati, ricorda: «Il mio primo shock è stato l'entrata a Tiro. Niente può prepararti a entrare in una città bombardata e piena di civili. Gli aerei e la marina avevano bombardato la città prima del nostro arrivo. Quando sono giunte le forze di terra, la città era in fiamme. Si vedevano strade che andavano a fuoco come in un film catastrofe, e automobili polverizzate; nell'aria aleggiava un odore di carne bruciata che impregnava tutto; qua e là, gruppetti di civili vagavano senza meta, in stato confusionale, in quell¹incomprensibile desolazione [ ... ]. Non so se qualcuno abbia mai fatto il calcolo delle vittime di Tiro e di Sidone, ma mi ricordo che, dopo la guerra, un ministro ha affermato che il numero delle vittime era stato sovrastimato, che probabilmente erano solo 3000. Sono inorridito nel sentire tale cifra: uccidere 3000 civili è un crimine, un crimine spaventoso!».
Qualche giorno dopo, il sergente Schwartzman è alle porte della capitale: «Il bombardamento di Beirut era impreciso, non selettivo, selvaggio. Le granate dell'artiglieria si abbattevano senza tregua. Una batteria di artiglieria pesante situata poco dietro di noi sparava senza sosta. [ ... ] Nessuno dei politici responsabili di quanto accaduto a Tiro, a Sidone, a Damur o a Beirut ne ha pagato il prezzo. E in questo caso non si può neanche dire, come per Sabra e Chatila*, che sono state le falangi a compiere i massacri di Tiro, di Sidone, di Damur e di Beirut; siamo stati noi a uccidere i civili»
L'operazione «pace in Galilea» si concluse con 19.085 morti, 31.915 feriti, 2202 invalidi e circa mezzo milione di profughi e con la devastazione dell'economia libanese.
Il carro armato di Lebanon è il simbolo di Israele, una società militarizzata dominata da un complesso culturale-militare-industriale, votato alla guerra contro popolazioni civili.
Un paese che dall¹11 settembre ha ricavato prodotto enormi profitti con l¹industria della ³sicurezza², diventando leader nella progettazione e nella produzione di sistemi di controllo delle popolazioni civili. Un paese che possiede, senza alcun controllo, oltre 200 testate nucleari con le quali può controllare e minacciare i paesi del Mediterraneo e non solo.
* Sabra e Shatila sono due campi profughi alla periferia di Beirut dove furono massacrati, tra il 16 e 18 settembre del 1982, dalle milizie cristiane libanesi in un'area direttamente controllata dall'esercito israeliano,. più di 3.000 palestinesi, uomini, donne e bambini.
QUESTO VOLANTINO E' PRODOTTO NEL QUADRO DELLA CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO ACCADEMICO E CULTURALE DI ISRAELE, seguendo un appello palestinese al boicottaggio accademico e culturale. Per saperne di più sull¹appello BDS, sul boicottaggio accademico e culturale di Israele e sull¹ISM Italia consulta il sito:
http://sites.google.com/site/italyism e i siti www.bdsmovement.net <http://www.bdsmovement.net/> www.pacbi.org <http://www.pacbi.org/> www.boicottaisraele.it <http://www.boicottaisraele.it/>
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Palestina News - voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia http://www.ism-italia.it
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Luca Bigolin
luca.bigolin at 99studio.it
www.baccobar.wordpress.com <http://www.baccobar.wordpress.com>
- References:
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