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Re: [pace] Fatevi coraggio e guardate
- Subject: Re: [pace] Fatevi coraggio e guardate
- From: Davide Bertok <davide at bertok.it>
- Date: Thu, 22 Jan 2009 23:56:10 +0100
Enrico ma dopo mesi (anni?) di frequentazioni di questa mailing list ancora non hai capito che gli allegati qua vengono segati? Se possibile manda piuttosto un link a siti dove si possono vedere / scaricare gli allegati che mandi.
Ciao, Davide Enrico Peyretti ha scritto:
Fatevi coraggio e guardate queste foto. Chi muore di guerra non vuole essere ignorato. Chiede di guardarlo con pietà e coraggio. Infinitamente offeso, chiede il rispetto e l'amore del nostro sguardo. Queste foto non sono soltanto a condanna di Israele in questo caso, ma a condanna di tutte le logiche di guerra. Pietà e coraggio esigono che costruiamo logiche totalmente alternative all'uso della morte-data come strumento di potere sugli altri, fino a sopprimerli. Guerra-contro-guerra, vendetta della vendetta, rappresaglia della rappresaglia sono un abisso di inferno senza fondo. Le vittime ci supplicano di interrompere la maledetta spirale. E' possibile, è possibile. E' reale una storia alternativa alla guerra, una giusta difesa dei diritti senza abbassarla con la guerra, è possibile un futuro senza guerra. Abbiamo la parola per intenderci, per trattare cercando la mediazione giusta tra attese opposte. Fatevi coraggio e guardate queste foto, e pregate altri di guardarle e meditarle.Enrico Peyretti, Torino----- Original Message -----*From:* fabrizio.corongiu at enel.com <mailto:fabrizio.corongiu at enel.com>*To:* fawzi at tiscali.it <mailto:fawzi at tiscali.it> ; eza.jam1 at virgilio.it <mailto:eza.jam1 at virgilio.it> *Cc:* cal.carlo510 at tiscali.it <mailto:cal.carlo510 at tiscali.it> ; gfcappai at tiscali.it <mailto:gfcappai at tiscali.it> ; ansot at tiscali.it <mailto:ansot at tiscali.it> ; dpbarnard at libero.it <mailto:dpbarnard at libero.it> ; gianfranco.trebini at enel.com <mailto:gianfranco.trebini at enel.com> ; saldei at yahoo.ca <mailto:saldei at yahoo.ca> ; maribo_45 at tiscali.it <mailto:maribo_45 at tiscali.it> ; e.pey at libero.it <mailto:e.pey at libero.it>*Sent:* Wednesday, January 21, 2009 11:43 AM *Subject:* Da Beirut a Gaza Le immagini terrificanti e dolorose di Gaza, fatte di bambini morti, mutilati, maciullati, ci hanno fatto venire le lacrime agli occhi e ci hanno fatto sentire tutta la nostra impotenza. Scriveva Alexander Langer, nel 1992 dopo la tragica morte di Gert Bastian e Petra Kelly, leader dei Verdi tedeschi: "Forse e' troppo arduo essere individualmente degli Hoffnungstrager - portatori di speranza: troppe le attese che si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano, troppe le invidie e le gelosie di cui si diventa oggetto, troppo grande il carico di amore per l'umanita' e di amori umani che si intrecciano e non si risolvono, troppa la distanza tra cio' che si proclama e cio' che si riesce a compiere". Le manifestazioni di Roma ed Assisi sono certo una prima risposta all'indecente massacro di Gaza; ma non sufficienti. Se l'iniziativa non torna alla politica non resteranno che guerre, disperazione, impotenza e risentimento insanabile. Se si continua a spargere il seme dell'odio inevitabilmente le bombe seguiteranno a dettare legge ed i massacri si moltiplicheranno. Occorre andare alla radice del conflitto israrelo-palestinese, porre fine all'occupazione israeliana e garantire la nascita dello stato di Palestina. Perche' se c'e' un popolo martoriato, nella storia recente, questo e' quello palestinese. * Valga per tutte la tragedia di Sabra e Chatila. Era il settembre del 1982, quando le milizie falangiste libanesi con il supporto e la copertura dell'esercito israeliano, entravano nei campi profughi di Sabra e Chatila a Beirut ovest, per "fare pulizia", dopo che erano stati allontanati i palestinesi armati dell'Olp. Donne, bambini e vecchi indifesi, furono spietatamente trucidati, a migliaia, dai miliziani. Israele non si strinse attorno agli autori della strage. Gran parte della stampa chiese immediatamente le dimissioni del premier Begin e del ministro della Difesa Sharon. I titoli dei quotidiani israeliani erano: "L'anno della vergogna si e' aperto per Israele", "Sbarazzarsi del governo dell'odio", "Crimine di guerra a Beirut". Non solo, la commissione d'inchiesta israeliana avrebbe emesso nove comunicazioni giudiziarie, rispettivamente per il primo ministro, Begin; il ministro della Difesa, Sharon; il ministro degli Affari esteri, Shamir; il capo di Stato maggiore, generale Eytan; il direttore dei servizi segreti militari, Saguy; il direttore dell'Istituto per i servizi segreti e i progetti speciali del Mossad (il cui nome non poteva essere divulgato per legge); il comandante delle forze militari in Libano, generale Drori; il comandante di divisione di Beirut, Yaron; l'assistente del ministro della Difesa, Dudai. In Italia, ebbe un grande eco l'appello firmato da Primo Levi. * Oggi la situazione sembra essere profondamente cambiata, non solo in Israele; le organizzazioni che gestiscono la rappresentanza politica dei palestinesi sono in preponderante misura molto diverse da quelle laiche e di sinistra degli anni Ottanta. Gli integralismi, da una parte e dall'altra, dilagano e rischiano di schiacciare tutto; la "Palestina libera e rossa" di ieri, e' oggi una Palestina sempre piu' a pezzi. E restano vere le parole della giornalista Rita Porena, scritte proprio dopo Sabra e Chatila nel suo libro Il giorno che a Beirut morirono i panda: "Prova ad immaginare: un giorno si scopre, all'improvviso, che l'Olp ha ricevuto una mezza dozzina di panda. Il mondo si mobilita per salvarli: il Wwf, le associazioni per la protezione degli animali, l'Unesco, entrano in allarme. Si fanno dimostrazioni davanti alle ambasciate israeliane per far cessare i bombardamenti. Cominciano ad arrivare a Beirut eserciti di zoologi, di chimici, di biologi: tutti preoccupati di controllare se l'ambiente e' consigliabile per i preziosi animaletti, se l'acqua che noi beviamo va bene anche per loro. I palestinesi esibiscono i panda negli ospedali e nei campi di rifugiati. Il mondo freme: si teme per la vita degli orsetti, si fanno appelli a Israele e all'Olp. Israeliani e falangisti non reggono alla pressione dell'opinione pubblica mondiale che chiede di risparmiare Beirut per salvare i panda: i bombardamenti cessano; ci ridanno l'acqua e l'elettricita' e il blocco alimentare viene levato". Giulio Vittoriangeli. Fonte: la nonviolenza è in cammino Numero 707 del 21 gennaio 2009 <<The War in GAZA.pps>> ------------------------------------------------------------------------ Allegato Rimosso
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