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Re: [pace] per la democrazia e la libertà ci pensa lui
- Subject: Re: [pace] per la democrazia e la libertà ci pensa lui
- From: "lorenzo_galbiati" <lorenz.news at tele2.it>
- Date: Mon, 12 Oct 2009 22:01:39 +0200
Premessa: per la verità non condivido in toto
i giudizi di E. Peyretti su Berlusconi: li considero eccessivi dal
punto di vista nonviolento, poichè colpiscono troppo direttamente la persona in
un ottica di bene o male. E' sempre preferibile, io credo, giudicare gli atti e
astenerci dal giudizio personale; tuttavia questo non è spesso facile da
fare, specie quando gli atti portano tutti in una direzione: in questo caso
viene facile identificare la persona con i suoi atti. E allora scatta il
giudizio personale.
Per mantenere il giudizio al di sopra della
denigrazione della persona, credo convenga stare sul piano psicologico: i
"peggiori", gli "spregevoli", sono persone con problemi psichici gravi. Credo
sia indubbio che Berlusconi soffra di una psiconevrosi, si convinca lui stesso
siano vere le balle che dice - e questo è in fondo il suo segreto, qui sta la
sua capacità persuasiva: lui ci è, non ci fa -; è portato naturalmente a
distorcere la realtà al fine di alimentare il suo ego, e su questa strada è
disposto a travolgere tutto in un attimo, anche le persone che più gli sono
state vicine e l'hanno amato (si veda la moglie, che non appena ha chiesto il
divorzio è diventata anche lei una vittima della propaganda della sinistra,
nonostante abbia ripetuto di amarlo ancora). Di certo la megalomania di
Berlusconi, il suo ego ipertrofico che tutto e tutti vorrebbe convincere,
sedurre, portare dalla sua parte (corrompere) è sintomo di un malcelato
complesso di inferiorità. E si potrebbe andare avanti: qualche psichiatra ha già
provato a delineare un profilo clinico di Berlusconi. Detto questo, io cerco
sempre di ricordarmi anche del fatto che Berlusconi ha 70 anni e la morte non
potrà sedurla o corromperla: insomma, prima o poi passerà anche lui, e questo
pensiero me lo rende più umano, direi quasi più simile a me, e mi muove a pietà
verso di lui.
Se ci spostiamo però dalle considerazioni
sulla persona a quelle sugli effetti cha hanno nella vita civile del
paese i comportamenti di Berlusconi, credo che a caldo abbiano un loro
valore etico anche le indignazioni a volte eccessive, come quella di Enrico. E'
per questo che, pur dovendo razionalmente prendere le distanze dalla forma del
suo messaggio, nella sostanza penso che abbia ragione e che abbia legittimità il
suo sfogo.
E soprattutto credo sia giusto difendere il diritto
a indignarsi e a reagire in modo anche giudicante e maledicente di chi si
proclama nonviolento. Troppe volte i nonviolenti sono stati attaccati in modo da
voler fare di loro persone capaci soltanto di sottomersi, subire, essere sempre
gentili con chi è prepotente.
E allora, forse, adesso occorre dire che la volontà
di dissociarsi in modo esemplare, dal falso, dall'illegale, dalla corruzione,
dall'abuso di potere, dovrebbe diventare patrimonio dei nostri
politici.
L'agire come fossimo in un paese normale da parte
dei politici di centro-sinistra ha portato dopo 15 anni di berlusconismo a una
degenerazione collettiva, a un imbarbarimento della vita civile, favorito,
spiace dirlo ma è così, dall'accondiscendenza al volgere di tale degrado da
parte di una buona fetta della nostra cittadinanza e del potere dei media.
Mi chiedo quanto ci voglia ancora per far aprire
gli occhi a gente che è entrata nel PD sostenendo la linea di Veltroni, che
cercava di comportarsi come fossimo in un paese normale, cercava di dialogare
con Berlusconi: ci voleva tanto a capire che con Berlusconi il dialogo è: sei
d'accordo con me? Sì? bene, sei uno responsabile. No? Sei il solito comunista
menzognero che dici di dialogare e poi mi fai lo sgambetto.
