Re: [pace] Voto, coscienza e responsabilita'



Caro Carlo,
    tu mi inviti ancora a proseguire una discussione che - mi pare - ha già
chiarito le nostre ragioni e le nostre differenze. Dico ancora qualcosa
solo perché me lo chiedi.
    Vorrei dire chiaro: il dissenso non è disprezzo, ma dialettica per
cercare
passi avanti in ciò che ad entrambi sta a cuore.
    La sinistra e la nonviolenza sono in un momento di smarrimento, che
richiede analisi e ragionamenti.
    Sia chiaro che io non intendo incolpare chi si è astenuto nelle ultime
politiche come corresponsabile diretto delle malefatte prevedibili che
Berlusconi sta snocciolando una dopo l'altra.
    Dico solo che, sempre, per ragioni tecniche, chi non vota regala un
punto a chi vincerà. Se non gliene importa niente, faccia pure. Se invece
teme che ci sia uno un po' peggiore dell'altro, e che sia da evitare con
cura, fa un errore ad astenersi, va proprio contro i valori a cui tiene.
    L'ho predicato fino alla noia. Credo che sia un fatto inoppugnabile.
    Soprattutto, mi preoccupa quell'idea della pace e della nonviolenza
soprattutto politicistica: secondo questo modo di pensare, o la pace regna
nel governo, oppure non c'è. Tutto il livello della vita personale e sociale
mi sembra che sfugga a questi. Essi - mi sembra - non vedono abbastanza che
è la crescita culturale e morale della società che alla lunga determina le
decisoni politiche istituzionali, più che viceversa. Forse c'è un residuo
marxista, in questa posizione, che vede quasi solo la via del potere, la
conquista rapida dello stato, come unica via della pace. Se non c'è questa,
non c'è niente. Poiché Prodi ha deluso, spacca tutto. O tutto o niente
(quindi niente). Tanto peggio tanto meglio, alé.
    Guarda che d'istinto io sarei portato a pensare così, ma ci penso e lo
trovo profondamente sbagliato, autodistruttivo.
    Non so se vedo bene, ma io confido più nella necessaria crescita della
coscienza nella società che nella via del potere politico, per quanto
importante, ma secondaria. Perciò faccio cultura e non politica.
    Gandhi: "Dire la verità al potere", al popolo, è assai più importante
che confidare nel potere, e poi distruggerlo se non serve. Così Capitini:
potere dal basso, di tutti. Poi, dato che le sitituzioni ci sono, riduciamo
il danno, senza troppa fede nella "alta" politica, che poi delude.
    Non voglio giudicare le persone, ma cercare di capire dove abbiamo
sbagliato.
    Mi pare che scriva bene Nino Lisi a Lidia:
    "Cara Lidia, care tutte e cari tutti,
    il massimalismo è una malattia infantile e l'atteggiamento
rinunciatario  è una malattia senile. La disgrazia è che le formazioni
politiche di sinistra o sono state  ammalate dell'una o dell'altra.
Saper essere radicali (cioè avere la capacità di analizzare i problemi
nelle loro radici) è una virtù che i partiti della sinistra non hanno
avuto, forse perché hanno dismesso almeno dalla metà degli anni settanta
l'analisi strutturale o di classe.  Saper  poi abbinare questa virtù a
quella di   individuare e praticare gli obiettivi intermedi  (che come
m'insegni è tutt'altra cosa della politica dei due tempi) è ovviamente
superiore alle possibilità sia di chi pecca di infantilismo sia da chi è
affetto da senilismo.
Credo che l'incapacità di molti a comprendere la logica  di talune tue
scelte sia dovuto a questo.
I puri e duri, quelli che vogliono tutto e subito, confondendo per altro
il tutto con un "particolare" che assolutizzano sono una iattura; non
meno grave di quella rappresentata da chi rinuncia a tentare di cambiare
lo stato delle cose".
    Ci siamo detti abbastanza. Ora lavoriamo (ma anche questo era lavoro).
    Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza!
    Ciao, Enrico





----- Original Message ----- 
From: "Carlo Gubitosa" <c.gubitosa at peacelink.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, June 23, 2008 4:43 PM
Subject: [pace] Voto, coscienza e responsabilita'


