la valle per rocca
- Subject: la valle per rocca
- From: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
- Date: Tue, 9 Dec 2008 08:13:16 +0100
| 09 01 Resistenza e pace 
 CONVERTITEVI di Raniero La Valle Articolo della rubrica 
“Resistenza e pace” in uscita sul prossimo numero 1/2009 del quindicinale di 
Assisi, Rocca (rocca at cittadella.org 
)   La guerra contro il 
terrorismo felicemente è perduta. Ciò non vuol dire rassegnarsi al terrorismo, 
ma significa che di fronte al terrorismo ci vuole qualcosa di ben diverso dalla 
guerra. Che tale guerra sia perduta 
è dimostrato dal fatto che nelle loro spietate azioni di Mumbai i terroristi 
hanno fatto quello che hanno voluto, l’albergo più bello della città è rimasto 
nelle loro mani per tre giorni e l’esercito indiano non ha potuto farci 
niente. Ciò dipende dalla nuova 
soglia che il terrorismo ha varcato. La prima è stata quando dalle loro armi 
rudimentali, fucili micce e polvere da sparo, i terroristi sono passati all’uso 
delle armi più sofisticate, che intanto noi benpensanti avevamo provveduto a 
costruire e a immettere in grandi quantità sul mercato. E qui, armi contro armi, 
si potevano ancora contrastare sul  
loro terreno. La seconda soglia è stata 
varcata quando i terroristi hanno abbandonato la filosofia della guerra 
tradizionale, in uso tra la gente per bene, che consiste nell’uccidere gli altri 
preservando se stessi (fino al sogno delle guerre “a zero morti” della propria 
parte) e hanno fatto di loro stessi, delle loro anime, dei loro corpi, l’arma 
micidiale capace di arrivare dappertutto e di guadagnare con la propria 
ineluttabile morte l’ineluttabile morte degli altri. E qui non si poteva più 
vincerli sul loro terreno, si poteva solo prevenire il loro attacco, alzare 
muri, istituire check-point, passare ai raggi X tutti i passeggeri degli 
aeroplani, far togliere loro scarpe e cinture, piazzare telecamere ovunque, 
vigilare su ferrovie, banche e metropolitane, mettere in prigione la gente dai 
colori sospetti e mandare i soldati a fare le ronde per le strade. 
 La terza soglia è stata 
superata quando i terroristi, come hanno fatto a Bombay, hanno unito alla 
risorsa della loro morte sicura tutte le risorse delle moderne pianificazioni e 
tecniche militari, trasformando però i danni collaterali e mediati delle guerre 
(città, centri abitati e popolazione civile) in obiettivi principali e 
immediati. A questo punto neanche la prevenzione funziona; e quando il 
terrorismo di ultima generazione non sarà più fatto da “martiri” isolati ma da 
eserciti di kamikaze, allora non ci sarà più scampo. Allora bisognerà cominciare 
a capire chi sono quelli che ci combattono e perché; non potremo mettere tutto 
sul conto di un indistinto e generico terrorismo, così come non avrebbe senso 
combattere contro le guerre mettendole tutte sul conto di un indistinto e 
generico militarismo.  I terroristi sono persone 
che hanno forti ragioni, buone o cattive che siano, per essere contro di noi 
nella forma più radicale e disperata. La domanda è quella che un vescovo 
americano, se non ricordo male, poneva a Bush: perché ci odiano? O forse ci 
odiano senza ragione? Andreotti ha detto che dopo sessant’anni da quando è stato 
loro promesso uno Stato, i palestinesi, per essere terroristi, hanno ragioni da 
vendere. Dunque bisogna cominciare e 
scomporre la galassia del terrorismo, e distinguere quelli che vi orbitano e le 
lotte che combattono per oggetto e per nome; e vedere, caso per caso, che 
possibilità ci sono di farne venir  
meno le ragioni, non con la guerra ma con la politica. Ciò naturalmente 
non vuol dire cedere alle ingiuste pretese, anzi molte volte si dovrà resistere; 
ma forse si verrebbe a scoprire che ad avere ragione c’è molta più gente di 
quanto si pensi.  In un mondo in cui tutto 
cambia, cambia anche il concetto di sicurezza. Una volta essa stava in una 
sufficiente difesa militare. Dopo l’11 settembre gli Stati Uniti hanno 
proclamato che la loro sicurezza stava nel dominio del mondo, ridotto alla 
propria misura. Questo è fallito. Viene ora un tempo in cui l’unica sicurezza 
possibile sta nel rendere amici i nemici. Che nessuno abbia più ragione di 
odiarci; e che quando queste ragioni ci siano, esse siano assunte, lavorate e 
bonificate dal dialogo e dalla politica.  A voler essere ancora più 
radicali, occorrerebbe dire che il solo modo in cui il terrorismo, nostro ed 
altrui, sarà vinto, sta nella nostra conversione. Lo dice anche il Vangelo: 
convertitevi, se non volete fare anche voi la stessa fine. 
 La “buona notizia” è che 
questo è possibile. È possibile che i rapporti umani nel mondo siano impostati 
in modo del tutto diverso. Alla domanda se l’uomo, con le sue forze di natura, è 
capace di questo, la risposta è che sì, ne è capace. In quel giorno di Natale 
Dio è venuto ad unirsi a ciascuno di noi proprio per farcelo sapere, per farcelo 
fare. Da quel momento sono davvero ingrate tutte le pie antropologie 
pessimistiche. Raniero La Valle   | 
Allegato Rimosso
- Follow-Ups:
- Re: [pace] la valle per rocca
- From: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com>
 
 
- Re: [pace] la valle per rocca
- Prev by Date: ONU invita boicottaggio Israele
- Next by Date: Important message from Oaxaca Mexico, govt raids a solidarity house
- Previous by thread: ONU invita boicottaggio Israele
- Next by thread: Re: [pace] la valle per rocca
- Indice: