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 Il movimento No War prepara la sua agenda per il 2009
 Report della assemblea nazionale del 17 gennaio a Roma
 
 Sabato mattina, prima della manifestazione per la Palestina, si è
 tenuta a Roma la prevista assemblea nazionale del Patto Permanente
 contro la Guerra. La concomitanza con la manifestazione ha ridotto la
 presenza numerica ma non la rappresentatività delle realtà presenti che
 hanno contribuito al dibattito dell'assemblea.
 
 Rispetto all'ordine del giorno originario - preparazione della
 mobilitazione europea di aprile contro il vertice della NATO a
 Strasburgo - si è imposta nella nostra agenda la questione palestinese
 sia per gli effetti dell'aggressione israeliana a Gaza sia per la
 manifestazione pomeridiana che ha rivelato, ancora una volta, le
 potenzialità di mobilitazione e partecipazione esistenti nel paese
 indipendentemente dagli apparati politici, sindacali, associativi
 ufficiali e bipartizan.
 
 La discussione ha visto quindi alternarsi spunti sulla Palestina e
 sulla NATO, sulle campagne di boicottaggio verso Israele e per la
 chiusura delle basi militari. Dopo le introduzioni di Nella Ginatempo,
 Sergio Cararo, Piero Bernocchi,Cristina Tuteri, Franco Grisolia e
 Alberto del Movimento Umanisti, il dibattito politico è stato buono e
 c'era una buona rappresentanza degli attivisti e attiviste delle varie
 reti contro la guerra come Roberto Luchetti di Disarmiamoli e Luca
della
 reteNowar di Roma, Angelo da Genova, Tiziano, Marco e Angelo Baracca da
 Firenze, Oreste Strano da Novara, Angelica da Napoli, Antonella da
 Lecce, Alfonso ed Ernesto da Catania. Interessante il contributo anche
 di Giorgio Massi ex ammiraglio oggi ritirato, di Mauro Cristaldi,
 Edvino Ugolini, Edoardo di Terni e dell'Assopace.
 E' emersa da tutti la volontà di
 continuare a organizzarsi e lottare a rete sui territori contro il
 sistema di guerra permanente.
 
 Le proposte emerse possono essere così riassunte:
 
 1) unificare il percorso Palestina e NATO e proporre di fare la
 manifestazione a Strasburgo anche sul tema Palestina;
 
 2) La creazione di un apposito gruppo di lavoro per preparare la
 partecipazione italiana di massa alla manifestazione di Strasburgo del
 4 aprile;
 
 3) organizzare la prossima assemblea del Patto contro la guerra a
 metà marzo a Napoli dove rilanciare la campagna contro le basi militari
 con annessa iniziativa di mobilitazione presso il porto di Napoli
 davanti al comando centrale della NATO. Serve come preparazione di
 Strasburgo ma anche come rilancio della iniziativa nostra sui
 territori. Su questo arriverà una mail del gruppo di Napoli e della
 rete semprecontrolaguerra;
 
 4) proposta di seminario a Niscemi-Sigonella entro febbraio sul
 sistema MUOS, Africom e le funzione di Sigonella nel Mediterraneo tra
 cui il pattugliamento militare anti-immigrati. A tale proposito è
 necessario unificare la lotta contro la guerra esterna a quella contro
 la guerra interna ai migranti;
 
 5) Convegno a Vicenza il 24 marzo nel decimo anniversario dei
 bombardamenti della NATO contro la Jugoslavia;
 
 6) E' stato proposto anche di fare una iniziativa pubblica in piazza
 a Terni a marzo per ricordare il primo morto italiano della protesta
 antiNATO nel 1949, un operaio delle acciaierie di Terni ( la proposta è
 da articolare e da preparare con le varie realtà dell'Umbria);
 
 7) La partecipazione attiva alla campagna di Boicottaggio-
 Disinvestimento-Sanzioni contro Israele
 
 Qui di seguito il volantino che il Patto permanente contro la guerra
 ha distribuito alla manifestazione per la Palestina di sabato 17
 gennaio
 
 Fermiamo il massacro dei palestinesi a Gaza
 
 Basta con l'impunità del terrorismo di stato israeliano
 
 Rompere ogni complicità politica, militare, economica tra lo stato
 italiano e Israele
 
 Revocare la cooperazione militare Italia-NATO-Israele
 
 Gaza è assediata per terra e per mare da due anni chiudendo in
 trappola un milione e ottocentomila persone. La tregua non è stata
 rotta da Hamas o dalle altre organizzazioni palestinesi attive nella
 Striscia di Gaza ma dalle autorità israeliane che durante la "tregua"
 hanno ucciso 25 palestinesi, effettuato arresti e rastrellamenti in
 Cisgiordania, mantenuto chiusi i valichi impedendo ai palestinesi di
 Gaza di entrare, uscire o ricevere i rifornimenti necessari per
 sopravvivere. Dal 28 dicembre ad oggi l'esercito di occupazione
 israeliano ha prodotto più di mille morti di cui più di 300 bambini,
 cui si assommano migliaia di feriti che non possono essere curati negli
 ospedali. Perché questi ultimi non hanno le cure e le attrezzature
 necessarie dopo due anni di embargo, perché vengono continuamente
 bombardate e cannoneggiate anche le strutture sanitarie comprese
 ambulanze e mezzi della Croce rossa e dell'ONU, sia perché i feriti
 sono migliaia e sopravanzano i posti di ricovero e cura sia perché, ed
 è il fatto ancora più grave, si tratta di feriti da armi da guerra
 tecnologiche chiamate DIME che provocano mutilazioni sconosciute o da
 armi chimiche come il fosforo bianco. I morti e i feriti di Gaza sono
 l'ennesima azione di "pulizia etnica" che lo Stato israeliano sta
 portando avanti attraverso una guerra di occupazione che dura da 60
 anni. Complici del terrorismo di Stato israeliano, l'appoggio militare
 statunitense e il silenzio dei governi europei, che lasciano proseguire
 indisturbato in Medio Oriente il tentativo di cancellare la Palestina
 dalle carte geografiche, e con essa il suo popolo.Pertanto quella in
 corso nella Striscia di Gaza non è una guerra ma una gigantesca
 carneficina compiuta dalla terza forza aerea al mondo contro una
 popolazione indifesa che non solo non ha uno Stato ed un esercito per
 difendersi ma è chiusa in una prigione a cielo aperto dalla quale gli è
 impedito di scappare. Lo sterminio della popolazione di Gaza non è un
 un "uso sproporzionato della forza" per reagire ai razzi lanciati da
 Hamas sulle località israeliane del Sud della Striscia , bensì
 un'azione premeditata e preparata da tempo come ammesso dallo stesso
 Ehud Barak.. Non guerra dunque, né atto di autodifesa, ma genocidio di
 un popolo per espellere tutti coloro che ostacolano il dispiegarsi
 totale dello Stato sionista monoetnico e confessionale. Tutti coloro
 che Barak ha definito " entita'terrorista" il che esprime una logica
 genocida, la rappresaglia contro un intero popolo colpevole di esistere
 e di avere eletto democraticamente Hamas.
 
 NO AL SIONISMO SI AL BOICOTTAGGIO
 
 Di fronte al genocidio della Palestina dobbiamo provare a spiegare
 al mondo che il Sionismo è un'ideologia che appoggia la pulizia etnica,
 l'occupazione, e ora l'omicidio di massa. Ciò di cui ora si sente il
 bisogno non è solo di una condanna della strage in corso, ma anche
 della delegittimazione di un'ideologia che produce quella politica e la
 giustifica moralmente e politicamente. Tanto quanto l'ideologia
 dell'Apartheid ha spiegato le politiche oppressive del governo
 sudafricano, questa ideologia ha permesso a tutti i governi israeliani
 del passato e del presente di de-umanizzare i palestinesi ovunque essi
 si trovino e di aspirare a distruggerli. Collegando l'ideologia
 Sionista e le politiche del passato alle presenti atrocità, saremo in
 grado di fornire una spiegazione logica e trasparente alla campagna di
 boicottaggio, disinvestimento e sanzioni che oggi è il mezzo più
 efficace da portare avanti. Isolare politicamente Israele come fu fatto
 per il Sud Africa e il suo apartheid può realizzarsi attraverso il
 boicottaggio di massa, in tutto il mondo, dei prodotti commercializzati
 da Israele.Ciò può essere un modo efficace per stimolare l'opinione
 pubblica, non solo contro l'attuale politica di genocidio a Gaza, ma
 per cercare una soluzione politica più avanzata per la causa
 palestinese. Aderiamo alla campagna internazionale per il boicottaggio
 dei prodotti israeliani, invitiamo tutti a non acquistare i prodotti
 provenienti da Israele contrassegnati con il codice a barre 729.
 
 CHE FARE ?
 
 Dobbiamo agire qui ed ora sugli obiettivi minimi (aprire e proteggere
 subito i corridoi umanitari in Egitto e in Israele per far defluire la
 gente, ma soprattutto fermare l'offensiva militare israeliana), sugli
 obiettivi intermedi (sanzioni contro Israele per ottenere l'abolizione
 dell'embargo e dell'assedio, campagna di boicottaggio economico e
 politico, denuncia delle complicità nel nostro paese) e sugli obiettivi
 politici generali, esigendo l'isolamento politico di Israele con il
 ritiro dell'esercito dai territori occupati, la fine dell'occupazione
 coloniale, l'abolizione del muro e il deferimento alla Corte penale
 internazionale dei criminali di guerra israeliani.
 
 Stiamo preparando anche in Italia la campagna internazionale per lo
 scioglimento della NATO e lo smantellamento delle basi militari che
 vedrà nei prossimi mesi molte mobilitazioni in Europa e nel nostro
 paese. In questi anni la cooperazione militare tra la NATO, l'Italia e
 Israele è cresciuta vertiginosamente. I risultati si sono visti nelle
 distruzioni e devastazioni operate dalle forze armate israeliane contro
 le città e le popolazioni palestinesi. Questa cooperazione militare va
 fermata a tutti i costi. Israele deve essere perseguita per crimini di
 guerra. La NATO va sciolta. Le basi militari vanno smantellate.
 
 Su questi obiettivi dal 17 gennaio verrà avviata una campagna in
 tutta Italia e a livello internazionale.
 
 STOP IMMEDIATO DELL'ATTACCO MILITARE ALLA STRISCIA DI GAZA
 
 FINE DELL'EMBARGO CONTRO LA POPOLAZIONE PALESTINESE
 
 SOSPENSIONE DI TUTTI GLI ACCORDI POLITICI, ECONOMICI
 
 E MILITARI TRA ITALIA E ISRAELE
 
 FINE DELL'OCCUPAZIONE ISRAELIANA DELLA PALESTINA
 
 VITA, TERRA E LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE
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