Re: [pace] Re: [pace] per la democrazia e la libertà ci pensa lui



Questo non è un dibattito personale, ma di fondamentale importanza generale per la giustizia e la pace. A qualche altra critica ho risposto così:
Mah... Qualche amico della nonviolenza mi ha rimproverato quella mia tirata su B. Altri concordano. Posso aver torto. So che B. non è solo antipatico per la sua arroganza, ma pericoloso per il bene pubblico, per il senso della legge, per le regole minime di convivenza, come chi avvelena l'acquedotto. Se l'ho detto con malanimo, Dio mi perdoni e, se può, mi corregga. Ma quella verità bisogna dirla, e forte. Ditela voi meglio di me.
Come dice quel mistico sufi: "Signore, non ho la forza di pentirmi: perdonami, anche senza pentimento" (Vite e detti di santi musulmani, Tea, 1988, p. 133). Grandissima fede!!! Forse un'altra volta riuscirò a pentirmi (con l'aiuto di B., spero).
Auguro a B. - per lui il suo interesse oscuro è legge, e ciò merita condanna politica - una lunga sana vita privata, lontano dal fare danni al bene comune.
Ciao, Enrico
----- Original Message -----
Sent: Monday, October 12, 2009 10:01 PM
Subject: [pace] Re: [pace] per la democrazia e la libertà ci pensa lui

