R: [pace] chiara saraceno sull'insulto di B. a Rosy Bindi



alla faccia del non-violento

--- Sab 10/10/09, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:

> Da: Enrico Peyretti <e.pey at libero.it>
> Oggetto: [pace] chiara saraceno sull'insulto di B. a Rosy Bindi
> A: "lista Peacelink Pace" <pace at peacelink.it>, "lista pax christi gr discussione" <paxchristi at yahoogroups.com>, "lista nonviolenti" <nonviolenti at liste.retelilliput.org>, "lista Mir dibattito" <mir-riconciliazione at yahoogroups.com>, "Lista Menapace" <lista123lm at gmail.com>, "lista lilliput glt NV" <glt-nonviolenza at liste.retelilliput.org>, "lista eco-fem-nv" <eco-fem-nonviolenta at lists.unbit.it>, "lista donne in nero" <donneinnero-owner at listas.nodo50.org>, "lista BCP" <ml-beati at beati.org>, "lista angelo casati 01" <sullasoglia at yahoogroups.com>
> Data: Sabato 10 ottobre 2009, 09:58
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> 
> C'è poco da
> fare calcoli sulla 
> convenienza politica di non fare
> dell'antiberlusconismo. Quel mezzo uomo (leggo 
> che definito Rosy Bindi più bella che intelligente) -
> spregiatore delle donne, e 
> dunque di tutti quanti non sono lui, e hanno senso
> umano - è 
> spregevole, e va dichiarato tale, da chi almeno cerca di
> stare nella sufficiente 
> dignità umana. Gli va tolto il rispetto, gli va riservata
> la pietà che si ha 
> anche per i peggiori, nella speranza che chi ha perdonato
> quelli "che non sanno 
> ciò che fanno", cioè sono monchi nella coscienza, un
> giorno, almeno l'ultimo 
> giorno, risvegli anche lui dal buio egotico in cui è
> sepolto, emanando un 
> marcio che corrompe molti. E che prima risvegli i troppi
> italiani intossicati 
> dalla tempesta di questa "inciviltà della pubblicità
> commerciale", festival 
> imperante del falso, di cui quel tale è profittatore
> politico ed emblema 
> nefasto.
> Sinceramente,
> Enrico Peyretti 
> 
>  
> ***CHIARA SARACENO: LA 
> FOLOSOFIA DELL'UTILIZZATORE
> [Dal quotidiano "La Repubblica" del 9 
> ottobre 2009 col titolo "La filosofia
> dell'utilizzatore"]
> 
> Il premier 
> che "adora le donne", come ha graziosamente
> risposto al
> giornalista spagnolo 
> che lo interrogava sulle sue frequentazioni, perde non
> solo le staffe, ma 
> ogni senso della buona educazione e del limite appena una
> donna, una sua 
> collega parlamentare e vicepresidente della Camera, si
> permette di 
> criticarlo.
> Nella cultura da caserma in cui sembra trovarsi a suo agio
> quando 
> tratta di
> donne e con le donne, non gli basta insultarla
> genericamente come 
> comunista
> mangiabambini, come fa di consueto con gli oppositori del
> suo 
> stesso sesso.
> Non puo' trattenersi dall'appoggiare il suo
> disprezzo ad un 
> giudizio
> estetico. Confermando che per lui - peraltro brutto, tinto
> e 
> rifatto, oltre
> che piuttosto anziano - le donne si dividono in due
> categorie: 
> quelle (per
> lui) guardabili e potenzialmente utilizzabili (se non
> gia' 
> utilizzate), la
> cui intelligenza e' eventualmente un optional e
> comunque non 
> deve velarne il
> giudizio obbligatoriamente positivo nei suoi confronti, e 
> tutte le altre. Le
> non convenzionalmente belle e le anziane sono accettabili 
> solo se adoranti.
> Altrimenti cadono sotto la mannaia del giudizio di non 
> esistenza.
> Il leghista Castelli ha offerto un'altra variante della
> stessa 
> cultura da
> caserma, scegliendo un altro topos classico, quello della