> Il 23 giugno 2008 1.30, Enrico Peyretti <e.pey at libero.it> ha scritto:
>
> Caro Enrico,
>
> Nel tuo ultimo messaggio ho trovato due affermazioni che sono la
> sintesi dei nostri due diversi modi di pensare, entrambi rispettabili
> in quanto affermazioni individuali di coscienza.
>
> >    Tu non sei responsabile della guerra in Serbia (e neppure io).
Abbiamo
> > votato chi sembrava voler decidere meno male possibile, hanno deciso
così,
> > abbiamo urlato.
>
> > vedo che chi non voleva Prodi ha contribuito ad avere Berlusconi, che è
peggio assai, su
> > tutti i piani della civiltà (non solo pace e guerra).
>
> Rispetto a questo io penso che:
>
> 1) Non posso lavarmi la coscienza rispetto alle guerre fatte con il
> mio voto, e continuo a sentirmi responsabile dei bombardamenti in
> Bosnia perche' nell'urna ho dato a chi ha compiuto quei crimini di
> guerra una frazione del potere che gli ha permesso di realizzarli. E'
> una frazione minima, che diventa un grande potere solo quando sommata
> ad altri milioni di crocette, ma comunque non e' pari a zero, e di
> questo la mia coscienza mi chiede conto ogni volta che voto quella
> gente, mai cambiata dal 1999 ad oggi.
>
> 2) Parallelamente non accetto chi assegna a me la responsabilita'
> degli scempi compiuti dalla classe politica che ora governa il paese:
> di questo ne devono rispondere tutti e soli i cittadini che alle
> scorse elezioni hanno votato il PDL, e non altri. Io rispondo del mio
> voto, e non del mio "non voto" o del mio "voto sbagliato". Il "voto
> sbagliato" dato alla sinistra radicale e gettato nel cestino dalle
> regole elettorali non e' una colpa di chi in coscienza non si e'
> sentito di votare un partito che ora si sta producendo nei peggiori
> inciuci. Chi ha deciso di buttare quei voti nel cestino e' stato
> Calderoli quando ha scritto la legge elettorale, e se i voti per
> rifondazione sono stati persi e non hanno potuto sostenere il progetto
> politico di Veltroni questo non va imputato agli "idealisti" che
> irreponsabilmente non si sono "tappati il naso"; ma a chi ha deciso
> che una legge porcata avrebbe stracciato quei voti ben sapendo che
> sarebbe stato molto difficile appiattire tutte le coscienze su un solo
> candidato, soprattutto quando le coscienze sono quelle di elettori che
> chiedono ai loro governanti scelte critiche e radicali.
>
> 3) Alla fine il tuo bilancio personale e' piu' favorevole del mio,
> perche' tu non ti senti responsabile dei crimini di guerra in Serbia e
> non ti sentirai responsabile di una opposizione inesistente che
> appoggera' scelte dissennate, e la notte dormi tranquillo perche' ora
> come allora hai appoggiato il meno peggio, e poi sta al meno peggio
> assumersi la responsabilita' di cio' che fa. Il mio bilancio, invece,
> e' molto piu' pesante, e ancora mi fanno rabbia quelle bombe a
> grappolo gettate il 7 maggio 1999 sul mercato di Nis, perche' le hanno
> gettate anche a nome mio.
>
> 4) Fatti questi calcoli e bilanci io direi che ognuno si tiene le sue
> scelte e la sua coscienza, ma comunque non si puo' liquidare la scelta
> di chi non vota PD come una scelta "leggera" o "irresponsabile",
> perche' di fatto molti di questi "non voti" nascono da coscienze
> appesantite dalla connivenza con una finta sinistra militarista e
> guerrafondaia, e non dallo "sfascismo" di chi dice "tanto peggio,
> tanto meglio", oppure "mi fanno tutti schifo uguale". Quindi arriviamo
> al punto, che e' quello di rispettarsi vicendevolmente nella diversita
> delle posizioni. Da questa prospettiva colgo molto rispetto da parte
> di chi non ha votato PD verso chi si e' "tappato il naso", e poco
> rispetto dimostrato dagli elettori del PD verso chi non si e' voluto
> tappare il naso come loro. I tuoi scritti sono un esempio del fatto
> che in certi ambienti la crocetta non convinta sia piu' rispettabile
> dell'astensione convinta o del voto convinto verso chi non e' dato
> come favorito . Io non voglio convincerti che la posizione giusta sia
> la mia, pero' al tempo stesso non voglio che mi si gettino addosso
> responsabilita' per risultati elettorali ai quali io non ho
> contributo, e che sono stati costruiti solo da chi ha votato PD e i
> partiti di destra.
>
> 5) Trasferendoci dal piano della coscienza individuale a quello della
> logica cartesiana, mi sembra un po' difficile sostenere
> contemporaneamente le due tesi "tu non sei responsabile dei crimini di
> guerra commessi da chi hai votato" e "tu sei responsabile di quello
> che fara' Berlusconi che non hai votato". Deresponsabilizzare il voto
> e responsabilizzare il "non-voto" mi sembra una colossale
> contraddizione logica che non riesco a comprendere.
>
> Io la vedo diversamente e in modo piu' semplice: se il governante che
> esercita il potere lo puo' fare anche perche' io ho messo una crocetta
> sulla scheda, allora lui risponde a me del suo operato e io rispondo
> alla mia coscienza degli effetti di quella crocetta. Se invece quel
> potere non e' stato costruito sommando la mia crocetta a quella degli
> altri, io chiedero' conto ai suoi elettori del suo operato, e non
> sentiro' in coscienza di dover rispondere per le scelte dissennate di
> un gruppo di dissennati che ha regalato potere a un dissennato, ne'
> puntero' il dito contro chi non ha votato un altro dissennato piu'
> tollerabile, ma mi attivero' per una resistenza culturale e umana che
> possa restituire un po' di senno alla societa' e di riflesso anche
> alla classe politica.
>
> Questa posizione, rispettabile quanto la tua, mi sembra pero' un
> pochino meno contraddittoria rispetto ad una costruzione logica in cui
> le responsabilita' individuali si azzerano per le cose fatte o si
> amplificano per quelle non fatte a seconda del colore del governo in
> carica.
>
> Rispetto a questo mi piacerebbe molto conoscere il tuo parere.
>
> Un caro saluto
>
> Carlo
>
> --
> Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink.
> Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/pace
> Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/pace
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://web.peacelink.it/policy.html
>
>