Come si fa per esempio a continuare a dire, come ha
fatto D'Alema, che la sinistra non deve proporre l'antiberlusconismo ma una
alternativa al paese (cosa giusta in linea di principio) se poi non ci si
accorge che per dare una alternativa al paese occorre innanzi tutto liberarci di
Berlusconi, il quale con la sua pervasiva presenza nei gangli mediatici ed
economici del paese impedisce di prendere qualsiasi altra direzione? Perchè io
accetterei quelle indicazioni, ossia il puntare a una vera alternativa, a non
parlare sempre di Berlusconi se a dirle ci fosse uno che sa cosa dire per una
alternativa, e cosa fare per imboccarla: non posso accettarle da chi, come
D'Alema, ha sempre parlato della Fininvest come di un patrimonio dell'Italia, ha
sempre impedito di fare una seria legge sul conflitto di interessi e quando
aveva l'occasione di mandare Rete4 sul satellite, in virtù di una sentenza se
non erro della stessa Consulta, quella che oggi difendono tutti a sinistra, ha
deciso di prorogare la licenza - Emilio Fede ringrazia ancora.
Perchè non si dice chiaramente che Prodi,
neoeletto, non ha voluto tornare alle urne nonostante l'esiguo margine di
vantaggio al Senato, perchè c'era già stata una rimonta del centrodestra
alquanto dubbia, e si temevano brogli elettorali in caso di ripetizione del
voto? Ve lo ricordate il signor Berlusconi parlare di brogli e di governo
illegittimo per quasi due anni?
Come si può pensare allora di proporre di dialogare
con una persona siffatta? Come pensare a una alternativa al paese senza
liberarci di questa anomalia?
Perchè allora oggi Napolitano si stupisce di
un Berlusconi che cerca di cooptarlo, di fatto di farlo passare per un corrotto
(bontà sua: lui manco se ne accorge: come dice giustamente Enrico, non sa
quello che fa o come si chiama quel che fa, tanto ci è avvezzo) che cerca a
sua volta di corrompere i giudici della Consulta? Non lo sapeva Napolitano che a
collaborare con Berlusconi, a essere amichevole, a difenderlo (vi ricordate
quando ha chiesto una tregua alla chiacchiere politiche prima del vertice a
L'Aquila?) prima o poi Berlusconi l'avrebbe
trattato come uno dei suoi scagnozzi, da tenere vicino finchè serve salvo poi
buttarlo via alla prima occasione - si sa Napolitano da che parte sta, è di
sinistra ecc...
No, a quanto pare non lo sapeva, e neanche pensava
che i media di Berlusconi gli avrebbero tirato la trappola. Ma è possibile
essere ancora così sprovveduti e pavidi dopo 15 anni? Possibile che Napolitano
non abbia voluto rimandare alle camere quell'obbrobrio di lodo Alfano
per viltà, per paura a confrontarsi con Berlusconi, per lasciare dire no
alla Corte Cosrtituzionale lavandonsene le mani? Poteva e doveva rimandare quel
lodo al Parlamento, per la sua manifesta incostituzionalità,
per rimarcare che non era stato cooptato da Berlusconi. Pazienza se poi la
seconda volta sarebbe stato costretto a firmarlo: si sarebbe smarcato. Invece si
è piegato alla prepotenza per quieto vivere, lasciando ad altri il compito
ingrato. Credeva di restarne fuori? Eccolo servito.
E ora, sulla sua pelle ha saggiato quello che
Enrico ha chiamato il festival imperante del falso, di cui Berlusconi è
protagonista nefasto. E così, a sua volta, mettendosi sul suolo che a Berlusconi
più confà, quello del falso e del vero, ha dovuto scrivere una Nota dicendo
subito che è Falsa l'affermazione sostenuta da Berlusconi e dai suoi sodali:
"E' del tutto falsa l'affermazione che al
Quirinale si siano "stipulati patti" su leggi la cui iniziativa, com'è noto,
spetta al Governo, e tantomeno sul superamento del vaglio di costituzionalità
affidato alla Consulta." Continua qui:
Che altro dire: che con persone così, Berlusconi
potrà continuare a dire, come ha fatto qualche ora fa concludendo il suo
intervento davanti agli industriali, "per la democrazia e la libertà ghe pensi
mi... (in milanese: ci penso io)"
Grazie per l'attenzione.
Lorenzo
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