Premessa: per la verità non condivido in toto i giudizi di E. Peyretti su Berlusconi: li considero eccessivi dal punto di vista nonviolento, poichè colpiscono troppo direttamente la persona in un ottica di bene o male. E' sempre preferibile, io credo, giudicare gli atti e astenerci dal giudizio personale; tuttavia questo non è spesso facile da fare, specie quando gli atti portano tutti in una direzione: in questo caso viene facile identificare la persona con i suoi atti. E allora scatta il giudizio personale.
Per mantenere il giudizio al di sopra della denigrazione della persona, credo convenga stare sul piano psicologico: i "peggiori", gli "spregevoli", sono persone con problemi psichici gravi. Credo sia indubbio che Berlusconi soffra di una psiconevrosi, si convinca lui stesso siano vere le balle che dice - e questo è in fondo il suo segreto, qui sta la sua capacità persuasiva: lui ci è, non ci fa -; è portato naturalmente a distorcere la realtà al fine di alimentare il suo ego, e su questa strada è disposto a travolgere tutto in un attimo, anche le persone che più gli sono state vicine e l'hanno amato (si veda la moglie, che non appena ha chiesto il divorzio è diventata anche lei una vittima della propaganda della sinistra, nonostante abbia ripetuto di amarlo ancora). Di certo la megalomania di Berlusconi, il suo ego ipertrofico che tutto e tutti vorrebbe convincere, sedurre, portare dalla sua parte (corrompere) è sintomo di un malcelato complesso di inferiorità. E si potrebbe andare avanti: qualche psichiatra ha già provato a delineare un profilo clinico di Berlusconi. Detto questo, io cerco sempre di ricordarmi anche del fatto che Berlusconi ha 70 anni e la morte non potrà sedurla o corromperla: insomma, prima o poi passerà anche lui, e questo pensiero me lo rende più umano, direi quasi più simile a me, e mi muove a pietà verso di lui.
Se ci spostiamo però dalle considerazioni sulla persona a quelle sugli effetti cha hanno nella vita civile del paese i comportamenti di Berlusconi, credo che a caldo abbiano un loro valore etico anche le indignazioni a volte eccessive, come quella di Enrico. E' per questo che, pur dovendo razionalmente prendere le distanze dalla forma del suo messaggio, nella sostanza penso che abbia ragione e che abbia legittimità il suo sfogo.
E soprattutto credo sia giusto difendere il diritto a indignarsi e a reagire in modo anche giudicante e maledicente di chi si proclama nonviolento. Troppe volte i nonviolenti sono stati attaccati in modo da voler fare di loro persone capaci soltanto di sottomersi, subire, essere sempre gentili con chi è prepotente.
E allora, forse, adesso occorre dire che la volontà di dissociarsi in modo esemplare, dal falso, dall'illegale, dalla corruzione, dall'abuso di potere, dovrebbe diventare patrimonio dei nostri politici.
L'agire come fossimo in un paese normale da parte dei politici di centro-sinistra ha portato dopo 15 anni di berlusconismo a una degenerazione collettiva, a un imbarbarimento della vita civile, favorito, spiace dirlo ma è così, dall'accondiscendenza al volgere di tale degrado da parte di una buona fetta della nostra cittadinanza e del potere dei media.
Mi chiedo quanto ci voglia ancora per far aprire gli occhi a gente che è entrata nel PD sostenendo la linea di Veltroni, che cercava di comportarsi come fossimo in un paese normale, cercava di dialogare con Berlusconi: ci voleva tanto a capire che con Berlusconi il dialogo è: sei d'accordo con me? Sì? bene, sei uno responsabile. No? Sei il solito comunista menzognero che dici di dialogare e poi mi fai lo sgambetto.
Come si fa per esempio a continuare a dire, come ha fatto D'Alema, che la sinistra non deve proporre l'antiberlusconismo ma una alternativa al paese (cosa giusta in linea di principio) se poi non ci si accorge che per dare una alternativa al paese occorre innanzi tutto liberarci di Berlusconi, il quale con la sua pervasiva presenza nei gangli mediatici ed economici del paese impedisce di prendere qualsiasi altra direzione? Perchè io accetterei quelle indicazioni, ossia il puntare a una vera alternativa, a non parlare sempre di Berlusconi se a dirle ci fosse uno che sa cosa dire per una alternativa, e cosa fare per imboccarla: non posso accettarle da chi, come D'Alema, ha sempre parlato della Fininvest come di un patrimonio dell'Italia, ha sempre impedito di fare una seria legge sul conflitto di interessi e quando aveva l'occasione di mandare Rete4 sul satellite, in virtù di una sentenza se non erro della stessa Consulta, quella che oggi difendono tutti a sinistra, ha deciso di prorogare la licenza - Emilio Fede ringrazia ancora.
Perchè non si dice chiaramente che Prodi, neoeletto, non ha voluto tornare alle urne nonostante l'esiguo margine di vantaggio al Senato, perchè c'era già stata una rimonta del centrodestra alquanto dubbia, e si temevano brogli elettorali in caso di ripetizione del voto? Ve lo ricordate il signor Berlusconi parlare di brogli e di governo illegittimo per quasi due anni?
Come si può pensare allora di proporre di dialogare con una persona siffatta? Come pensare a una alternativa al paese senza liberarci di questa anomalia? 
Perchè allora oggi Napolitano si stupisce di un Berlusconi che cerca di cooptarlo, di fatto di farlo passare per un corrotto (bontà sua: lui manco se ne accorge: come dice giustamente Enrico, non sa quello che fa o come si chiama quel che fa, tanto ci è avvezzo) che cerca a sua volta di corrompere i giudici della Consulta? Non lo sapeva Napolitano che a collaborare con Berlusconi, a essere amichevole, a difenderlo (vi ricordate quando ha chiesto una tregua alla chiacchiere politiche prima del vertice a L'Aquila?) prima o poi Berlusconi l'avrebbe trattato come uno dei suoi scagnozzi, da tenere vicino finchè serve salvo poi buttarlo via alla prima occasione - si sa Napolitano da che parte sta, è di sinistra ecc...
No, a quanto pare non lo sapeva, e neanche pensava che i media di Berlusconi gli avrebbero tirato la trappola. Ma è possibile essere ancora così sprovveduti e pavidi dopo 15 anni? Possibile che Napolitano non abbia voluto rimandare alle camere quell'obbrobrio di lodo Alfano per viltà, per paura a confrontarsi con Berlusconi, per lasciare dire no alla Corte Cosrtituzionale lavandonsene le mani? Poteva e doveva rimandare quel lodo al Parlamento, per la sua manifesta incostituzionalità, per rimarcare che non era stato cooptato da Berlusconi. Pazienza se poi la seconda volta sarebbe stato costretto a firmarlo: si sarebbe smarcato. Invece si è piegato alla prepotenza per quieto vivere, lasciando ad altri il compito ingrato. Credeva di restarne fuori? Eccolo servito.
E ora, sulla sua pelle ha saggiato quello che Enrico ha chiamato il festival imperante del falso, di cui Berlusconi è protagonista nefasto. E così, a sua volta, mettendosi sul suolo che a Berlusconi più confà, quello del falso e del vero, ha dovuto scrivere una Nota dicendo subito che è Falsa l'affermazione sostenuta da Berlusconi e dai suoi sodali: "E' del tutto falsa l'affermazione che al Quirinale si siano "stipulati patti" su leggi la cui iniziativa, com'è noto, spetta al Governo, e tantomeno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta." Continua qui:
 
Che altro dire: che con persone così, Berlusconi potrà continuare a dire, come ha fatto qualche ora fa concludendo il suo intervento davanti agli industriali, "per la democrazia e la libertà ghe pensi mi... (in milanese: ci penso io)"
Grazie per l'attenzione.
Lorenzo
 
 
----- Original Message -----
Sent: Saturday, October 10, 2009 9:58 AM
Subject: [pace] chiara saraceno sull'insulto di B. a Rosy Bindi

C'è poco da fare calcoli sulla convenienza politica di non fare dell'antiberlusconismo. Quel mezzo uomo (leggo che definito Rosy Bindi più bella che intelligente) - spregiatore delle donne, e dunque di tutti quanti non sono lui, e hanno senso umano - è spregevole, e va dichiarato tale, da chi almeno cerca di stare nella sufficiente dignità umana. Gli va tolto il rispetto, gli va riservata la pietà che si ha anche per i peggiori, nella speranza che chi ha perdonato quelli "che non sanno ciò che fanno", cioè sono monchi nella coscienza, un giorno, almeno l'ultimo giorno, risvegli anche lui dal buio egotico in cui è sepolto, emanando un marcio che corrompe molti. E che prima risvegli i troppi italiani intossicati dalla tempesta di questa "inciviltà della pubblicità commerciale", festival imperante del falso, di cui quel tale è profittatore politico ed emblema nefasto.
Sinceramente, Enrico Peyretti
 