> zitella. 
> Come se,
> tra l'altro, una donna senza un uomo fosse
> automaticamente una donna 
> non
> voluta, non desiderata e non una che ha scelto di non avere
> un 
> compagno
> (saggiamente, verrebbe da dire, se questi fossero gli unici
> tipi di 
> maschi
> disponibili sul mercato). Per i leghisti, apparentemente,
> le donne 
> non
> devono coprirsi il volto e il capo per motivi religiosi, ma
> vale 
> sempre
> l'esortazione del Veneto profondo, secondo cui la donna
> "Che la tosa 
> la
> tasa, che la piasa, che la staga a casa" - un
> atteggiamento non 
> molto
> distante da quello degli uomini tradizionalisti mussulmani
> da cui 
> gli
> orgogliosi leghisti nordici si sentono tanto diversi.
> Con prontezza, 
> Rosy Bindi ha reagito all'insulto osservando che
> ovviamente
> lei non 
> appartiene alla categoria delle disponibili e utilizzabili.
> Ma e'
> stata la 
> sola a reagire alla maleducazione di Berlusconi e
> Castelli.
> Nonostante 
> qualche faccia imbarazzata, nessuno dei maschi presenti,
> incluso
> il 
> conduttore, ha ritenuto doveroso prendere le distanze da
> questo tipo 
> di
> linguaggio e comportamento gravemente sessista, che rende 
> difficile
> partecipare alla comunicazione pubblica le poche donne cui,
> 
> raramente, si
> concede la parola (Bindi era la sola donna l'altra sera
> a 
> "Porta a porta",
> in un folto parterre di uomini). Nessuno dei molti brutti, 
> sfatti e rifatti
> uomini piu' o meno anziani che popolano la politica
> italiana 
> deve temere di
> essere insultato e delegittimato per questo dai propri 
> interlocutori, per
> quanto aggressivi. Il silenzio - complice, imbarazzato o 
> codardo - degli
> uomini sia alleati a Berlusconi che all'opposizione,
> sia in 
> politica che nei
> media e' una questione politicamente seria che andrebbe
> 
> affrontata, perche'
> segnala quanto siano profonde le radici culturali del 
> sessismo nel nostro
> paese. Non dimentichiamo che in Spagna Zapatero e'
> stato 
> attaccato dalla
> stampa per aver assistito in silenzio allo show in cui 
> Berlusconi ha
> spiegato come intende le norme di ospitalita' quando si
> trova 
> di fronte una
> bella donna potenzialmente disponibile.
> Ma c'e' anche un 
> altro silenzio che disturba: quello delle donne dei
> partiti
> di governo, a 
> cominciare dalle ministre. Le loro voci si sono levate
> solo
> quando il capo le 
> ha chiamate all'appello perche' lo difendessero
> allorche'
> scoppiarono gli 
> scandali a catena: dalle candidature promesse alle veline
> a
> Noemi ai festini 
> di Villa Certosa. Mai nessuna presa di distanza dalla
> immagine di donna - e 
> di loro come politiche e come ministre - che emerge
> dalle appassionate 
> autodifese del loro capo. Particolarmente silente e'
> la
> ministra delle Pari 
> opportunita', che pure dovrebbe parlare per dovere
> istituzionale. Qualsiasi 
> siano i motivi per cui e' finita li', cerchi di
> ricordarsi per favore che le 
> pari opportunita' non sono un concorso di
> bellezza. E che non si puo' 
> lasciare a dei vecchi mandrilli, per quanto
> ricchi e potenti, il potere di 
> parola e di giudizio su cio' che sono, sanno
> e possono fare e dire le donne, 
> a prescindere dall'eta' e dai canoni
> estetici. Lasciare insultare una 
> collega, anche dell'opposizione, con
> argomenti che nulla hanno a che fare con 
> la politica, ma solo con il
> sessismo, e' un errore grave, di cui paghiamo il 
> prezzo tutte.
>   
>