***
CHIARA SARACENO: LA FOLOSOFIA DELL'UTILIZZATORE
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 9 ottobre 2009 col titolo "La filosofia
dell'utilizzatore"]

Il premier che "adora le donne", come ha graziosamente risposto al
giornalista spagnolo che lo interrogava sulle sue frequentazioni, perde non
solo le staffe, ma ogni senso della buona educazione e del limite appena una
donna, una sua collega parlamentare e vicepresidente della Camera, si
permette di criticarlo.
Nella cultura da caserma in cui sembra trovarsi a suo agio quando tratta di
donne e con le donne, non gli basta insultarla genericamente come comunista
mangiabambini, come fa di consueto con gli oppositori del suo stesso sesso.
Non puo' trattenersi dall'appoggiare il suo disprezzo ad un giudizio
estetico. Confermando che per lui - peraltro brutto, tinto e rifatto, oltre
che piuttosto anziano - le donne si dividono in due categorie: quelle (per
lui) guardabili e potenzialmente utilizzabili (se non gia' utilizzate), la
cui intelligenza e' eventualmente un optional e comunque non deve velarne il
giudizio obbligatoriamente positivo nei suoi confronti, e tutte le altre. Le
non convenzionalmente belle e le anziane sono accettabili solo se adoranti.
Altrimenti cadono sotto la mannaia del giudizio di non esistenza.
Il leghista Castelli ha offerto un'altra variante della stessa cultura da
caserma, scegliendo un altro topos classico, quello della zitella. Come se,
tra l'altro, una donna senza un uomo fosse automaticamente una donna non
voluta, non desiderata e non una che ha scelto di non avere un compagno
(saggiamente, verrebbe da dire, se questi fossero gli unici tipi di maschi
disponibili sul mercato). Per i leghisti, apparentemente, le donne non
devono coprirsi il volto e il capo per motivi religiosi, ma vale sempre
l'esortazione del Veneto profondo, secondo cui la donna "Che la tosa la
tasa, che la piasa, che la staga a casa" - un atteggiamento non molto
distante da quello degli uomini tradizionalisti mussulmani da cui gli
orgogliosi leghisti nordici si sentono tanto diversi.
Con prontezza, Rosy Bindi ha reagito all'insulto osservando che ovviamente
lei non appartiene alla categoria delle disponibili e utilizzabili. Ma e'
stata la sola a reagire alla maleducazione di Berlusconi e Castelli.
Nonostante qualche faccia imbarazzata, nessuno dei maschi presenti, incluso
il conduttore, ha ritenuto doveroso prendere le distanze da questo tipo di
linguaggio e comportamento gravemente sessista, che rende difficile
partecipare alla comunicazione pubblica le poche donne cui, raramente, si
concede la parola (Bindi era la sola donna l'altra sera a "Porta a porta",
in un folto parterre di uomini). Nessuno dei molti brutti, sfatti e rifatti
uomini piu' o meno anziani che popolano la politica italiana deve temere di
essere insultato e delegittimato per questo dai propri interlocutori, per
quanto aggressivi. Il silenzio - complice, imbarazzato o codardo - degli
uomini sia alleati a Berlusconi che all'opposizione, sia in politica che nei
media e' una questione politicamente seria che andrebbe affrontata, perche'
segnala quanto siano profonde le radici culturali del sessismo nel nostro
paese. Non dimentichiamo che in Spagna Zapatero e' stato attaccato dalla
stampa per aver assistito in silenzio allo show in cui Berlusconi ha
spiegato come intende le norme di ospitalita' quando si trova di fronte una
bella donna potenzialmente disponibile.
Ma c'e' anche un altro silenzio che disturba: quello delle donne dei partiti
di governo, a cominciare dalle ministre. Le loro voci si sono levate solo
quando il capo le ha chiamate all'appello perche' lo difendessero allorche'
scoppiarono gli scandali a catena: dalle candidature promesse alle veline a
Noemi ai festini di Villa Certosa. Mai nessuna presa di distanza dalla
immagine di donna - e di loro come politiche e come ministre - che emerge
dalle appassionate autodifese del loro capo. Particolarmente silente e' la
ministra delle Pari opportunita', che pure dovrebbe parlare per dovere
istituzionale. Qualsiasi siano i motivi per cui e' finita li', cerchi di
ricordarsi per favore che le pari opportunita' non sono un concorso di
bellezza. E che non si puo' lasciare a dei vecchi mandrilli, per quanto
ricchi e potenti, il potere di parola e di giudizio su cio' che sono, sanno
e possono fare e dire le donne, a prescindere dall'eta' e dai canoni
estetici. Lasciare insultare una collega, anche dell'opposizione, con
argomenti che nulla hanno a che fare con la politica, ma solo con il
sessismo, e' un errore grave, di cui paghiamo il prezzo tutte.